Recensioni per
Gorgoglìo.
di hiccup

Questa storia ha ottenuto 269 recensioni.
Positive : 267
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Veterano
06/04/14, ore 19:43
Cap. 69:

“Quando t’innamori di una persona
noti in lei le cose più minuscole, più stupide,
addirittura le più futili; sono dettagli forse sciocchi,
ma sono ciò che ti colpisce e ti regala un sorriso.”
 
È anche questo l'amore :)

La poesia è fra le più dolci che tu abbia scritto, forse anche fra le più romantiche, l'avevo letta già da un bel pezzo ma non trovavo il coraggio o le parole per commentarla. È un peccato che tu debba intravedere nello stesso tempo l'amore e quella sua fine, già scritta, che vivi con una rassegnazione sconfortata e malinconica. C'è passività nelle tue parole, sono avvolgenti ma finiscono per intrappolare il lettore in una bolla inerziale, lo rivestiscono di un amore distaccato, di sentimenti che non hanno più lo smalto dei tuoi giorni migliori.

Una poesia pacata, che mi piace ma che rispecchia un amore troppo sofferente.

Recensore Veterano
06/04/14, ore 12:56

Uhm, questa poesia racchiude un piccolo enigma e non ci sono note. E a me piacciono gli enigmi. Mi chiedo se tu l'abbia scritta ieri ma ispirata ad un evento accaduto due anni fa o se la poesia stessa risalga a due anni fa. L'ipotesi più plausibile, tuttavia, è la prima, suppongo che per qualche ragione tu ci abbia ripensato (come mai, se posso? Forse è stato un caso, forse per una ragione ben precisa). A suggerire che sia così sono in effetti più elementi, dall'imperfetto che utilizzi, alla piccola donna che mi fa pensare a te un po' più giovane (sia ben chiaro, sono un gentiluomo e non ti darei mai della datata) e soprattutto questa è una raccolta nuova e non credo ti piaccia l'idea di inserire poesie scritte in precedenza, seppure un flashback in tal senso non sarebbe affatto fuori luogo, sai? Un ritorno al passato in una raccolta così vasta potrebbe trovare il suo spazio, anche solo per un giorno. Pensaci ^^
Comunque dicevo, credo tu abbia scritto questa poesia spinta da qualcosa, sembra tu abbia voluto intenzionalmente viaggiare in quel ricordo, riportandolo alla luce e imprimendolo qua (se vogliamo come in harry potter col pensatoio). E il tono del testo è malinconico, sa di nostalgia, di ricordo, di qualcosa che è sfiorito. Per di più la seconda parte, a differenza della prima, è più lasciva, sembra quasi scritta da una mano diversa!
È una poesia "particolare".

"Era intenta a cercare un posto, la piccola donna;
un posto dal quale godere pienamente
della rappresentazione;
cercava con lo sguardo verde pallido
che s’inerpicava tra volti e voci e sospiri -
e fu allora che la vide:
seduta su una delle tante morbide poltrone porporine
un placido sguardo passivo
apparentemente sopito
nelle crune scure degli occhi."

Aw. il quart'ultimo verso è splendido per costruzione e per la musicalità.

"La giovane le si avvicinò,
scrutandola con grande curiosità:
il tempo inclemente
aveva inciso solchi profondi
su quella pelle troppo tirata;
aveva raggrinzito i movimenti;
aveva forse ferito la focosa spavalderia femminista?
La fanciulla non lo credeva possibile,
ma l’altra sembrava stanca, umanamente stanca."

Il tempo inclemente :3 bella al descrizione; ma si tratta d'una tua ex insegnante?

"Gli anni erano
trascorsi,
autunno dopo estate
inverno e poi primavera;
ma la donna anziana non era cambiata così tanto:
stesso sorriso;
stesso sarcasmo."

Bella questa strofa, mi piace quando improvvisi versi per te insoliti.

"Il futuro
prese posto accanto
al passato."

Questo pezzettino invece non mi è piaciuto affatto :(

La poesia nel complesso mi piace, sebbene alcune cose non mi convincano. Ma dopotutto, ogni poesia ha il suo perché e ogni parola ha il suo perché, quantomeno per l'autrice. Brava.

Recensore Veterano
04/04/14, ore 19:42
Cap. 93:

Che la donna sia tu mi pare piuttosto chiaro. Suppongo che l'uomo, quindi, sia lui, dato che scrivi "preferisco vivere per questa notte, amare le galassie,
ballare stretta a te e sognare il nostro noi."
Vi ho immaginati in due situazioni diversi. Una più fiabesca, perché diciamolo, sembri un po' una principessa addormentata in questi versi:

"è persa in un mondo altro."

"Non la risveglierebbe mai, si dice l’uomo,
posato allo stipite della porta di legno odoroso,
non ha il coraggio di turbare quei sogni variopinti;"

E lui è un po' il principe azzurro della situazione, è lui a risvegliarla, è la sua vista a destarla, e con una domanda stravolge quella che sembrava una donna impassibile (parevi così assorta, all'improvviso diventi capace di amare le galassie e sognare di voi due).
L'altra situazione è più moderna, tra ottocento e novecento, per certi ti versi ti ho immaginato come avrei immaginato V. Woolf e il suo compagno (sarà perché ieri ho finito di leggere Le onde, che ho amato?), un po' per l'ascedente che lei ha su di te, un po' perché se tu lei sei così legata significa che t'assomiglia, quindi mi prendo il permesso di rappresentarti così. Mi viene quasi il dubbio che questa poesia riguardi più lei che te, ma forse è solo un'impressone dovuta a quel libro che ho ancora in testa, come la sua autrice.
Una cosa mi stupisce, non provi imbarazzo o vergogna nel ritrarti e cerchi sempre di farlo in maniera onesta, sincera, mostri spesso i tuoi difetti, i tuoi pregi, i tuoi pensieri, le tue abitudini, etc. Ma sei anche assolutamente sincera? Ci sono cose che ometti di dire nelle tue poesie? E che invece "dovresti" dire?

