Recensioni per
Gorgoglìo.
di hiccup

Questa storia ha ottenuto 269 recensioni.
Positive : 267
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Master
20/09/14, ore 14:08

Bella! L'argomento delle chiavi mi piace moltissimo! Ottima interpretazione come sempre!
-JB45

Recensore Master
19/09/14, ore 14:55

Ci tengo a scusarmi per le assenze, ma scuola, sport e altro mi rubano tempo.
Rieccomi! Proprio oggi mi serviva una tua poesia rilassante e riflettente.
Mi è piaciuta particolarmente per il lessico, come sempre pertinente e vero.
Il finale è dolcissimo ed esprime bene tutta la poesia.
Mi ri-scuso
-JB45

Recensore Veterano
18/09/14, ore 22:43

A volte non servono grandi cose per "fare" una poesia. Non servono paroloni, ricercatezze, congetture, frasi astruse, basta solo una semplicissima enumerazione. E forse non sarà un capolavoro della poesia contemporanea, okay, però è una tappa splendida del tuo cammino per chi, come me, ha letto tue poesie certamente più belle ed elaborate, ma anche più tragiche, nel senso shakespeariano del termine.
Il fatto è che la connessione fra la tua vita e la tua poesia è strettissima, non lascia passare quasi nient'altro, le tue parole assorbono la tua vita e non ti lasciano facilmente volare più in là. Forse è un tuo limite, ma è anche un pregio, perché ti permette di animare le parole, di dare loro vita, la tua vita. A volte scherzando ti ho detto che qualcuno potrebbe scrivere una biografia su di te, un giorno. Ebbene, una biografia sarebbe superflua. Le tue poesie dicon otutto di te.
Brava come sempre e ritorna su questa poesia, quando la tua bolla sarà minacciata, fa' ritorno a queste parole, a questo elenco di piccole e grandi gioie.

Recensore Junior
09/09/14, ore 21:02
Cap. 222:

Ehi ciao!
Non ho ancora finito di leggere tutte le tue poesie perche beh sono parecchie!! La tua idea di creare una poesia per ogni giorno dell'anno mi ha davveroincuriosita molto e così eccomi qui :)
Ora, perchè partire da 10 agosto?? semplicemente perchè è il giorno del mio compleanno ^.^
Mi è piaciuta un sacco ! anche io odio gli addii sono praticamente allergica e quindi la poesia riflette una parte di me lol
Mi piace inoltre il tuo modo di scrivere (se così si può dire di una poetessa) anche se purtroppo non posso fare altre critiche costruttive poichè la mia conoscenza nel campo della poesia limitata, dovrai accontentarti del mio semplice giudizio :)
Una curiosità.. la poesia è una tua dote che usi senza sforzo o è una passione che cerchi di imparare in qualche modo? per meglio dire.. tutti possiamo essere poeti o c'è bisogno di un qualche potere speciale? ahaha
(non sono infantile solo un po' strana *imbarazzata* )
Meglio finirla qui e smettere di annoiarti :)
Continuerò a leggerle con calma,
Emily_19 <3

Recensore Master
08/09/14, ore 08:11

Molto bella. Mi piace questo tuo new entry, ossia un tocco di umorismo in più. Una comicità seria che si adatta alla poesia in parte malinconica...Forse malinconia non è l'aggettivo giusto, ma non so come esprimere quella parola che descrive una cosa pensierosa...(ok JB, oggi ti sei proprio superata eh xD).
Fatto sta che hai scritto un altro capolavoro ;).
-JB45

Recensore Master
06/09/14, ore 15:09

Bellissima! Mi piace questo mix di calma, serenità e agitazione. Mi piace lo stile antico in cui si trovano queste cose belle.
Belle per davvero come la tua poesia.
la buon vecchia -JB45

Recensore Master
29/08/14, ore 21:22

Anche questa poesia mi ha lasciata di stucco!
Tu sei magica...Io non so come fai ogni giorno a creare capolavori.
Io ci metto un mese per crearne una!
Bhe, non fare la furba, tanto scoprirò il tuo segreto! Ahah, scherzo, so che tu ci metti la volontà e l'impegno.
Mi piace la seconda strofa, molto descrittiva e mi ci rispecchio un po'.
Brava, brava, come sempre.
<3
-JB45

