Si era imposta di non andarlo a trovare, non dopo ciò che aveva fatto. Non lo poteva assolutamente perdonare, ma nonostante ciò aveva calpestato il proprio orgoglio per poterlo rivedere. Perché infondo erano passati circa dieci giorni da quando non gli parlava e malgrado fosse rimasta in ospedale per cinque di essi si era rifiutata categoricamente di entrare una seconda volta in quella stanza asettica. Eppure eccola lì, a maledirsi mentalmente per essersi annullata completamente nei suoi confronti, mentre riportava gli occhi a posarsi su quel viso pacifico dal colorito smorto, non essendo in grado di scostarli più.

Hyori nei suoi panni non riusciva proprio a infilarsi. Sarà che la taglia era troppo grande, sarà che non erano il suo stile, sarà che non lo capiva del tutto. Era normale desiderare a fondo il corpo della propria ragazza. Insomma, tutti gli studenti vogliono fare sesso. Disinteressato, pieno d'amore, per curiosità. Ci sono tanti modi per farlo, eppure quando lui si spingeva a tal punto da indurla a cedere, lei faceva marcia indietro. Le si era inceppato l'acceleratore, ma sul freno non si sbagliava, proprio mai.

D’altro canto le sarebbe dispiaciuto abbandonare quelle scappatelle, che di sentimenti non ne avevano. Soddisfavano solo le voglie reciproche, senza nulla di più profondo a legarli, se non l’affetto che ormai dopo tutto quel tempo avevano iniziato a provare per l’altro, con l’esclusione di sfociare nell'amore puro ovviamente. Stavano bene così, a scambiarsi i respiri e a congiungere gli umori, una volta ogni tanto. Nonostante recentemente gli incontri segreti si facevano sempre più frequenti, lei rinunciava sempre agli appuntamenti con il proprio ragazzo per dedicare il proprio tempo a DJ, sapendo di uscirne appagata e colpevole.

Poteva perdere benissimo la testa per lui, se non fosse per quella piccola pecca chiamata personalità che si portava dietro. Il loro rapporto era talmente semplice che appariva complicato. Ci sono persone che riescono ad attrarsi come calamite al primo incontro, invece loro con un solo sguardo avevano compreso di essere fin troppo testardi e bruschi per potersi mai capire. Nonostante questo i loro corpi si sentivano inevitabilmente affascinati l’uno dall'altro.

Provava pena per sé stessa per essere invidiosa da una cosa tanto astratta che però riusciva sempre a rubarle tempo e attenzioni, facendole patire la mancanza di essi. Era tormentata dall’idea che un giorno sarebbe stata superata da lei, per questo continuava a correre. Correva senza prendere aria, sfruttando ogni singolo secondo che JiHo le dedicava. Se si sarebbe fermata a recuperare fiato per lei era finita. Ma le sue gambe avevano un limite fisico, così come il suo cuore. Fino a quanto avrebbe retto?