*I
would have known what, I was living for.
What I’ve been living for. Your love is my turning page*
Dai,
non adorate questa canzone? E'... aww *_________* E' la mia canzone,
nonchè "Turning Page" (l'avete ascoltata durante il
matrimonio di Edward e Bella in Breaking Dawn)*___________*
Okay, ho fatto l'entrata in scena lol
Lo so che vi ho fatto aspettare tanto, ma... ma non ho avuto tempo. Sto
"cercando" di scrivere Mi scusi prof, sto scrivendo una nuova fic (che
sto già postando) e anche un'altra.. un'originale. E,
inoltre, devo infilarci un 12 ore di studio. Beh, sto messa male
°°
Beh.... poi stavo aspettando questo giorno per postare.
23 marzo.
Il compleanno di una delle mie migliori amiche awwwwwww *--------* La
mia silveruccia *canta 'happy birthday too you'*
Oggi quella vecchiaccia fa 17 anni, è ufficialmente
più grande di me muahahah u.u ehm ehm anche se mi manca poco
per raggiungerla xD
Okay, smetto di sparare stornzate u.u e vi lascio al capitolo.
Naturalmente ringrazio tutte voi che continuate a seguirmi e che avete
recensito lo scorso capitolo (extra I). Questo è il II extra
e beh, lo adoro *_* Non so quando arriverà un altro, dovrete
avere pazienza...
SILVER, TI DEDICO QUESTO CAPITOLO CON TUTTO IL CUORE. ANCORA BUON
COMPLEANNO! TI VOGLIO UN MONDO DI BENE, DAVVERO <3<3
Spero vi piaccia e che mi facciate sapere cosa ne pensate *_*
Buona lettura a tutte! <3
Un bacione enorme,
Mary.
Accarezzai
la pancia della mia Bella che dormiva al mio fianco. Ripensare a quel
primo
giorno di scuola, mi aveva fatto rabbrividire. Ricordare il risveglio
dal coma,
ricordare i momenti passati in ospedale, le nausee ancora presenti
purtroppo
anche se più raramente alla mia Bella, quel giorno in cui i
rapporti con Tanya
furono totalmente spezzati.
Tante cose erano cambiate.
Fortunatamente ero riuscito a rispettare tutti i piani. Mi ero creato
una
specie di elenco mentale in cui c’era il mio piano, le cose
da fare primo di
raggiungere il traguardo. Le cose essenziali da fare erano tre:
l’esame di
maturità, programmi per il futuro e convivenza. Tutti e tre
superati, con
ostacoli ma superati. Gli esami andarono benissimo. Io e Bella in
quella
settimana che avemmo di tempo per preparaci, studiammo mattina e sera.
Lei però
verso le undici crollava sempre, si addormentava con la testa sulla
scrivania.
La gravidanza le portava sonnolenza, così io la portavo a
letto e le baciavo la
fronte. Mi risedevo vicino alla scrivania e mi rimettevo a studiare per
un’altra oretta. Per lei perdere un paio d’ore di
studio non era un problema.
Aveva sempre avuto voti altissimi, una media perfetta. Quello che fino
al
penultimo anno studiava poco ero io. Fortunatamente
nell’ultimo anno avevo
fatto di più, però... le mancanze
c’erano sempre. Il giorno dell’esame, sia io
che Bella eravamo agitatissimi, ma tutto andò per il meglio.
Non so con quale
miracolo ma fummo promossi entrambi con il massimo dei voti. Alla
cerimonia
della consegna dei diplomi c’erano tutti i nostri familiari.
Era venuta anche
la madre di Bella. Questo ci aveva sorpreso entrambi ma aveva
contribuito a
rafforzare e migliorare ulteriormente i rapporti tra Bella e sua madre.
L’estate fu tranquilla: non andammo mai a mare. Bella non
voleva andarci perché
la pancia stava crescendo e non voleva mettersi in bikini in pubblico.
Così io,
naturalmente, rimanevo con lei. molte volte era presa da crisi
isteriche: causa
ormoni a mille. Ormoni che dovevano essere soddisfatti... risi al
ricordo. la
sera della consegna dei diplomi, dopo aver festeggiato con tutti, io e
la mia
Bella ci eravamo rinchiusi in camera mia. Scherzammo e parlammo di
aneddoti del
liceo. Di figuracce degli altri ragazzi fatte alla cerimonia della
consegna dei
diplomi, dell’orribile toga gialla che avevamo dovuto
indossare per quell’occasione,
per fortuna, a detta di Bella, era larga. Era ossessionata
dall’ indossare
vestiti larghe. Fortunatamente, per me, a casa indossava canotte
normali.
