Recensioni di Miryel

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Recensione alla storia L'ultimo giro di valzer – Frammenti di futuri contingenti - 01/09/20, ore 16:45
Capitolo 6: I.5
non alza lo sguardo e non parla; forse è troppo impegnato a tenersi a galla.
Che dire...
Mia cara **
Finalmente torno dalle vacanze e finalmente posso proseguire questa raccolta e visto che ho un po' di tempo prima di andare a lavoro, ne approfitto e ti leggo e mi faccio sia del male che del bene. Del bene perché leggerti è sempre un piacere, del male perché questo piccolo frammento di vita mi ha spezzato.
Quando racconti di questi ragazzi ti impegni a non lasciar nulla al caso. Sono giovani, guerrieri, abituati alla guerra, la battaglia la ricercano, ma le dovute conseguenze quando questa finisce, crolla loro sulle spalle. Ognuno di loro ha il proprio modo di superare quel limite che è l'apatia, il sentirsi spaesati, quasi non più parte di un mondo che fino a due minuti prima è appartenuto loro. Duo che ha i propri spettri che lo assalgono, lo soffocano, e che sono così realistici... ho pensato che invece di spettri siano per lo più le anime dei morti in battaglia che lo perseguitano, dunque... spettri più reali di così non esistono. Poi dimmi se sbaglio ma l'ho interpretato come un vero e proprio peso addosso, palpabile, reale, che ha nomi e cognomi...
Trowa che sembra aver acquisito sensibilità nell'anima ma non nel corpo, come se tutto gli scivolasse addosso ma all'interno, appunto, stesse bruciando. Una sensazione che si conosce, quando soffri, quando cerchi di rimanere al di là del dolore ma allo stesso tempo lo senti. Gli darei il nome di ansia ma è molto più di questo.
Quatre mi ha un po' distrutta psicologicamente, perché gli ho attribuito troppi significati a quel "tempo", che non ha o che decide di non avere. Lo usa per lo più per struggersi? O per dimenticare ciò che è stato? Per fingere che sia tutto normale? O usa quel tempo per dedicarsi una punizione fatta di pensieri? A volte diamo al tempo la colpa per le cose che non facciamo, quando invece siamo noi gli unici padroni di esso. Non c'è peggior male di quello che ci infliggiamo. Dunque, forse sono io, ma ho dato molte interpretazioni alla sua parte... e, comunque, tutte sono devastanti.
Wufei, invece, c'è. Gli insegna a non sparire, a dedicare il tempo a qualcosa che non sia il dolore, il ricordo e il passato che, comunque, alla fine porta sempre lì, con la mente alla battaglia.
Questo dolore per le guerre che distruggono e restano come un eco anche dopo la pace, è un argoento a me caro e non hai idea di come, ritrovarlo tra le tue dita, mi entusiasmi!
Non vedo l'ora di proseguire e lasciarmi raccontare ancora di loro. Mi mancavano, e me ne sono resa conto solo leggendoti.
Mi laceri il cuore ogni volta, quindi grazie ♥
Miry
Recensione alla storia L'ultimo giro di valzer – Frammenti di futuri contingenti - 11/08/20, ore 16:59
Capitolo 5: I.4
CARA,
Se c'è una cosa che amo di questa raccolta è il manto di malinconia e cruda realtà che ogni volta mi avvolge e mi distrugge. Quello che fai ogni volta è sviscerare la vita di soldati addestrati alla guerra ma che, comunque, restano dei ragazzi.
Ho amato oltremodo il tuo modo di distinguerli, in questo caso, con delle differenziabilità, parlando un po' dei difetti o dei pregi, o dei gusti o, non meno importante, le speranze. Che forse nemmeno ci sono.
Il fatto della vista l'ho trovato geniale. Non so, forse ho male interpretato, ma ci ho visto un modo di esprimere non solo ciò che si può vedere attraverso gli occhi, ma anche attraverso l'anima. In Wufei ci ho visto il rifiuto di vedere la realtà: quel "gli occhiali da lettura gli fanno venire gli occhi rossi", l'ho visto come un "vedere ciò che ho interno fa male, mi distrugge. Preferisco non vedere da vicino e restare lontano da ciò che fa male. A ciò che sarebbe potuto essere". Ovviamente se sto dicendo delle baggianate non esitare a dirmelo, eh!
Su Quatre c'è una dedizione ai dettagli che mi ha spiazzata; il fatto che "non sia capace a sognare", che prima della melodia di una canzone venga la matematica, lo rende esattamente ciò che è ma che non vorrebbe essere. Hai parlato di "Il privilegio e la tragedia della sua nascita" e non avrei saputo esprimere al meglio quel che lo attanaglia. Da come cuore e mente non siano l facce opposte e uguali di una stessa medaglia, che lo terrorizza. Cosa è in grado di fare e di pensare? Da brividi.