Recensore Master
27/08/14, ore 09:19

Bellissima poesia! E poi con tutti questi paragoni e aggettivi...Anche a me capita ciò che hai detto: una sensazione di vuoto, di non esserci più.
Brava, mi sorprendi sempre più.
-JB45

Recensore Master
26/08/14, ore 14:56

Ciao! Oggi mi hai fatto pensare ad una sera d'inverno (non so perché XD). Sai, mi è capitato anche a me di leggere, ma pensare a tutt'altro e starci molto su una frase o parola per poi capirne il significato o connettersi per arrivare alla frase. Oppure leggo e mi si crea un'atmosfera di silenzio delle voci, dove scorrono pensieri, talvolta legati alla lettura...Eh beh che ci vuoi fare? A volte tra le nuvole ci siamo un po' tutti ahahah.
A parte l'umorismo, bellissima poesia.
A presto!
-JB45

Recensore Master
25/08/14, ore 18:46

Ciao! Scusa l'assenza, ora cercherà di recuperare. Non ti prometto nulla di istantaneo, ma cercherò di farlo.
Riguardo alla poesia, devo dire che è bellissima. Mi sono mancate molto questi tuoi componimenti pieni di emozioni. Con questa tua mi hai fatto vivere una notte, stellata e con un sogno.
Molto bella, tu sei davvero incredibile!
-JB45

Nuovo recensore
21/08/14, ore 04:08

Non penso che recensirò ogni capitolo, o almeno, non tutti, ma mi sembrava doveroso informarti che citerò uno dei tuoi versi di questo componimento da qualche parte: nelle mie storie, in qualche lettera, chissà...
-Serena-

Recensore Veterano
20/08/14, ore 13:07

Sai che la scoperta del riflesso condizionato risale a centoundici (111 - che numero curioso) anni fa? [Questo mi ha fatto pensare ad una cosa strana. Centoundici anni fa mi sembra tantissimo tempo, cento anni fa invece molto meno. Considerando che la prima data varia solo dell'11%, allora devo avere una percezione distorta del tempo, uhm. A te la differenza che impressione fa?]
Ma okay, passiamo a questa tua splendida poesia (non è colpa mia se divago, sei tu che hai scritto del riflesso condizionato e non è colpa mia se Pavlov nel 1903 sventolava a destra e a manca le sue scoperte, sono innocente *sweeteyes*) che ha un titolo particolare e una premessa ancora più particolare. Quella con Viola sembra una piccola storia - vera - fra due delle tante vite del mondo che per qualche ragione e per qualche tempo si sono intrecciate (in un medesimo gomitolo) e che oggi, o ieri, è riaffiorata, ha trovato nuova linfa e nuove parole e in un certo senso una continuazione, anche con questa tua poesia con dedica.

Il tuo punto di partenza è un punto a suo modo fermo nella tua ricerca poetica e probabilmente esistenziale, è la fissazione che hai per lo scorrere del tempo e per le conseguenze che comporta; ti immagino osservare ogni piccolo mutamento come farebbe il buon vecchio Pavlov (giusto per restare in tema) e relazionare in versi quello che davvero trascende la semplice facciata dei "dati", perché non possiamo e non potremo mai ridurre il tempo ad un'equazione fisica ed illuderci che sia tutto lì. E non è poi troppo sorprendente constatare che ci sorprendiamo dello spazio-tempo a partire non dalle ancora semisconosciute particelle subatomiche o dalle leggi della fisica quantistica, bensì dalla comune vita "di ogni giorno" a cui non possiamo non attingere, è una riserva illimitata e costante (e certa, al contrario d'ogni teoria) di "informazioni" e di motivi di stupore.

"Il punto è che il tempo passa e tu te ne accorgi
solamente in un secondo momento; te ne accorgi
quando i fiori iniziano ad estinguersi sopra il balcone
e te ne accorgi quando i capelli ti si allungano a dismisura."

