Recensioni per
Il tempio di Rekwen
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 67 recensioni.
Positive : 67
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/04/18, ore 20:24
Cap. 4:

Be', non c'è che dire, questo tizio si è proprio creato un piccolo regno squallido, quasi peggio di tutto quello che abbiamo visto finora in questa storia.
Wow, Thorgeis sembra aver proprio ricevuto una visita onirica dal suo dio. Che non sembra molto contento... adesso sono più curiosa che mai.
Bene, il nostro eroe è guarito dal Morbo, in modo apparentemente miracoloso, e pronto a entrare nelle grazie di questo re da due soldi, ora che è in forma.
Oh, bene. Per un attimo avevo pensato che Thorgeis avrebbe deciso di passare al lato oscuro, come guardia del corpo e gigolò personale di Janwor, in cambio di quella poca sicurezza che quello era in grado di garantire. E invece via, interpreta il sogno e fa saltare teste! Ma adesso ...?
Adesso fa una strage, e devo dire che avrei più simpatia per le vittime se non fossero morte in modo squallido come erano vissute. Via quella fortezza di schifo puro, il sacerdote si prende il corno e si avvia a fermare il Morbo.
Che dire? Un finale incredibilmente speranzoso per una storia così cupa, ma proprio per questo non spiacevole. Dopo quattro capitoli di squallore, atrocità, bassezze e malattie, una nota di speranza ci vuole, con il bel personaggio di Thorgeis che, fedele fino alla fine si suoi ideali ma con una nuova comprensione del mondo, si impegna per il prossimo senza chiedere nulla in cambio.
Un bel finale per una bella storia, complimenti!

Recensore Master
10/04/18, ore 19:59
Cap. 3:

Uh, quindi almeno quello interessante si è salvato! Thorgeis dimostra una forza sia fisica che d'animo notevole a tornare alla carica senza troppe lamentele ... e le sue riflessioni sul comportamento di Yahnan sono piuttosto divertenti. 'Non ti voglio male, ma ti spingo giù da un dirupo' ... in effetti, la sua ingenuità permette di coglierne alla perfezione il ridicolo controsenso.
Abbastanza allucinante la scena dell'attacco dei soccorritori. Un branco di miserabili che ha avuto la possibilità di un po' di potere, e si è data alla barbarie più completa. Di contrasto mi è piaciuta quella donna al villaggio, una delle poche persone che abbiamo visto disposte ad aiutare un ammorbato.
Soprattutto continua a piacermi Thorgeis: inizia ad avere i suoi dubbi sulla sua religione (sarebbe strano non averne, in un simile frangente), ma persiste nella sua missione, per salvare sè stesso e magari qualcun altro. Staremo a vedere se avrà successo, perché visti i precedenti, non ne sono così sicura!
Di nuovo un capitolo interessante, complimenti!

Recensore Master
05/04/18, ore 20:24
Cap. 2:

Yahnan sei una mezzasega. Tutto questo parlare da cacciatore vissuto, e bastano due parole e un forcone spezzato da Thorgeis per farti pigolare impaurito! E poi, cavolo se quest'ultimo è un bravo spadaccino. Ha ragione lui, è il cacciatore ad aver ricevuto la compagnia fortunata!
E continua a trattarlo come lo sfigato che non ha capito nulla delle dure e crude leggi del mondo. È proprio un tipo viscodo, Yahnan: forte coi deboli e debole coi forti, si dà tante arie da persona superiore quando non riesce a pensare a un bene o un male al di là dell'integrità della propria pelle, e finora, bravo solo a lanciare frecce da un punto ben riparato. Thorgeis mi piace molto di più, con la sua devozione che mi sembra davvero sincera e il suo desiderio di aiutare gli altri.
Uh. Stavo iniziando a rivalutare un pochino il cacciatore, in grado finalmente di mettere a buon uso le sue abilità ... di sorprendermi per la veloce conclusione dello scontro con il krodd ... ed ecco che la mezzasega piazza un colpo di scena mica da ridere. Che immenso bastardo.
Alla fine ci ho quasi goduto quando lo smilzo l'ha ripagato con la sua stessa moneta, anche se adesso non ho idea di cone andrà a finire questa storia, con entrambi i protagonisti apparentemente morti.
Quindi, complimenti per un capitolo davvero, ma davvero interessante!