La poesia, nell'insieme, è molto dolce, tenerissima, come altre che già hai scritto. Usi sempre tanti accorgimenti linguistici e formali che noto con piacere, ti caratterizzano e rendono la poesia tua, fanno supporre che sia qualcosa di elaborato (e non per forza in termini di tempo). Le parole che scegli mi colpiscono sempre, mi domando quanto diventerai brava tra dieci anni se continui così. Complimenti intanto!

E non preoccuparti di rispondere, piuttosto se non ti è troppo stancante o complicato (immagino che mentalmente lo stress si faccia sentire, eh sì) continua ad aggionare la raccolta regolarmente nei prossimi giorni. E tieni duro! ^^

Recensore Master
04/04/14, ore 18:21
Cap. 93:

Ehi, oggi ho più tempo di ieri, credo... Sai, nella vita non si ha mai tempo libero davvero: quando non stiamo facendo niente in realtà stiamo respirando, battendo il cuore o mantenendo la temperatura corporea. È pur sempre un dispendio di energie!
Sembrerò una pigrona con questi ragionamenti ma è davvero cosi, quindi non si ha mai del tempo libero nella vita...

Sai, oggi la poesia mi è piaciuta davvero tanto. E non come le altre che si, le leggo, ma magari le "ammiro" di meno rispetto ad altre. Oggi mi è piaciuta tantissimo la poesia, complimenti davvero! L'ho trovato con quel lato dolce della malinconia e il fatto che tu descriva prima la situazione e poi ci aggiunga "le riflessioni" fa della tua poesia un vero bijoux!
Devo dire bellissima!

Si nota la contemplazione dell'uomo, la svogliatezza dei gesti dei personaggi, quel pizzico di "tristezza buona" che adoro (ma alcuni giorni di meno, oggi non è uno di quelli), la nostalgia candida e la malinconia fusa in questo mix perfetto.
Semplicemente la adoro, e se lo ripeto tante volte vuol dire che mi piace davvero!
Non pensare che io lo dica cosi, giusto per dirti che sei brava e per togliermi il pensiero. Lo dico perché ti ammiro davvero tanto, così come ammiro ciò che scrivi.
Complimenti, di nuovo.
Baci by Fede

Recensore Veterano
03/04/14, ore 23:13
Cap. 92:

Mi piace, la poesia racchiude quell'attesa per l'alba che hai saputo cogliere in una sua sfumatura variopinta.

"I sogni sono ancora densi e collaginei:"

Bellissimo modo per rappresentare quello stato (come dire, confusionale?) in cui gli occhi sono aperti, ma tendono ancora a richiudersi e i pensieri sono lenti, si mescolano e vanno staccati dai sogni ancora freschi.

"le labbra sono turgide
per baci immaginari, malinconici, dolci;
le gambe pallide fremono
di un piacere dimenticato, proibito."

Bei versi. Alba e tramonto sono scenari su cui fantasticare e, inutile negarlo, sono anche piuttosto romantici, e non perché siano lo sfondo tipico di molte scene romantiche da film. Il loro romanticismo credo sia legato ai giochi di luce, ai movimenti del sole impercettibili, ai colori che si trasformano nel cielo e per terra (e quanto è bello il sole quando è rosso?), al giorno morente o nascente e alla notte nascente o morente. Ammirare l'alba fa sorridere, senza dubbio, ma sarebbe meglio sorridere in due e abbracciarsi a vicenda, cingendosi come quei colori che s'alternano.

"L’intero organismo è inglobato in se stesso,
 è focalizzato sugli appetiti saziati, sulle percezioni sensibili
- come in un dopo sbornia, tutto è sempre troppo malsano:
odora di notti di fatica cosmica,
profuma d’irrequietezza e di leggerezza;
porta seco il sentore della vita sregolata, azzardata."

Odora di notti di fatica cosmica. Vero. L'alba è una liberazione.

"Il risveglio è viscoso: c’è l’attrito abrasivo della cruda realtà
che raschia e ferisce, che toglie il fiato, che s’inerpica tra mugolii confusi.
Tuttavia il sole è in procinto di nascere, di ergersi
- comincerà anche lui l’ennesima giornata uguale, identica, monotona;
e potrei davvero intingere un pennello nella tavolozza del cielo
e dipingere il quadro più bello, più vitale, del mondo;
gli incubi e i pensieri notturni si annullano
per questo breve, minuscolo, istante, e puoi
sorridere senza freni, senza timore d’essere vista.
 
Sorridi."

Quel sorriso è quasi rubato, appena accennato, sincero. Non trasmetti speranze per un giorno migliore, ma l'aver superato un'altra notte è già un traguardo e ammirare un'altra alba è una soddisfazione. Niente promesse, dopo l'alba anche il sole tornerà a rendersi noioso, nella sua monotonia. Ma quell'attimo resta accessibile e liberatorio.

Un sospiro di sollievo. Inizia così la tua giornata.

Complimenti.


ps. Mi hai fatto ripensare a dei versi meravigliosi di Pavese:

In the morning you always come back

Lo spiraglio dell'alba
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.
Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell'alba
sulle colline scure.
Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell'alba
sommergono le case.
La città abbrividisce,
odorano le pietre ‒
sei la vita, il risveglio.
 
Stella sperduta
nella luce dell'alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro ‒
è finita la notte.
 
Sei la luce e il mattino.

