Ma cosa abbiamo quiiii?
Queste sì che si chiamano sorprese.
Avevo finalmente trovato un momento per recuperare la recensione al capitolo XI: mi ero messa bella seduta davanti al computer, pronta a scrivere e… cosa spunta sotto i miei occhi? L’aggiornamentooooo.
Okay, ero comunque in ritardissimo, lo so: in queste settimane l’università non mi ha dato davvero tregua (i test sono andati molto bene, per rispondere alla tua scorsa domanda**): mentre altre facoltà iniziano comodamente i corsi del primo anno a fine ottobre o novembre, noi già dall’1 siamo stati buttati tutto il giorno lì (bello aver scelto Lingue, molto bello).
Di conseguenza, tornavo sempre a casa alle otto di sera, cenavo e mi buttato subito a letto c.c
Vediamo, dunque, di recuperare il tempo perduto (noto che ormai è diventata una consuetudine scusarmi per i ritardi nelle mie recensioni…)
Credo sia stato il capitolo che ho amato/odiato di più fra tutti(?)
Okay che ho letteralmente adorato anche molti altri, però non so, questo è diverso: per prima cosa, cara Lady, hai afferrato il mio cuoricino con la mano.
Lo hai coccolato, te ne sei presa cura, lo hai reso felice e protetto… e poi, in men che non si dica… splach.
Lo hai distrutto.
In. Mille. Pezzi.
Già dallo scorso capitolo avevo realizzato che le cose non potessero essere così semplici: dai, Hajime non è che poteva soltanto decidere serenamente di ritornare a Tokyo assieme a Tooru, non è che poteva soltanto comprendere meglio i suoi sentimenti, non è che poteva soltanto consolare il povero Tooru dalla perdita della sua mamma (che dolore, ragazzi, che dolore…)
NO.
Altrimenti qual è il bello, eh?
Okay, sono un po’ scossa, lo ammetto.
Ma ho una carica di adrenalina addosso che tu non puoi capireeeee.
Hajime mi ha causato sensazioni molto, molto violente.
Tuttavia.
Andiamo con ordine.
O almeno ci provo, ma già ti avviso che ciò che sto scrivendo è più uno sfogo isterico post lettura traumatica (colpa tuaaaaaa); davvero, stavolta hai messo in seria difficoltà le mie capacità di analisi… non so quanto obiettiva potrò essere, d’ora in avanti.
Donna avvisata mezza salvata.
Avvertenza: la recensione sarà lunga (che novità), quindi prego, sedersi comodamente per i restanti lunghi minuti.
Allora, durante il capitolo scorso (davvero mi dispiace di non essere arrivata a recensirtelo, so che ci tenevi c.c. Cercherò di recuperare qui, dato che la mia intenzione era comunque commentartelo quello oggi) oltre al magone per la perdita di Tooru, ho davvero apprezzato il rapporto che si è instaurato tra lui e Hajime: il fatto che Iwa-chan capisca più che bene il dolore per la scomparsa di una persona cara rende il tutto ancor più reale e rafforza la connessione che è già presente tra i due.
Ho adorato l’immagine che hai descritto di Oikawa: la sua è una compostezza tirata, quella di un uomo che deve tenersi tutto dentro per il bene della sua famiglia, quella di colui che deve recitare la parte del “forte” poiché ci sono altri che hanno bisogno del suo aiuto…
Eppure, in fondo, si tratta pur sempre di un essere umano.
E non esita a lasciarsi andare a un pianto liberatorio non appena scorge la persona che, in quel momento, sente più vicina a sé.
Hai descritto una situazione a mio parere verissima: a volte, il problema non è solo conservarsi tutto dentro perché non si vuole mostrare la propria sofferenza. Tooru, in fondo, era circondato dai compagni di squadra che più gli volevano bene.
Tuttavia, non ci si apre con tutti. Certe volte si sente il bisogno di qualcuno cui si sente che la nostra essenza sia in qualche modo collegata… per essere compresi fino in fondo.
Quella persona, per Tooru, altri non è che Hajime. Con lui può condividere silenzi e pianti senza alcun imbarazzo, senza la necessità di fingere d’essere qualcuno che non è.
Senza la necessità di scambiare stupidi convenevoli, intavolando conversazioni per stemperare la tensione tipica di una situazione del genere.