Recensore Master
04/04/18, ore 19:15
Cap. 1:

Cominciamo già respirando l'aria allegra tipica delle tue storie: un povero tizio da solo, a corto di provviste e in contemplazione di una serie di pire funebri. Evviva la vita!
Oh porca miseria. Già leggere la descrizione degli effetti del Morbo basta a far passare la voglia di scherzi. Una condizione assolutamente raccapricciante, e che fa stare sulle scatole Yahnan, per aver negato l'eutanasia a quella povera donna.
Mi è piaciuta molto la scena al Posto Sicuro: una bella descrizione di come la malattia abbia devastato questa società, arrivando a toccarne tutti gli aspetti, da quelli più 'alti' come la religione a quelli piu bassi come la prostituzione. In questo Thorgeis mi sta decisamente più simpatico di Yahnan: è costretto a fare qualcosa che non vuole, ma si impegna a tenere fede ai suoi principi e a fare quello che è meglio per tutti, alla faccia di quell'egomaniaco del cacciatore.
La scena dell'assalto degli ammorbati è stata ben descritta in tutto il suo orrore, e devo dire che mi ha sorpresa il contagio dei due. Come faranno a vivere la classica avventura da fantasy mentre vanno in necrosi?
E Thorgeis dimostra che la speranza è l'ultima a morire. Direi che Yahnan, che gli dà del bamboccio, piagnucola molto più di lui!
Un bel capitolo per una storia che si prospetta davvero interessante, complimenti!

Recensore Veterano
01/03/18, ore 18:08
Cap. 4:

1° POSTO: Il tempio di Rekwen di Oldfashioned (88.5/100) + premio Dark side of the fantasy

-Grammatica:
Ortografia e lessico 8/10
Non ho riscontrato errori ortografici, refusi o sviste.
Le scelte lessicali, invece, mi hanno lasciata perplessa: all’inizio tendono soprattutto verso vocaboli molto semplici, quotidiani, vicini al parlato, piuttosto immediati, che rimandano a un ambiente rustico e umile; poi, all’improvviso, compaiono vocaboli più ricercati, più alti e più specifici che risaltano e stonano in mezzo alle scelte precedenti. Continui, quindi, con questo lessico più raffinato per poi ricadere, a volte, in espressioni più colloquiali.
Questa disomogeneità mi ha lasciata perplessa, perché rende il testo poco uniforme e continuamente coinvolto in alti e bassi lessicali. Inoltre, ho notato una reiterazione dei concetti, anche con una ripetizione delle stesse espressioni (soprattutto quando descrivi i sintomi del Morbo); a mio avviso, non c’è la necessità di ripetere così tante volte che la pelle si gonfia, si suppura, si imputridisce e cade.  
Sintassi 9/10
Ho notato una sintassi molto più fluida e scorrevole, con una predilezione per periodi brevi e incisivi che mostrino l’azione, senza perdersi troppo nei dettagli, sebbene non manchino proposizioni più lunghe e complesse, in cui la punteggiatura è usata con maestria, dando le giuste pause e un ritmo incalzante ma non ansiogeno (sei invitato a proseguire nella lettura, ma senza essere forzato). Sono molto soddisfatta che tu abbia seguito i miei consigli, perché, a mio avviso, la fluidità è migliorate e sembra tutto molto più legato e continuo.
Stile: 8/10
Hai una prosa molto asciutta e scarna, ma non per questo povera. È pulita, essenziale e limata, senza sbavature; non ti perdi in gingilli, decori e sovrabbondanza di aggettivi o subordinate ma concedi il minimo indispensabile, pur essendo capace di renderlo ricco e pregnante. Sei diretto ed efficace, arrivi dritto al punto e delinei alla perfezione una scena; descrivi un’azione in pochi tratti e quei tratti ti bastano per rappresentarla in maniera chiara e precisa.
Nonostante le frasi siano per la maggior parte brevi e coincise, non si ha un ritmo spezzato e singhiozzato perché le proposizioni si legano magnificamente l’una all’altra in un continuum in cui i punti fermi non si sentono; il ritmo è sostenuto ma accattivante e fluido, e permette di leggere la storia in poco tempo.
Ho notato un calo nella parte lessicale, in cui si ha una commistione di vocaboli più ricercati e settoriali (mi piace un sacco che tu scelga di nominare le parti di un’arma, di un edificio, di una malattia con il suo nome specifico e non con una parola qualsiasi, generale e scontata) ad altri più semplici e quotidiani, con una predominanza di questi ultimi nella prima parte. Questa disomogeneità inficia un poco sulla resa finale, più che altro perché gli uni risaltano per cacofonia sugli altri e non si riesce a capire se sia volto più a un contesto semplice e frugale come potrebbe far presagire il personaggio di Yahnan, o a uno più ricercato e accurato come, invece, si riscontra nelle parti che coinvolgono Thorgeis.

