Recensioni per
Non si giudica un amore futuro in base alla sofferenza passata
di alix katlice

Questa storia ha ottenuto 42 recensioni.
Positive : 42
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
21/04/14, ore 15:08
Cap. 1:

Accidenti!Ho letto tutti i capitoli d'un fiato..Non ho parole per descrivere davvero:hai un modo di scrivere fantastico,la capacità di far passare le immagini davanti al lettore.Continua cosi',ti seguo *-*

Nuovo recensore
10/02/14, ore 19:05
Cap. 1:

Aaaaaaaaaaah,sei bravissima cavolo :*
Loro due insieme sono la cosa più bella,e tu,tu scrivi da Dio,giurin giurello :*
Bravissima

Nuovo recensore
04/12/13, ore 18:26
Cap. 15:

Mlmlmlmlml andiamo con le cose hot eh? Ahahah, scherzo :) Fosse per me non ti recensirei piu perche continuo a ripetere le stesse cose! E smettila di migliorare a scrivere, o non diventeró mai bravo come te T.T Comunque, andando alla storia con occhi impersonali posso dirti che mi E piaciuta l 'aggiunta di note all 'interno del testo, fa tanto libro scolastico ma denota una manicale attenzione dei dettagli e.e Vi e Tate sono tenerisdimi, che posso aggiungere..? Ah si, Amo come scrivi. Besos :3

Recensore Master
17/11/13, ore 22:05
Cap. 15:

Trovo che sia il missing moment più dolce che hai scritto in questa raccolta - perora. I pensieri di Tate sono così sinceri e belli che non possono non lasciare senza parole.
Certo che il ragazzo cambia velocemente idea e ora si trovano a fare per la mia volta l'amore.
Adoro quando Violet dice “stronzate”. Leggendo questa parte, nella mia mente risuonava la voce di Taissa.
Complimenti! Non smetterò mai di farteli.
Baci.  
 

Recensore Veterano
25/10/13, ore 12:45
Cap. 15:

Forse non ci crederai, ma la prima emozione che abbiamo provato quando abbiamo letto questo capitolo è stata di angoscia... Ma non fraintendere. Il racconto in sé è semplicemente meraviglioso, con momenti talmente belli da rasentare la pura poesia, e scene così dolci e toccanti da sembrare quasi dipinte sulla tela di un acquarello ottocentesco. No, la sensazione di angoscia che abbiamo provato viene dal fatto di conoscere l'amaro destino della storia d'amore fra i due amanti, e di come le colpe di Tate finiranno col dividere un amore che avrebbe potuto invece salvarli entrambi...
In effetti questo capitolo (il Sogno) potrebbe quasi essere la dicotomia (espressa in una sorta di "Tao") dell'ultima puntata della prima serie di AHS, dove invece il cammino scelto da Tate porterà le loro strade ad allontanarsi... Mmm quanti paroloni... forse troppi :) Cercheremo di spiegarci meglio ^^ Non sappiamo se lo conosci già ma il Tao (http://it.wikipedia.org/wiki/Tao se vuoi saperne di più ^^) rappresenta in molte filosofie la contrapposizione di due elementi contrari (luce e ombra, creazione e distruzione, maschile e femminile, etc.) ma al tempo stesso complementari, perché in ognuno di essi è compreso un frammento dell'altro (http://it.wikipedia.org/wiki/File:Yin_yang.svg). Così secondo noi questo capitolo va analizzato tenendo conto delle scene finali della serie, dove il Sogno, che è il tema portante di questo racconto, viene "corrotto" dalle scelte di Tate (bada bene, non dall'uccisione di quei ragazzi, perché quello ormai è il passato, ma dallo stupro della madre di Violet) tanto da diventare un Incubo che maledirà le esistenze dei due forse per sempre...
Perché quest'ottica così bizzarra nell'analizzare il tuo racconto? Bé è presto detto... Leggendolo ci siamo resi conto che oltre alle frasi romantiche ed ai momenti dolcissimi, che descrivi, come al solito, in maniera splendida, ci sono anche degli accenni a pensieri e situazioni "sbagliate" quasi fossero i semi di quell'oscurità che poi porterà ai momenti finali della loro storia. Non sappiamo se ciò sia capitato per caso o se tu li abbia scritti apposta (ma conoscendoti propendiamo per quest'ultima ipotesi ^^) ma sono davvero degli spunti interessanti che arricchiscono ancora di più il carattere dei due personaggi. Così in questa scena così solare, cosi piena di amore e speranza per il futuro (come fosse, per esempio, la parte bianca del Tao) assistiamo ad una Violet che afferma sicura di sé di non avere sogni (cosa impossibile per un essere umano e che noi riteniamo essere solo una delle tante difese che lei ha creato per isolarsi dagli altri e dal mondo esterno), mentre allo stesso tempo Tate, in tutta quella passione ed amore, prova un assoluto terrore al pensiero che lei non lo ami, che quello che lei prova per lui non sia altro che un'infatuazione momentanea... Considerando questa sua paura risulta ancor più splendido il momento in cui decide di rischiare ogni cosa, ben sapendo che il rifiuto di Violet lo avrebbe condannato ad un'eternità di vuoto e di buio che sarebbe stata ancor più atroce per chi, come lui, si era illuso di aver ormai trovato la sua luce, la sua "stella luminosa". Confessare a lei quello che prova, i suoi veri sentimenti, è sì un atto un pò egoistico da parte sua (in quanto mette Violet di fronte al fatto compiuto) ma anche estremamente coraggioso ed onesto, quasi volesse dichiarare a se stesso ed a lei che il loro rapporto poteva e doveva basarsi solo sull'assoluta sincerità. Ma anche qui, anche in questa luce, giace l'ombra dell'inganno, perché Tate sa bene le atrocità che ha commesso e che, pian piano, stanno consumando la sua anima...