Ho davvero apprezzato Hajime in quei momenti, ha saputo proprio come comportarsi.
Poi vabbè, non parliamo della scena in cui si è messo a urlare contro Eiko (devo dire di averla davvero rivalutata in questi capitoli) e ha mostrato quanto profondamente tenesse al bene di Oikawa. Stavo quasi per commuovermi anch’io con Tooru, quando è apparso davanti a lui…
E poi la parte finale, in cui, come se fosse in un film, Iwaizumi torna sui suoi passi e blocca la porta, chiedendo al setter di tornare in città assieme…
Ecco, fino a quel momento, Hajime aveva riguadagnato punti.
Adesso, li ha persi tutti.
Anzi, non solo, è andato in negativo.
No perché davvero, non riesco a spiegarmi un cambiamento del genere.
All’inizio di questo dodicesimo capitolo, sembrava quasi che il ragazzo fosse sceso a patti con i suoi sentimenti: non si sbilanciava mai, ovviamente, però si era concesso di uscire con Oikawa, di accompagnarlo a casa ogni sera, similmente ad un rituale.
Quest’azione, però, può essere giudicata dalla sua stessa mente cosciente anche solo come un gesto di premura nei confronti di qualcuno che ha perso una persona cara di recente, un modo per non lasciarla da sola…
Qualunque sia la sua spiegazione, comunque, Hajime cede a questo piccolo impulso.
E Tooru, beh, gioca la sua parte in maniera eccellente, fino a quel punto.
Mi riferisco alle parole scambiatisi con Hinata, che gli ha consigliato di non forzare troppo la mano, di non esagerare con Iwaizumi poiché sarebbe stato proprio lui a giungere nel momento del bisogno… e, in apparenza, le cose stavano proprio prendendo quella piega.
Continuo ad affermare che Tooru possegga una forza di volontà impressionante: cercare di non esagerare con la persona che si ama, continuando a vederla, sì, ma limitandosi ad una distanza di sicurezza, a non esagerare né con le parole né con i gesti… è una vera tortura.
Eppure Tooru sembra sopportare. Sembra sopportare finché possa continuare a stare con Hajime un altro pochino. Sembra sopportare, poiché ha colto dei passi in avanti del moro nei suoi confronti, qualche segno di miglioramento… ha colto che Iwa-chan in qualche modo, ricambi i suoi stessi sentimenti.
Ed è per questo che, finalmente, osa qualcosa in più.
Chiede al ragazzo di salire a casa sua.
Okay, fino a qua ci siamo. Iwaizumi non sembra troppo reticente a rispondere di sì (anche se ovviamente non è che può mancare l’esame di coscienza completo… ormai ho anche finito per abituarmi ai suoi dubbi amletici).
La scena in cui entrambi lottano con i cuscini è stata tenerissima: sorridevo al leggere della complicità dei due, della semplicità con cui riescono a divertirsi e mi sono riempita di gioia alle loro risate di felicità…
E poi, il mio cuore ha subito iniziato a battere quando le loro labbra si sono avvicinate…
Per poi imprecare subito dopo allo squillo del telefono.
Dannazione, ma è destino che si debbano sempre interrompere sul più bello? (Probabilmente sì T.T)
Comunque, la chiamata è stata ovviamente una secchiata d’acqua gelida per Hajime (e ti pareva): non che la bellissima Akane c’entri davvero qualcosa di per sé, ma è piombata nuovamente addosso al ragazzo la consapevolezza d’essere padre e che, quindi, deve comportarsi da tale, rimanendo responsabile.
Di conseguenza, si azzerano nuovamente i passi in avanti compiuti da quando ha messo piede in quella casa.
La normalità e la complicità sembrano un ricordo: ritorna l’imbarazzo e la tensione.
Da qui, però, il contapassi si rimette in moto in maniera sorprendentemente veloce: passiamo dal cuore che mi è tremato alla frase di Tooru, che annunciava che il suo debito fosse stato saldato (che è un po’ come dire che ormai Hajime non ha più bisogno di uscire con lui), fino a quando ho ricominciato a respirare non appena hanno iniziato a sistemare insieme le fotografie, tra ricordi un po’ nostalgici e felici.
<<”Per chi tifi?» domandò a un certo punto Iwaizumi, bevendo poi un po’ di birra.
