Per quanto ricordo, e ricordo davvero poco, la prima volta che presi quelle pasticche non vidi più i miei genitori. Dimenticai i loro volti, e i loro nomi; dimenticai i loro sorrisi e il loro profumo, dimenticai cosa significava realmente sentirsi in famiglia.[..]
Dissero che avrei passato una vita felice; non rivelarono i particolari. Posso solo dirti che, dal momento in cui cominciai a prendere quelle maledette pillole rosa, non provai più nulla. Vivevo in un universo ovattato, dove ogni sensazione risultava amplificata e la memoria sembrava andare in stand-by, semplicemente. I ricordi degli ultimi diciassette anni passati a Battery City che mi rimangono sono vaghi e apparentemente non seguono alcun filo logico.
I Killjoys? Sono tornati -anzi, non sono mai andati via-, con diverse novità.
Non è una delle solite storie a lieto fine. In effetti, è un po' difficile capire cosa sia; leggete, e provate a dirmelo voi.
[Killjoys][OC]

Salve! una mini long senza pretese da leggere tranquillamente yey. spero vi piaccia.
dal primo capitolo: "Ancora due minuti e cinquantadue e quarantotto secondi.. quarantanove.. cinquanta..
Ancora due minuti per uscire da questa cazzo di classe. Non vedo l’ora di tornarmene a casa e mettermi al computer per parlare con il mio Gerard.."
[FRERARD] [POV misto]

Non avevo mai avuto grandi contatti con Gerard, prima d’ora.
Da come me ne parlava Mikey, l’idea che mi ero fatta di Gerard era riconducibile a un mezzo ninfomane disadattato e nerd nel profondo di dubbia sessualità.
Una persona interessante, insomma.

-Promettimi- la voce di Gerard era più che un soffio, -Promettimi che quando me ne sarò andato farai ciò che serve per sopravvivere. Sei abbastanza forte per farlo senza di me-.

«..Ti salvo io.» Esordì timidamente il più piccolo, e se non fosse più o meno sicuro di non averlo mai granché fatto in vita sua, avrebbe potuto giurare di essere arrossito. Era difficile fare considerazioni quando Gerard era così, perché le situazioni di sbocco erano tre: o finivi per sentirti un completo idiota, o finivi per sentirti un completo genio, o, come era accaduto poco prima in via straordinaria, finivi a letto con lui. Frank sperava in un misto fra le ultime due, ma d'altronde non c'era da biasimarlo. «Quanto potrà mai essere difficile?» Domandò, chiedendo mentalmente a sé stesso se mai la sua voce fosse suonata così stridula in vita sua, se mai le sue gambe fossero state così intorpidite, se mai si fosse sentito così lontano dalla realtà e dalla concretezza che lo circondavano.
[Dall'inizio, una storia il più realistica possibile.]

Frank, studente di giorno, barista di notte, catastrofe a tempo pieno, incontrerà Chris, appassionato d'arte apparentemente sicuro di sè e brillante ma che in verità è come un "pugno chiuso" che solo Kelly sa (e può) aprire. Chris con le sue teorie d'arte e solitudine, ha i suoi progetti, le sue passioni, i suoi viaggi, i suoi bei modi e "le sue buone ragioni" e poi c'è Frank, con la sua chitarra, la sua band e le sue figuracce; che maledirà Chris, oh si se lo maledirà. Ognuno fugge dal suo passato e se ne sta sulla difensiva senza pensare neanche minimamente di dare una chance all'altro per diventare amici.

stavamo finendo i registrare l’album, mancava The sharpest lives. Più che altro mancava il pezzo: ‘so why don’t you blow me (a kiss before she goes). Nessuno di noi riusciva a completare la frase perché scoppiavamo a ridere solo a leggerla sugli spartiti. Frank al verbo blow mi guardava come un pervertito incallito. Cerchiamo di chiarirci: non che io non lo facessi verso di lui e non che rifiutassi lo rifiutassi.

Anno 2022.
Il mondo era caduto in rovina.
Io avevo solo 7 anni quando la civiltà umana trovò la propria fine. Tutto questo per cosa? Per puro egoismo.
Una stupida pillola di bellezza. Una singola, fottuta, insulsa capsula è riuscita a rovinare l’intero genere umano.

Da quel fantomatico venerdì mattina in cui Frank gli aveva parlato per la prima volta (chiedendogli d'uscire, tra l'altro), Gerard non aveva fatto altro che girargli intorno, sorridergli, guardarlo, salutarlo con dei veloci cenni del capo, ma non si era mai degnato di riprendere l'argomento. E questo faceva letteralmente impazzire Frank, che intanto non ce la faceva più ad aspettarlo.

Gerard si sentiva nudo. Oltre che fisicamente, si sentiva spogliato dentro. Come se la sua anima fosse stata esposta, in balia di quelle mani chiare, di quella pelle fresca e liscia, nella mani di un semplice ragazzo.

[I raggi del sole rendevano gli occhi verdi di Gerard brillanti come smeraldi e questo Frank lo notò subito.
"Vieni spesso qui?" chiese il ragazzo appena arrivato sedendosi accanto al moro.
"Sì..quasi tutti i giorni" disse continuando a fissare il cielo.]

Se il tutto era un problema di “scarsa volontà” o di una vera impossibilità, non si sapeva; forse erano entrambi, forse era così che doveva andare. Questa era la loro certezza, la costante che li teneva ancorati alla realtà, alla vita.
FRERARD.

Vanya.
Il personaggio focale di The Umbrella Academy.
Tutto gira intorno a lei. Bianca, gelata, sensuale.
E poi di colpo quello che salta agli occhi sono i suoi dettagli neri, o il fatto che sia estremamente bollente.
Tre capitoli in cui Vanya, la "Mia Vanya" sarà il tramite tra due uomini distrutti.
Credo sia l'esempio del delirio che anche io sto vivendo.
Siate clementi.

May 19th, 2012
Mi trovavo nel backstage ad Asbury Park, New Jersey, al Bamboozle Festival.
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Ho voluto scrivere questa OS per tutti i Romancers; è davvero molto importante, spero leggiate.

"Sinceramente, non so per quale motivo, preferisco stare seduto al buio e guardarlo disegnare che uscire fuori ad ubriacarmi, per poi svegliarmi la mattina senza ricordare la sera precedente." Frank/Gerard