Dal lato opposto abbiamo una Violet solo apparentemente sicura di sé e dei sentimenti che prova, ma che dimostra al tempo stesso di avere quasi paura dei sogni:

- Stronzate. I sogni sono cose da realizzare, ed io non sono una cosa.

Violet non comprende (o forse non vuole comprendere) che i sogni possono riguardare anche la sfera emotiva degli esseri umani, e che non si sogna solo per avere delle "cose" che siano oggetti o luoghi da visitare o esperienze da fare. Considerare i sogni solo dal punto di vista "materialistico" vuol dire non comprenderne affatto l'essenza, e, in fin dei conti, non sognare affatto. Noi pensiamo che Violet abbia dentro di sé la paura di sognare liberamente, perché nel farlo dovrebbe rivelare il suo vero io e mostrarlo non solo al resto del mondo, ma soprattutto alla persona che lei teme più di tutte, ovvero se stessa. Raccontare a colui che dici di amare i propri sogni, le proprie speranze, i propri desideri, vuol dire mettersi a nudo come prima di fare l'amore, e mostrare a Tate non solo il suo corpo fisico, ma anche la sua anima, e questa è una cosa che la terrorizza...
Per questo, in quel momento, i due amanti compongono un Tao assoluto e bellissimo. Violet è la luce più pura ma che ha in sé un frammento di oscurità rappresentato dalla sua incapacità di abbandonarsi al sogno, mentre Tate è l'oscurità più assoluta che però ha nel cuore il bagliore della luce della sua amata... Wow!!! :)
Passando sul piano prettamente stilistico non abbiamo che una parola... BRAVISSIMA!!!!!!!! Sul serio, questa è una delle tue opere migliori (anche se noi sappiamo già quale sarà quella più bella in assoluto, ovvero la prossima ^^). Il tuo stile risalta in particolar modo quando descrivi le azioni di Tate e Violet e quando, con assoluta semplicità, riesci a comunicare i sentimenti dei tuoi personaggi... Ci sono circa millemila frasi bellissime in questo capitolo (in pratica tutte ^^), ma permettici di chiudere questa recensione ricordando il momento che ci ha commosso più di tutti:

"Quando si stende sopra di lei e inizia a lasciarle una scia di baci e morsi che parte dal mento e arriva alla spalla destra, è sicuro del fatto che Violet sia bella: non solo fuori, ma anche dentro. Perché Violet è luce, è bianco, è luminosa.
La sua piccola, bella, stella luminosa.
Il suo piccolo sogno realizzato.
- Ti amo, Vi.
- Ti amo anch’io"