-Trama:
Originalità:8/10
La trama è piuttosto canonica: due eroi partono per un’impresa, una caccia per poter sia salvarsi sia arricchirsi. La ricerca di un animale fantastico, la caccia, è un tema tipico della letteratura fantasy, così come i motivi che spingono i due a imbarcarsi in quest’impresa.
Altro tema canonico è lo scaltro che approfitta della situazione per arricchire se stesso, proponendosi come il salvatore ma, in realtà, agendo come meglio aggradata a lui, spadroneggiando senza che nessuno possa dirgli nulla…Fino a quando un eroe non lo sconfigge e riporta la giustizia.
Queste due parti (in cui mi sento di dividere il racconto), sono rese più originali dal contesto in cui sono inserite, ma soprattutto dai colpi di scena inseriti tra le due: quello più smaccante è decisamente il tradimento di Yahnan e la sua morte, che implica il passaggio di testimone e del ruolo di protagonista a Thorgeis. Questo plot twist mi ha lasciata davvero sorpresa: non credevo che Thorgeis potesse diventare il personaggio principale di questa storia, il vero eroe.
Altro elemento coerente ma non scontato è il finale: nessuno si sarebbe mai immaginato che Thorgeis risolvesse il problema alla radice incendiando ogni cosa! Anche questo mi ha lasciata basita (sebbene non come il primo).
Questi eventi inaspettati, questi colpi di scena, rendono la trama più movimentata, vivace e non così scontata, distaccandola leggermente dal suo impianto basilare, ma non abbastanza da poter affermare che tu abbia proposto qualcosa di inedito e particolare.
Coerenza: 10/10
Per coerenza intendo tanto la connessione tra i vari eventi, il fatto che comportamenti, azioni e situazioni siano collegate con il personaggio, con il contesto e con le altre azioni e sia tutto continuo e sensato. Da questo punto di vista non ho nulla da dire, se non farti i miei complimenti, perché ogni cosa ha un suo senso e un suo nesso logico e i personaggi rimangono fedeli a se stessi fino in fondo.
Per coerenze intendo anche l’inerenza con il contest e le mie richieste e anche in questo caso posso solo farti i miei complimenti, in quanto hai inteso perfettamente quale fosse il mio obiettivo e lo hai rispettato appieno: il contesto cupo, grottesco e inquietante in cui hai deciso di ambientare la storia evoca perfettamente il lato “oscuro” di una storia, in cui non sempre ci sono fatine e principesse, ma, al contrario, si ha corruzione, egoismo, sangue, violenza e quel tocco di macabro che non guasta mai. I paesaggi desolati e abbandonati, o, al contrario, rumorosi e disordinati, i personaggi arrivisti e spietati, l’aria malsana, il terrore per il contagio sono tutti elementi che rispecchiano l’aspetto tetro e buio che chiedevo di descrivere.
Le atmosfere mi ricordano quelle ugualmente angoscianti, disturbanti e buie delle cronache medievali o delle ricostruzioni del periodo della peste nera: la stessa confusione, la stessa mancanza di una guida o di una legge, lo stesso egoismo, il tutto aggiunto a una sorta di apocalisse zombie in cui i contagiati attaccano le persone sane, diffondono maggiormente il Morbo e paiono proprio dei morti viventi.
Per questo, credo che ti sia meritato il premio “Dark side of the fantasy” per la storia con l’ambientazione maggiormente cupa e inquietantte.
Scorrevolezza: 10/10
È una storia dal ritmo incalzante, sostenuto, scorrevole e fluido, che ti invoglia e ti spinge a divorarla, a macinare un capitolo dopo l’altro, curioso di vedere come continuerà. I colpi di scena sono posizionati strategicamente, così come la suspense è distribuita in maniera magistrale, così che il lettore rimanga con il fiato sospeso e si getti a capofitto nel capitolo successivo. È un racconto che ho letteralmente letto tutto d’un fiato e ci sono rimasta malissimo una volta giunta alla conclusione.