Trowa ha dieci decimi, è di poche parole e usate solo quando è il momento. È breve il pensiero di Heero su Trowa, ma intenso. Ne mette in luce i dettagli che sono proprio il suo passare inosservato, che fa di lui un'ombra, che è quello fra tutti che quasi sembra più abituato, meno schiacciato dal peso della guerra e metterlo prima di Duo, mi cara Sherry, è stato un colpo basso.
Eh sì perché il pensiero su Duo spacca, grattugia l'anima e il cuore, e pure il cervello.
Duo, lo spavaldo, il pagliaccio, il carnefice consapevole, il casinista, il falso allegro, che ha paura della solitudine ma allo stesso tempo la brama un po', perché forse sa d esserne destinato. Corteggia la morte e mi chiedo se, il mio pensiero sul fatto che la brami su di sé, sia esatto. Ma ho sempre avuto un po' l'idea che la morte sia affascinante agli occhi di chi combatte, che si macchia di omicidi, specie in un'età così giovane dove la vita dovrebbe regalare altro. Amore e un futuro, non sangue e disperazione.
Duo fa lo scemo, però alla guerra, poi, ci va lo stesso. ed è qui che è Duo, in tutto e per tutto. Un'unica frase che lo riassume, lo approfondisce; è il sorriso dietro la morte, la battuta dietro alla disperazione, la spavalderia dietro il senso di colpa.
Questa introspezione di Heero l'ho davvero amata, e anche se lui non si mette sotto il proprio giudizio, nella frase finale ci si infila in punta di piedi; perché come dici senza disarmonon c'è armistizio, e questo lui lo sa benissimo.
Io non so che altro dire; è breve, ma così breve da catalizzare ogni emozione in ogni singola riga, composta dalle tue parole ricercate, da una sensibilità che riesci a incidere su carta, quasi facendola sanguinare. Fa male, malissimo ed è per questo che, ogni volta, mi rimani appesa al cuore e sento di non poterne fare a meno.
Leggerti e entrare nel tuo cuore è sempre un incantevole piacere ♥
Alla prossima,
Miry
Recensione alla storia L'ultimo giro di valzer – Frammenti di futuri contingenti - 03/08/20, ore 14:00
Capitolo 4: I.3
Carissima
e dunque eccomi qui a farmi di nuovo lacerare in due il petto e stavolta un sorriso me lo hai pure strappato, solo che era pregno di lacrime amare.
Ho adorato questo racconto perché è un ciclo. Parte con l'evolversi di una vita, che parte da quattordicenni che combattono una guerra e si sposta su adulti veri e propri che fanno i conti con i loro fantasmi del passato e,infine, ci lascia però con una consapevolezza: che tra la morte, la paura della stessa, l'accettazione, il dolore, le cadute, il perdersi i pezzi per strada, ci sono state anche unioni, qualcosa che ha portato inesorabilmente a cercare degli appigli e a trovarli. Con Duo e Heero, alla fine, io ho capito questo. La guerra ti cambia,ti trasforma e non finisci mai davvero di combatterla, eppure per rimanere aggrappato a qualcosa hai bisogno di qualcuno che ti comprenda, che sappia cosa provi e che, dopotutto, ti faccia sentire quasi normale.