Ti amiamo infinitamente anche noi, nostra adorata e meravigliosa signorina Scrittrice :* :* :*

Nuovo recensore
24/10/13, ore 20:09
Cap. 15:

Wooow! Ho letto tutto in dieci minuti? Mi piace molto come scrivi, i capitoli sono corti ma ben scritti, amo questo "viaggiare col tempo" riprendendo anche l'infanzia di Tate e Violet e la loro vita prima del loro incontro. Dire che amo Tate e Violet è dir poco e tu con questa storia me li fai amare ancor di più ajsajdhakdh *-*  Al prossimo capitolo <3
Un bacio, Slows :*

Recensore Veterano
22/10/13, ore 21:49
Cap. 15:

(Solitamente lascio recensioni chilometriche, ma ogni volta che mi trovo davanti a qualcosa scritto da te mi "blocco" o "fermo" -come preferisci-, perché non mi sento all'altezza di lasciarti recensioni visto che tipo ti amo come autrice [oh, che bello, una dichiarazione d'amore xD]  e perché non so che scrivere... ma vedrò di evitare di dire solo due parole... dita incrociate, suvvia!) 

Come ho già detto: scrivi maledettamente bene. 
Mi piace il tuo stile, il cambiare completamente tipo di racconto (dai più comici -che mi hanno davvero fatta morire dal ridere, tipo quello su Jace e lo specchio!- a quelli più deprimenti o "seri" tipo la storia su Madison) e ci sono frasi sparse qui e lì che mi hanno completamente lasciata spiazzata, senza parole, che mi hanno fatta osservare lo schermo e rileggere più volte quelle parole. 

Probabilmente questa raccolta di missing moments è la cosa che più amo fra quelle che hai in corso, tant'è vero che ogni volta che vedo che (quanti che, oddio!) hai aggiornato fangirleggio qua e là come una matta lol 

E non ho altro da dire, volevo solo farti i miei complimenti, tutto qui :3
Alla prossima! :) 

Recensore Veterano
16/10/13, ore 13:42
Cap. 14:

Wow... Questa è stata la nostra reazione quando abbiamo letto questo nuovo capitolo di quella che sta rapidamente diventando una delle migliori fanfiction che tu abbia mai scritto :) Sul serio, raramente ci è capitato di leggere qualcosa di così coinvolgente dal punto di vista emotivo e così colmo di tristezza e di speranza da farci star male e bene al tempo stesso ^^ Secondo noi, i protagonisti di questo moment, sono tre, perciò cominceremo ad analizzarli uno alla volta.

- L'ALBERO DI NATALE - Nel racconto questo oggetto simbolo del Natale non-religioso, assume un ruolo di fondamentale importanza, in quanto sta un pò a simbolizzare il passato, quei giorni, ormai scomparsi, della sua vita mortale prima ed immortale poi, quando bastava cantare delle canzoni natalizie per sentirsi parte di qualcosa, che fosse una famiglia o una comunità. Quando c'era ancora chi le aveva detto di amarla, parole a cui Violet aveva scelto di credere, solo per vederle tradite dal più turpe degli atti, la violenza su colei che le aveva dato la vita e che cercava di amarla incondizionatamente.

"È solo uno stupido albero, pieno di lucette rosse e palline decorate, ma la fa sentire bene".

Per questo quel pezzo di plastica addobbato di luci e di palline di latta è così importante per Violet: le ricorda chi è stata, e la strada che ha percorso fino ad arrivare lì. Il passato è importante, perché è anche per merito (o colpa) delle scelte che abbiamo fatto, dei sentimenti che abbiamo provato, della parole che abbiamo detto o non detto, che ora siamo ciò che siamo.. Puoi odiarlo, disprezzarlo, perderti nei suoi meandri invece di affrontare il presente, ma il tuo passato non può essere cancellato o modificato: da esso però puoi trarre insegnamento per evitare di commettere di nuovo gli stessi errori, per fare in modo, se la vita fosse così generosa da darti una seconda possibilità, che le cose vadano davvero diversamente...