Il punto è che, davvero, sembra impercettibile a tratti il tempo, nonostante pervada ogni azione e pensiero; forse è una necessità, non credi? Non potremmo altrimenti sopportarne lo scorrere più di quanto non sopportiamo un lavandino che gocciola e che non sprofonda nel silenzio abissale della notte. Sarebbe fastidioso (come me quando inizio a divagare o a raccontare aneddoti storici - mio fratello non ne può più di me, lol).
E poi ci sono quegli indizi ricorrenti e quel riflettere (sul tempo che scorre) fa ritorno; è come una piccola pena che ci accorgiamo di dover sopportare solo quando ricorre. Ricordo che da bambino c'erano volte in cui pensavo al respirare - e intendo proprio l'atto del respirare. E in quei casi ogni atto del respirare diventava più volontario che semi-involontario, mi pesava, smettere di pensare che stavo respirando era qualcosa di insopportabile - significava per me smettere del tutto di respirare e così prendevo a trattenere il respiro, finché non ce la facevo più. E allora riprendevo a respirare regolarmente e aspettavo il momento in cui avrei dimenticato di pensare che stavo respirando, dicendo fra me e me che non dovevo più pensare a quel "respirare", in modo da dedicarmi ad altro. a cosa buffa è che poi quel pensiero e quel respirare si faceva talmente ivadente da impegnarmi del tutto in quei minuti. Cosa per me strana, perché fin da piccolo sono stato 'multitasking', nel senso che sempre a quell'età, alle scuole elementari capitava che mi facessero leggere ad alta voce, lentamente, e allora mentre leggevo cominciavo a viaggiare con la fantasia e poi mi ritrovavo ad aver finito di leggere e non ricordare cosa aver letto, perché nel frattempo mi ero completamente ditratto. Ma almeno leggevo correttamente, lol.
Ho girato un po' intorno al problema per dire che, forse, riusciamo a sorridere pensando allo scorrere del tempo proprio perché abbiamo la possibilità di non pensarci durante il resto del tempo, liberandoci dalla parte opprimente e invadente del tempo (che poi riemegere con forza e insistenza quando si va a fare la fila in banca o alle poste, ehr).

"Ma ci sono sempre cose che ti stupiscono e che ti fanno
ritornare il sorriso e la voglia di andare avanti: c’è questa
piccolezza umana che le persone chiamano amore che,
forse, è davvero l’ingrediente segreto di ogni cosa;"

E qua ti sposti verso l'altro tema che ti ossessiona, e sì, lasciamelo pure dire che ti ossessiona. L'amore. Hai pure tentato di definirlo alcune (parecchie?) poesie fa (le tue poesie diventeranno presto un metro di misura ufficialmente riconosciuto, tzé), con qualche successo, e in questa poesia lo leghi al tempo in una connessione reciproca in cui l'amore è però la chiave di significazione all'esistente. Mi piace come parti con il dire della "piccolezza", che fa ben risaltare come l'amore non sgorga dall'appariscente e hollywoodiana teatralità tipica del gigantismo moderno, ma viceversa abbia origine nelle piccole cose di ogni giorno, in quella piccolezza così caratteristica (è l'impronta di ogni città, ben al di là dei soliti monumenti più rinomati) che è frutto d'una personalità (che sia d'una persona o di un edificio o di un cielo) ben definita, l'ingrediente in grado di insaporire lo scorrere del tempo, altrimenti troppo poco propositivo e poco metaforico per le nostre menti che, prima d'essere razionali, sono poetiche, nate con l'epica. Come potremmo accontentarci di vivere per vivere, senza quell'amore che riempie di sensi e significati la nostra vita quotidiana, senza quel caratterismo?

"e sto sorridendo come una bambina sciocca e fasulla
da delle ore intere, nonostante il freddo e sebbene la notte
sia precipitata con violenza inaudita sui miei occhi, perché
a rileggere quelle quattro parole messe in croce mi sono emozionata"

Molto belli questi versi, con il freddo ricorrente delle ultime poesie
[e con i piedi freddi che sono divenuti una specie di tropos e ho una ipotesi in proposito: secondo me ti sei finalmente convinta a gettare tutti quei calzini dai colori orrendi che possied(ev)i e solo dopo ti sei resa conto d'essere rimasta senza - erano tutti orrendi. :( 
Questo spiega analiticamente e con precisione il perchè dei piedi freddi, eh sì]
e stupendo il terzo verso e immagino l'emozione.

"Nessuno sceglie chi, cosa o come amare; è irrazionale
e razionale insieme; ci s’innamora ogni giorno della vita, di lui, di lei,
di una persona ed il bello è proprio qui: nel gomitolo di sensazioni
e nella decisione di portarle ad un livello superiore, di lottare,
di ribadire i propri diritti, che si scioglie, dipanandosi lentamente
nel tempo."

