Per prima cosa devo dire che mi è piaciuta parecchio la parte iniziale: hai descritto Erik e il suo comportamento in modo impeccabile e sono contenta che tu non abbia in qualche modo "rovinato" questo personaggio. Se vuoi una mia opinione, per me era piuttosto ovvio che Erik non avrebbe ucciso Meg primo perché non penso sia capace di uccidere una ragazza indifesa e secondo perché lei è la migliore amica di Christine, forse è più per questa ragione che, a mio parere, l' ha lasciata andare senza farle del male: perché non voleva ferire in qualche modo Christine che, tra l'altro, se lo fosse venuta a sapere non l' avrebbe mai perdonato. È interessante invece quando descrivi, sempre alla perfezione, i dubbi di Meg, la sua paura e la sua a dir poco coraggiosa scelta finale. Non ti nascondo che sono abbastanza impaziente di leggere presto il seguito dove spero tu possa di nuovo far apparire Erik. A presto!

Ti chiedo scusa se non ho recensito prima la tua fanfiction ma prima di esprimere il mio parere volevo vedere bene dove volevi andare a parare. Se descrivi tutto dal punto di vista di Meg devo dedurre che è quindi uno dei tuoi personaggi preferiti o forse hai voluto solo metterlo in luce. Bene, mi piace il fatto che descrivi più i fatti accaduti nel teatro che non quelli della vicenda di Erik e Christine hai davvero una grande fantasia, mi piace molto come descrivi le altre situazioni: le amiche di Meg, i suoi conflitti con i ragazzi, il suo carattere duro e forte...è davvero una gran bella idea la tua. Sono molto curiosa di vedere come descriverai Erik...è un personaggio che adoro e non vedo l'ora di leggere come lo descriverai tu. Spero che aggiornerai presto, un saluto!

Uno stile esperto con inflessioni molto mature e d’effetto, un pacing da romanzo (che fa pensare che un racconto così non lo si dovrebbe leggere su un sito di fanfiction, ma sulle pagine di carta e inchiostro di un libro stampato!), una cesellatura e un gusto sobrio ma esatto nello scrivere.
Affascinanti e assolutamente adueguate le descrizioni, che siano esse degli sguardi, degli stati d’animo o della sontuosa casa della baronessa Giry, più una tomba dorata che una dimora per vivi; e mi è molto piaciuta la figura stessa di Meg, severa, secca, dai nervi di fuoco e d’acciaio, che tanto somiglia alla madre… E il suo vivere nel passato, o meglio il suo non sopravvivere ad esso; gli occhi “velati di polvere”, i ricordi dell’infanzia, del teatro, della danza; la tua Meg è l’ombra di se stessa, ma ciò è la logica conseguenza alla vicenda della sua vita.

Purtroppo non sono solita recensire molto, forse per la mancanza di tempo, ma la tua mi ha attirato particolarmente a causa del titolo… e volevo chiederti: c’è un motivo particolare dietro a questa scelta? Adoro quell’aria, così piena di calma e decadente abbandono, eppure così infusa di calore e- alcuni dicono - seduzione…

Complimenti ancora, comunque;
e buona fortuna con la maturità!
Spero di leggere qualcos’altro di tuo,

Lou.