Recensioni per
Uzi
di Mezzo_E_Mezzo

Questa storia ha ottenuto 54 recensioni.
Positive : 54
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
29/10/18, ore 14:41
Cap. 40:

Buon pomeriggio.
Complimenti, hai un grande talento.
Hai utilizzato dei termini molto interessanti, molti dei quali ad effetto, diciamo così; alcuni forti affiancati ad altri pacati. Una vicinanza che non genera contrasto, ma una piacevole lettura.
Buona giornata :)

Nuovo recensore
27/10/18, ore 22:21
Cap. 40:

Tanto rumore per nulla.Quindi canti di venire spolpato da questi pesci carnivori in un vasto delta per poi vederti un fuoco fatuo come una qualunque luce tombale.Le tue meningi non ti hanno aiutato nella circostanza.Perche' una poesia di tale complessita' avrebbe meritata una cornice degna di tale nome.
Pasta 27/10

Recensore Master
13/10/18, ore 15:12
Cap. 39:

Buon pomeriggio.
Una poesia di rara bellezza, complimenti.
Complessa, una lettura preziosa.
Buon fine settimana :)

Nuovo recensore
12/10/18, ore 19:15
Cap. 26:

Rime sparse sul greto del fiumecinereo ? Forse per dare un senso ad una gola aperta cpn violenza o per bisogno di cantare l'epica sorte di una ninfa ? Sono piu' le tenebre su questa poesia che le luci per chi voglia leggerla da vivino.Lavoro comunque interessante.
Pasta 11/10

Recensore Veterano
17/10/14, ore 15:19
Cap. 34:

Mi è capitato di pensare a te in questi giorni. Ho sbirciato qui per caso e tac!, hai pubblicato l'altro ieri ed oggi. Ah, che bello! Leggerti è meraviglioso.

Io vorrei pure farti un commento serio, ora che mi trovo qui, ma davvero non saprei da dove partire, come esprimerti la mia sincera felicità di ritrovarti e di poter scorrere piano, lentamente, più volte le righe che hai scritto. Risulterei banale nel dirti che mi ti impigli alla gola ogni volta, come sempre, che il "tuo verso" mi ha stregata, che la scelta dell'efemera che sbraita "per sempre" nel suo solo giorno di urla e stelle mi ha fatto male e bene insieme all'anima. E parlando di anima potrei cercare di descrivere come "Ognuno" mi ha morsa allo stomaco con la solita grinta, potrei ripeterti la solita litania che mi lega ai tuoi pezzi e che mi è cara - lo so, lo so. Lo capisco. Non è vero? - o che la chiusa - la chiusa! Quanto mi mancavano le tue chiuse! - mi è piaciuta come mi piace il rumore della pioggia che batte sui vetri quando sono nel pieno dormiveglia. Potrei anche fare un'analisi più tecnica ma non voglio, non riesco. Oggi non ho bisogno di farti sapere quanto adori le tue scelte lessicali, o il ritmo, l'andamento, lo stile e la rabbia.
Oggi ti dico solo che mi manchi. E grazie per aver pubblicato. E.

Ti voglio bene,
Federica

Recensore Veterano
06/11/13, ore 00:46
Cap. 32:

Sto leggendo questa poesia soltanto adesso, dopo mesi dalla sua pubblicazione, e mi ci devo soffermare, perché non credo possibile che non abbia nemmeno un commento e perché la trovo impressionante.
Questi due versi mi hanno aperto una voragine nella mente: ho avuto letteralmente l'impressione di avere di fronte non parole ma finestre sul mondo, sulle emozioni. Quanto a lungo potremmo parlare della forza delle parole, del loro modo di intrecciarsi e di rivelare miriadi di esperienze, di sensazioni, di pensieri. Eppure, è proprio quando le parole scarseggiano che si attiva la nostra curiosità. Viene inevitabilmente da chiedersi: cosa c'è dietro? Cosa c'è di là?
Ecco, questo è quello che mi sto domandando io, perché oltre i tuoi versi scorgo un tendersi verso l'impossibile, una brama invincibile di superarsi, di abbattersi, anche. Vedo un'esausta speranza di sfiorare ciò che non si può avere, ma di cui si ha una forte, fortissima consapevolezza: sei ben conscia di ciò che ti manca, di ciò che, forse, stai anche cercando di evitare, mentendo a te stessa, magari. Sembra, il tuo, un gesto di sdegno, di rifiuto verso quel sole, come se ti voltassi e cercassi di non vedere. E' incredibile come tu sia riuscita ad esprimere (e a negare, anche) tutto questo (se questo è ciò che volevi davvero dire) in due soli versi. Mi piace molto anche il modo con cui hai disposto le assonanze della a e della o e le allitterazioni della g e della s: creano una musicalità interna davvero notevole.
Complimenti davvero!