- VIOLET - In questo gioco di dickensiana memoria (come se fosse un pò il Canto di Natale) a Violet spetta la parte del Fantasma del Natale Presente... D'altronde, si potrebbe dire che la sua vita è un eterno presente, bloccata com'è in quel limbo irreale, insieme alle persone che ama, ha amato ed odia. E qui, sul baratro che porta alla fine di ogni cosa, che ritroviamo una Violet ancora indecisa sui suoi sentimenti. Sa che ha fatto bene a prendere la decisione di allontanare Tate, ma, al tempo stesso, avverte distintamente che senza di lui le manca qualcosa, che senza Tate lei non è e non potrà mai essere completa. Violet ha commesso molti errori nella sua vita, talvolta senza accorgersene nemmeno...

"I suoi genitori, beh, a loro voleva bene, ma pensava che non ci fosse bisogno di dimostrarglielo. Lo capivano da soli, non erano stupidi"

Questa frase, quando l'abbiamo letta ci ha fatto realmente accapponare la pelle... Nella vita puoi commettere tante stupidaggini, tante cazzate, ma una delle più grosse è dare per scontato l'amore di qualcuno, che siano i tuoi genitori, un amico o il tuo ragazzo. Presumere che gli altri sappiano che vuoi loro bene senza mai dimostraglielo (o facendolo saltuariamente) è una cosa stupida da fare: tutti hanno bisogno di essere amati, tutti hanno bisogno di una carezza, di un bacio, di un abbraccio improvviso ancor più bello perché inaspettato... Dare per scontato l'amore vuol dire non capire davvero che cosa meravigliosa esso sia.

"Non possono uscire dalla casa, non potrebbero comprare regali"

Anche qui Violet commette uno sbaglio, perché pensa che il Natale sia solamente uno scambio di doni, e che, quindi, se non hai nulla da dare, tanto vale non festeggiarlo... Che si sbagli glielo dimostra Tate con quel pacchettino che gli fa trovare sotto l'albero: a volte basta poco, anche qualcosa fatto con le proprie mani, per dimostrare tutto l'amore che hai dentro...

- IL PACCHETTINO - Eccolo, il Fantasma dei Natali Futuri, una piccola scatolina che ci immaginiamo essere un pò piegata ed impacchettata alla bell'e meglio con quello trovato in soffitta (d'altronde Tate non ha mai brillato nei lavori manuali ^^). Lì, silenziosa, sotto l'Albero (il passato che la guarda) giace in attesa che Violet la noti e la apra, per rivelarne il contenuto... Poche perline e pagine strappate di giornale, un regalo ben misero si potrebbe dire, ma in realtà quello che contiene è un dono senza pari: perché lì, fra le pagine accartocciate e lo scintillio dei monili giace la Speranza, speranza per un Futuro diverso, speranza per un Futuro migliore insieme a chi cerca solo una seconda possibilità. Cosa farà Violet non è dato saperlo... Magari non farà nulla, rimanendo ferma nel suo Presente, o magari deciderà di rischiare quel cuore di cui è riuscita a rimettere insieme faticosamente i pezzi, ma non è questo l'importante. Ciò che conta davvero è...

"E, anche se non lo perdonerà, Violet sa che Tate ci sarà. Sempre".

Un capitolo davvero meraviglioso, che ci ha fatto venire un groppo in gola ed i lucciconi agli occhi :) Sei sempre più brava nel descrivere le emozioni dei tuoi personaggi, ma sei migliorata tantissimo anche nelle ambientazioni e nello sviluppo della trama, per cui anche questa volta ti meriti un "Bravissima signorina Scrittrice!!!". Continua a farci vivere ancora mille e mille sogni :* :* :*

Recensore Veterano
03/10/13, ore 13:21
Cap. 13:

Bellissimo moment che continua idealmente quello precedente. Questa volte sono le parole ad essere le protagoniste, quelle stesse parole che possono innalzarci verso le vette del paradiso o gettarci negli abissi più cupi della disperazione a seconda di chi le pronunci e del nostro stato d'animo... Le parole sono importanti, per noi, per gli altri, per l'intera umanità. A ben pensare sono ormai uno dei pochi strumenti che ci sono rimasti per comunicare con i nostri simili da quando, con l'evoluzione dei primi ominidi, abbiamo perso la capacità, innata negli animali, di percepire le emozioni altrui. A parte l'arte più pura, che non tutti però comprendono allo stesso modo, la parola è ciò che ci resta per esprimere pensieri, sentimenti, idee e per cercare di comprendere i bisogni e le esigenze altrui. Eppure non è così facile. Se è praticamente impossibile che un animale non riconosca in un suo simile sensazioni quali paura, forza o desiderio di accoppiamento, per un essere umano è fin troppo facile mentire, far finta di essere diverso da ciò che è o provare sentimenti che, in realtà, non prova affatto. Basta usare le parole, mettere insieme lettere e numeri, per creare frasi che descrivono un mondo diverso da quello che è. Oppure basta ignorale, chiudere ad esse il proprio cuore per poi aspettare che scorrano via, come acqua sulla pelle... Come fa Violet. Per lei le parole degli altri non sono altro che un fastidio da ignorare, da sopportare per poi dimenticarsene in fretta.

