"Prima di uscire dalla macchina Robert si guardò intorno, per fortuna in giro non c’era anima viva . Ma aveva un altro, orribile e opprimente pensiero che gli martellava la testa: se li avessero scoperti tutto sarebbe andato a rotoli, l’intera band ne avrebbe risentito, sarebbero stati tartassati da critiche, giornalisti, omofobi e quant’altro. Non riusciva a vivere con questo macigno sul cuore. Lui avrebbe voluto continuare ad amare il suo James, avrebbe voluto ancora abbandonarsi ai suoi abbracci, alle sue carezze ,ai suoi baci, alle sue luminose risate. Avrebbe voluto ancora condividere con lui quei momenti di gioia, come quando entrambi si toglievano le quotidiane maschere che indossavano, che li mostravano al mondo come semplici amici, per poi ritornare ad essere fidanzati, pur se di nascosto.

C'era luce dappertutto, sul suo viso e nei suoi occhi; passava sopra la capote rossa dell'auto facendola risplendere di scintillii da ferire gli occhi. Pareva quasi che il tempo stesse scorrendo all'indietro; dall'inverno passasse ad un repentino autunno e lì si fermava, sospeso. Sospensione. Rimase immobile sull'uscio.
L'aria odorava di freddo e sole, nel nevischio che ricopriva il terreno si distinguevano nette le tracce delle ruote dell'auto. Presto la brina si sarebbe sciolta, però, cancellandole.
La portiera della jeep si chiuse e l'uomo che n'era sceso batté i piedi sul terreno indurito, sollevando una nuvoletta bianca. I suoi capelli scintillavano come filoni d'oro; lui, fermo sulla porta, pensò che avrebbe potuto contarli uno per uno anche da lì, per come la luce ci giocava: contarli gli avrebbe dato il tempo di riempirsi di nuovo i polmoni, di staccarsi dallo stipite a cui si era appoggiato. Avrebbe voluto correre verso di lui e lanciarsi fra le sue braccia, ma il sole che gli si rifletteva addosso e si spandeva attraverso i rami spogli degli alberi l'avevano lasciato immobile, incantato.
I credits per il nuovo titolo vanno ai Queen ^^

Quando Grant arrivò, più o meno all'alba, per sincerarsi delle condizioni del suo protetto, li trovò che dormivano tutti e tre nello stesso letto, stretti come cuccioli.
Jimmy teneva le braccia avvolte al collo di Robert, che aveva il mento affondato fra i suoi capelli ed un braccio a stringerlo in modo che il petto del moro fosse per metà sopra il suo. L'altro braccio Plant l'aveva attorno alle spalle di Bonham, che dormiva per metà penzoloni fuori dal letto, e l'altra metà allungata sugli altri due.
Peter faticò a trattenere una risata. «Quanto siete checche, ragazzi» mormorò, e forse il ghigno che solcò le labbra di Page fu la reazione ad un sogno piacevole, non alle sue parole. Ma con quel bastardo non si poteva mai sapere, ed era pure meglio non fidarsi.

Era l'amore di un ragazzino troppo giovane, che non sapeva niente del mondo, e che con la sua dolcezza, i suoi occhi perennemente sgranati, e la sua falsa sfrontatezza, aveva sciolto la corazza dell'altro, fino a far tornare anche lui un po' più bambino, un po' più innocente. Era un amore che faceva quasi paura nella sua diversità e forza; quel tipo di amore travolgente che non lascia scelta, che ti obbliga a nasconderti, con momenti tanto bui e senza sbocco da spingere alla disperazione - che però venivano immancabilmente spazzati via, dimenticati, sommersi da quelle ondate di calore e felicità che potevano darsi solo l'un l'altro.
Se non vi piace lo slash, fareste decisamente meglio a non leggerla .-.

Pink Floyd.
[...]Syd Barrett era un ragazzo bellissimo, nessuna pop star poteva davvero rivaleggiare con lui, a quei tempi, non di certo Lennon, non quella scimmia ossuta di Jagger, nemmeno Plant poteva, su questo non c’erano dubbi. Forse neppure Bowie avrebbe potuto.
Era una costellazione a sé, lui, un intero nugolo di stelle dai colori sgargianti e dai campi gravitazionali incerti. [...]