Recensore Junior
12/02/13, ore 01:37
Cap. 28:

Mi riprometto di recensire questa poesia da qualche mese. Da una parte perché non è affatto il caso che rimanga senza alcun commento, d'altra parte perché mi fa tornare in mente ricordi di affetti perduti. Per quanto mi riguarda e per quanto possa contare un mio parere, questa "oh" (che, sappi, io continuerò a chiamare "Meraviglia" tra me e me) è ciò che rimane di più vicino alla tua Uzi. Sì, perché tutto ciò che hai scritto in seguito acquista un sentore che in qualche modo ti è nuovo, sia per quanto concerne la rivendicazione di sé, sia successivamente per la brevità e l'incisività. Non che questo sia un male (e sicuramente per me non lo è, visto che la tua prolissità mi ha più volte messo in difficoltà), ma sono sicuro che con qualche rivisitazione futura ci si possa aspettare una nuova raccolta che metta in luce un innovativo, interessante e distintivo aspetto del tuo scrivere.
Tornando a questo testo, devo dirti che le ultime strofe sono sinceramente splendide. E non solo per l'estrema musicalità che ormai ti appartiene fin troppo, ma anche per quella semplicità con cui giochi con le consonanze e le plasmi per formare quell'aspetto del mondo che si avvicina al tuo pensiero e alle tue sensazioni. È banalmente stupefacente.
È poi quella rima "ancora-aurora" (che mi è tanto cara in questo periodo) che mi rende ancor più affine a questo tuo scritto e chi mi convince sempre più ad infatuarmi del tuo comporre.

Recensore Junior
04/12/12, ore 19:19
Cap. 31:

Oh <3
Emozione grandissima tornare e trovare così tante tue cose nuove.
Ma non voglio cincischiare come sempre, voglio parlare del tuo scritto.

E'... Sempre più tuo. Ti stai incamminando verso qualcosa e nella bisaccia hai messo una gran voglia di riscatto personale, la tua vecchia matta musicalità, il tuo filastroccare meraviglioso e uno stile più piano -oserei dire impropriamente semplice- .
Le tue parole fanno più male, ora. Mi fanno quasi sentire in colpa (perché io no, non voglio proprio lasciarti! Ma forse non ti merito e lo penso spesso...) e vedo pigiata una stanchezza dolce dolce che solo le persone come te possono provare. La tua anima è così pudica da lampeggiare davanti a me.

E ti vedo quando scrivi languori, o ninnami, e ti vedo nuova e affascinante quando scrivi sono stanca di mostrarmi.
Il finale non è un urlo: è pretendere qualcosa di cui hai diritto. E l'ho trovato perfetto così.

Sai, Socia, cosa vedo? Una strada lastricata di una nebbiolina sottile, da cui si intravede un arcobaleno. Per me che son sciocca e terra terra è difficile capire dove tu stia andando, ma voglio illudermi di star viaggiando con te in questa novità che tanto mi affascina e mi ti metto accanto silenziosa e ti ammiro.
Trovo questo pezzo fatto di rimandi tutti tuoi a te e i tuoi personaggi così incandescente e morbido, da aver piacere nello scottarmi.
Grazie di ciò che sei e per essere... Tu.

La tua Socia imbranata, scriteriata e scurrile

Recensore Junior
27/10/12, ore 16:30
Cap. 29:

Oh.
Che sublime sorpresa, SociAmica mia.

[Mi riprendo, e-ehm]

Una poesia davvero nuova per te. Così la vedo. Diretta, magnifica come sempre, eppure così forte, una spada appuntita.
Un vessillo che porta su scritto chi sei davvero. Una Socia stupenda, che sa giocare con le parole e stavolta ne fa un puzzle di... spiegazioni.
C'è sempre quel tuo modo dolce di poetare, quella cantilena musicale e matta. Ma c'è anche molto di più. Ci sei, risplendi e senza timori!
Mi sono abbeverata di ogni singola parola, con la voglia di cantare. Perché fanno male le tue parentesi quadre, fanno male da morire, ma è paradossalmente così giusto vederle, finalmente. Le aspettavo, da tanto. Quanto le ho aspettate! Sono colonne di tempio...