"Violet non dava mai troppa importanza alle parole: le persone possono mentire, ma non possono far finta di fare qualcosa"

Una frase splendida che sintetizza meravigliosamente un atteggiamento tipico di molte delle persone della sua età. Per chi vive in un mondo di apparenza come quello moderno, è facile ingannare ed essere ingannati, dal semplice fake su Facebook ad una pubblicità troppo spesso finta, alla mancanza di ideali positivi che fanno pensare che il tradimento (del partner, di una amico, della propria famiglia) non sia poi una cosa tanto grave... Violet aveva scelto di giudicare secondo le azioni di una persona, convinta che solo così facendo avrebbe potuto discernere il vero dal falso, la realtà dalla menzogna, non capendo che anche le azioni possono mentire e che talvolta una frase appena mormorata può avere più forza di mille gesti fasulli...
Poi arriva Tate e nulla è più come prima.
Basta poco, uno sguardo rubato, una frase detta quasi per caso, perché una piccola crepa di apra nel muro con cui Violet cercava di proteggersi dagli altri, e dopo poi un'altra, e un'altra ancora finché ogni difesa crolla, ogni paura viene dimenticata, e le parole, che prima erano così inutili, diventano così preziose, così rassicuranti se a pronunciarle è Tate, lui che non può mentirle, che non lo farebbe mai. Ma noi, che sappiamo come la storia andrà a finire, non possiamo far altro che inorridire pensando che le parole che tanto donano gioia a Violet sono le stesse che le lacereranno il cuore e quelle stesse azioni di cui lei si fidava così tanto, sono quelle che hanno portato morte a dei ragazzi innocenti ed enorme sofferenza alla sua famiglia. Colei che non si fidava delle parole, è stata vinta dalle parole stesse, da quel "Perché mi piaci" così semplice e meraviglioso da non poter essere falso...

"Ma Violet continua a fidarsi, e, anche se magari la ama davvero, continua a non capire quando lui mente o quando dice la verità.
Si fida ciecamente."

Davvero un capitolo bellissimo, da brividi, soprattutto nella parte in cui i due innamorati giocano ad essere felici e lei decide di fidarsi ciecamente di colui che ama con tutto il suo cuore, non sapendo che questo le causerà la più profonda delle sofferenze. Sei stata particolarmente abile nel delineare la psicologia di Violet, una ragazza con un passato doloroso, che, nonostante tutto, decide di aprire il suo cuore una volta ancora. Abbiamo apprezzato moltissimo anche la parte finale (ma questo, ormai, è quasi un "must" per le tue opere) con una chiusa carica di tutta quell'ansia che non puoi non provare sapendo come si concluderà il loro rapporto. Splendido, decisamente splendido. Adoriamo davvero la facilità con cui comunichi al lettore ciò che provano i personaggi e come riesci, con poche parole, a far percepire il tumulto di emozioni che si agitano nelle loro anime. Davvero ben fatto, signorina Scrittrice, davvero ben fatto :* :* :*

PS: Un unico appunto

- Non ascoltava quasi mai cosa le dicevano (...) - qui dovrebbe essere usato "(...) cosa le dicessero (...)" ^^

Recensore Master
02/10/13, ore 20:55
Cap. 13:

Come ho scritto nella recensione precedente.. L'amore è cieco.
Colei che non crede mai a nessuno, ecco, che viene fregata. Tutti cedono davanti all'amore.
I tre aggettivi che hai usato per descrivere Tate mettono i brividi perché così diretti, incisivi e, soprattutto, reali.
Baci. ^^ 