Primo: aveva caldo. Mio padre diceva che era normale per le sue
condizioni.
Secondo: non doveva nascondere la pancia a nessuno. E io mi divertivo
ad
accarezzarla. Lei diceva che ero diventato un maniaco e quando la
nostra
bambina sarebbe nata, mi avrebbe preso a calci perché la
disturbava sempre.
Però non poteva negare che le mie carezze la facevano
rilassare. E mi rilassavo
anche io. Quando l’accarezzavo sentivo tutto ricomporsi come
un puzzle per
raggiungere la perfezione. Quella sera era iniziato tutto con un
piccolo bacio,
con dei baci sul collo, col le mie mani sui suoi fianchi e le sue tra i
miei
capelli. La mia maglietta volò da qualche parte della stanza
senza che io me ne
accorgessi, e la stessa cosa successe alla sua canotta. Tutto
continuò con i
baci che si portarono sul suo ventre facendola ridere per il solletico.
La
pancia era cresciuta tantissimo. E chiunque, se Bella avesse indossato
sempre
canotte, si sarebbe accorto della sua gravidanza. Poi fu il turno dei
nostri
pantaloni, del nostro intimo e di tutto il resto. Io mi poggiai con le
mani su
letto per non pesare Bella. Le avevo chiesto se era sicura e lei mi
aveva
risposto che stavo parlando troppo. Entrai in lei come se fosse stata
di nuovo
la sua prima volta. Erano mesi che non stavamo insieme in quel senso e
avevo
paura di fare del male sia a lei che alla bambina. Fu, forse, la notte
più
bella che passammo insieme. Raggiungemmo il culmine insieme, senza
costrizioni,
senza dover nascondere niente a nessuno. Fu.. libertà!
Molte
volte ci eravamo ritrovati a discutere sul nostro futuro. Anche
Carlisle e
Charlie ce lo chiedevano in continuazione. Io sarei voluto andare a
Darthmound
e, con mia grande sorpresa, anche Bella. Io avrei intrapreso la
carriera di
medico, mentre Bella di letteratura. Era sempre stata la sua materia
preferita,
adorava i classici e cose del genere. Io invece volevo seguire le orme
di mio
padre. Quelle poche volte che mi aveva portato in ospedale con lui mi
avevano
fatto desiderare di poter fare lo stesso. Dopo la scoperta della
gravidanza di
Bella ero deciso: volevo intraprendere la carriera di pediatra. Mio
padre diceva
che era un bel corso, lui lo aveva affrontato per qualche mese
però poi si era
rifugiato nella cardiologia. Però, i nostri progetti futuri
non potevano essere
sereni. Io e Bella avevamo discusso tante volte su questo argomento. La
bambina
sarebbe nata a novembre e Bella non avrebbe potuto affrontare
l’università. Non
avrebbe retto. E su questo eravamo d’accordo. Io
però volevo seguirla. Non
volevo andare da solo in università per poi vederla una
volta ogni sei mesi.
no. No. No. Così ero deciso a prendermi, come lei, una anno
sabatico. E qui
successe il putiferio. Lei voleva che io andassi, che nonostante la
distanza
iniziassi l’università ma io non poteva lasciarla
sola.. a meno che non esaudissimo
il mio secondo desiderio, a meno che non mettessi in atto il terzo
punto della
mia lista.
<<
Vieni con me>> le dissi mentre continuavamo a discutere,
per l’ennesima
volta, del college. Erano
un paio di
giorni che le risposte erano arrivate. Ero stato preso a Darthmound.
Non volevo
andarci però. Volevo stare con lei. e questo era
l’unica soluzione.
<< Edward non posso venire in queste
condizioni>> disse indicandosi
la pancia. Sospirai.
<< Tu inizierai il college il prossimo anno. Io
quest’anno. Ma tu verrai
con me>> era una domanda. Implicita. Ma era una domanda.
