"Styles... Harry Styles" Guardai la segretaria cercare il mio nome nel lungo elenco di fogli che aveva.
"Styles, Styles, Styles... Ah eccolo! Stanza 258, sei in camera con un certo Louis Tomlinson!"
Presi le chiavi che mi offriva e le rivolsi uno dei miei sorrisi, che ero sicuro l'avrebbero sciolta. Probabilmente quella segretaria quarantenne era la donna più giovane in questo posto. Perchè i miei mi avevano costretto ad un college maschile? Beh in realtà lo sapevo, ma non era comunque giusto.
Attenzione, questa storia è una Larry!

“A New York c’è una scuola per make-up artist molto rinomata. Ma è molto costosa. Non ci sono borse di studio e anche se facessi due lavori non potrei mantenermi sia l’affitto che la retta. La mia coinquilina si chiama Nenè e studia medicina. Qualche tempo fa mi ha parlato di un’agenzia particolare. Un lavoro che mi avrebbe permesso di guadagnare tantissimo in poco tempo. Così ho seguito il suo consiglio e ho contattato quest’agenzia. Ho fatto tutti gli esami e sono risultata idonea per affittare il mio utero”.
Louis è immobile. Sembra una statua e non riesce neppure a respirare. Spera che Lottie si metta a ridere della sua espressione e gli dica che quello è tutto uno scherzo. Che non ha davvero intenzione di fare una cosa del genere.
“E.. Sono incinta. Sono appena entrata nel quarto mese .. e aspetto il bambino di Harry e suo marito. Harry mi ha offerto di stare qui per tutto il tempo necessario. Ma andrò via dopo il parto. Con i soldi che mi daranno potrò trasferirmi a New York e frequentare quella scuola.”
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Larry. Accenni: Ziall, Sophiam.
Harry!married Sweet!Louis
Conteggio: 41,6k (Ops!Hi)

lei un' autolesionista.
lui il bullo della scuola.
tutto cambierà da un magico incontro sotto un ciliegio.
dalla storia:
.. ' Prendi questo piatto' disse, e porgendomelo continuò a parlare 'ora buttalo per terra' lo feci 'cosa è successo?' mi chiese Cristal 'si è rotto' risposi, 'chiedigli scusa' mi disse guardandomi negli occhi, con un tono serio 'scusa' dissi incerto rivolto al piatto 'si è riaggiustato?' mi chiese 'no' le risposi 'bene, adesso sai come mi sento' la strinsi in un abbraccio che sperai non finisse mai… sciolto l’abbraccio scoppiammo a ridere ...

INCOMPIUTA
Quando sentii due colpi alla porta, per poco non cacciai un urlo.
«Chi è?» esclamai.
Non ottenni nessuna risposta.
«Chi è?» chiesi di nuovo; la voce mi tremò un paio di volte.
Non avevo il coraggio di guardare dallo spioncino.
Non rispose nessuno. Mi accasciai a terra, tenendomi la testa tra le mani.
Sentivo il cuore sbattere violentemente contro il petto, il battito mi assordava, mentre le mie gambe iniziarono a tremare.
[...]
«Ti apro» dissi cercando di controllare il tremolio della voce.
Quando spalancai la porta – dopo aver tolto catena, chiavistello e aver dato tutte le mandate possibili – mi ritrovai davanti un Louis stranito.
«Va… va tutto bene?» chiese insicuro.
Seguii il suo sguardo e vidi che stava osservando il coltello che avevo in mano. E il mascara colato sulle guance.
Scossi il capo in modo confuso, per poi annuire decisa e stamparmi un sorriso falso in faccia.
«Benissimo» dissi, sperando non avesse notato la mia voce incrinata.
«Lyn… sei sicura? Insomma… hai un coltello in mano» disse con fare ovvio.
«Oh» mormorai. Dovevo sembrargli una fuori di testa. In fondo lo ero. «Io… stavo cucinando».
«Piangendo?»
Inarcò un sopracciglio.
«Cipolle» dissi in fretta.