 

Recensore Master
03/04/14, ore 14:13
Cap. 92:

Ehi, ero un po sballata con gli aggiornamenti delle poesie, quindi mi sono detta "mi prendo un minuto di tempo libero e recensisco la poesia che trovi, giusto per far capire che sono viva".
Ho davvero poco tempo, sai devo combattere con un fratello disobbediente e una nonna che non sente nemmeno con gli altoparlanti!
Cmq mi piace tanto e sai che amo il tuo modo di scrivere e il tuo linguaggio!
Baci by Fede

Recensore Veterano
01/04/14, ore 21:42
Cap. 91:

Schietta, diretta, esplicita. Niente mezze misure in questa poesia, solo pura e semplice malinconia, solo l'ennesima constatazione di un'amore irrealizzabile su cui non scommetteresti e l'ennesima constatazione che non sei padrona dei tuoi sentimenti.
Sono versi che ricordano altri che hai già scritto, immagino sia una conseguenza naturale del tuo amore ancora intatto. Sai che sarei curiosissimo di leggere dei tuoi versi d'amore senza alcuna malinconia? Ora forse è impossibile, ma un giorno chissà. E ti auguro che quel giorno arrivi presto.

Recensore Veterano
31/03/14, ore 23:41

Oh, eccoli i versi taglienti che aspettavo. Non m'hai fatto attendere molto, eh?

I versi sono magnifici, dettati però da sensazioni negative, catalizzate per uno sfogo in versi. Se non sono troppo indiscreto, c'è una ragione particolare dietro queste parole? Oppure è la giornata - il momento - ad essere storta?

Comunque sia, mi piace davvero il modo in cui ti esprimi, senza mezzi termini o misure, mettendo ben in chiaro come oggi qualunque azione, fisica o mentale, possa darti il voltastomaco.

"Sono in giornate come queste
che le parole mi ripugnano, mi nauseano;
non riversatemi la vostra pietà addosso, quindi,
gelandomi il sangue nelle vene;
non riesco a tollerare quelle frasi amichevoli,
di suprema banalità camuffata in elucubrazioni fasulle."

Anche io trovo insopportabile la pietà (e la commiserazione), per quanto sia umana e a volte anche "giusta", per quanto anche a me capiti di provarne. In genere non sopporto il vittimismo, non sopporto di sentirmi o di apparire come una vittima, non sopporto che qualcuno faccia qualcosa per me per "pietà umana". Credo quindi di capire questo tuo rifiuto, la tua nausea.
Ti ripugnano le parole come ti ripugnano i quark, le frasi amichevoli, preconfezionate, e la banalità camuffata da brillantezza.

"Non parlatemi di me, dei miei sentimenti, dei miei sogni;
non aprite la bocca tanto per fare: 
potrei assassinare ogni vostra idea,
ogni vostra sfumatura vocale."

Aww, un istinto omicida. Bella questa strofa :3

"So di dover trattenere le lacrime, nonostante tutto;
non posso singhiozzare o piangere in pubblico,
qui, in quest’atmosfera satura di aspettative prestigiose,
devo accontentarmi di andare avanti, di sopravvivere senza un fine."

C'è pudore e rassegnazione, amarezza e rancore. Questi ultimi due versi sono forse i più pericolosi e dolorosi per te stessa.

"Malessere interno e mentale:
lasciatemi a me stessa,
concedetemi il silenzio che merito,
non voglio percepire i vostri pensieri integri:
i miei si frammentano irrimediabilmente
innanzi l’ennesimo fallimento, l’ennesima delusione."

Non so che dire qua, non dirò niente e ti lascerò a te stessa.

Complimenti per la poesia!

Recensore Veterano
31/03/14, ore 23:21
Cap. 89:

Veglia alle stelle, mi piace questo titolo. Ti è venuto sul momento, mentre scrivevi, o era nella tua testa già prima?

"Guida da te la tua canoa.”
B.P

B.P?

Questa tua poesia è insolitamente breve rispetto agli standard a cui ci hai abituato negli ultimi giorni (constatazione neutrale ed amichevole, non pensare che sia un bene o un male).

"Trattieni il respiro, ora? - Hai il terrore d’infrangere la notte."

Ow.

La prima parte è scenografica, funzionale alla successiva. Il lettore è immerso in un ambiente che lo esalta e lo annichilisce allo stesso tempo, che gli fa sentire simultaneamente la sua ricchezza e la sua pochezza. Il lettore si fa piccolo dinnanzi alla realtà di cui lo metti al cospetto.

"Quanto siamo soli nell’insieme della folla recalcitrante?
Quanto gonfi ed empi di sfumature diverse e uniche,
quanto ricchi di minuscoli dettagli, quanto preziosi siamo? "

Verrebbe spontaneo domandarsi come questo faccia ad incastrarsi con la parte precedente. Ma basta pensarci un attimo ed è chiaro: hai voluto ricreare l'atmosfera adatta, nei passi anteriori, per fare in modo che anche il lettore possa essere pronto a porsi certe domande, a sondare la propria mente. Non volevi catapultarlo negli ultimi centro metri d'una 4x400, non senza dargli il tempo di guardarsi attorno. E così hai anche descritto quali condizioni ti hanno stimolato a riflettere che:

"Quanto siamo soli nell’insieme della folla recalcitrante?
Quanto gonfi ed empi di sfumature diverse e uniche,
quanto ricchi di minuscoli dettagli, quanto preziosi siamo?

L’eremo è muto tanto quanto l’ateo dinanzi ad una sacra icona;
c’è dubbio, c’è una paura incauta che divampa quieta nelle viscere
- non sono pronta ad affidarmi alla sola fiducia, alla mera speranza –
e la fiammella traballa nell’indecisione scientifica, metodica, umana.

Brillano le stelle in una diatriba eterna, esistenziale:
l’amore supposto di un Dio onnisciente
o l’esplosione primordiale e le reazioni concatenate?"


Fissare il mondo attraverso quella sua porzione, una natura surreale e profumata, scatena una serie di reazioni emotive difficili da contenere. Come cominciliare imperfezione e perfezione? Corpo e anima? Fisica e filosofia? Scienza e teologia? Se lo sono chiesti in tanti, ce lo chiediamo in molti ogni giorno, ci poniamo questioni diverse che dopotutto non sono altro che giri di parole intorno a quell'unica perplessità cosmica a cui nessuno può restare indifferente. Esiste un Dio?

Poesia (auto)riflessiva. Mi piace, brava.

