“E’ mio fratello” disse all’improvviso la voce metallica di Shiroki “Mio fratello gemello, per essere chiari. Se non c’eri arrivato, Jaegerjaques” concluse beffardo, prima di prendere Ichigo per un braccio e tirarlo contro di se, per poi stringerlo in un abbraccio possessivo.

Questa volta non c'erano compromessi, niente scappatoie, niente mezzi per prendere tempo, nemmeno per una mente geniale come la sua, perché non aveva nulla da negoziare con chi desiderava unicamente il suo dolore.
Con la minaccia di Thanos sempre più vicina, Tony si sforza di far funzionare una problematica alleanza e deve scegliere cosa è pronto a sacrificare per salvare il mondo.
Seguito di "Like a mirror".

Alcuni passaggi potrebbero disturbare certe persone, ma se siete tipi/e temerari/e e di mente aperta non abbiate paura a leggere ^^ E soprattutto...non fermatevi a leggere solo il prologo u.u
"...La sua voce mi fece venire i brividi, era forte e profonda, ma dolce e vellutata, poi sentivo la sua stretta, le sue braccia forti mi circondavano, le sue mani mi stringevano, alzai gli occhi tuffandomi in due di colore castano scuro, screziati di ambra, quei due occhi avevano una strana forma, erano fini e allungati, il suo naso così buffamente e leggermente schiacciato e quelle labbra rosee, carnose e perfette, i capelli erano folti e color pece, non avevo mai visto una persona così.
Sorrise lasciando vedere una fila perfetta di denti, ma non aveva i canini allungati, ora che lo osservavo, non sembrava della mia razza..."
...Alieni, gatti e umani.

Alcuni mesi dopo la battaglia di New York, il dio Loki riappare alla Stark Tower in circostanze caotiche. Questa volta però sta cercando di fuggire. Tony Stark rimane coinvolto nella battaglia e viene rapito insieme all’Aesir. Riusciranno i due a stabilire una tregua per poter fuggire? E anche se ci riuscissero, come è possibile fuggire da un angolo così remoto dell’universo, talmente lontano dai Nove Regni che nemmeno Loki conosce la via per tornare a casa? Nel frattempo comunque, devono cercare di sopravvivere.
[FrostIron]
[Traduzione ad opera di Elwen e Geishasoul]

“Maledizione!!!” sibilò Izaya, ancora carponi sul gabinetto, mentre con la mano destra si riavviava i capelli, cercando di darsi un tono. L’inconscio e da un paio di settimane anche la vita gli avevano giocato nuovamente un brutto scherzo, riesumando dal passato stralci di memorie che aveva cercato di reprimere in ogni modo. Da un po’ di tempo la realtà stava sgomitando prepotentemente per tornare a galla e stavolta non avrebbe ceduto.

Ichigo e Grimmjow erano nemici quando erano giovani. Sono nemici anche durante le superiori, ma attraverso rivelazioni su loro stessi si avvicinano sempre di più fino ad innamorarsi. Una storia di odio che diventa amicizia che diventa amore, due persone che sembrano scontrarsi ancora e ancora nonostante l'odio e la violenza li separino, e qualcosa che non muore mai, non importa quanto la gente tenti di sopprimerlo.
Note: questa fanfiction è stata tradotta dall'inglese. Di conseguenza tutti i crediti vanno a quixotomy, ossia l'autrice originale.

Dominik è un pianista ceco…e cieco.
Suona il pianoforte da quando ha sei anni, e a 13 ha lasciato Praga per raggiungere Milano e studiare al Conservatorio Giuseppe Verdi.
A 18 anni è una promessa della musica, con la passione per Mozart e Chopin.
Suona il piano perché è come vedere i colori.
Vive per la sua musica, ma si ritroverà a dividere il bilocale in cui vive con Federico, un barista estroverso e terribilmente disordinato. Federico, però, gli insegnerà che i colori non sono solo nella musica.
A lui piaceva l’arancione; la mamma diceva sempre che era un po’ come il calore delle coperte d’inverno, quando fuori faceva freddo e si mettevano a dormire insieme.[...]
Gli avevano insegnato le note, l’adagio, il notturno. Gli avevano insegnato Mozart, Chopin, Bach.
Nessuno, però, gli aveva insegnato di quanto fosse bello il calore di un bacio.
Quello, doveva essere il rosso.
Revisione in corso. Ci saranno modifiche importanti.