Si accigliò, non
aveva capito. << Bella.. andiamo a vivere
insieme>> appena
pronunciai queste parole vidi il suo volto ricoperto di mille
espressioni. Per
soffermai all’espressione: sorpresa.
<< Io e te..?>> chiese tremante. Annuii e
mi avvicinai a lei. posai
le mie mani su i suoi fianchi e l’attirai a me. sentii la sua
pancia aderire al
mio ventre. Il calore della sua pancia.. Quanto mi faceva stare bene.
Come
avrei potuto separarmi da quel calore? Rischiare di non essere presente
al
momento della nascita di mia figlia? Non fare compagnia a Bella mentre
la
bambina di notte piangeva? Non darle la pappa? Come potevo non fare il
padre
quando in questo momento era la cosa che più avrei voluto
fare al mondo oltre a
essere al fianco della mia Bella?
<< No. Io, te e la nostra bambina>>
sussurrai. Avevo paura di un
suo rifiuto. Avevo paura che potesse scappare e urlare come una pazza.
E
invece, sorprendendomi, avvicinò le sue labbra alle mie per
un casto bacio. Mi
allontanai. << Questo è un
sì?>> chiesi sorridendo.
<< Sì>> .
Non
ci fu bisogno di comprare o affittare casa. La mia famiglia aveva una
villetta
a pochi kilometri dall’università.
L’avevano acquistata quando mio padre aveva
frequentato quell’università ed era rimasta tra le
sue mani.. proprio per
quando qualche suo figlio o conoscente sarebbe andato lì se
ci fosse andato.
Alice si iscrisse ad una scuola di moda.. naturalmente. Anche Jasper,
come me,
aveva trovato un lavoro presso un ufficio di avvocati come segretario.
Non era
chissà cosa ma già era un passo avanti. Alice
invece, per il corso che aveva
scelto, lavorava presso varie stiliste e quindi potevano andare avanti
senza
l’aiuto di nessuno. Io invece avevo trovato lavoro nella
biblioteca della mia
università. Dovevo lavorarci dalle 13 alle 17 con uno
stipendio sufficiente per
mangiare tutti i giorni. Il resto ci avrebbero aiutato i nostri
genitori..
soprattutto quando le spese sarebbero aumentate con la nascita della
bambina.
Dopo un mese ci trasferimmo nella nuova casa. Grande, graziosa e
comoda. Quando
Bella l’aveva vista era rimasta qualche minuto con la bocca
aperta e io non
avevo potuto fare altro che riderne. Non si aspettava una cosa del
genere..
infatti la casa era enorme. Era una villa di due piani, in cui il piano
di
sopra sarebbe stato occupato da Alice e Jazz, mentre quello inferiore
sarebbe
stato nostro. Per ogni piano c’era un’enorme cucina
formato ambiente aperto col
salone.. c’erano tre stanze e due bagni, più una
camera per le cianfrusaglie.
Inoltre l’intera villa era circondata da un giardino
fantastico in cui avevo
provveduto a piantare varie piante di rose blu. i primi giorni li
passammo a
sistemare il tutto: vestiti, pulizie, accessori, bagni, cucina,
credenze,
libri, ecc..ecc.. Bella era rimasta ferma tutto il tempo a guardarci
seduta sul
divano. Voleva aiutare ma nemmeno per sogno l’avrei
accontentata. Era al
sesto.. quasi settimo mese di gravidanza e non doveva stancarsi. La
nostra
camera era stupenda. pareti gialle ricoperte fino a metà
altezza di parato
rosso con bordi oro.. un enorme cabina armadio piena di nostri
vestiti.. un enorme
letto con copriletto rosso. la camera della bambina era occupata da una
bellissima culla bianca, un’ennesima cabina armadio piena di
completino rosa,
un bagnetto e tantissimi giochi regalati dai nostri genitori e dai
nostri
fratelli e sorelle. Bella era felicissima. Io ero felicissimo. La
nostra
bambina sarebbe stata felicissima. Era tutto perfetto. Eppure..
c’era qualcosa
che non andava. Un pezzo dell’intero
puzzle che andava ancora messo al posto giusto. Solo quello.