Qua ritorna la tua vena leggermente polemica, sempre pronta a sostenere (giustamente) i diritti ad amare in maniera incondizionata, senza pregiudizi sulla natura e sul sesso, ritorna però senza intenzione di discutere, solo perché la tua convinzione sull'amore, platonico o meno che sia, ha trovato conferma, lungo il percorso dei tuoi pensieri, in questi versi che trattano lo scorrere del tempo, le piccole cose e la sovrastruttura ordinatrice d'amore. E tutto è partito dalla scombio di uno o forse due messaggi con un'amica lontana (rispetto ai nostri parametri) nello spazio-tempo.

E sì, vale la pena sorridere quando si trova un motivo valido per farlo - e vale la pena estendere il sorriso a tempo indeterminato.

Bella poesia, bello lo spunto che (in parte) hai voluto condividere con noi (e immagino tu abbia voluto condividere solo l'essenziale, per una questione di rispetto verso Viola che è assolutamente comprensibile e condivisibile), belli questi versi, bella tua tua capacità di lasciare che le piccole cose t'emozionino, bello il tuo lasciarti catturare dallo scorrere del tempo e bello il modo in cui continui a credere nell'amore, con ferma convinzione (e fede?), nonostante tutto.

Complimenti anche per lo sforzo un po' immane, hai pubblicato tantissimi versi in così pochi giorni!

E scusa se t'ho rubato sin troppo tempo con questa recensione infinita xD

Recensore Veterano
18/08/14, ore 23:30

Sai, rileggendo questa poesia mi domando se sia ispirata a qualcosa accaduto quel giorno esatto, nei dintorni o in un tempo più 'remoto'. Certo è che hai tentato di descrivere un ben preciso fotogramma con dei versi che sembrano fare solo ed eslusivamente da preludio agli ultimi due, un distico che rivela la sofferenza e che scopre l'arma tagliente che causa più dolore ai nostri giorni in Occidente, tempi in cui abbiamo la fortuna (...) di lasciare che siano le parole a spezzarci i cuori e non i colpi d'artiglieria a squarciare i nostri toraci, come accadeva esattamente cent'anni fa lungo tutti i fronti di guerra. Oggi ci feriamo in maniera subdola, siamo più infimi e vigliacchi, ci nascondiamo dietro apparenze appositamente realizzate per ingannare noi stessi (esattamente come cent'anni fa, tutti credono di essere nel giusto - nessuno si comporta male).
Ti chiedi:

Lo sai che rumore fa un cuore
quando si spezza?


Ma chi ti dice che voglia saperlo? O chi ti dice che non lo sappia già?
Spesso a ferire è chi in passato è stato ferito, spesso chi ferisce non vuole e non può mettersi nei panni di chi è maltrattato, sarebbe uno sforzo ingiustificabile davanti alla coscienza malsana di chi agisce in maniera cattiva.
Sarò un po' pessimista, ma io credo che ci sia del cattivo (come del buono d'altro canto) in ciascuno di noi, che noi tutti nella nostra vita passiamo almeno una volta attraverso il ruolo di parolieri carnefici e non credo in un mondo di santi, non ci credo.

"Il cuore s’incrina, si spezza, si ricuce
con filamenti di dense scuse e di apatiche
giustificazioni; ma si può spezzare;
si può calpestare, si può frantumare."

Sì, questo ci permette di essere cattivi, questa intrinseca debolezza è la chiave dell'accesso al potere, hard o soft che sia. Il nostro è un mondo asimmetrico perché composto da cuori spezzati in punti e in gradi diversi. Tu hai descritto il primo livello, quello più superficiale (ma pur sempre doloroso e sanguinante):

"Ha il suono di una risata libera e leggera;
ha il sapore di un singhiozzo trattenuto
davanti ad uno specchio appannato;
ha il profumo di un abbraccio morbido
ed amorevole – famigliare, forse."

Non penso che vada sempre così. Si può arrivare a spezzare un cuore così gravemente da comprometterlo per sempre, da estinguere la sua voglia di battere ancora. E possono bastare soltanto le parole, si possono commettere interi omicidi con poche e simboliche parole, questa è la spaventosa eredità lasciataci dai greci, un dono che solo con il passare dei secoli si è rivelato in tutto il suo splendore e in tutta la sua crudele onnipotenza.

---

Forse mi sono lasciato un po' andare in divagazioni che si sono allontanate dal sentiero tracciato dai tuoi versi, ma lo sai, che le tue parole mi facciano riflettere e divagare è, per me, più che un complimento: sono parole che dicono qualcosa e che non si limitano a girare intorno al vuoto dei luoghi comuni e degli artifici retorici. Sono parole graziose e vivaci le tue, sempre.