 -Personaggi:
Caratterizzazione: 10/10
I personaggi hanno caratteristiche ben precise e sono descritti in maniera particolareggiata, inoltre, il loro carattere si evince soprattutto dal loro modo di fare, dai gesti e dalle parole, senza che tu sia stato costretto a definirli con una parola.
Yahnan è l’opportunista, cinico, pragmatico, pratico e vagamente pessimista, che cerca di sfruttare le situazioni a proprio favore, così come di servirsi delle persone per raggiungere i propri scopi; può sembrare malvagio e spietato (soprattutto dopo che ha buttato giù Thorgeis dalla cascata), ma anche questo gesto è coerente con sé stesso: è egoista, pensa solo a sé e ai propri bisogni, gli altri sono solo uno strumento per soddisfarli e la loro utilità termina una volta compiuto. È anche piuttosto intelligente, anche se pecca spesso e volentieri di presunzione, ha un’ironia tagliente e uno sguardo piuttosto nero sul mondo che me lo hanno reso simpatico…fino a quando non ha compiuto quel gesto abominevole.
Thorgeis, come lo ha definito Yahnan, è un ragazzone: un uomo grande e grosso, ma ancora con la mente ingenua e semplice di un bambino, ha poche certezze e si basa ciecamente su di esse, è un uomo d’arme e d’onore; spesso ho avuto l’impressione che fosse un invasato, ma è solo maledettamente cocciuto e fiero, coraggioso e risoluto. È il tipico paladino, che combatte per ristabilire la giustizia e ripagare i torti, fermo nella sua missione e ciecamente fedele al dio che, secondo lui, gliel’ha affidata.
Janwor è il concentrato dei peggiori difetti umani: viscido, perfido, menefreghista, egocentrico, egoista, arrivista, avido e malvagio; raccoglie in sé la feccia dell’umanità, e il suo aspetto insulso e sottile non fa altro che renderlo ancora più odioso: perché è un uomo piccolo in ogni senso e becero.
Originalità: 7/10
Ho trovato i personaggi un po’ stereotipati, almeno nelle caratteristiche generali (avere iniziato a giocare a D&D mi ha rovinata): Thorgeis, soprattutto, ha tutti i tratti tipici di un paladino legale buono (onestà, integrità, coraggio e volontà di fare del bene a tutti i costi) e sembra rimanere imprigionato in questa connotazione, pur avendo qualche guizzo che non appartiene propriamente alla categoria. Ho apprezzato il personaggio, ma l’ho trovato un po’ piatto e prevedibile. L’idea di un guerriero sacro, votato a un dio non ha aggiunto nulla di innovativo, forse ha reso il personaggio più interessante e ha suscitato in me la curiosità di sapere qualcosa di più su di loro.
Yahnan, invece, è l’archetipo del cinico e del pragmatico, dell’opportunista che si serve spudoratamente degli altri, per poi eliminarli una volta che hanno terminato la loro utilità. Anche lui mi è sembrato ingabbiato in questo ruolo e senza caratteristiche innovative che lo rendessero particolare.
Janwor, infine, ha alcune caratteristiche tipiche dello stereotipo del tiranno, ma mi è sembrato un personaggio più complesso e vivace: la sua originalità risiede soprattutto nella sua malvagità e nella sua furbizia, che riescono a renderlo più interessante e ricco di sfumature.
Sono personaggi, pertanto, piuttosto canonici e tipici, che rispondono perfettamente a un archetipo e non hanno veri e propri tratti inediti, che rimangono coerenti fino in fondo con se stessi ma che paiono imprigionati nel loro ruolo e senza guizzi che lascino senza fiato.

-Gradimento personale: 9/10
È una storia che mi ha coinvolta e attratta, soprattutto per l’ambientazione e il contesto: mi ha ricordato molto le condizioni in cui si doveva vivere durante la peste nera del 1300 o durante il contagio del 1600 descritto da Manzoni (e i soccorritori sono diventati dei monatti).
Questo periodo, quello della peste nera medioevale, ha sempre esercitato un enorme fascino su di me e sono stata piacevolmente sorpresa di averlo ritrovato in questo racconto con una precisione squisita che ne ha ricreato perfettamente le atmosfere di confusione, terrore, dolore e malattia in cui dovevano versare, in cui non c’era legge, non c’era ordine, ma solo una volontà di sopravvivenza o di arricchimento, in cui l’egoismo dilaga sovrano accompagnato dai difetti più meschini e bassi dell’uomo. Ho riscontrato una verosimiglianza incredibile con le cronache del tempo, rivisitate in chiave fantastica, ma sempre mantenendo un filo conduttore fedele a esse: hai riportato le credenze, le leggende e i rimedi che si credeva potessero combattere il Morbo, con quel dialogo iniziale alla locanda che sembrava davvero essere stato estrapolato da un qualche trattato medioevale, e mi è piaciuto tantissimo come aggiunta perché rende il racconto più vivo e verosimile.
Probabilmente ti devi essere documentato, e questa attenzione e questa ricerca si intuiscono, sebbene siano nascoste dal genere principalmente fantasy (sebbene, anche i racconti medioevali pullulino di creature mitologiche e imprese leggendarie e questa storia potrebbe essere benissimo una leggenda del tempo, resa eroica, favolosa e epica).
Un altro aspetto che mi ha colpita è stato il modo in cui hai sviluppato la trama: non credevo fosse possibile condensare un racconto tanto lungo e ricco nel limite imposto, ma tu ne sei stato capace senza, peraltro, sacrificare qualche parte e mutilare la storia, compromettendone la comprensione. Sei riuscito a creare un racconto completo e a incastrarlo in poco spazio; tra l’altro, una storia con molto avvenimenti, ambientazioni e personaggi, vite che si intrecciano le une alle altre e colpi di scena che mi hanno davvero lasciata basita!
È una storia che ho letto con molto piacere e interesse, sebbene abbia storto il naso di fronte a uno stile non sempre uniforme e coerente, in cui parole di uso più quotidiano si mischiavano ad altre più ricercate e precise. Un impianto davvero lodevole, che forse, ha perso un po’ nella resa finale. Per questo la mia votazione non è piena.