Ritornai
con la testa al presente. Al presente in cui la mia Bella stava al mio
fianco
distesa sul letto con la testa posata sul mio petto. Le accarezzavo
l’enorme
pancione. Eravamo all’ottavo mese di gravidanza.. circa
metà. Le nausee c’erano
ancora ma fortunatamente con minore frequenza. Le voglie erano
aumentate. Più
che altro impazziva per la nutella e per le fragole. Sì, le
fragole. Eravamo in
ottobre, periodo in cui le fragole erano inesistenti.. eppure giravo
supermercati e supermercati fino a trovarle o congelate o secche.. ma
Bella
diceva che le piacevano lo stesso. La nutella invece era sempre
presente in
casa nostra e almeno una volta al giorno, Bella immergeva un cucchiaio
nel
barattolo per poi goderselo. Era deliziosa. I suoi ormoni erano alle
stelle.
Appena guardavamo un film con una scena un po’ più
commovente del resto delle
scene, addio mondo! inizia a piangere a singhiozzi. Una volta mi aveva
pregato
di guardare Titanic. Io mi ero rifiutato perché
già in sé e per sé quel film fa
piangere, poi anche nelle sue condizioni.. Ma un povero ragazzo di
ventuno anni
innamorato di una splendida ragazza che tra l’altro accoglie
tuo figlio, può
mica non sottrarsi ai suoi voleri? E così guardammo il film.
Bella pianse per
una notte intera. Singhiozzò per ore abbracciata a me e
consumò non so quanti
pacchetti di fazzoletti. Io non sapevo se piangere o ridere..
l’unica cosa che
sapevo era che l’amavo ogni giorno di più..
nonostante i numerosi litigi. Sì,
gli ormoni avevano anche questo effetto: farla incavolare per qualsiasi
cosa.
Ma la cosa peggiore era che la sua insicurezza a causa della gravidanza
aumentava fino alle stelle. a volte pensava che non l’amassi
più, che era solo
un peso per me, che non volevo la bambina, e cose del genere. Io non
potevo
arrabbiarmi con lei.. quindi le continuavo a ripetere di amarla.
A
distogliermi dagli ennesimi pensieri fu un tocco contro al mio fianco.
Guardai
la direzione e vidi che proprio in quel punto era poggiata la pancia di
Bella.
La piccola stava scalciando.
<< Amore di papà, fai piano o svegli la mamma.
Per una buona volta che
riposa con calma.. shh>> sentii un altro calcio come a
voler annuire. Ero
convinto che mi capisse. Massaggiai la pancia proprio nel punto in cui
aveva
scalciato secondi fa e mormorai un << ti
amo>>.
Guardai l’orologio che segnava le dieci di sera. Era presto
per dormire.. in
effetti erano già un paio d’ore che stavo
lì a pensare e a massaggiare la
pancia di Bella che tra l’altro dormiva profondamente tra le
mie braccia.
Proprio quel giorno avevamo avuto la penultima visita dal ginecologo.
Naturalmente ero andato con Bella anche se lei continuava a ripetermi
che non
dovevo perdere un giorno all’università a causa
sua. Mah! Forse stava anche
impazzendo. Erano due mesi che avevo iniziato
l’università. Andava tutto a
gonfie vele. I corsi erano complicati ma con la giusta
assiduità di studio si
poteva andare avanti. Il lavoro alla biblioteca procedeva bene ed ero
soddisfatto di me stesso.. di tutto. Quel giorno, dopo aver
riaccompagnato
Bella a casa, con la scusa dell’università ero
andato da solo in città a fare
quello che dovevo fare. Era arrivato il momento e mi sentivo pronto.
Sentii
Bella agitarsi al mio fianco per poi stiracchiarsi. Aprì
leggermente gli occhi
e appena mi vide sorrise. << Sono di pessima
compagnia>> borbottò
con la voce ancora impastata di sonno. Le accarezzai una guancia e mi
persi nei
suoi occhi color cioccolato.
<<
Non è vero. Sei solo, giustamente, stanca. Questa monella
non ti sta dando
tregua e nemmeno mentre dormivi>> dissi accarezzandole la
pancia. Con un
dito tamburellò sul pancione.
<< Speriamo che almeno quando nascerai sarai
tranquilla>> mormorò
sorridendo.
<< Dipende se avrà preso da sua madre o da suo
padre>> commentai e
la vidi alzare gli occhi al cielo.
<< Vedremo. Comunque sono sicurissima che
assomiglierà a te.. sarà
bellissima>> una strana luce negl’occhi
occupava il suo color cioccolato.