Sì, sei tu, con i tuoi occhi profondi capaci di captare ogni singola bellezza tramortita.
Sei tu, asola cheta dalla gruccia sottile.
Sei tu, che metti le tue parole colorate d'amore lì, a incastonarsi nella pagina e a risplendere.
E feriscono gli occhi con la loro luce, ma illuminano, oh, se illuminano!
Sei tu, che osi ciò che non hai mai osato, riservata e appassionata come sei. Ma... Continua così, è incredibilmente bello!

E' una delle cose più belle che tu abbia mai scritto, dico sul serio.
Perché palpiti in quei versi, e sei la mia socia, e non sei nessun'altra e io non ti vorrei diversa da così.
E' un cuore che batte dopo una corsa affannata.

Ti sei donata, così esplicitamente, per la prima volta.
Ed io tremo, in questa giornata strana e di pioggia. E ti penso.
Non riesco a dire altro. Ho come preso una tegola in testa nel leggere questo prodigio, che, venendo da te, è ancora più prezioso.
Un monile delicato, di filigrana, che solletica le mani e brilla.

Sei la mia Socia!

K/G

Nuovo recensore
10/04/12, ore 18:56
Cap. 26:

Molto bella!
Sei riusicta a declinare il genere "alessandrino" per temi moderni, a indicare che lapoesia non muore mai. Brava!

Recensore Junior
06/02/12, ore 00:07
Cap. 27:

Solo io ritrovo un che di Nietzsche in questi tuoi versi?
È palese il tuo distacco extradiegetico da una società che compie delle scelte senza sfumature di grigio e che fa apparire strano il tuo modo d'agire e di pensare. E perfino tu che capisci quanto vani siano alcuni comportamenti, sei costretta ad assecondarli e rimpiangi di doverlo fare ogni volta.
È davvero comprensibile la volontà di andare oltre l'uomo e di creare qualcosa che trascende la condizione di tutti noi. Penso che in questo scritto tu non voglia distruggere nulla, ma semplicemente distaccarti da un intero universo in cui non ti riconosci e di (ri)trovare il tuo attimo di arte, che si staglierà nettamente in contrasto con tutto ciò che ti circonda.
Per quanto riguarda la musicalità, trovo sia superfluo soffermarsi: conosciamo oramai l'incedere incalzante dei tuoi versi che dà il titolo a questa raccolta.
Mi piacciono sempre più i tuoi componimenti e anche la tua visione del mondo, sempre accorta.

Recensore Junior
01/02/12, ore 11:50
Cap. 27:

E se arriva una, poi c'è pure l'altra. E che non lo sai...
Suona bene Le Fou, Nausea e Godot. Sì.

Passiamo alla tua poesia.

L'ho letta trascinata dalla tua musicalità, su cui non rimetto bocca. lo sai che ne penso.
A differenza di componimenti passati c'ho visto qualcosa di diverso... Più... succo. Possiamo dir così, banalizzando al massimo.
Hai costruito una gabbia di meravigliose parole per racchiudere stati d'animo differenti: potrei dire cazzate come mio solito, ma c'ho visto consapevolezza, maturità, coraggio, paura, sofferenza ricamata di vita... Proprio un sacco di cose.
'Sto tuono a te piace proprio :P
"Preferisco un aspro liuto, in cui sanguino il rifiuto"
Ma è bellissimo! Adoro questo verso.
Mi piace molto il cantato sotteso alle tue parole, l'elegante compostezza con cui hai fatto sinfonia di questa poesia.
Ti vedo con smoking e bacchetta a dirigere un'orchestra elegante di saggi ed ubriachi.
Tante emozioni in ballo, rese unica cosa nella loro variopinta integrità dalla tua incredibile capacità di scrivere.
Che ti devo dire di più? Sei bravissima!
Il tuo rauco Trallallà mi accompegnerà per un po'.
Grazie di aver condiviso con noi questa gemma grinzosa e lieve.
...Ti voglio molto bene.