Ognuno di loro ha avuto le sue turbe e le conseguenze le pagano solo dopo: chi si butta sulla caffeina e le sigarette, chi si lascia andare all'abisso e vive nell'ombra senza mia poter tornare in superficie. Wufei poi mi ha spezzato letteralmente il cuore... e il ricordo di Meilan non è solo un ricordo: per lui è lì, e gli serve sapere che c'è, forse anche solo per andare avanti e conservare un briciolo di dignità, di lucidità. E Duo che asseconda quel bisogno – quella convinzione, solo perché dopotutto cosa gli costerà mai? Magari Wufei non è più colui che ricorda, ma come dicevo all'inizio tra lo schifo della guerra, le perdite, le rinunce, essere dei burattini, hanno comunque trovato il tempo, ma soprattutto il coraggio, di crearsi dei legami. Quello che fa Duo è un gesto d'amicizia che, visto dal di fuori, fa tenerezza e per chi lo vive è un po' salvare e un po' essere salvati. Fare delle proprie abilità, come quella di essere abile a non farsi vedere e sentire quando va a sparecchiare, un atto di bene. Cosa che, per chi è un guerriero, non accade mai.
E infine quelle notti in cui lui e Heero parlano, riemergono tra la pece nera di una vita vissuta con addosso troppe responsabilità e troppe crudeltà; eppure trovano una via di fuga, mantenendo comunque il ricordo di ciò che è stato, perché alla fine hanno avuto questo e con questo convivono... e con la gioia, dopotutto, che almeno non sono mai stati soli veramente.
Okay, io ora ho bisogno di una barretta di cioccolata e hai detto che avresti provveduto... perciò io non so che altro dirti oltre che: amo, adoro... questo senso di malinconia che mi butti addosso e che è umano, per questo resta addosso e graffia tanto.
Tornerò presto, te lo giuro e intanto ti faccio i miei complimenti, perché mi lasci sempre senza parole ♥
Miry
Recensione alla storia L'ultimo giro di valzer – Frammenti di futuri contingenti - 01/08/20, ore 16:20
Capitolo 3: I.2
E Ciao di nuovo!
Che bella è questa flash? Okay, mi hai tipo aperto in due il cuore, in due momenti diversi, ma lo hai fatto però è inutile che faccio quella indignata, perché lo sanno tutti che l'angst è il mio pane quotidiano, che non ne posso fare a meno che il finale, che rincara già la dose sulla prima parte, mi abbia appagata moltissimo XD IL SADISMO, CHE CE VOI FA? Io amo uccidere i miei personaggi dopotutto u.u

In poche righe hai condensato tre fattori fondamentali:
1- la morte di Duo e la reazione di Heero
2- le bugie che si racconta per fingere che non ne stia soffrendo
3- il gesto quasi meccanico e incosapevole di farla finita perché no... non si va avanti senza Duo.

Ora, la mia OTP di Gundam Wing erano loro sebbene io sia per il multishipping dunque leggere tutto ciò alimenta una fiammella che era in me prima e che si era solo affievolita per colpa del tempo che passa, ma che non si è mai spenta davvero.
Heero si racconta le sue bugie, finge che tutte le conseguenze che la morte di Duo hanno portato siano in realtà cambiamenti che non sono veri cambiamenti. Che la fame non c'è mai stata, che i giorni sono sempre stati vuoti, che le missioni suicida le ha sempre accettate – e forse è vero, solo che adesso il vero intento è quello di non tornare più; quello che io chiamo il "suicidio occasionale", ovvero essere "codardi" perché non si ha il coraggio di farlo da soli in un momento esatto, ma ci si infila in situazioni dove la morte può arrivare, e se arriva la si accoglie. Come un mandante. Ed è un tema ricorrente in quelli che sono superstiti di guerra che però sul campo di battaglia c'hanno lasciato l'anima e non riescono a uscirne... e allora vogliono combattere ancora e morire di nuovo lì, sul campo, sperando di ritrovare l'anima e abbandonare quel mondo insieme a lei (scusa mi sono lasciata andare a pensieri filosofici ma è colpa tua ç_ç).

