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Autore: rossellina    22/03/2012    5 recensioni
Salve a tutte! Questa è la mia prima ff e ci provo ... speriamo! Bella e Edward si incontrano in un'aula di tribunale. Lui è sotto accusa, lei l'avvocato dell'accusa. Dal secondo capitolo:
-Obbiezione!- saltò dalla sua sedia Jasper -Non ho ancora capito dove vuole arrivare l'avvocato dell'accusa. E poi il signor Culler non era in sé in quel momento-
-Ed è proprio qui che voglio arrivare!- rispose Isabella rivolgendosi al giudice – Se mi permette di continuare su questa linea avrà fra poco chiaro del perchè-
Il giudice guardò prima Jasper e poi Isabella. -Respinta- sentenziò. -Prosegua avvocato ma arrivi al dunque velocemente-
-Grazie.- e poi rivolgendosi ad Edward – Signor Cullen, si ricorda di quando era al liceo?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Salve a tutte! Dire che vi ringrazio è poco. Grazie che apprezzate la mia storia e grazie per i preziosi suggerimenti. Come avrete notato, i miei capitoli non sono molto lunghi, per questo ho deciso di postare un paio di volte alla settimana. Non mi dilungo ulteriormente. Buona lettura!

 

CAPITOLO 3

 

-Si, mi ricordo- rispose Edward e qualcosa di indistinto gli fece accapponare la pelle della schiena.

-Si ricorda che tipo di studente era al liceo?-

-Obbiezione!- disse Jasper – cosa c’entra questo con le accuse mosse al signor Cullen!-

-Perché il signor Cullen sta mentendo- rispose Isabella guardando Edward negli occhi. Edward cominciò a sudare freddo.

-Respinta- affermò il giudice.

-Signor Cullen- proseguì Isabella –o lei è dedito all’uso di stupefacenti dal liceo o è una persona che è dedita a molestie verbali e non solo dal liceo. Quale delle due è la giusta?-

Edward non rispose subito. Non sapeva che dire perché sapeva che una delle due era la verità. Guardò per un attimo i suoi genitori e vide suo padre, con la faccia più dura del marmo, circondare le spalle di sua madre che aveva le lacrime agli occhi.

-Signor Cullen- continuò Isabella – si ricorda di quando, al liceo, in sala mensa più volte ha fatto presente alla mia cliente, la signorina Weber, e non solo a lei, che era una persona dall’aspetto orribile. Che, cito testimonianze dell’epoca ed utilizzando un linguaggio meno scurrile del suo, “una fossa biologica era migliore, sia nell’aspetto che nell’odore. Che nessuno l’avrebbe neanche pagata per farci sesso?-

Silenzio. Edward abbassò lo sguardo.

-Signor Cullen, faceva uso di sostanze stupefacenti in quel momento?-

Silenzio.

-E’ vero che durante le lezioni di ginnastica lei, il signor Newton e il signor Chevy, entraste nello spogliatoio delle ragazze e cercaste di importunare proprio la mia cliente mentre era sotto la doccia?-

Silenzio.

-Ed è vero che fu “allontanato” dalla sua stanza al college per essere trasferito in un altro dormitorio perché continuava a importunare le ragazze di altre stanze?-

Silenzio.

-Signor giudice, quando uso la parola “importunare” è un eufemismo che indica la dichiarata volontà del signor Cullen e degli altri due imputati di voler abusare di alcune ragazze, contro il volere di queste che, nel caso, sono disposte a venire a testimoniare nei confronti degli imputati-

Edward continuava nel suo mutismo e a tenere gli occhi bassi.

Isabella continuava a guardarlo e fare domande.

-Signor Cullen, sto aspettando una risposta. Ha tutto il diritto di replicare alle mie affermazioni se sono errate- sentenziò Isabella continuando a guardarlo.

Edward alzò gli occhi e vide suo padre accompagnare sua madre fuori dall’aula. Quando la porta si chiuse, loro non si era girati prima di uscire. Era solo. Solo con le sue colpe. Solo.

Per la prima volta in vita sua decise di essere coraggioso da solo.

-Quella sera- iniziò Edward guardando in basso –avvenne tutto per caso. Cogliemmo solo l’attimo che ci si presentò. Mentre eravamo nel pub, notammo una faccia nota, Angela. Ben partì con l’intenzione di parlarle. E quando li vedemmo arrivare assieme pensammo che ci saremmo divertiti con lei. C’eravamo anche scambiati il nostro segnale abituale per queste cose. Tutti e tre sapevamo che quella sera avremmo fatto sesso con lei. Non era l’alcool a guidarci. Sapevamo cosa stavamo per fare. L’avevamo già fatto altre volte.-

-Avevate già fatto altre volte cosa, signor Cullen?- domandò Isabella.

-Cercare di obbligare una ragazza a fare sesso con uno di noi. Lo faceva solo uno dei tre così la ragazza non poteva dire di essere stata violentata perché se no sarebbe stato stupro di gruppo. Ma quella sera avevamo fumato, cosa che non facevamo mai.- disse mesto Edward.

-E’ vero che ha inveito contro la mia cliente?- volle sapere Isabella.

-Sì. E l’ho fatto anche quando eravamo al liceo. L’ho sempre fatto con le ragazze.-

-Signor giudice- si alzò Jasper –chiedo una sospensione dell’udienza per poter parlare con il mio cliente-

-Accordata. Visto le ultime dichiarazioni, i tre imputati vengano condotti in celle separate fino alla prossima udienza. Avvocati, accomodatevi nel mio ufficio- disse il giudice alzandosi dalla sua sedia.

Anche Edward si alzò e guardò Isabella dritto negli occhi. La guardò con dolore. E poi fu accompagnato da una guardia insieme agli altri in cella.

  
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