Innaturale. Squilibrato. Rifiuto.
Gli insulti partono sempre dai più innocui per poi appesantirsi via via che la situazione degenera e la vittima non può fare altro che accettarli.
Gli insulti sono l’arma dei più deboli, che non possono o non vogliono accettare la diversità e per difendersi attaccano, mirando ai punti più vulnerabili, là dove sanno di poter vincere.
Ci sono due categorie, invece, di persone forti: quelle che sopportano e quelle che se ne fregano e Himchan e Yongguk fanno rispettivamente parte di queste.
[...]
“Non torna” sussurra, cercando di trattenere il dolore che invece lo assilla in continuazione, da settimane ormai, da quando ha deciso che doveva essere forte per entrambi;
“Non torna più, Jun Hong”
[Banghim]

- Perché lo fai? -
Himchan parve colto di sorpresa.
- Fare cosa? -
- Mi provochi! -
Colpito!
Himchan sussultò leggermente deglutendo a vuoto, ma si riprese repentinamente e affrontò lo sguardo di sfida del più grande.
- Perché mi piaci. Pensavo fosse chiaro. -
Non avrebbe dovuto dirlo; quella semplice e sincera frase mandò in confusione la debole mente di Bang, che si allontanò tremante, balbettando a mezza voce frasi disarticolate.
- Tu… non puoi… Zelo... io devo stare con lui. -
Himchan tentò di avvicinarsi al ragazzo, ma venne scansato bruscamente da un gesto violento del braccio di Yongguk.
- Non ti avvicinare! -
- Va bene, scusami. Ora però vuoi dirmi chi è Zelo? -
Gli occhi di Yongguk si fecero lucidi.
- Il mio fidanzato. Zelo è il mio fidanzato. -
[sesta classificata al contest K-POP: THE ULTIMATE REVOLUTION indetto da eos_92, MoCo, Orient_Express e taemotional]

Una piccola storia sulla GTOP. "Jiyong era rinchiuso da giorni nello studio di registrazione,ma non era solo l'uscita del nuovo album a tenerlo li. Stava cercando di evitare qualcuno... ma quel qualcuno non sarebbe rimasto certo ad aspettare con le mani in mano...sembra giunto ormai il tempo per Jiyong di ammettere quello che davvero prova per il suo Hyung." Fatemi sapere cosa ne pensate ;p

- Mi piaci hyung. -
Il giovane dallo sguardo sottile e dolcissimo
giocava nervosamente con il braccialetto stretto al suo polso, sostenendo a fatica lo sguardo dell'altro.
Daehyun si morse il labbro, mettendocela tutta per trattenersi dal ridere,
alla fine però non ce la fece proprio e scoppiò in una risata fragorosa.
[...]
Daehyun, senza smettere di ridacchiare, scosse la sua frangia dorata e mise una mano sulla spalla dell'altro con fare consolatorio.
- Andiamo Youngjae! Non scherzare! Come ti è venuto in mente anche solo di provarci!?
Perché uno come me dovrebbe stare con...
...uno come te? -
[...]
Quel moccioso in sovrappeso si era azzardato a rivolgergli la parola e per una cosa del genere poi!
Quella comunque sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe visto Yoo Youngjae;
il giorno seguente si sarebbe tenuta la cerimonia dei diplomi e avrebbe finalmente lasciato quel carcere che chiamavano liceo.
Jung Daehyun sarebbe diventato qualcuno, avrebbe sfondato, avendo fama e successo!
O almeno era quello che credeva...

"Non ci eravamo mai confessati i nostri reciproci sentimenti, né mai detti di amarci. Non per orgoglio o vergogna, ma perché semplicemente non serviva, noi lo sapevamo già a prescindere, che ci amavamo. In fondo, che cos’è un ti amo? Due parole misere che vorrebbero indicare un sentimento universale. Io, avrei dovuto racchiudere in quelle due paroline, tutto il mio amore nei riguardi di Jung Daehyun? Mai. Preferivo starmene zitto e dargli ogni mio sentimento, dimostrandoglielo, amandolo di persona. Eppure, quella frase mi spiazzò. Aveva passivamente detto di amarmi?"
-DaeJae-