-Utilizzo pacchetti 9.5/10
Obbligo: 5/5
Il tradimento è ciò che caratterizza questo racconto, sia attraverso inganni più palesi che altri più sottili e non dichiarati: il primo tradimento dichiarato (e che mi ha lasciata completamente senza parole) è stato quello di Yahnan, ci sono rimasta davvero male quando l’ha buttato giù dalla scogliera, avresti dovuto vedere la mia faccia!
Gli altri tradimenti sono più sottili e nascosti: i “soccorritori” tradiscono le persone che dovrebbero aiutare, Janwor inganna gli uomini che teoricamente protegge; è tutto un continuo intreccio di inganni e tradimenti, che si aggiungono a quello più palese e sconvolgente iniziale.
Creatura: 2/2
La creatura non è stata la protagonista, ma è stato un personaggio fondamentale per lo svolgimento e lo sviluppo della trama: è ciò che spinge Thorgeis a combattere e successivamente a misurarsi con Janwor e capire come debba agire. Mi è piaciuto molto il fatto che tu abbia deciso di presentarlo come se fosse un essere originale, cambiando nome pur mantenendone le fattezze (tra l’altro scritte in maniera accurata e precisa) e tessendo attorno alla figura mitica un’altra storia, associandole altri poteri e rendendola un punto di svolta fondamentale.
Bonus 1.5/2
Ammetto di essere andata a rileggermi la definizione di Angst, perché ho avuto il dubbio che fosse presente nel racconto; quando cito l’Angst mi immagino scene disperate e laceranti, in cui l’angoscia e la furia sono palesi, ti prendono il cuore e te lo strappano a brani, lasciandoti senza fiato. Nel tuo caso, ho fatto fatica a percepirle, soprattutto la prima: la furia si palesa con i portentosi attacchi di Thorgeis che fa stragi di uomini e questa, quindi, si risolve in questi sfoghi violenti. L’angoscia, invece, è un sentimento più sottile e labile, che si coglie solo a tratti, e non sono nemmeno troppo certa della sua presenza: non c’è un vero e proprio momento in cui un personaggio sia divorato da questa, in cui si possa dire che sia angosciato e tormentato; ciò che pare dominare Thorgeis è più la rabbia e la volontà di rivalsa, mentre il tormento si limita  a rari momenti, in cui non sa se sarà in grado di completare la propria missione, mentre l’afflizione è stata lasciata in disparte. Non ho visto questo aspetto netto e distinto, non è stato un racconto che mi abbia trasmesso queste sensazioni e non posso assicurare con certezza che il punto sia stato completamente rispettato, almeno dal mio punto di vista. 
Citazione 1/1
All’inizio credevo che si limitasse alla citazione delle parole del maestro, ma successivamente, mi sono resa conto di come questa massima sia stata completamente assorbita da Thorgeis e l’abbia fatta sua, rispecchiandola in maniera paurosa: il guerriero, infatti, non ha mai un’esitazione, non ha mai un dubbio, si getta a capofitto nelle situazioni, domandandosi poi se sia stata una buona idea; ha una cieca sicurezza e una cieca fiducia, ma queste rendono il suo sguardo unidirezionale, chiuso e limitato.
Mi è piaciuta molto l’idea di una citazione che si incarna in un personaggio e che questo la persegue fino alla fine e rimane coerente con essa, forse appiattisce un po’ il personaggio stesso, ma è anche capace di far sì che l’intera storia sia mossa da questa.
 
-Totali: 88.5/100

Recensore Master
27/02/18, ore 21:20
Cap. 4:

“La chiamavano Ghacera, metteva l'amore, metteva l'amore” semi cit.
Comunque, sai che la situazione si fa disperata quando persino gli dèi vengono a farti da sensei.

