Inizio questa recensione alle 23.20, quindi posso benissimo, anche qui, augurarti nuovamente buon compleanno!!! Non so a che ora la finirò, però ho la coscienza pulita e giuro, quando l'ho iniziata era ancora il tuo compleanno.
La mia professoressa di analisi del testo dice che "in un buon testo, un buon autore inizia il racconto dandoci i particolari, il giorno, il mese in cui scrive, ci fa vedere attraverso i suoi occhi, o attraverso quelli della/del protagonista. Ci catapulta nel suo mondo, inventato o meno che sia, ci fa avere una sorta di avatar letterario" e, beh, ha ragione. In questo sabato sera di fine Settembre mi sono sentita Emma, più matura, (spero) più coraggiosa e intraprendente che si ritrova a passeggiare per Rawson Street, strada che aveva - avevo - evitato in quei sei anni. Diciamo che entrambi hanno tentato la sorte ed entrambi hanno vinto: Harry quando, chiamandola, scopre che aveva mantenuto lo stesso vecchio numero. Emma che scopre che lui abita ancora lì con il padre, anche se per poco. Si sa che la fortuna è cieca ma con loro, per questa volta, non ha nessun difetto, anzi, tutte le diottrie perfettamente funzionanti.
Hai presente, no, quando hai qualcosa che ti turba nel profondo ma che hai paura di rivelare, di affrontare e di combattere, e allora usi tutti gli stratagemmi a tua disposizione e tenti di sviare il discorso, di parlare di tutto e di niente? Stessa cosa fanno loro due. Sembrano quasi studiarsi, analizzarsi con chirurgica precisione, scoprire le piccole rughe di espressione che 6 anni fa non erano presenti e ritrovare, magari con piacere o curiosità, quelle che già conoscevano quasi a memoria. Aggirano il problema insomma. Parlano di cosa hanno fatto negli anni di lontananza, dei loro progetti per il futuro. Harry cerca di indagare ancora di più sulla vita di Emma, le chiede del suo ragazzo, da quanto stanno insieme. E con le parole di Emma anche noi possiamo capire che, insomma, con Miles forse è roba seria. Tu hai detto che “stanno insieme da quasi due anni, non è una storia di poca importanza” e forse hai ragione, però in questo capitolo si evince che
1, non è a suo agio nemmeno con il suo ragazzo quando si trova in un’auto altrui. Ora, so che son passati sei anni e che magari nemmeno prima fosse a suo completo agio con Harry, però, quantomeno, lui era riuscito a capirla senza che lei dicesse nulla, ad aiutarla, infatti si era proposto di insegnarle a guidare.
2, ho letto, o almeno così mi è parso, la parola respiro, “scandendo nella mente i propri respiri” e, non lo so, magari sbaglio, ma mi è tornato alla mente cosa dicevo nella precedente recensione, il discorso sul respiro, sulla mancanza di ossigeno quando si trovava con Harry, cosa che si capisce non sente con Miles e nulla… è difficile da spiegare, a quest’ora poi, ma mi è sembrato che, usando quel verbo, scandire, intendessi tipo far capire che tornava il respiro mozzato e la fatica di respirare normalmente. Okay l’ignoto, però magari la presenza di Harry fa nascere di nuovo le vecchie abitudini, come appunto la difficoltà a respirare. Ma questa mia idea è un po’ arzigogolata e lascia il tempo che trova.