Recensore Master
02/10/13, ore 20:45
Cap. 12:

Gli occhi sono i protagonisti in questa ff! *-*
Hai citato un'altra volta “Bianca come il latte, rossa come il sangue”. Hai citato la mia frase preferita del libro. Ti adoro!
Io ho sempre avuto un debole per gli occhi. Così tanto che a scuola frequento il corso di Ottica.
Bellissima la descrizione che Violet fa agli occhi di Tate. Ci ha azzeccato! Peccato che l'amore è anche cieco, quindi, cerca di negare ciò che ha visto.
Baci. ^^


 

Recensore Master
02/10/13, ore 20:32

Leggendo questo capitolo non ho potuto far a meno di pensare a Patrick Jane, il protagonista del telefilm “The Mentalist”, e in particolare a questa frase: “Io non ho paura della morte, ho solo paura del dolore perché farà male.”. 
Qua si riferisce di più al dolore fisico, il dolore che si può sentire morendo, ma lascia anche intendere altro.. In poche parole racchiude tutto quello che hai scritto.
Gli argomenti che tratti sono sempre molto profondi. Complimenti!
Baci. ^^

P.s Mi sono ricordata di un'altra frase del caro Patrick Jane: "La paura stessa siamo noi!".
Questa è ancora più adatta.


 
(Recensione modificata il 07/10/2013 - 07:16 pm)

Recensore Veterano
20/09/13, ore 09:39
Cap. 12:

Mmm capitolo un pò particolare questo... Intendiamoci non che sia brutto o che, anzi il tuo stile di scrittura risalta chiaramente nella scelta di ogni parola e dell'ambientazione in cui far muovere i personaggi, eppure si avverte abbastanza distintamente la mancanza di un "qualcosa" che lo pone un minimo al di sotto della media qualitativa di questa raccolta. Il perché è presto detto, giacché si tratta principalmente di due ordini di motivi:

1) L'eccessiva brevità. A differenza degli altri, questo capitolo risulta forse eccessivamente corto, il che non consente appieno lo svilupparsi della trama e dei personaggi. Secondo noi andava ampliato maggiormente il momento "principale" (ovvero quando Violet si accorge che Tate l'ha notata e lei si sente il cuore in subbuglio) magari descrivendo maggiormente i pensieri di lei o ampliando l'incipit narrativo.

2) La chiusa finale "Dopotutto, non è neppure vero che gli occhi riflettono l’anima di una persona" che risulta piuttosto confusa. Il fatto è che se è il narratore a pronunciare quella frase, allora c'è un errore di fondo. Ad un certo punto Violet pensa che gli occhi di Tate, secondo le sue conoscenze, sono così oscuri che dovrebbero riflettere un'anima nera come la pece, così come è nella realtà, ma allora perché il Narratore dovrebbe dire che così non è? Se, invece, la frase viene detta da Violet, il tutto acquista un senso, ma, in questo caso, andrebbe aggiunto un qualcosa (tipo "Dopotutto, non è neppure vero che gli occhi riflettono l’anima di una persona, pensò Violet") per far comprendere al lettore chi sia a pronunciarla.

Ora però non fraintenderci. Complessivamente il capitolo ci è piaciuto, soprattutto in un punto, ovvero il gioco di "sguardi" fra Tate e Violet (Lo sguardo di Tate Langdon si sposta (...)/Sono belli gli occhi di Tate (...)/Non distoglie lo sguardo (...)) che è davvero, davvero bello, così come abbiamo trovato molto interessante, come Violet si lasci fuorviare dall'aspetto di lui, ignorando ciò in cui ha creduto finora. Ma l'amore fa di questi scherzi ^^

Per ricapitolare, un capitolo con qualche cosa da limare, ma sostanzialmente scritto bene e che offre una piacevole lettura, la cui autrice è una signorina Scrittrice che non smetteremo mai di seguire ed adorare da bravi fans n° 1 :) :*

Ps: Un suggerimento...

- come se sapesse che lei si trovasse lì dall’inizio della loro seduta. - La frase di per sé non è sgrammaticata ma suona un pò male. magari potresti usare "come se sapesse che lei si trovava lì (...)" :* :* :*

Recensore Veterano
06/09/13, ore 15:40

"L’uomo è l’apprendista, il dolore il maestro. Nessuno conosce se stesso finché non ha sofferto..."