Ed eccoci giunti alla fine d'un percorso che si fa conoscere, nelle prime pagine, attraverso gli occhi d'un uomo poi scopertosi pressoché irrilevante, mentre il nostro reale protagonista viene introdotto quasi fosse un gustoso elemento di contorno, un fattore secondario che, però, arriva presto a dominare la scena. In questo canovaccio di bestialità e dolore, persevera – pur col più crudo dei pugni di ferro – nella propria etica e un finale in qualche modo 'morale' come quello in cui incappiamo gli calza a pennello.
Ebbene, che dire? La regola base è sempre quella: se è marcio, brucialo. Così si fa coi cadaveri infetti, così si fa con le sterpaglie secche, così si fa con ciò che è corrotto.
Un ultimo plauso alla teatralità di Thorgeis * clap clap *.

Recensore Master
27/02/18, ore 17:29
Cap. 4:

Thorgeis si è riappropriato della sua purezza per poter - forse - salvare l'umanità.
Si è appropriato dei corni del krodd, per poterli usare contro il Morbo.
A questo punto, però, il suo proclama de "io SONO il tempio" mi chiedo come mai non lo avesse fatto ai tempi del suo... incontro sessuale con il cacciatore. Forse perché, a costo di poter compiere la sua missione, era necessario per lui "sporcarsi" con il meretricio?
Di sicuro è uno dei personaggi più complessi e sfaccettati delle tue opere. Egli non è monocrde, perché sa essere pietoso ma anche molto duro: il fuoco che appicca al villaggio di Janwor sa essere purificatore, e quella congrega di puro non aveva proprio nulla. E' anche vero, però, che sono morte molte persone, alle quali non è stato concesso di redimersi, di cambiar vita.
Tutto questo però è forse sintomatico di un preciso percorso spirituale di questo guerriero-sacro: ne è emblematico il fatto che il suo stesso corpo subisca mutazioni (v. i tatuaggi ed il loro colore).
Mi ritrovo con molti interrogativi, anche perché la lettura di questo breve romanzo l'ho trovata molto intrigante: anche a costo di ripetermi, con te non si corre di certo il rischio del "già visto", e neppure nel genere del fantasy. Evochi atmosfere che con il fantasy classico c'entrano poco o nulla, grazie alla tua indubbia bravura narrativa.
In definitiva: Thorgeis ha fatto il suo personale percorso, da figura quasi di comparsa rispetto al cacciatore (cui si era persino prostituito), si è rivelato una sorta di angelo vendicatore, che ha raddrizzato i torti... facendo pulizia dei personaggi più loschi di questo scenario narrativo.
Adesso si trova ad un nuovo punto di partenza: ha i corni medicamentosi con i quali potrà fare del suo meglio per aiutare le persone malate.
Forse riuscirà pure a debellare il Morbo.
E forse il culto che lui professa, di cui è un sacerdote-guerriero, diventerà più forte.
Ma questa è un'altra storia.
I complimenti con te sono ripetitivi, lo so.
Ma è anche vero che ogni tua storia è bellissima in un modo unico e speciale, e dona sempre tantissimi spunti di riflessione.
Un abbraccio.
Lou

Recensore Master
26/02/18, ore 10:04
Cap. 3:

Giustamente John Cena degli appestati sopravvive, altrimenti con chi mai sarebbe proseguita la vicenda? Lol.
Il problema di quando soffri d'una malattia infetta estremamente degenerativa e brutalmente invalidante, è che non hai il tempo di attendere che ferite d'altra natura si rimarginino: devi darti da fare attingendo unicamente alla riserva di carburante.
E per un animo buono, assistere a tanta malvagità è persin peggiore che sopportare il dolore. C'è anche da dire che quest'animo buono sa essere più brutale delle bestie che abbatte, quindi yuppi! Balance restored.
Certo è che sa usare bene la lingua oltre che menare le mani: quant'è witty il nostro Thorgeis *plausi*

Recensore Master
25/02/18, ore 13:47
Cap. 2:

“Lontano, su nebbiosi monti gelati, in antri oscuri e desolati, partir dobbiamo”... a no, aspetta.

Già candidamente accennata in precedenza, è in questo capitolo che risalta bombasticamente la differenza nel temperamento, nella morale e nel pensiero dei due protagonisti.
Molto suggestiva la descrizione della bestia, un bigfoot minotaurico il cui aspetto ferale viene ben reso dalle similitudini, alcune persin tecniche, che impieghi.
PS: un plauso alla quasi completa inutilità di Yahnan nel corso di questo poderosissimo scontro ahahah. Ma abbiamo capito che è una me**a quindi, nulla, va bene così: son certa che Boromir di Gondor se la riderebbe da matti a guardare la sua morte lol

Recensore Master
25/02/18, ore 11:21
Cap. 4:

Eccomi! Bellssimo questo capitolo finale, il nostro cavaliere fa quello che di solito i cavalieri fanno: difendono chi ha bisogno, e lui si è liberato del vero mostro, che non era nè il krodd nè il morbo, ma quell'essere ignobile che teneva tutti in pugno.
Mi è piaciuto molto il cambio di colore dei suoi tatuaggi, una bella idea che rende molto bene il personaggio, un guerriero nobile che ha tante sfaccettature.
Molto bella la scena finale dell'incendio, ma devo dire che in questa tua ultima storia hai descritto ancora meglio il tutto, e leggendo sembra davvero di vedere le scene. Sempre complimenti, mio caro!

