Recensioni per
La Bambina dagli Occhi Verdi
di Sen
Non fustigarmi per il mio ritardo, mi farò perdonare con ben due recensioni una dopo l'altra! |
La legge del Cuore è più forte di qualsiasi altra cosa. Più forte del tuo stesso sangue, della tua stessa vita. Ti spinge avanti, ora e sempre, anche quando le gambe vorrebbero formarsi ed i muscoli gridano che no, non ce la si fa più. Ed ogni centimetro conquistato ha il sapore della maratona vinta di misura. |
Questo capitolo mi piace tantissimo. Il colpo di scena della morte inaspettata di una protagonista (che mi stava parecchio simpatica, peraltro) per mano del cavaliere-senza-macchia Sisifo apre riflessioni sullo schifo della guerra, e sullo sporco lavoro che i suoi protagonisti devono portare a termine nonostante i legami si sangue. Mi piace anche come esasperi questo concetto nel finale: la normalità cerca di tornare in paese con un matrimonio, che sta generando una nuova vita mentre sui due sposini aleggia lo spettro della morte. Il tutto sotto gli occhi vigili del mandante del sicario di Eranthe, sua nonna. Crudo e cattivo, ma in guerra le cose vanno così o pure peggio... |
Che tristezza. Tristezza a palate. |
Come prendere a cazzotti il cuoricino di una fan e passare oltre, senza colpo ferire. Porca vacca. Io sapevo che ElCid sarebbe morto. Tutti sapevamo che ElCid sarebbe morto. Era palese e si respirava nell'aria, e forse è proprio per questo che la relazione tra questi due è così bella e preziosa. E romantica. |
Oh beh, la scenetta di Leonidas è fantastica! Un pò di umorismo sottile ci vuole, ogni tanto! |
Continuano i tuoi titoli con la loro bellezza e grazia ed incisività. Dovrò assumerti per trovare dei titoli degnissimi al posto mio. È una dote rara, la tua, che dice senza troppo svelare. Promette, e mantiene, con la grazia del giunco che si piega a pelo d'acqua. |
BUM! E' scoppiata! Non la guerra sacra, ma la bomba che era lì a ticchettare dai capitoli precedenti. Eggià. Mi dispiace di avere in testa troppa confusione sui personaggi di LC per capire fino in fondo la portata della rivelazione sull'identità del padre di Eranthe (purtroppo ho letto solo il manga, e parecchio tempo fa per giunta. Gli spectre mi sembrano un po' tutti uguali), però mi piace come ci si arriva. Passo dopo passo, con la giusta miscela di anticipazioni, ricordi e paure fino ad arrivare allo schiaffo finale. Chissenefrega dell'OOC! Mi piace! |
Questo capitolo me lo sono bevuto in 5 minuti. Letteralmente. Qui ci ricordi l'amore nelle sue diverse declinazioni: quello platonico (a proposito, ci si potrebbe scrivere un libro su questo Albafica così bello e letale, condannato alla solitudine) quello carnale e violento e l'amor cortese di El Cid e Francine che fa schiattare tutte di invidia. Sullo sfondo c'è sempre la morte in agguato, e la consapevolezza di dover vivere ogni istante al massimo prima che la scure mieta le sue vittime. Si sente, è nell'aria... continuo a leggere perché so che sta per arrivare! |
Che bella atmosfera in questo capitolo della tua storia. I preparativi per la festa coprono i turbamenti più intimi delle signore, ciascuna con il suo bel segreto celato nel profondo del cuore. Qualche indizio qui e là buttato con sapienza per tenere desta l'attenzione ci fa cominciare a scommettere sull'identità di questi padri... e che dire della saggezza della nonna con cui chiudi il capitolo? Chapeau. L'anacronismo delle sigarette nemmeno si nota, non preoccuparti! |
Bella questa fic, si apre col botto. Mi piace il tuo stile. Senza fronzoli, con dialoghi essenziali e poche parole incisive hai introdotto i personaggi e la trama che li unisce. Adoro l'ambientazione. Il punto di vista privilegiato delle meretrici di Rodorio è una trovata geniale e molto realistica. Dove ci sono i soldati ci sono le puttane. E loro, testimoni silenziose, sanno e vedono parecchio e possono custodire segreti indicibili. Peccato che il Kuru, nella sua sconcertante ingenuità, si sia fermato ai blocchi di partenza dopo aver concepito un universo che poteva dare tanto di più se solo avesse fatto il piccolo sforzo di andare oltre alla superficie. Meno male che ci sei anche tu a portare l'universo di SS su un altro livello. |
Eranthe è negli Inferi. Viva e vegeta. Oh-Mio-Dio. Ammetto che proprio non me l'aspettavo, voglio dire, si è presa una freccia in petto da Sisifo, mica roba da niente! Eh si, è un osso duro, e me gusta :3 |
A parte complimentarmi per la bellezza dei tuoi titoli, quello che mi è rimasto nel cuore è proprio quella macchia gialla di limoni. Ma non tanto per un eventuale legame con il pergolato dello zio di Milo (chi glieli ha passati, nei secoli? La sorella di Kardia?), quanto per il giallo che spicca in quel mondo grigio che è il regno di Ade. E che mi trasmette speranza e paura allo stesso tempo. Speranza, perché un raggio di vita splende anche all'Inferno. Paura, perché il potere di Aron è così forte da annichilire il mondo reale, e di incrementare quello del mondo delle idde, chiamiamolo così. |
Wow. Devo dire che mi sarei aspettata di tutto, tranne la morte di Eranthe. Era senza dubbio necessario toglierla di mezzo, era uno Specter, e seppur non fedele ad Hades, era un pericolo per il Santuario. La strage di innocenti è un tema ricorrente in ogni guerra, purtroppo. |
Per certe cose ci vuole coraggio. Il coraggio di dire - e fare - scelte dolorose, ma necessarie. Come far morire i personaggi. E passi Albafica (sic!), la cui morte era annunciata ed attesa, purtroppo (sorry, Agathê) e tu ti sei tenuta nel solco del Lost Canvas. Ma uccidendo - giustiziando? - Eranthê... wow, hai dimostrato un coraggio che io non ho saputo trovare all'epoca (quando avrei fatto bene, invece, a far calare la ghigliottina). E hai fatto bene. Perché era impensabile che si lasciasse passeggiare uno Spectre liberamente per il Santuario, e questo giustifica anche l'arrivo a secchiate di nemici, nonostante la povera Sasha ce la metta tutta per difenre casa sua. |