Recensore Veterano
31/03/14, ore 22:37

"Uhm credo sia tutto; ultimamente scrivo parecchie note; vi disturba questo? Vi distrae dalla poesia in generale? Ci tengo a saperlo così da organizzarmi e limitare i miei sproloqui alle necessità."

Nope, per nulla! Io le trovo interessanti ed utili.
Ti faccio notare subito un piccolo refuso:

ci si consoce da pochi anni,

Il componimento induce tenerezza, davvero molta tenerezza. Mi piace la fiducia nell'amicizia che emerge, la spensieratezza che, una volta tanto, si fa largo e che s'insinua (prendo in prestito il tuo termine) nel lettore attraverso splendidi passaggi:

"la serietà pomposa lascia spazio alle libertine risate sardoniche,"

"siamo umani e
siamo stupendi nelle nostre crepe,
nelle schegge che sporcano la pelle;"

"sono una delizia sociale."

Belle in particolare le ultime due strofe (ancora una volta c'è un'interrogazione, retorica e per l'ennesima volta ti dico che adoro il tuo modo di rivolgere queste domande, di punto in bianco, a te o al lettore o a nessuno o a chiunque altro). Tratteggi i contorni dell'amicizia, che nasce con qualche difficoltà (e forse anche diffidenza, tanto è vero che poi solo in pochi diventano eletti) da sguardi impacciati e sorrisi timorosi, si alimenta di fiducia fino a diventare deliziosa.

Brava come sempre.

ps. "Detto ciò vorrei dedicare questa poesia piccina ad Alessandra", spero tu le abbia fatto leggere la poesia allora. Sono sicuro che ne sarebbe felice :)

 

Recensore Veterano
31/03/14, ore 21:56

Non era questa la poesia che mi aspettavo, la sorpresa è stata completa considerando anche la suspence che c'era sul "tema", io ero proprio in alto mare con le mie ipotesi (che non ti avevo voluto dire, battaglia di Matapan a parte. E a proposito di Matapan, ho almeno sorprendentemente indovinato l'anno, lol).
Oggi 'recensisco' questa tua poesia con l'Eine kleine Nachtmusik come sottofondo. Sensazione stranissima, le tue parole galleggiano fra le note di Mozart e allo stesso tempo le mie vi si fanno spazio, cercando di cogliere il loro nucleo, di riassemblarle. Aw.
Beh, inizio col dire che non ne sapevo nulla del suicidio di Virginia Woolf. Forse l'avevo letto durante gli anni di liceo, ma in ogni caso questo dettagli, che dettaglio non è, si era rimosso dalla mia memoria (avrei dovuto segnarlo su un taccuino). A scelte del genere io attribuisco grandissima importanza: mi fa sempre tanta impressione sapere che uno scrittore, un filosofo, un poeta, un personaggio che io ammiro ha scelto di suicidarsi. E la mia ammirazione, forse morbosamente, si fa ancora più intensa; nonostante io mi ritenga "cristiano" (mah, ci sarebbe da discuterne) non sono affatto contrario al suicidio, nel senso che rispetto una tale scelta. Per certi versi la capisco.
Ecco, sai cosa m'ha deluso oggi della tua poesia? Mi aspettavo, andava bene anche fra le note, citazioni dirette dai diari di V. Woolf che tu hai letto, avresti potuto aiutare il lettore nel cercare di capire le ragioni di una scelta così coraggiosa e drammatica e folle. Come hai cercato di capirle tu, immagino. O forse volevi incuriosire il lettore e spingerlo ad informarsi? Perché in effetti adesso io sono curiosissimo, vorrei avere quei diari fra le mani (btw, a me piace leggere i diari; trovo sia come svestire una persona, è un atto platonicamente romantico e sensuale insieme, seppure si crea una comunione intima ma unilaterale).
L'unico indizio è questo:

“E il vostro romanzo?”
“Oh caccio una mano dentro il sacchetto e tiro su quel che viene”
“Ecco la cosa meravigliosa. Ed è sempre diverso.”
“Sì, io sono venti persone diverse.”

E in quelle parole potrebbe esserci la chiave di tutto, ma potrebbe anche non esserci. Dipende da te. Potrebbero essere parole tue, potrebbe essere un estratto scelto da te. Credo sia il secondo.
Ammesso che sia una citazione, potrebbe essere solo un frammento come altri. Oppure potrebbe essere la chiave di lettura di tutto, la ragione prima che tu hai ritrovato in quei diari, quello che secondo te l'avrebbe spinta a mettere fine alla sua esistenza corporea (Virginia Woolf era credente?). Dipende sempre da quello che hai scelto, da quello che volevi inserire, quindi il dubbio mi resta.
Certo è che il suo essere venti persone insieme non sia poi tanto meraviglioso come il suo interlocutore crede. I suoi romanzi saranno meravigliosi, ma annunciano anche quella contesa interiore che l'autrice evidentemente crede insolubile, tanto da spingerla al suicidio.
Non ho avuto occasione di dirtelo, ma alcuni giorni fa ho iniziato a leggere Le Onde e in questo romanzo il suo essere venti persone insieme è sicuramente evidente, Peraltro sono incappato, leggendo, in una difficoltà. Non capisco in quale personaggio mi immedesimo maggiormente, in quale ritrovo me stesso. Prima credevo fosse Susan. Ne ero convinto. Dopo mi sono convinto fosse Bernard, come se avessi avuto un'illuminazione chiara. Mi sono detto, mentre leggevo un suo pensiero, "Ma no, è evidente, io sono (come) lui!". Poi è successo ancora, nello stesso identico modo (ps. sto facendo una cosa stupida, sto battendo i tasti a ritmo di Mozart, lol) con Rhoda, Neville e infine Louis. A volte sono anche tornato indietro, ad un personaggio precedente (e non ti nascondo d'essere anche tornato indietro nel testo, nelle parti in cui annotavo qualcosa, per capire cosa mi aveva spinto prima ad una identificazione diversa). Al momento sono Louis.
Ti racconto questo perché la complessità interiore di V. Woolf è presente in questo libro. Ieri, quando ho finito di leggere (sono arrivato a metà) mi sono detto "Avrei voluto conoscerla". Virginia Woolf, intendo.
Argh, sto dilagando terribilmente, me lo permetto solo perché tu dici sempre che non è un problema. Ma adesso passo alla poesia, che mi è piaciuta. E no, non è tagliente. D'altro canto non avrebbe potuto esserlo (eccetto il caso in cui tu avessi deciso di fare un'arringa di V. Woolf contro qualcosa o qualcuno). Mi ha colpito tantissimo questa strofa:

"Desolata, annoiata, felice,
triste, torturata, afona;
la mente prosegue a lavorare nonostante tutto;
è testarda ed impila un’idea su un’altra,
un pensiero sopra l’altro,
un’emozione dentro un brivido;
e tutto sfugge e crolla, inglobando la vita,
l’essenza stessa dell’esistere."