Alla tua prossima storia, allora!
Micia

Recensore Veterano
24/02/18, ore 18:10
Cap. 4:

Ciao, Old :) perdonami il ritardo, ma sono stati giorni di fuoco. Ho recuperato entrambi i capitoli che avevo ancora da leggere e li ho trovati davvero belli e ben scritti. Ho apprezzato molto l'atmosfera misteriosa, sovrannaturale, che sei riuscito a creare, e ti ringrazio per non aver scritto la solita, trita e ritrita, storia fantasy. 
Mi piace il modo in cui usi le parole, in cui le pesi, le ponderi, perché rende la lettura davvero piacevole. Aspetto una tua nuova storia! A presto,
Rosa

Recensore Junior
24/02/18, ore 16:00
Cap. 4:

Scusa il ritardo Oldy, ma qui più cercavo di uccidere questo krodd più gli ricresceva la testa.

Che dire di questo capitolo finale? Ho detto finale vero?
NON è GIUSTO! IO ODIO LA FINE!
Okay ora che ho finito di delirare posso dirti che è stato stupendo.
Avevo intuito fin da subito che Janwor voleva Thorgeis non solo come guardia del corpo, ma di certo non avrei mai immaginato che il nostro guerriero l'avrebbe eliminato in maniera così perfetta. 

Mi è piaciuta molto la frase che recita "Io sono il tempio"

Ora spero solo che Thorgeis non si ritrovi altri ostacoli, ma in un mondo del genere non si può mai sapere.

A presto.

Gaia.

Recensore Master
24/02/18, ore 12:00
Cap. 4:

Ciao mio caro, finalmente riesco s commentare anch'io. ^^

***“Buttatela fuori!”
“Il mio vestito!” intervenne la prima donna.
“Buttatele fuori entrambe, mi hanno stancato.”***
Ricorda il dilemma di Salomone, solo che qui invece di mostrare la sua saggezza (che non ha. Si vede che è solo un profittatore meschino e spietato) escogitando un modo per scoprire chi dice la verità e chi mente, le fa buttare fuori entrambe. D'altronde a lui interessa farsi rispettare con la paura e il terrore, uno come lui che ne può sapere del timore reverenziale?

Il Guerriero è stato davvero paziente e scaltro, e ne ha fatta di strada! Fino ad arrivare nella stanza da letto del bastardo, per poterlo togliere di mezzo. E siccome sembrava che questa vokta ti stessi dilungando rispetto alla scena con il cacciatore, speravo che stavolta ci avresti regalato una scena più piccante, invece niente. Quei 10 soldi proprio buttati! :P
a parte gli scherzi, la fantasia più erotica che ho quando leggo di questi omoni meravigliosi coi capelli tagliati corti è: se esistessero in carne e ossa, si lascerebbero accarezzare i capelli da me? ^^

Tornando seria, l'insegnamento morale della storia mi sembra: la gravità degli sprechi. Gli avidi pretendono cose sempre più preziose, per i poveracci sono preziose anche le cose più inutili. Quegli straccioni fanno pensare a quel signore che ha il primato di persona che non si lava da oltre sessant'anni, vive isolato e si fuma terra e porcherie.
Lui, che ragionava in modo diverso sia per l'addestramento sia perché non si trovava in nessuno dei due eccessi, sembra l'unico capace di fare il giusto valore alle cose. E così, mentre Janwor fa bruciare l'unico rimedio che sarebbe un pericolo per i suoi affari, e la povera gente ignora (o è solo rassegnata a vivere meglio che può finché non crepa) non nota nemmeno quello scempio. Lui invece piange, finendo che si tratti del fumo.
Ho amato sul serio questo guerriero che, come tutti i tuoi personaggi massicci, sa essere quando spietato e quando misericordioso, dimostrando di non essere né buono né cattivo e che la vetta bontà d'animo sta nel comportarsi sempre secondo equità.
C'è una cosa che non avrei voluto leggere perché da quando ne avevo letto anni fa mi fa troppo ribrezzo, e in questo capitolo ne hai scritto più volte (la minaccia di squartare qualcuno e cospargerlo di sale), ma per fortuna nessuno subisce questa tortura.

