Alzarsi la mattina presto nel letto di un motel, nulla di familiare, vivere nella costante convinzione che tutto stia per andare a rotoli, essere costantemente consapevoli che il respiro che hai appena fatto potrebbe essere l’ultimo.
Questa è la vita che fanno i cacciatori: vuota, fredda, senza calore umano perché vivi con il costante timore che la donna o l’uomo che ami, i tuoi figli, i tuoi amici o qualsiasi essere umano possa essere contaminato dal male che popola questo mondo; e non mi riferisco alle guerre alla corruzione dell’uomo, no, mi riferisco a ben altro.
E l’unica frase che potrebbe valere come magra consolazione viene da un film: “E’ uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo.”
Però quello che tutti, ma proprio tutti, i cacciatori almeno una volta si chiedono è: “Ma perché proprio io? Perché tocca a me salvare la gente? Non poteva farlo qualcun altro al posto mio?” e nessuno sa dare una risposta a queste domande, sappiamo solo che è il nostro lavoro, è la nostra missione.