[...] La follia era esplosa a giugno, quando, sebbene con una timidezza che non si sposava alla sua essenza prevaricatoria, scostante e feroce, Bulma aveva posato i polpastrelli su un livido ancora troppo vivo, lasciato da labbra voraci, e aveva scoperto di sentirsene fiera.
Non deturpata. Non umiliata. Non sfigurata.
Quel che la tormentava era forse non sapere come chiamarlo, se non era un uomo, né una bestia, perché oltre la rabbia di un istante, Bulma Briefs nemmeno dimenticava la bellezza assassina di quegli occhi.
E mentre ritta e fiera camminava lungo il viale che conduceva agli uffici della compagnia, il suo sguardo si perdeva in dettagli inutili, sfocati come i confini di tutto quel che prescindeva dall’improvviso punto fio del suo Universo.
Un saiyan. Una scimmia. Un amante [...]

Mi sono sempre sentito diverso rispetto ai miei coetanei … probabilmente per il fatto che ero cresciuto in mezzo a pistole, pallottole e coca, vedendo mio padre ubriacarsi e tirare la polvere bianca mentre puttane di ogni colore giravano completamente nude per casa … diciamo che la mia infanzia non è stata proprio “normale” … per questo quell’ambiente così familiare, quel modo che avevano Bardack e Goku e Radish di trattarmi così affettuosamente non mi andava giù in alcuna maniera.
Ma quello che irrimediabilmente cambiò la mia vita in tutti i sensi avvenne la mattina del 18 settembre dell’anno successivo.
Esperimento sinestetico al capitolo 4 ... provare per capire ...
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