Così scriveva Alfred de Musset, poeta e drammaturgo francese del XIX secolo. Un capitolo davvero interessante, perché pone l'attenzione su un aspetto spesso fin troppo trascurato della personalità umana. Conoscere se stessi. Superficialmente potrebbe sembrare fin troppo scontato... D'altronde noi viviamo in compagnia di noi stessi ogni istante della nostra vita, e sappiamo bene ciò che ci piace, ciò che detestiamo, e ciò che ci lascia indifferenti. Sappiamo come ci comporteremo in determinate situazioni. Sappiamo come reagiremo alla vista di determinate cose rispetto ad altre. Ed infine sappiamo quali sono le persone che ci piacciono e quelle invece con cui non vogliamo avere nulla a che fare. Quindi qual'è la difficoltà? Basta un pizzico di amor proprio ed il gioco è fatto, no? In effetti questo tipo di ragionamento, tipico dei bambini (e di chi vuole illudersi che la vita sia diversa da quella che è) parrebbe talmente logico e condivisibile, che sarebbe facile abbandonarsi alle sue false lusinghe e credere di essere la persona che si è sempre pensato di essere. Ma poi, capita che la vita venga a presentarti il conto, sotto la forma della scomparsa di una persona cara, o della perdita di qualcosa che non ti eri mai accorto fosse così importante, o, anche, di tre bullette che non hanno di meglio da fare se non picchiarti ogni santo giorno al ritorno da scuola. Ed ecco che allora fai la sua conoscenza... Si presenta quando non vuoi e da quel momento sarà il tuo fedele compagno di cammino, sempre vicino a te quando meno te lo aspetti. Il dolore... Certo, potrai ignorarlo, fare finta che non esista, credere in un mondo di pegasi ed arcobaleni, ma quando sarai solo la notte, quando ogni difesa ed illusione che avrai eretto cadranno, lui tornerà da te. La sofferenza fa parte della vita umana, proprio come il nascere, il crescere ed il morire. E' proprio la caducità della sua esistenza che assoggetta l'uomo al dolore, come il "siamo nati per soffrire" di biblica memoria. Ma il dolore non è solo questo. Come scrivi benissimo nella parte finale

"Il dolore fa paura.
Il dolore ti cambia"

Noi abbiamo sempre creduto, che il dolore, la sofferenza che prima o poi qualunque essere umano prova, siano come uno specchio, dandoti modo di vedere chi tu sia in realtà. Ed allora sei costretto a guardarci dentro, e ti ritrovi ad essere come Atreyu che fissa il secondo portale dell'Oracolo del Sud, affrontando quella prova così temuta perché

"Tutti sono convinti che sia facile. Ma sovente i buoni scoprono di essere crudeli, eroi famosi scoprono di essere codardi"

La sofferenza fa male, ti devasta dentro, può distruggere ogni fibra del tuo essere, ma è proprio allora, proprio quando sembra che sia giunta la fine di ogni cosa, che hai la possibilità di essere infine onesto con te stesso e diventare quello che sei sempre stato, sia nel bene che nel male. Magari ti scoprirai davvero crudele e codardo, oppure vedrai che dentro di te c'è ancora una fiammella di bontà che potrai far diventare un'ardente fiamma semplicemente desiderandolo. Un eroe non è colui che uccide il drago o chi salva la principessa dalle grinfie del mago malvagio. No, eroe è chi affronta il proprio dolore e lo fa suo, lo accetta, perché anche esso fa parte della sua vita. Questo è il vero coraggio

"Ho visto cavalieri corazzati colti dal panico al primo cenno di battaglia (... ) Il più nobile scudiero disarmato strapparsi una lancia dal proprio corpo per difendere un cavallo morente. La nobiltà non è un diritto di nascita, è determinata dalle proprie azioni."

racconta Robin Hood ad una Lady Marian che, stupefatta, si è accorta che il ragazzo che conosceva un tempo è diventato un uomo dopo aver patito il carcere in Terra Santa. Permettici di concludere citando di nuovo de Musset...

"Nulla ci rende così grandi come un grande dolore".