Oikawa storse il naso. «Per nessuno, mi pare ovvio. Se potessi, vorrei che perdessero entrambe le squadre!»
Il ragazzo rimase a guardarlo per un attimo, prima di riprendere a sorseggiare la sua birra. «Sei proprio uno stronzo…»
«Ho solo detto quello che penso, Iwa-chaaan ~!»
«Rimani sempre uno stronzo!»
«La smetti di trattarmi così?”>>
Inutile dire che ho quasi pianto al riferimento della partita tra la Karasuno e la Shiratorizawa della terza stagione c.c
Quando inserisci queste cose, il mio cuore non regge facilmente…
Comunque, il contapassi continua a correre in modo esponenziale, stavolta per entrambi.
Tooru fa forse una mossa un po’ azzardata, chiedendo ad Iwaizumi di rimanere quella sera con lui.
Eppure, ancora una volta, Hajime non riesce a capire se la sua mente abbia assimilato la domanda in un senso o nell’altro.
Comunque, all’apparenza, quella richiesta ha generato una conversazione allegra e divertente: mi è piaciuto tantissimo sia il modo con cui Hajime ha risposto che è affezionato ai film di Godzilla poiché li guardava con il padre, sia la risposta di Tooru che non ha avuto paura, come invece magar avrebbe fatto un tempo, di prenderlo un po’ in giro per quella rivelazione…
Ed eccola là che spunta, la risata di Oikawa.
La risata che è in grado di mandare il cervello del giornalista in cortocircuito.
Allora, da quello che ho potuto dedurre, la mente di Hajime è come un perenne ciclo a senso unico: prima si autoimpone di non fare qualcosa, poi ci ripensa, poi si auto analizza, poi si dice che forse non sarà poi così male cedere alla tentazione, anche se sa che se ne pentirà presto… e poi se ne pente.
E’ un circolo vizioso che non ha mai fine e che si ripresenta ogni dannatissima volta che vorrebbe spingersi un po’ più in là con Tooru.
Qui non fa eccezioni.
Il problema è che, dopo quel fatidico bacio, Hajime non azzera solo il contapassi.
Lo distrugge del tutto.
Allora, vorrei aprire una bella parentesi sul comportamento di Iwaizumi.
Anche se spesso mi sono arrabbiata con lui in precedenza, razionalmente l’ho sempre potuto capire.
La sua è una situazione difficile: è totalmente spaccato in due tra ciò che dovrebbe esser giusto e ciò che invece vorrebbe. Diviso tra il comportarsi come un buon padre e un uomo retto agli occhi della società e il cedere all’amore per un uomo.
Tra essere infelice ed essere felice. Perché, alla fine, si tratta di questo.
Ho compreso anche il suo tentativo di tentare una relazione con Tomoko: provare ad avere una vita ritenuta normale con una ragazza gentile e premurosa, che si preoccupa per i suoi bisogni e che, tecnicamente, potrebbero renderlo felice.
Sono riuscita davvero a capire tutto delle sue azioni, ragionandoci su.
Ma non questo.
No, qui davvero Hajime non ha alcuna giustificazione.
Non solo perché ha causato il crollo definitivo di Tooru con il suo gesto subito rimangiato (non so tu, ma l’idea di strofinarsi la mano dopo aver baciato qualcuno ferisce nel profondo, è come se quel gesto ti avesse davvero disgustato…) Senza parlare poi del modo in cui mi abbia colpita come un macigno la frase “Ti disgusta tanto l’idea di essere innamorato di me?”…
Non solo perché Oikawa non ce la fa più, non riesce più a tenere fede al consiglio di Hinata, non quando, a differenza magari di Kagemaya, Iwaizumi lo fissa con quello sguardo particolare. Non quando, cacchio, gli scosta i capelli dal viso con tocco gentile…
Non solo perché fa piangere quel povero ragazzo che ormai non sa più a cosa aggrapparsi, non sa più che giustificazioni e motivazioni cercare…
Ma perché, in modo assolutamente gratuito, lo ferisce consapevolmente.
Perché gli sputa in faccia una frase non vera, ma che ha l’effetto di devastarlo all’istante.
Ma come puoi dire che stai con Tomoko dopo che Tooru ti ha appena urlato in faccia che ti ama?!
Giuro che non appena ho letto quella frase ho buttato il telefono e gli occhiali sul letto e mi sono alzata totalmente senza parole.