Stava pensando a qualcosa.. e infatti.. << dobbiamo
ancora decidere il
suo nome..>> era vero.. non avevamo avuto tempo di
pensarci. Mmm..
<< Suggerimenti?>> le chiesi baciandole i
capelli. La sentii
sospirare. La guardai e abbassò lo sguardo. Con un dito le
alzai il volto e la
guardai negl’occhi. << che
c’è?>>
<< Edward.. c..come si chiamava.. tua
madre?>> la domanda mi
spiazzò completamente. Mia madre per me era Esme... ma la
mia madre biologica,
colei che mi aveva fatto nascere, colei che mi aveva abbandonato a
causa della
morte.. non ricordavo nemmeno come fosse fatta.. a parte qualche foto
rimasta.
Ma sapevo che non era colpa sua se mi aveva abbandonato e se mi ero
ritrovato
in una situazione del genere. Ho sempre avuto un gran rispetto per lei
ogni
volta che la pensavo o parlavano di lei.. e nonostante tutto ho sempre
avuto il
desiderio di poterla incontrare anche se impossibile.. e nonostante
tutto le
volevo bene.
<< Elisabeth>> sussurrai riferendole il suo
nome. La vidi
arrossire.
<< Ti piacereb..be??..>> strabuzzai gli
occhi. Sul serio diceva??
Cioè lei.. voleva mettere il nome di mia madre.. la mia vera
madre.. colei che
mi ha generato a nostra figlia. Sorrisi leggermente.. non volevo che si
sentisse costretta.. dovevo provare indifferenza anche se mi era
difficile..
<< Bella non devi per me..>> cercai di
farmi credere ma la vidi
scuotere la testa.
<< L’importante è che sia un bel
nome.. e lo è. Così potrai avere.. un
ricordo di lei>> disse sorridendomi dolce. Ma quanto
l’amavo? Troppo. Ma
mai abbastanza.
<< S..sul serio?>>
<< Ed se non avessi voluto non te lo avrei
chiesto>> disse
sorridendo e accarezzandomi una guancia.
<< Grazie amore mio! Sei la donna migliore del
mondo!>> quasi urlai
e l’abbracciai.
<< E’ un sì?>> la
stessa mia domanda quando le chiesi della
convivenza.. Risi.
<< Sì! Vada per Elisabeth>> mi
avvicinai alle sue labbra e le
baciai leggermente. Ricambiò subito il mio bacio e la sentii
aggrapparsi ai
miei capelli. Non avevo mai sopportato che qualcuno mi toccasse i
capelli.. era
questione di gelosia. Li avevo sempre amati nonostante non avessero una
forma..
erano sempre scompigliati. Ma avevo scoperto.. che se a farlo era lei
non mi
dava più così tanto fastidio. Anzi.. mi piaceva..
e pure tanto. Sentivo che il
bacio diventava sempre più audace e non potevo.. non
potevamo spingerci troppo
oltre. Primo: Bella non era nelle condizioni. Cioè
sì, poteva, ma non volevo rischiare..
eravamo quasi agli sgoccioli.. avevo paura. E poi, secondo, dovevo fare
una cosa
molto più importante.. più.. seria!? A
malavoglia, mi staccai. Lei mi guardò
sbalordita e io le sorrisi. Mi alzai dal letto e iniziai a fare avanti
e
indietro per la stanza. Perché dovevo essere così
nervoso? Perché? Cioè..
eravamo felicemente fidanzati. Aspettavamo un bambino. E vivevamo
insieme.
Respirai a fondo e tornai di fronte a lei senza sedermi. Nel frattempo
lei si
era portata a sedere sul bordo del letto che mi guardava con un
sopracciglio
alzato. Una sua mano stava sul pancione.. ad accarezzarsi. Quanto era
bella..
<< Edward cos’hai? Non ti senti bene? Vuoi che
chiami tuo padre?>>
la vidi scattare all’in piedi e subito posai le mani sulle
sue spalle e la feci
risedere. Scossi la testa.
Respira Edward. respira. Che fine ha
fatto il tuo “coraggio”? E’ solo.. Bella..