Complimenti!

Recensore Veterano
18/08/14, ore 12:21
Cap. 220:

Non potrei essere più d'accordo con te. Il mondo cambia e anche noi ci illudiamo di cambiare, ma in realtà siamo soggetti a ben poche modificazioni e anno dopo anno ci ritroviamo sempre a bussare a quella parte di noi che non possiamo semplicemente staccare e posare in qualche scatolone, come vorremmo fare, catalogando come vecchiume quello che di noi non ci va più a genio. Forse hai un po' esagerato, perché dopo la prudenza iniziale poi parli addirittura d'uguaglianza, come se dopotutto il tempo nulla togliesse alle congruenze fra il bambino, il ragazzino, l'adulto, l'anziano. E io non penso sia così; e non mi riferisco agli ovvi segni dell'età, quanto piuttosto al ruolo degli eventi, che influiscono sui nostri sogni e sulle nostre paure e influenzano il nostro modo di vivere ed attendere i prossimi sogni e le prossime paure. Eppure i nostri sogni e le nostre paure sono, sì, più o meno sempre gli stessi; evolvono in maniera lineare e prevedibile agli occhi della nostra coscienza, che ci conosce fin troppo bene, sono pezzi che combaciano perfettamente e ci rendono quello che siamo; secondo me è una benedizione, perché ci definiscono, ci attribuiscono un valore determinato con un certo errore relativo e non un valore indeterminato, assolutamente relativo. Io mi ci rivedo in quei tuoi versi finali, assolutamente; quel bambino che ero talvolta mi appare distante anni luce da quello che sono (e non è semplice dire cosa io sia adesso), ma poi alzo lo sguardo al cielo e m'accorgo che mi incanta come quando avevo dieci anni e allora capisco che sì, sono lo stesso bambino di tredici anni fa.

Poesia tanto tenera, brava!

ps. nel testo c'è qualche maiuscola fuori posto, è stata una cosa intenzionale o una svista?

Recensore Veterano
17/08/14, ore 20:43
Cap. 219:

È vero, è fantastico e meraviglioso quando due persone riescono a capirsi con poche o senza parole. Succede grossomodo in due casi: nel primo l'esperienza e l'abitudine ci fanno conoscere talmente bene una persona da renderla prevedibile nel bene e nel male, comprendendo i suoi atteggiamenti e le sue risposte somatiche e comportamentali e interpretiamo correttamente certi segnali che con il tempo si sono fatti chiari. Insomma come se impariamo un'altra lingua, quella di un individuo con cui condividiamo tanto, troppo tempo. Questo è il caso più comune e meno eclatante; l'altro è davvero più sorprendente. Capita anche, come descrivi con questi pochi versi, che due persone si capiscano "al volo", non tanto per via dell'esperienza quanto per un'affinità/sinergia che certo un po' si crea, ma che trova un fondo comune da cui attingere. Non penso che nasca dal nulla; forse è la somiglianza in qualche modo a rendere le persone capaci d'una tale telempatia (scommetto che ti piace come neologismo tra telepatia ed empatia :3), qualcosa di simile a delle correlazioni e a un sistema di rimandi. E noi:

"tanto in tanto ci stupiamo di
quest’immensa ed assurdamente
ironica telepatia con talune persone."

"E, davvero, non servono tante parole,
troppe parole, spesso, per farci
capire, per apprezzare, per entrare
in sintonia, per accarezzare, per baciare,
per sospirare, per consolare, per viverci."

Perfino vivere diventa un affare più semplice da gestire grazie a questa "ironica tele(m)patia", le parole lasciano più spazio alla vita, ai gesti, agli sguardi, alle carezze, alla risate, alle lacrime, lasciano che le labbra si schiudano meno spesso, le rendono più pregiate.

"Credetemi, ve lo dico a cuore e cervello
aperto su un tavolo operatorio metaforico:
non servono tante parole, troppe parole."

Il guaio è che solitamente di parole ne servirebbero troppe. Trovare persone con cui ne bastano poche è un piccolo miracolo.

Poesia un po' "spicciola", però si vede che è molto sentita e che hai parlato con il sorriso sulle labbra, tipico di chi sa di cosa scrive. Brava!