Ero finito nuovamente a letto con lui. Avevo ceduto al suo sguardo così diverso, selvaggio, al suo sorriso rassicurante, contagioso, dolcissimo, che faceva da contrasto alla sua personalità forte e, ora, stavo consumando l’ennesima notte d’amore con la persona che amavo. Ed era bellissimo farlo sapendo che non ero il solo ad amare, ma che, anche l’altro, mi amava, in un modo o nell'altro. Quando mi svegliai non trovai nulla. Bang non c’era. Era andato via, senza lasciar tracce.
Ero diventato improvvisamente il nulla, in quel mondo fatto di tutto.
Questa è la prima ff che scrivo sui B.A.P spero sia di vostro gradimento >.<
-BangHim-
-DaeJae-
-HimUp ... forse xD -

L'estate si sa, è caldissima e YongGuk vorrebbe solo fare una bella doccia. Ma è proprio a causa di questa voglia improvvisa che il pensiero fisso del suo compagno nudo, lo perseguiterà tutto il giorno... Be, credo si sappia... HimChan, non è umano.
E questo, Bang lo ha sempre saputo...
-BangHim-

- Sai che tutti ci considereranno come padre e figlio vero? - il tono di Seung era incerto e tremante per via del desiderio che gli attanagliava lo stomaco.
- Sono molto maturo per la mia età, nessuno ci farà caso...- fece per riprendere da dove aveva lasciato, ma Seung lo interruppe ancora.
- Hai tredici anni. -
- E tu trentaquattro, allora? Ti importa davvero? -
Ci fu un attimo di silenzio in cui si guardarono dritti negli occhi.
-...no. -

Nonostante l'età sembrava più maturo e vissuto di quanto dovesse, con l'aria da ragazzo problematico e schivo, uno di quelli capacissimi di vivere senza l'aiuto di nessuno, uno abituato a contare solo su se stesso perché il mondo lo aveva deluso, lo aveva inglobato e consumato lentamente per poi sputarlo via senza troppi complimenti.
Kikwang spostò lo sguardo sul suo collo sottile, il torace non molto ampio e i fianchi stretti, fino a percorrere le gambe snelle in tutta la loro lunghezza.
Junhyung, a differenza degli altri ragazzi, non sembrava nervoso o imbarazzato, nemmeno quella paradossale situazione sembrava scuoterlo.
- Fai un giro su te stesso Jun e fallo lentamente perfavore...-

Con la lingua accarezzo la sua carotide calda e subito avverto il pulsare frenetico del sangue: era chiaramente eccitato, i muscoli tesi delle sue cosce, serrate contro i miei fianchi, e i gemiti strozzati ne erano una prova evidente.
Averlo sotto di me, in balia dei miei movimenti e soprattutto succube dei miei desideri, mi fa sentire bene, mi ripaga di tutta quella sofferenza causatami da quel ragazzo scontroso e perennemente accigliato che al liceo fu il mio incubo, la mia dannazione, il mio unico pensiero, e che ora si contorceva tra le mie braccia in preda al piacere.
Mordo il suo collo con forza ignorando il suo mugolio di dolore e le piccole unghie che incidono la pelle delle mie braccia.
E pensare che un tempo il moro sotto di me era il sogno di ogni ragazza; l'algido e impenetrabile Junhyung, l'uomo che mi ha conquistato, sconvolto, distrutto e fatto conoscere cosa fosse l'odio e il desiderio di vendetta.

Le sue labbra calde si spostarono lascivamente lungo il mio collo e improvvisamente sentii i suoi piccoli denti mordicchiare la mia gola, intanto la presa intorno alla mia vita si fece ancora più stretta.
Ancora non riesco a capire il perché, fatto sta che assecondai i movimenti di quel ragazzo gettando la testa all'indietro mentre affondavo le dita tra i suoi capelli soffici.
[...]
- Anche i tuoi pantaloni si sono macchiati Yoseob, dovresti toglierli...-
Con la mano abbassò la zip dei miei jeans, e lo fece con tale velocità da farmi capire che doveva averlo fatto già molte volte.