Scrivere come un'attività senza sosta, scrivere come se non ci fosse scelta. C'è una cosa che mi torna in mente, te la mando fra poco. La scrittura è un modo per svagare, per sfuggire al mondo, la scrittura è anche una serrata rassegna di parole che prendono il posto della vita stessa.

"È una scossa brusca, quella creativa:
esplode ed implode, si disfa e si ricompone:
un lavorio incessante e tormentato, tortuoso."

Bellissima descrizione.

"Tu riesci a sottrarti da questa morsa frenetica
e così dolce insieme – i tuoi sensi ne sono avviluppati –
boccheggiando ed ansimando, all’irrazionale ricerca
dell’ambrosia fresca, pura e lussureggiante.
 
Ed è bella la vita!
È densa e odora di buono;
d’amore coniugale, di un’intesa proibita;
tintinnano melodie e ballate
e le risate ti gonfiano le viscere.
 
E com’è splendida la vita;
il sole che perfora le nubi,
riversando rugiada e gocce di luce sul tuo scrittoio.
 
Attorno a te e dentro di te c’è una quiete irreale,
perfetta nella vaga illusione di un sogno."

Questa parte, che è la seconda parte della poesia, per come l'ho letta io, mi pare rappresenti un momento della vita dell'autrice. Anche in questo caso vado alla cieca, non ricordo niente della sua biografia, mi lascio guidare dalle tue parole e della maniera in cui le interpreto. In un certo senso, cerco di conoscere V. Woolf attraverso te (e attraverso i tuoi versi, come ti fa sentire questo? Voglio dire, sei come testimone d'un profeta e la tua testimonianza trasmette una fede). E mi pare d'intuire che abbia ricercato un equilibrio psicofisico, che lo abbia raggiunto faticosamente, in una vita coniugale di cui doveva essere soddisfatta, nonostante un'intesa proibita, e in genere di una vita che cercava di vivere. Non dici che era felice, no, però la vita era bella.

"Ma ecco il dubbio che s’insinua insidioso:
e le voci irreali si fanno più prepotenti, più turpi, più violente;
e le labbra lacrimano e gli occhi singhiozzano;
non riesci più a scorgere il margine frastagliato
della lettera, della tua ultima lettera,
vergata con inchiostro struggente, doloroso,
sconquassato dal quel tormento mentale che
strappa, logora, dilania le proposizioni:
non c’è ordine, non c’è rigore, non c’è pace.
 
Lo specchio dell’acqua è sottile, duttile, però;
incanta ed irretisce insieme
– e spaventa anche un po’, non trovi?"

Adoro queste tue "interrogazioni". Come una sottile lastra di ghiaccio, la vita s'incrina. E la sua interiorità tormentata ha la meglio, c'è solo un modo per mettere pace e quella lettera sarà l'ultima sua opera scritta. Meraviglioso il modo in cui rendi il suo tormento, le seu ansietà, il suo malessere, così difficile da esprimere. Sei strepitosa nell'esplicare l'indicibile.
C'è di più. e le voci irreali si fanno più prepotenti, più turpi, più violente. Mi sembra più che l'ennesimo sintomo di quell'interiorità combattuta, mi pare quasi un riferimento ad una sua malattia mentale (sebbene tra le due cose il confine sia difficile da stabilire), mi sbaglio forse? Non mi stupirebbe, anzi considerando il tuo "interesse" in merito, sarebbe una ragione in più, per te, per interessarti a lei.

"S’odono i primi fruscii primaverili,
il verso degli uccelli,
i pettirossi che si crogiolano
tra i deboli spasmi delle corolle floreali
accarezzate dalla brezza leggera.
 
Le pietre lisce, levigate, forti,
pesano sul palmo rugoso delle mani sfibrate
e, con il loro peso,
soffocano la morbida stoffa delle tasche dell’abito.
 
In compenso l’acqua è frizzante;
scorre attorno alle caviglie, ai polpacci,
alle cosce e al ventre.
L’acqua è fredda, ora, tra la carne sensibile dei seni,
delle braccia e del collo.
L’acqua è ghiacciata nella mucosa
irrorata e bollente del naso e della bocca.
 
L’acqua ostruisce, s’insinua,
giù, sempre più a fondo,
nei meandri intimi del corpo e dello spirito;
le dita ossute afferrano il nulla liquido per riflesso,
ma le pietre sono macigni insormontabili
e tu leggiadramente affondi,
delicata come un desiderio mormorato a labbra schiuse;
affondi nei fluttui, gorgheggi nel ventre piatto delle onde."

Dovrai aiutarmi ancora una volta tu, perché cercare su internet mi sembra, a questo punto, quasi scorretto. Muore annegata? Sul serio? Con delle pietre nelle mani? L'istinto di sopravvivenza non dovrebbe prevalere e "costringerla" a lasciare andare le pietre (che immagino debbano anche essere piuttosto consistenti per raggiungere lo scopo)? Forse vi si è legata?
Le tue parole sono davvero dolci nel descrivere i suoi ultimi attimi di vita. L'hai ritratta con fierezza, con una serenità, nelle ultime battute, che crea un forte contrasto con il resto del testo. Complimenti, una bella poesia, splendido tributo ad una grande scrittrice.