<< Sto bene amore mio. Non agitarti. Devo solo..
parlarti>> la vidi
annuire e accarezzarsi la pancia. Mi allontanai da lei e mi avvicinai
alla mia
giacca che avevo appeso alla sedia poche ore prima quando ero tornato a
casa.
Frugai nella tasca destra e dopo aver oltrepassato il cellulare, trovai
la
cofanetto. Lo strinsi in un pugno e sperando che non mi vedesse lo
posai nella
mia tasca posteriore dei pantaloni della tuta. Ritornai di fronte a lei
e
sembrava che mille punti interrogativi vorticassero attorno al suo
viso. Le
accarezzai la guancia e poi lasciai andare la mia mano penzolante lungo
i
fianchi.
Respira. Respira. Ricordi cosa devi dire?
No! Bene..
<< Ti ho detto di doverti parlare. E’ una cosa
importante per me.. e
spero che lo sia anche per te. Ci ho pensato parecchio.. non
perché non fossi
sicuro.. ma perché immaginavo ogni tua possibile reazione.
Potresti scappare,
ridermi in faccia, urlare o lasciarmi.. ma ci devo almeno provare
indipendentemente dalla tua reazione>> la vidi
accigliarsi mentre dicevo
queste parole. Non penso che ci stesse capendo nulla. <<
Ricordati però..
non lo faccio come rimedio, soluzione o chissà cosa. Lo
faccio perché lo
desidero e solo così sento che i pezzi dell’intero
puzzle possano essere al
proprio posto>> lentamente posai le mie mani sulle sue
gambe e mi
inginocchiai di fronte ad una Bella a dir poco sbalordita. Ero convinto
che se
non fosse stata già seduta sul letto, non sarebbe riuscita a
reggersi all’in
piedi. Dopo essermi messo in ginocchio, portai la mia mano nella tasca
ed
estrassi il cofanetto di velluto blu.. come le rose che a lei tanto
piacevano..
e lo posai sul palmo aperto della sua mano. Lo aprii e le mostrai
l’anello. Era
semplice come lei.
<< Isabella Marie Swan sei disposta a sopportarmi per il
resto della tua
vita diventando mia moglie?>> le chiesi facendo un giro
di parole. La
vidi strabuzzare gli occhi e passare il suo sguardo
dall’anello al mio viso.
Non rispondeva. Vedevo le sue labbra aprirsi e chiudersi. Sembrava che
volesse
dire qualcosa ma non ci riusciva. Mille pensieri iniziarono a
vorticarmi nella mia
mente. La sua possibile risposta.
Si. No. Si. No.
Prima che potessi concludere un pensiero.. un immagine della sua
reazione..
sentii un sussurro provenire dalle sue labbra. Un debole ma nello
stesso
momento forte sussurro.
<< Sì>> mi si bloccò
il respiro. Mi si bloccò il battito del cuore.
Forse stavo andando in arresto cardiaco. Sentivo il mio cuore assente
per poi
iniziare a martellare nel mio petto come se volesse uscire.
<< C...cosa?>> forse mi ero inventato
tutto. Forse stavo solo
sognando o immaginando. Forse la mia mente malata mi stava giocando un
brutto
scherzo. Eppure..
<< Sì. Voglio sposarti>> rispose
decisa e vidi due lacrime scendere
dai suoi occhi lucidi lungo le sue guance rosse. Sentii un muto
singhiozzo
nascere nel mio petto. Presi l’anello d’oro bianco
con una pietra incastonata
sopra dalla custodia con la mano destra, mentre con la sinistra presi
la mano
di Bella. Lentamente, gustandomi quel momento e tutta quella gioia,
feci
scivolare l’anello sul suo anulare. Le guardai le dita ed era
perfetto. Le
baciai l’anello e un debole sussurro uscì dalle
mie labbra.
<< Ti amo>>
Tutto era
perfetto. Mi alzai e nello stesso momento lo fece anche lei che si
buttò tra le
mie braccia.
<< Ti amo>> mi rispose.
Tutto era perfetto.
La nostra bambina stava
per nascere e lei aveva accettato di sposarmi. Cosa avrei potuto
chiedere più
dalla vita? Nulla. era tutto perfetto.
Ora il puzzle della mia vita era completo.
Finalmente era completo.
_____________________________________
Altre mie fic:
-Because also tonight's raining (E' la mia nuova fic *_______*)
Mi scusi prof..?!