L'angolo Hawkeye. Segnalo:
***Una rumore di passi*** - un
nella presentazione hai scritto contagliati. E nei ringraziamenti il *mio* nickname per metà l'hai scritto tutto unito, santa pazienza. :P

Dai, Mein Ritter, questa storia mi è piaciuta molto infatti l'avevo già messa tra le preferite. Peccato per il finale, nel senso che mi dispiace dargli ragione, e che l'unico modo per porre fine a tutto sua di dar fuoco al Castello condannando a morte tutti gli abitanti senza esclusione. Peccato che non c'era una soluzione meno tragica e dolorosa da prendere. In questo modo per risolvere l'incubo peggiore lui sacrifica anche un sacco di innocenti, giusto?
E nel frattempo i suoi piani per il futuro sono cambiati, in fondo non può sperare di ricostruire un bel niente.
Ah, quando janwor ci prova con lui, mi ha meravigliata scoprire che i Guerrieri Sacri erano considerati come gli spartani. Credevo che per loro la castità fosse importante (si tratta di avere una distrazione in meno in un ambiente basso su regole di vita molto rigorose) infatti nel primo commento s non ricordo male avevo scritto che pur essendo legato alle regole morali dell'ordine per cercare di riportare in via tutto non ha esitato a far soldi in modo immorale. Grazie alla scena con Janwor ho capito meglio cosa in questo temo immaginario viene considerato morale e cosa è immorale, infatti lui gli spiega bene che ha fatto ricorso a tutti i mezzi legali. ^^

Dopo l'incendio al Castello aspettavo che ci fosse altro per il desiderio egoistico di leggerne ancora ma il finale è perfetto. Agrodolce per l'amarezza di ciò che deve fare e il sollievo della consapevolezza che non ha bisogno di costruire un tempio in quanto è lui stesso un tempio, e che d'ora in avanti potrà dedicare la vita a fare del bene, e farlo meglio, ora che ha più certezze (e due corni per far guarire i malati all'esterno del castello).

Ah, Grazie per aver tolto di mezzo i cinque ladruncoli. Ci voleva! :) e grazie per non aver fatto morire Thorgeis a causa del Morbo. Piuttosto gli avessi fatto la morte più eroica possibile, vero?

Al posto suo passerei dalla vecchietta che aveva trovato vicino a quel forno, per portarle una buona notizia, è il personaggio che più merita di ricevere un po' di speranza.
Ho scritto dal cellulare quindi spero che il commento arrivi come l'ho scritto. Chiudo, che è quasi più lungo del capitolo.

Alla prossima avventura!

Recensore Master
24/02/18, ore 07:44
Cap. 1:

In quella fase transitoria che si dispiega tra la conclusione della sessione esami e il ritorno alla routine, vagavo alla ricerca di qualcosa che mi trascinasse con sé, ma in maniera non troppo proibitiva e, al contempo, che fosse gradevole alla lettura. Girovagando sui profili di coloro che identifico quali “autori garanzia”, incappo in questo: una narrazione compatta, un'introduzione cristallina, pochi capitoli, la certezza di disporre già del finale (il che non è poca cosa lol).
Inutile dire che ci ho messo il naso.
Oserei dire che la prima parte del capitolo sia molto “tattica”: un uomo in solitudine che, spinto dal bisogno di sopravvivere, analizza e pondera, pianifica ed agisce.
Con evolversi costante, che sia attraverso ciò che il protagonista vede, le descrizioni, o i dialoghi, veniamo introdotti nel contesto della narrazione. Un contesto fosco e ostilmente estremo. Fino al caos conclusivo e alla fine di quella che potremmo definire un'introduzione al tutto.
Pochi capitoli, come ho detto, ma in ogni caso corposi. I vari impegni m'impediscono una gran costanza, ma ormai dovresti aver intuito che ciò che comincio finisco. Quindi tornerò lol.
Alla prossima.

Recensore Master
22/02/18, ore 20:40
Cap. 4:

Grandissimo Thorgeis! Mi pare il Successore della Divina Scuola di Hokuto quando sbaraglia il nemico!
Mi è piaciuta moltissimo questa storia, che possiede anche una punta di profetico e sovrannaturale.
Ho apprezzato particolarmente le descrizioni dell'interno del castello, quasi un mondo senza regola, che si sottrae disperatamente alla tragica legge del Morbo.
La descrizione delle fiamme che divorano l'edificio è spettacolare. Mentre stavo leggendo, mi sembrava di vederne il film sul grande schermo.
Molto commovente la scena finale del guerriero che trova finalmente la strada, recuperando il suo personale bushido.
Complimenti davvero. Mi spiace che sia finita. Alla prossima, allora! ^^