Un capitolo davvero intenso, forte e tagliente come solo la verità sa esserlo, e scritto con il tuo stile così meravigliosamente emotivo ed attento ai dettagli. Di nuovo i nostri complimenti, nostra adorata signorina Scrittrice :*

Recensore Veterano
22/08/13, ore 10:41
Cap. 10:

"Nessuno guarisce dalla propria infanzia"

questa bellissima frase di ZeroCalcare (un bravo fumettista romano) sintetizza perfettamente il nostro pensiero in merito alla tematica di questo nuovo, affascinante capitolo... In effetti niente come la propria infanzia forgia ciò che diventeremo; il nucleo delle persone che saremo in futuro viene plasmato in quei pochi anni in cui ogni cosa dovrebbe essere gioia, gioco e meraviglia... Ed a farci da guida all'inizio del nostro cammino ci sono i nostri genitori. Non importa che siano una madre e un padre o due padri o due madri... Quello che è davvero importante è ciò che loro ti insegnano, quel seme di cui parlava Kant che piantano nel fertile terreno della nostra anima di bambino, e che germoglierà poi nell'adolescenza e nella vita adulta. Il vero problema è, come ha commentato Simple, il tipo di seme che ti doneranno, con le loro gesta, con i loro pensieri e con le loro azioni. Anche se molti genitori non se ne rendono conto, per i loro figli, loro sono tutto il mondo, e quindi sono responsabili di ciò che i loro Tate, e le loro Violet impareranno, di ciò in cui crederanno e, in parte, di ciò cui penseranno per il resto della loro vita. A volte quel seme può essere grande e forte e farà nascere una pianta piena di salute e vitalità: in altre occasioni può essere più piccolo e timido e darà origine ad una pianta meno appariscente ma sempre forte e vitale. Altre volte, invece, può essere il seme di una pianta parassita, che crescerà avvinghiando lo spirito di un bambino in una morsa dalla quale sarà molto difficile scappare...

Violet ha Vivian, una donna forte, che va avanti anche se porta con sé il fardello di un marito che ha smesso di amarla da tempo. Eppure lei continua, un passo dopo l'altro, per guidare una bambina i cui occhi colmi di meraviglia e stupore sono tutto ciò che le serve...

Tate ha Costance, una donna la cui strada si è persa dentro una bottiglia di liquore da due soldi e che, perciò, non può guidare nessuno dei suoi figli, né lui né la piccola Addie così dolce e così bisognosa di essere protetta da un mondo che sa come essere spietato. Tate che i suoi occhi colmi di meraviglia e stupore li ha persi da tempo...

"Perché si è abbandonata all’alcool, ancora una volta, ancora ancora, invece di abbandonarsi a noi?"

Non si può non commuoversi leggendo questa frase di Tate, in cui echeggia tutta la silenziosa richiesta di un bambino di essere notato, accudito, protetto, amato... Noi sappiamo che Costance ama i suoi figli, ma questo non è abbastanza, non lo è mai stato. L'amore, se non viene condiviso con le altre persone, non può fare nulla, non può aiutare nessuno. L'amore di Costance non ha aiutato Tate, non gli ha impedito di uccidere quei ragazzi, perché per lui era come se non esistesse. Non bisogna mai aver paura di dimostrare i propri sentimenti, di farli germogliare, di farli conoscere agli altri. Perché solo così quel seme potrà dare infine i suoi frutti e magari, chissà, anche creare un futuro dove spetterà a te donare un nuovo seme ad una nuova, piccola, meravigliosa vita...

PS (dopo essersi asciugati un pò di lacrimucce ^^ Perdonaci ma questo è stato un argomento difficile da affrontare per due come noi che di figli non potranno mai averne...)

- Tate anche è seduto sul tappeto. - Per quanto sia una forma colloquiale, la frase non suona benissimo. Potresti optare per un "Anche Tate è seduto sul tappeto" oppure (se vuoi lasciare il parallelismo con il nome di Violet) "Tate, anche lui è seduto sul tappeto" ^^

- Ma Vivien non ci rimane male, perché tutta la felicità che viene dal Natale, dai regali, dal tacchino e dall’Albero, non serve Ben per vivere quella felicità. - La frase non ha molto senso così. Probabilmente quel "che" non avrebbe dovuto esserci ^^

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