Lo stratagemma che hai usato per far scoppiare la rabbia che covava Harry per esser stato brutalmente dimenticato e lasciato a sé stesso al Wallace è stato un tanto di cappello. Rientra tutto nel personaggio. Orgoglioso cronico – capace di non parlare e di chiudersi a riccio quando, la prima volta, viene “come un fottuto tredicenne” – che non accetta di esser ignorato e praticamente scaricato per un altro, anche se l’altro in questione è il nuovo ragazzo della sua ex. C’è di che impazzirne. Una frecciatina detta a battuta, quasi, anche se ridendo e scherzando si dice sempre la verità, dicono. E allora inizia a prendere forma quel problema che aleggiava sopra di loro e di cui nessuno dei due voleva parlare. Così, scoppia quasi senza motivo e senza esser stato premeditato, solo grazie (grazie?) alla telefonata di Walton. E si iniziano a scoprire gli altarini e a puntare il dito. Si mostrano le nuove ferite e si cerca di coprire e di non parlare delle vecchie. Mi piace davvero tanto questa nuova Emma che riesce a tenergli testa e placarlo, mostrandosi capace di farlo senza alzare troppo la voce ma dicendo l’ovvio. E da come è finito il loro incontro, penso siano ancora troppo vittime dei vecchi errori per poter ricominciare. Harry che, sconfitto, dice che sa già come andrebbe a finire, se andassero ad analizzare il passato. Ti giuro che non so. Ho molti dubbi. Sono due caratteri fin troppo forti ed enormemente orgogliosi, non li vedo capaci di sotterrare l’ascia di guerra e di venirsi incontro senza ferirsi. Le Luci della centrale elettrica dicono che “a forza di ferirci siamo diventati consanguinei” ed Emma e Harry ormai, consanguinei, lo sono da tempo. E credo lo rimarranno. Forse lo sa anche Emma, visto che se ne va, quasi sbeffeggiando Harry per la sua ultima frase. Tra parentesi, grandissima Emma che lo lasci a bocca asciutta come lui tante volte in passato aveva fatto con te. Ben gli sta.
Ora che ho parlato di cose serie, voglio fare la, passami il termine, fangirl. ZAYN. VERSIONE. CASALINGO. Non so, Zayn, vuoi venire ad aiutare anche a casa mia, ché ce ne sarebbe bisogno? Vero ti giuro mi garba un monte. Cioè se pensi al tenebroso Zayn di cui tutte parlano, questo quasi zerbino che si fa schiavizzare senza ritegno è fantastico. Io lo amo. Inseriscilo di più nella storia, è un toccasana. Tornando in me, è così carino come si sia sviluppato il rapporto tra i due: se prima lei lo guardava dall’alto in basso, non ritenendolo degno per sua sorella, ora continua sì a non ritenerlo degno (“Dio, perché ti fai schiavizzare in questo modo? Sei senza speranze!”) ma sono molto più complici e ciò lo si capisce quando lei gli chiede, abbastanza alterata, perché non le avesse detto del ritorno di Harry. A costo di sembrare ripetitiva e noiosa, ribadisco che spero di leggere di nuovo di lui (soprattutto in versione schiavo di casa).
E poi Louis. L o u i s. Non puoi capire. Con sole 18 parole e mezzo che ha detto a fine capitolo, si è già imposto. Mi piace come mi piaceva in “It feels…” Come puoi sminuire con “un po’ mi mancava”?? LUI manca sempre. Oh, Louis. Se scrivi di lui, di Zayn!casalingo, di Pete e di Dallas, sappi che non risponderò di me stessa.
Per finire, ti posso dire di sentirmi quasi Emma, cresciuta con questa storia che mi ha accompagnata dal liceo all’università. Con Emma mi sono immedesimata, ho sentito ciò che sentiva lei, ho visto attraverso i suoi occhi, magari ho commesso errori e ho preteso, magari invece ho chiesto solo ciò che mi apparteneva di diritto, un’etichetta e un amore ricambiato ora e subito. Sono cresciuta con la tua storia e quindi con Emma, ho affrontato i vari Harry che ho trovato nel mio percorso e ora siamo pronte ad affrontarne altri. E tutta questa partecipazione penso sia straordinaria e sia tutto merito tuo.
Quindi,
grazie.
Un bacione!
PS. Scusa se ci sono errori ma, detto con franchezza, è tardi e non me la sento di rileggere tutto anche perché pignola come sono troverei cento cose che non tornano e quindi lascio così, parliamo di flusso di coscienza, dai |