Iron Man era morto.
Non la sua parte più debole, immorale e fastidiosa, perché Stark c'era ancora, almeno come involucro fisico del genio dissoluto che aveva monopolizzato la tecnologia degli ultimi decenni; ma l'eroe che aveva protetto le persone, ed era davvero riuscito a convincere se stesso della propria utilità, era caduto, sconfitto dalla sua stessa impotenza.
Non sono stati i suoi compagni a fare irruzione nella cella dov'era prigioniero e gli è bastato un respiro per sapere che non doveva aspettarsi salvezza ma solo un altro tipo di tormenti.
Mentre fissa il ghigno trionfante del più pericoloso nemico degli Avengers, Tony si chiede se la cosa gli importi davvero.

Ogni mattina in America uno sfigato si sveglia, sa che deve correre più in fretta del figo di turno o le prenderà di brutto. Ogni mattina in America un figo si sveglia, sa che deve correre più in fretta dello sfigato o non riuscirà a spaccargli il culo. Ogni mattina in America non importa che tu sia un figo o uno sfigato: è meglio che cominci a correre.

Odiava il giorno, odiava la notte.
L'unica cosa che apprezzava? Il crepuscolo, forse, quando giorno e notte si univano, diventando un tutt'uno, per poi sparire.
Ed andava avanti, di giorno in giorno, fumando sigarette, inghiottendo nicotina, giorno dopo giorno, standosene rintanato in casa a giocare a videogiochi il giorno, e girando di locale in locale la notte, per distrarsi.
Ogni notte una donna diversa...
Mai, mai avrebbe pensato di innamorarsi di lui...

(In fase di riscrittura)
[Levi x Eren]
[Spoiler per il manga! Riferimenti al VN!]
Per chi nasce in questo mondo, l'amore è qualcosa d'insignificante.
"Una volta, hai detto che sono un mostro."
"Non per lo stesso motivo degli altri."
"Ed ora? Che cosa vedi, quando mi guardi?"
Per chi nasce in questo mondo, la felicità è qualcosa d'incomprensibile.
"Siamo ancora vivi, Levi?"
"Non mi è concesso morire prima di te, moccioso."
"E dopo di me? Sarai ancora vivo, dopo di me?"
Per chi nasce in questo mondo, la vita è qualcosa d'infinitamente fragile.
"Che cosa ti ha fatto Eren? Che cosa ti ha dato per ottenere un simile potere su di te?"
"La pace..."
Accusati di tradimento, molti membri della Legione Esplorativa sono costretti alla latitanza. Dopo sei mesi passati da soli nelle terre perdute del Muro di Maria, Eren è prigioniero di un sogno senza fine all'interno di un bozzolo di cristallo e Levi è l'unico custode di una segreto che vuole convincersi non esista e non sia mai esistito.

Slash Ramsay/Theon
Theon viene invitato nella camera del suo signore per fare un "gioco" ma di che si tratterà? Leggete per scoprirlo.. Ma posso dirvi che da subito dopo quel gioco le cose non saranno più le stesse.

Premessa: Questo è un universo parallelo, in cui ne Asgard ne Jotunheim sono mondi stellari, ma terresti. Mondi in cui uomini, dei e mostri convivono, come in un unico pianeta. Asgard è la terra degli immortali, degli dei, Midgard il reame dei mortali che servono Asgard per loro scelta. Mentre Jotunheim è uno dei Regni Nemici che osteggiano la pace di Midgard e la gloria di Asgard.
Dedico questa Fanfiction a Callie_Stephanides, poiché quelle da lei scritte mi hanno spronato a scriverne di mie! Grazie!

Ichigo cammina lentamente lungo la strada di ritorno, imboccando la via più breve per tornare a casa; attraversa il cospicuo muro di nebbia, tagliandolo come la punta di una barca fra le onde del mare. L’umidità aderisce alla chioma ramata, appesantendone le ciocche ribelli che ricadono dolcemente su parte della fronte e lungo il volto delicato. Le iridi nocciola fissano mestamente l’asfalto proteso di fronte a sé, la mente vaga fra i recenti ricordi di quanto accaduto quella mattina: non ripensa più al calore rassicurante delle coperte, alla comodità del sofà, al piacere di dormire fino a tardi il giorno seguente e svegliarsi quando il pranzo è già servito sulla tavola. Si maledice, mordendosi un labbro per lo stato pietoso in cui è caduto da quando quel ragazzo, di cui conosce a malapena solo il nome, ha fatto irruzione nella sua classe e, ora è possibile affermarlo, anche nella sua vita: Grimmjow Jeagerjaques.
(TEMPORANEAMENTE SOSPESA PER MOTIVI DI STUDIO)

Per quanto tempo dovrò stare qui? Tanto. Il più possibile. Per sempre, se ci riesco. Non voglio uscire, non voglio camminare in mezzo alla gente, non voglio respirare lo smog che pervade l'aria, non voglio stringere la mano a qualcuno.
Non voglio fare niente.