Due ragazzi, due città, due passati turbolenti, due anime che cercano un rifugio nel sesso. Un amore che li sfiora, ma che non riesce mai ad abbracciarli per forza di cose. Un amore che li distrugge e li divora e con loro tutto ciò che li circonda.
"Le lacrime iniziano a solcare le guance di Jennifer, che teneva le mani di Alessandro nelle sue.
Alessandro aveva la camicia macchiata di lacrime già da metà storia, ma ora anche Jennifer si è unita a quella danza triste e impassibile delle lacrime.
Jennifer accarezza dolcemente la guancia di Alessandro, gli zigomi morbidi e marcati.
Si avvicina ai suoi occhi per leccargli via le lacrime, mentre versa le sue.
« Perché piangi? » dice lui guardandola negli occhi, ora color cioccolato.
« Perché io e te siamo una cosa sola. Io appartengo a te, tu appartieni a me. Ricordi? Il tuo dolore è anche mio. » dice lei strozzandosi, per cercare di non piangere.
Appoggiano le loro fronti l’una contro l’altra e si guardano negli occhi umidi.
La verità non è solo quella. E’ che Jennifer si è resa conto che Alessandro aveva ragione quando diceva che si appartenevano.
Si appartenevano davvero.
La giovane sospettava che il ragazzo avesse avuto un’infanzia difficile, una tristezza che si portava dentro da anni, ma non pensava si trattasse di questo.
Condividevano tutto ormai: il letto, i sogni, il soffitto, i ragazzi. Ora anche il dolore."

Io sono una di quelle persone che resta, lui è una di quelle persone che mi lascia ma non sa mai andarsene sul serio.
Togliete il fatto che io sono una ragazza insignificante.
Togliete il fatto che lui è un ragazzo stranissimo.
Togliete il fatto che per noi è sempre la volta buona per ricominciare.
Ora mettete lui accanto a me.
Togliete il fatto che a voi, la mia, sembrerà una comunissima storia d'amore.
Lasciate il fatto che questa storia d'amore, è l'unica cosa in grado di farmi crescere e imparare ad amare, sul serio.