Ti dirò la verità: non credo proprio di perdonare ad Hajime questo gesto. Non so come si concluderà la storia, ma Iwaizumi non avrà la mia stessa considerazione iniziale. Non posso farci nulla, è una cosa che mi ha davvero ferita.
Sono contentissima che tu abbia inserito una scena in cui il setter si sfoga in palestra nei suoi servizi, figurandosi il giornalista dall’altra parte del campo per poi crollare definitivamente devastato dalla fatica e dal dolore: è uno spezzone che ho immaginato anch’io, quando ho iniziato a leggere del rapporto sempre più complicato tra i due all’inizio della storia, e calza davvero a pennello con il carattere di Oikawa. Ho immaginato anche l’intervento di Ushijima che, imperturbabile e risoluto come sempre, lo ferma dal continuare ad “autodistruggersi”… davvero, vedere i tuoi pensieri realizzarsi è bellissimo**
Al vedere lo stato del setter, comunque, mi è venuta la pelle d’oca.
Mi fa davvero male sapere che, nonostante tutto quello che gli ha fatto, nonostante il dolore causatogli, nonostante riconosca a se stesso che Haiime è stato un pezzo di merda a comportarsi in quel modo… lui lo ami ancora.
Ama ancora quel dannatissimo sguardo freddo e indagatore.
L’urlo disperato “IO VOGLIO LUI!” è la perfetta sintesi del suo stato totalmente scomposto.
<<“Cercò di non far fuoriuscire i crescenti singhiozzi mettendo l’altra mano davanti alla bocca, e non c’era più la palestra attorno a lui, c’era solo… vuoto.
Il niente. Tutto era bianco, riempito solo dalle immagini del visino sorridente di Akane e di quello di Iwa-chan.
Aveva fallito. Non era riuscito a mantenere fede alla promessa.
Il fischio che segnava la fine della partita era arrivato ai suoi timpani da un pezzo, oramai. Aveva perso anche il secondo set. Aveva vinto Iwa-chan, dopotutto.”>>
Okay, non ce la faccio a reggere.
Cosa c’è sopra il mio petto?
Un coltello?
Una katana?
Ah, ecco perché sanguina copiosamente.
L’idea che Tooru possa poi darsi la colpa di non essere voluto da Iwa-chan perché è un fallito mi ha fatto soltanto incazzare.
Ma come può pensare una cosa del genereeeeeeee?!
Va bene, basta, altrimenti inizio con gli insulti gratuito io e mi ribolle nuovamente il sangue nelle vene.
Piccola parentesi necessaria sulla mano di Bokuto che accarezza la schiena di Tooru: quanto è tenero questo gufo? Ma quanto è buono e vuole trasmettere un po’ di conforto al povero ragazzo?
Sarà anche un dettaglio irrilevante, ma è in perfetta linea con l’essenza di Koutaro.
Detto questo, sono d’accordo con te: il destino DEVE rimediare a questo casino.
Altrimenti posso sempre pensarci io con una sprangata in testa ad Hajime (anche se così ti faccio fuori il protagonista…)
Quindi, mi sa che è meglio che provvedi tu.
Credo che tu abbia capito quando mi abbia sconvolta questo capitolo e mi abbia fatto un po’ iperventilare… (sono una irascibile io).
Ti faccio solo un minuscola annotazione: ho notato che ci sono un po’ di ripetizioni nei vari periodi, nulla che possa rendere ostica la lettura ovviamente… però, dato che la narrazione è così fluida e ben congeniata, suonerebbe ancora meglio senza!
Chiedo ancora terribilmente venia per non essermi fatta viva ultimamente, non ho avuto nemmeno il tempo di passare dall’ultima storia della serie “Te&Caffè”(che comunque ho letto ed ho apprezzato tantissimo, sia ben chiaro u.u).
Spero che gli orari dell’uni non m’impediscano del tutto di bazzicare su EFP.
E mi auguro che il capitolo XIII arrivi prestoooo.
Devo sapere come continua questa storia straziante… è solo per questo che ancora non ti ho rincorso urlando per aver fatto soffrire tutti… no dai, ti voglio bene in fondo.
Solo che, mannaggia, le scippi dalle mani a volte… (ripeto: ti voglio beneeee).
See you soooon<3 |