C’era una volta un principessa alla quale era stato fatto un incantesimo da una strega cattiva, che era la parte più triste di sé.
Le aveva fatto dimenticare il nome del suo principe ed il suo aspetto, ma non l’amore che provava per lui, condannandola ad un vita di infelicità per la sua assenza.
Poi aveva preso il suo principe e l’aveva condannato al sonno eterno, nascondendo il suo cuore nel petto di chi non sarebbe dovuto nemmeno esistere, dove non avrebbe mai potuto battere: nella parte più triste del principe.

"‘Pâtisseries françaises’ è famosa per i suoi dolci, per il fatto che Paris Hilton compra qui la sua torta di compleanno e per il suo pasticcere francese eccellente quanto affascinante, si dice che sia anche velatamente arrogante, ma sono sicura che siano solo chiacchiere."
Quando però Veronica Neri si trova davanti alla dura verità - Pierre Mureau è davvero il presuntuoso che dicono - ha due scelte: rinunciare ad un posto sicuro e decisamente ambito per orgoglio, oppure inghiottire amaro, sopportare Mensieur 'Io sono più figo di te perché parlo francese' Mureau e sperare di conquistare i suoi favori per mettere le mani sul suo leggendario quaderno di ricette.
Ci riuscirà?

Nel vedere che al posto della professoressa Tutcher sta entrando un ragazzo, nemmeno un uomo, proprio un ragazzo, davanti ai miei occhi si presentano soltanto tre alternative possibili: urlare, piangere, scrivere una lettera di lamentele al direttore di istituto perché, cielo, quello ‘Shakespeare’ non lo saprebbe nemmeno sillabare.