Potevano anche essere gli uomini che avrebbero dominato il mondo e forgiato catene in grado di soggiogare le nuvole, ma ci sono cose che il fisico umano non può sopportare.
Essere imbavagliati dal ghiaccio era una di queste.
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"E' questo che sei, Friedrich?" Gli occhi di Albrecht si erano lievemente spalancati, le mani gli tremarono, ma poteva davvero fargli paura chi aveva pianto sul suo petto, scosso dalla stessa diffidente claustrofobia di essere macchie bianche su un lenzuolo nero? No. Non poteva.
"Il loro tedesco?"
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Parole fantasma, inconsistenti come nebbia.
E come nebbia s'insinuarono in Friedrich, riempiendogli il naso dell'odore pungente del dubbio.
Parole così labili e piccole e sbiadite che Albrecht avrebbe potuto venir fucilato soltanto per averle pensate. Perché uccidere per delle parole fantasma?
Perché il Terzo Reich temeva tanto le parole degli spettri?

Quante volte avrebbe voluto averlo fra le braccia le notti in cui dormiva da solo e sentiva nel dormiveglia le lacrime sul cuscino perchè non avrebbe mai potuto dirgli quello che adesso, dopo il bacio più bello della sua vita stava per sussurrargi all'orecchio...
-Scusami, ma ti ho sempre amato...

[I ragazzi del Reich]
Urlo. La neve mi cade sulle guance, la sento, riesco perfino ad avvertirne il profumo.
Odora di menta.
( One shot incentrata sulla visione di Friedrich della sua amicizia con Albrecht.
ACHTUNG : accenni a slash. Don't like, don't read. )