Unica constatazione "negativa":

"Anneghi placidamente, infine;
la mente sazia ed immobile e stabile
come mai prima di allora.

(Le tue parole vibrano ancora,
nel lamento silenzioso della mancanza.)"

Questi due pezzetti mi sono sembrati superflui. ^^

Recensore Master
31/03/14, ore 19:40

Ehi! Aspettavo giusto il tuo aggiornamento, mi sembrava strano che non avessi aggiornato ieri, ma capisco che ognuno ha i suoi impegni e magari problemi.
Basta guardarmi allo specchio e mi ritrovo con delle occhiaie che arrivano fino alla bocca! Povera me! Praticamente la mia vita è fatta da studio-studio-studio- compiti- sonno- studio-studio-studio-compiti-sonno.
Non vedo l'ora che arrivino le vacanze estive: mi rilasso, leggo un libro che mi piace (e lo sottolineo, perché durante tutto l'anno sono costretta a leggere libri infantili e noiosi scelti dalla professoressa), dormire tanto, mangiare gelati, tanto tempo libero... La cosa più bella del mondo!

Dai, oggi mi metto d'impegno e faccio una recensione lunghissima, strofa per strofa.

"Sono in giornate come queste
che le parole mi ripugnano, mi nauseano;
non riversatemi la vostra pietà addosso, quindi,
gelandomi il sangue nelle vene;
non riesco a tollerare quelle frasi amichevoli,
di suprema banalità camuffata in elucubrazioni fasulle."

Non immagini quante volte ti capiterà questo, è una tortura che per me si ripete ogni minuto, ogni secondo, ogni santo giorno. Sono in quei giorni che vorresti scappare da tutto e da tutti e stare da sola in silenzio. Ma dato che non si può, io dormo, cosi per un paio d'ore posso bearmi nei sogni e nella mia immaginazione (a volte mi fa paura anche quella :-\).
E capisco perfettamente "quelle frasi amichevoli,di suprema banalità camuffata", non si possono concepire quando sono piene di falsità e soprattutto quando cercano di prenderti per il sedere (per non dire qualcos'altro...), fingendosi buoni bravi e belli, gli amici.
Odioso, solo una parola che può descrivere tutto ciò che mi viene da pensare riflettendo sulla mentalità di certe persone.

"Non parlatemi di me, dei miei sentimenti, dei miei sogni;
non aprite la bocca tanto per fare:
potrei assassinare ogni vostra idea,
ogni vostra sfumatura vocale"

Quando si è nervosi, qualsiasi parola detta, pensata o leggermente pronunciata dagli altri è già sbagliata. E ti verrebbe da strappare la pelle pezzettino per pezzettino, aumentando la tortura. Altri lo fanno proprio apposta, rivolgendosi con un tono poco calmo, antipatico e quasi malefico; a volte si è tanto nervosi da scappare perché non si riesce a mantenere le lacrime, altre volte si lascia perdere perché ormai si ha imparato che con quella persona non c'è proprio speranza... Lo so benissimo, questo, sarò espertissima.

"So di dover trattenere le lacrime, nonostante tutto;
non posso singhiozzare o piangere in pubblico,
qui, in quest’atmosfera satura di aspettative prestigiose,
devo accontentarmi di andare avanti, di sopravvivere senza un fine."

Avevo già accennato prima il fatto di non saper trattenere le lacrime, ma non mi ripeto, continuo.
Forse è una cosa involontaria, perché anche se ci si sente tanto forti dentro, davanti a delle parole (che sono solo suoni pronunciati nell'aria e con l'aria) tutto il castello intorno a noi crolla e crolliamo (anzi ci distruggiamo) insieme ad esso.

"Malessere interno e mentale:
lasciatemi a me stessa,
concedetemi il silenzio che merito,
non voglio percepire i vostri pensieri integri:
i miei si frammentano irrimediabilmente
innanzi l’ennesimo fallimento, l’ennesima delusione."

Credo che la delusione possa essere una "vera delusione", ma anche una delusione che si definisce propria. Magari si è delusi perché non si ha superato un esame o qualcosa, ma si può essere delusi anche per essersi sbagliati sul conto di una persona. Quest'ultima è la peggiore, te lo assicuro. Ah non so proprio come definire o spiegare i versi, cerco di farmi capire con le parole che mi vengono sl momento!

Grazie mille per i versi, che oggi sento particolarmente vicini...
Baci by Fede

Recensore Master
29/03/14, ore 11:32

Ehi, anche io recensisco prima del solito! Il fatto è che oggi è proprio una giornata no: sono tornata da scuola perché ho probabilmente preso un virus e sono sempre davanti alla vaschetta per rimettere non so cosa (non mangio da ieri sera, quindi non so proprio cosa stia rimettendo il mio stomaco...).

Penserai che sono una malata perenne, purtroppo in questo periodo ne sto passando di cotte e di crude.

Sperando che passi tu, come un soffio di vento. Non si sente, non si vede, ti scompiglia solo un po' i capelli ma poi passa.

La poesia mi è piaciuta molto, anzi moltissimo. Forse questa nota di spensieratezza, libertà e "colore" nella poesia la fa sembrare luminosa.
Sono dei pensieri mutati in versi poetici che ci calzano a pennello ;-)
Bisogna anche un po' cambiare quando si scrive: noto sempre che nelle tue poesie c'è quel pizzico di malinconia e nostalgia che caratterizza tutta la raccolta, ma è bello leggere a volte delle poesie che spiccano e hanno un po' più di vitalità e luce.
Non intendo criticare il tuo modo di scrivere, assolutamente, noto solo delle cose che apprezzo o che mi sembrano diverse dal solito. Io critico solo le cose fatte male, non le cose fatte bene ma che non mi piacciono.
Ok?

Oggi me la prendo con comodo e recensisco strofa per strofa, va!