Duo è morto, non si vedevano da anni, ma quando sai che una persona a cui tieni – o tenevi è viva, speri che un giorno si torni a guardarla negli occhi. Sapere che Duo è morto significa non poter avere quell'occasione ma, soprattutto, averne sprecate molte nl passato. E inziano i dubbi: avrei dovuto chiamarlo. Avrei dovuto tornare da lui. Avrei dovuto colmare le distanze, perché la morte ti coglie e non ti salva mai. È l'ultimo walzer.
E quasi senza accorgersene Heero fa la scelta di colmare la vita, con la morte. Perché l'apatia non ti dà più motivo di andare avanti e persino concedersi un gesto secco sembra semplice. Forse lo è quando non hai più paura.
Hai descritto così bene il dolore di chi resta, tema a me molto caro, e sono colpita. Moltissimo. Ma tu sei tu, ogni volta mi colpisci e fa male, anche se lo fai dolcemente.
Ho letteralmente adorato ogni riga, come sei riuscita a descrivere lo stato d'animo di Heero, il vuoto nel suo cuore e infine il ricongiungimento con chi lo ha un po' "chiamato" dall'altra parte.
"Heero Yuy, possibile che in tutto questo tempo tu non abbia imparato un accidente?"
ed ora a quanto pare non ha nemmeno più bisogno di imparare nulla. È dove deve stare; dove vuole stare.

Che altro dirti? Spero di riuscire a continuare questa raccolta (con o senza scambi) e farmi strizzare di nuovo l'anima. Lo vedo come un pregio non da tutti e tu, in realtà, mi strapazzi nel modo con cui mi piace essere strapazzata.
Un abbraccio
Miry
Recensione alla storia L'ultimo giro di valzer – Frammenti di futuri contingenti - 01/08/20, ore 16:02
Capitolo 2: I.1
Cara **
Siccome sono Drabble ti passerò ovviamente su più di una, mi sembra giusto! E sinceramente la cosa non mi disturba affatto, anzi! Era da tantissimo che volevo tornare su questi lidi ma ultimamente ho pochissimo tempo da dedicare alle recensioni e appena ti ho vista ti ho presa **
Ho letto l'intro e sono d'accordo con te quando dici che Frozen Teardrop è un abominio inenarrabile... penso che Duo sia il personaggio trattato peggio nell'opera (e ricordo veramente poco... ricordo forse solo le parti più cringe o nemmeno bene) e non è canonico. POssono spacciarlo per tale ma non lo è.

Però che dire? A parte che iniziamo col botto, con i miei due personaggi preferiti in assoluto di Gundam Wing: Duo e Heero. Da quanto ho capito in questo piccolo frammento – molto profondo e oserei dire velato di una ironia crudele (con quel "Mille Salve Relena" si ride, ma c'è qualcosa di amaro, dentro. Qualcosa che ci fa capire che in quella assoluzione non ci crede nessuno) che i due personaggi si concedono – Duo è veramente prete in Frozen Teardrop se non ricordo male, dunque la confessione possiamo considerarla reale?
Ho amato come questa confessione somigli più a una confidenza, perché dopotutto Duo sa, e Heero ne è consapevole, e quel Le opere, quelle, già le sai. Sono imperdonabili non fa che avvalorare questa tesi. Vuole il perdono? Vuole la redenzione? Vuole solo sentirsi meglio dopo aver parlato con un amico?
"Duo... avevi ragione" è qui che la parte Prete/Peccatore si sfalda. Duo aveva ragione e a Heero serviva dirlo e Duo serviva sentirselo dire. Va bene così non serve altro ma che forse, andare in pace, non è esattamente ciò che Heero riuscirà mai a fare. Una confessione, anche fatta ad un amico, può davvero pulire la coscienza? No, la risposta è sempre no.
Profondissima, intensa, nelle sue poche parole e dunque proseguo anche con la prossima, perché in ogni caso ogni volta che Gundam Wing torna sul mio cammino io non ci capisco più niente ♥
A tra poco,
Miry