Kuroi

Recensore Veterano
31/01/12, ore 16:57
Cap. 27:

Finalmente eccomi qui.
Ho scritto il più velocemente possibile le risposte per arrivare a recensire questo, ora che ne ho il tempo.
"Maledetta, ingorda razza!" citerei. Veramente maledetta. Che è "tutta e solo umana" e che no, è vero, "NO che non mi sento a casa" - mi viene da battere i pugni sul tavolo ed i piedi sul pavimento, nel sillabarlo! Mi hai tirato via l'intestino a bracciate rapide, leggere è come specchiarsi ed arrabbiarsi, punirsi fino ad essere fieri di sé, fino a dichiarare guerra al mondo. Dio, come mi ha presa.
Mi ha colpito il titolo - bellissimo, tra l'altro, ad inizio e fine poesia - come un canto leggero ma pesante. Come se si cantasse una melodia limpida con un tono rauco - "rauco", appunto - prima rovente di indignazione, poi pregno di dignità. Bello il contrasto tra la parola ed il modo in cui è espressa, è un urlo di guerra che adotterei senza rimpianti.

Il tuo stile è cresciuto tanto. Mi è sempre piaciuto, ma adesso sai come dire tutto senza dire nulla anche in un solo verso. Mi ha aperto il cuore quel "preferisco un aspro liuto / in cui sanguino il rifiuto", mi ha sciolta lì per lì e mi ha preparata alla battaglia.
È un inno, è senza contegno e senza noie, questa tua poesia. Non vuole esser compresa, non vuole apparire affatto. Ogni assonanza pare un inganno, sembra dire "sì, sono qui per creare" ed invece distrugge. Un inno disastroso e meraviglioso.
Tante cose mi sono sfuggite, in realtà, ed è bellissimo. So che rileggendola domani potrei scoprire qualcosa di nuovo.
Sei terribilmente rossa anche quando urli devastata e divertita ad un tempo.

Complimenti, Nausea mia,
complimenti.

Le Fou

Recensore Veterano
12/10/11, ore 20:59
Cap. 1:

Sono stato fortunato, nel far vagare distrattamente il mouse tra i titoli dei capitoli di questa tua raccolta, perché il simpatico strumento, dando prova di vitalità a me ignote, ha deciso di sua sponte di aprire proprio questo ventiseiesimo uzi. Insomma, è stata proprio una cosa furba, da parte sua -del mouse, intendo. Mi ha regalato una lettura straordinaria.
Prima, quando Uzi mi era apparsa solo dal di fuori, mi ero riproposto di dare un'occhiata un po' più precisa a diversi componimenti prima di azzardarmi ad esprimere un parere, ma dopo questa splendida dannazione non posso proprio resistere.
Allora, innanzitutto sono rimasto affascinato e colpito dal ritmo: è perfetto, ecco, nel suo essere così rapido e turbinoso e incalzante e persuasivo, in qualche modo bizzarro e contorto; sembra insinuarsi tra le volute del cervello, e scoppiarti dentro in forme sempre nuove e sempre cadenzate nello stesso modo. Questo per dirti che l'ho trovato straordinariamente efficace. E poi le parole, che sono e tessono immagini, ciascuna impigliata nella sua rete fonica, e dunque riverberante degli echi delle altre parole con cui rima o fa assonanza. E così nella mente si formano cuspidi, pinnacoli, torri traballanti di visioni che sembrano scaturire l'una dall'altra, intrecciandosi e caricandosi semanticamente sempre più (genziane che sono demoni e culle e filigrane, e stranezze e fantasmi che dilaniano l'anima ma la cullano in nenie e...e insomma, è un vortice, un vortice meraviglioso, e io mi ci sono perso dentro).
Ecco.
E poi, più di tutto, c'è il fatto che nulla di questo pirotecnico linguaggio e di questo ritmo favoloso è lì per caso: c'è un messaggio, dietro, un messaggio che è allo stesso tempo bellissimo e terribile. Siamo tutti uomini, trasciniamo antropica esistenza, tutti nello stesso modo; eppure qualcuno è strano, diverso, ha un fantasma che lo divora, è d'aliena filigrana (mi sono innamorato di questa espressione)...e si ritrova fatalmente umano. E' bellissimo, e struggente, in qualche modo. Lo trovo di una verità poetica, di una carica umana così forti da smuovermi.
Scusa se sono stato logorroico o poco chiaro.
Solo, complimenti. :)
willHole, sorrisoni :)
(Recensione modificata il 12/10/2011 - 09:21 pm)

Recensore Junior
05/10/11, ore 00:47
Cap. 1:

Venir riconosciuti ed etichettati in un gruppo di persone a cui si sente di non far parte è al contempo lusinghiero e debilitante. La tua introspezione sociologica è davvero degna di nota. Lo è ancor più il tuo ritmo martellante. È l'incedere delle rime che rende le tue poesie inconfondibili. Mi ritrovo sempre più vicino a questi tuoi ultimi scritti e non posso far altro che complimentarmi e promuovere la tua opera.