"Sembra quasi che ci si conosca da una vita
e forse è anche un po’ così;
ci si siede di fronte, le mani gelide ad accarezzare
la ceramica bollente della tazza placcata e floreale;
e si parla, si parla, si parla ancora:
non esiste un ieri, non c’è più nemmeno un domani:
si vive il presente e l’oggi non fa poi così paura:
si è incredibilmente padroni dei propri pensieri, ,
in momenti simili, con quelle poche e determinate persone
degne di una fiducia incondizionata e selettiva."

Io con i miei amici/amiche non passo gli stessi momenti che ci passi tu, pero in quello che scrivi riesco ad immaginarmi davanti ad una tazza di te caldo (e buonissimo) con mia madre, che preferisce il caffè, a chiacchierare nemmeno fossimo coetanee. In fondo io e mia madre siamo come sorelle/amiche, nessuna di tutte e due ha mai avuto sorelle femmine quindi cerchiamo di recuperare...
Adoro questo lato della tua scrittura che riesce a convertire dei momenti quotidiani in qualcosa di delicato da inserire in una poesia.

"Perché la fiducia si combatte,
si acquista,
si guadagna."

Concordo pienamente. Penso che la prima cosa da fare per diventare amici è guadagnarsi e ottenere la fiducia dell'altro, altrimenti non si crea quel legame aperto ma allo stesso tempo intimo.

" Ci si rincuora a vicenda; si è unici in due.
E tutto questo basta, apparentemente;
ci si consoce da pochi anni,
ma sembra trascorsa un intero ciclo universale
da quel primo timido saluto, dalle presentazioni scomode:
ogni pezzo del mosaico vitale si colloca senza fatica, senza remora alcuna;
la serietà pomposa lascia spazio alle libertine risate sardoniche,
a promesse ironiche e discorsi ai limiti della logica."

Secondo me (almeno per le persone della mia "tribù" caratteriale), fare il primo passo verso l'amicizia è la cose più difficile: a volte accade come un nonnulla, altre volte ci se lo ricorda per tutta la vita per quanto ci ha colpito. Io non ricordo come ho restaurato un rapporto come alcuni dei miei amici, è successo tutto secondo dopo secondo senza rendermene conto troppo presa dalla bellezza di questa amicizia che non avevo mai provato fino ad ora.

"E chissà, forse è anche questo il sentimento di completezza umana:
sentirsi compresi, capiti;
non avere alcun timore a giudicare e a venir giudicato."

Giustissimo. Il maggior timore dell'uomo, anche nella storia, era esporre le proprie idee senza preoccuparsi delle conseguenze. Facendo un esempio molto conosciuto, pensi che la seconda guerra mondiale e il razzismo contro gli ebrei sia nato e si sia sviluppato cosi, per puro caso? Tutto quello non sarebbe successo se qualcuno (e molte persone) avrebbero difeso i più deboli senza timore delle conseguenze. È anche una cosa logica che di fronte a quella "fortezza" paurosa e scandalosa le persone non abbiano avuto nemmeno il coraggio di respirare perché ritenuto troppo sbagliato.
Questo timore nasce dal fatto che c'è sempre qualcuno che potrebbe rifiutarti solo perché giudichi innocentemente. Nell'amicizia (quella vera), ci si giudica l'un l'altro senza paura e ridendoci sopra.

"Le cose migliori, si sa’,
sono le più piccole; le più fragili."

Praticamente è come dire "Nella botte piccola c'è il vino buono", la stessa cosa. Anche se assume un significato diverso, da interpretare soggettivamente.

"Si è speciali nei propri difetti; siamo umani e
siamo stupendi nelle nostre crepe,
nelle schegge che sporcano la pelle;
tuttavia gli amici sono gli eletti che s’insinuano
oltre la corazza, abbattono ogni barriera e plasmano i tuoi sorrisi,
i tuoi abbracci, le tue parole: sono una delizia sociale."

Io penso che più si è diversi dalla normalità, più si è unici. Non ce bisogno di essere diversi, ma negativamente. Chi è omosessuale, dovrebbe dire sono diverso e non vado bene in questo mondo? In fondo si è diversi di proposito, altrimenti le persone sarebbero noiose.
Gli amici ti fanno diventare diverso, ti fanno evolvere, ti fanno cambiare positivamente (ma anche negativamente, dipende con chi fai amicizia, Al giorno d'oggi...) e questo fa stringere il nodo dell'amicizia ancora più fortemente.

"E, davvero, parlerei ore intere davanti al vapore leggero
e dolce, dolcissimo, della bevanda; la luna alta nel cielo,
il locale affollato di spiriti vibranti, colmi di desideri e di sogni
che sembrano echeggiare nel silenzio vuoto dell’anima;
non c’è frenesia questa volta; si corregge la mancanza
a piccoli sorsi leggeri; senza fretta:
il tè è ancora caldo, non vorrai bruciarti le labbra, vero?"

Per me il bruciarsi le labbra bevendo il te troppo caldo, significa che in un'amicizia crollare davanti ad una difficolta significa spezzare, slegare quel nodo tanto stretto che sembrava non si potesse slegare. E poi sarebbe troppo difficile rilegarlo in modo così forte, infatti la maggior parte delle volte si lascia perdere e l'amicizia rimane un bel ricordo.

Grazie per la pazienza, presenza, assiduità e gentilezza.
Baci by Fede

Recensore Master
28/03/14, ore 20:32

<< mai potrà misurare il fervore e la violenza del cuore di un poeta quando rimane preso e intrappolato in un corpo di donna? >>
(Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé, 1929)

Non so perché ho deciso di aprire la mia recensione così, solo che mia ha colpito molto il fatto che la tua scrittrice preferita si sia suicidata oggi e tu lo vivi in modo intimo e vicino alla tua vita. Ho voluto aggiungere questa "diversità" alla monotonia delle mie recensioni.

Malgrado il ciclo e il mal fi testa a mo di tsunami celebrale. Forse sono stat troppo tempo al computer, ho fatto una ricerca sull'acqua per domani: ho un compito in classe proprio su questo e mi sono dovuta preparare ben benino.
Tra l'altro c'ho il ciclo, e mi sta distruggendo.... :-S

Ma incominciamo a parlare della poesia: è abbastanza lunga, anzi abbastanza molto lunga! No ma, non c'è niente da criticare se è più lunga del solito. Magari le idee ti sono venute come un inondazione e non sapevi dove metterle (è la verità???)...
Credo parli della vita in generale (ma magari mi sbaglio) : momento felici, tristi, pazzi, l'inizio, la fine... Tutto in una poesia magnifica.
Ecco perché è lunga, la poesia. Non si finisce mai di raccontare la propria storia (già mi immagino nell'aldilà a chiacchierare e a ricordare la vita passata :P), anche se respiriamo lo dobbiamo dire per forza a qualcuno.
La cosa è soggettiva però.
Io per esempio, non dico molto su di me... Preferisco raccontare cose che mi sono successe in modo molto generale, tralasciano mo(oooooo)lti dettagli. Credo non ci si possa mai fidare, nella vita.

Ora non prenderla male, se ti dico cosi, è già tanto che ho tanta confidenza e familiarità con te! Come se fossi una mia amica "reale".

Basta, sto zitta perché ora so offenderei qualcuno e direi cose che non stanno ne in cielo ne in terra.

Pardon. Mi piace tutto della poesia: la suddivisione, i versi, le parole usate, il senso, il significato esplicito e implicito, le figure retoriche, tutto...

So che sembro sperduta, perché non so proprio che dire d'avanti a certe poesie. Non ne capisco molto, non è che posso dire " Ehm si, la poesia ha una metrica **** , i versi sono suddivisi in ****, capisco il significato implicito molto sensibile e profondo che è ****"
Non so niente di poesia, è strano il fatto che ci sia entrata nella sezione ma la tentazione era forte.

Guardiamo il lato positivo (se lo è davvero, non si sa mai), almeno ci siamo conosciute e abbiamo un legame.
Non so quanto può essere bello per te, ma per me ha un significato grandissimo, immenso...
Forse non ci dai la stessa importanza che ci do io.
Boh, ancora non sono riuscita ad entrare nella tua testolina!!!

Baci by Fede

Recensore Veterano
27/03/14, ore 23:36

Awww.
In questi giorni mi sembri particolarmente ispirata, ti stai particolarmente impegnando o particolarmente cosa? È buffo che tu tu scriva così bene nonostante non sia al top della forma, non sarà mica che il dover essere leggermente più sedentaria del solito ti sprona a scrivere? Cioé, intendiamoci, non che tu stia scrivendo meglio di prima (come a dire che Montale nelle Occasioni scrive meglio che in Ossi di Seppia, it doesn't make sense and i love both of them), solo che dopo una poesia intensa come quella di ieri mi aspettavo una sorta di break, una pausa, un prendere fiato. Di solito tu sei una sorta di molla poetica.
Dovendo fare i conti anche con questa meraviglia, mi chiedo come fai ad essere così sublime e pregna di splendore. Qual è il tuo segreto?

“Quando corro, semplicemente corro. In teoria nel vuoto. O viceversa, è anche possibile che io corra per raggiungere il vuoto.”
 
Da “L’arte di correre” di H. Murakami.

Oh, ma che bella questa citazione! Non so se hai notato peraltro che il mio avatar attuale ritrae un suo libro :3
 (la storia del ritrarre mi fa tornare in mente il discorso dell'accoppiatrice di parole alla stregua dei ritratti di Mr Gwyn, discorso a cui ho ehm dimenticato di risponderti xD lo farò appena ho tempo)

"Fuggire dai problemi non è una soluzione,
mi dici, stai facendo tutto il possibile,
non scappare ora, aggiungi;

Questa formula che si ripete mi piace tantissimo, sai?
E tutta la poesia mi piace, è splendida. Mi piace perché è discorsiva, mi piace perché è ambigua, fa discorsi ambivalenti come chi cerca di nascondersi o ritrarsi dopo aver pronunciato una verità dolorosa; tu lasci indizi e allo stesso tempo confondi le acque. Cerchi di accontentare le spinte che lottano nella tua anima e solo dopo ti rendi conto dei lapsus che tentano di mostrare al mondo come la tua anima si stia lacerando in attesa di decidersi una volta per tutte. In attesa di una soluzione definitiva, non più provvisoria. Magari che abbia anche la forma di un salva-gente (so che tu ti - il pleonasmo è voluto - accontenteresti di un salva-persona o anche di un salva-bambina). Dici, Fuggire dai problemi non è una soluzione.

"Fuggire dai problemi non è una soluzione,

mi dici, stai facendo tutto il possibile,
non scappare ora, aggiungi;
parliamo due lingue differenti, sai, abbiamo due schemi diversi:
io boccheggio per una contraddizione emotiva
che ti coinvolge, che mi logora,
tu ti preoccupi per un mio futile arrendersi
che credi sia importante, che ritieni vitale;
ma di vita ne ho abbastanza, sai?
 
Riesco a correre in due direzioni opposte, dopotutto,
e pure nel medesimo istante temporale!
Hai idea della forza, della pazienza, della frenesia,
della follia, dell’ansia che ciò comporta?"
   
Uno sforzo notevole, una forza d'animo altrettanto notevole. Fai bene a ricordarlo a lui - e a te.

"È uno scambio equivalente, sai,
tra i miei sentimenti e l’universo:
il prodotto, tuttavia, non esiste;
non può esistere - né esisterà mai."

Meravigliosa.


Il finale fa un po' drammone ottocentesco, però è in linea con l'andamento della poesia. Che trovo superba, I swear.
Solo, i contrasti interiori mi hanno dato l'impressione di affievolirsi con il procedere dei versi. Come se si avvicinasse il momento della resa. Potrei sbagliarmi ma mi è sembrato di cogliere anche questo tra i tuoi versi.

Complimenti per l'ennesima volta.