Recensioni per
poche parole
di OneNight

Questa storia ha ottenuto 71 recensioni.
Positive : 70
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
11/07/19, ore 22:55
Cap. 4:

Rosso sangue, rosso fuoco, rosso amore. Amore, il loro è amore dalle mille sfumature, sempre così intenso e delicato, forte e etereo, passionale e platonico. Perfetto, come lo descrivi tu. 💖

Recensore Junior
11/07/19, ore 22:51
Cap. 3:

Un incubo da cui per fortuna ci si sveglia. Un incubo indimenticabile reso poesia.
Bellissimo. 💖

Recensore Junior
11/07/19, ore 22:49
Cap. 2:

E quel sorriso è un abbraccio. Stupendo come questa drabble.
Sai sempre renderli perfettamente ic anche con poche parole, li dipingi nei colori più adatti e ce li fai amare sempre di più 💖

Recensore Junior
11/07/19, ore 22:46
Cap. 12:

Non lo deriderebbe mai, anzi aspetta soltanto che quel sorriso venga ricambiato!
Che bella! Che ci importa della stagione? È un vento forte, l'ispirazione, e con te soffia sempre nella direzione giusta 💖

Recensore Junior
21/04/19, ore 08:03
Cap. 11:

Che dirti, a parte che il verde è uno dei miei colori preferiti, poi tu l'hai inserito in questo gioco vedo/non vedo delicatissimo come tu sai fare. Cioè, mi spiego meglio, hai accostato il colore al military kink di Sherlock ma in modo delicato e tratteggiato come davvero tu riesci a fare con le tue poesie e ne hai sfumato i contorni per inserire, ancora una volta, i nostri beniamini in un acquerello splendido.
Brava ancora.
Ty

Recensore Master
19/04/19, ore 14:46
Cap. 3:

Quanto dolore, mamma mia T___T
Bellissima Béa, bellissima e straziante, all'inizio.
Nel mio immaginario John è ancora fortemente traumatizzato da quegli eventi e penso che di tanto in tanto li riviva, sia in sogno che ad occhi aperti.
Bellissimo lo so che hai fatto della parola chiave, sei stata davvero abile.
Tutto è così vivido, reale, tremendo, fino a quando...
La luce si accende e Sherlock lo guarda con dolcezza.
E la sensazione è che la tonalità di bianco cambi sotto i nostri occhi, più calda, piu morbida.
Davvero bravissima!
Mi è davvero piaciuta questa drabble!
Complimenti
Ti mando un bacione
S.

Recensore Master
13/04/19, ore 09:47
Cap. 1:

Io sono una persona estremamente distratta, con la testa fra le nuvole e persa in una dimensione parallela, lo ammetto, e forse è per questo che mi sono lasciata sfuggire questa raccolta che è a dir poco sorprendente.
Ciao cara, sono felicissima di poter rimediare!

Finalmente parto dall'inizio, da questa prima drabble che è un piccolo capolavoro, secondo me.
In sole cento parole (cento! Non centodue, non novantanove, CENTO, perfection!) riesci a delineare perfettamente una situazione che ne richiederebbe almeno duemila.

Siamo in un contesto post Reichenbach, Sherlock è "morto", John lo piange di fronte alla sua lapide.
La pioggia, il terreno bagnato i caratteri d'oro con cui è scritto il nome di Sherlock...tutto è vivido, reale per il lettore, al punto da farmi sentire ogni sensazione sulla pelle e nel cuore, al punto da sembrare un dipinto dinamico e VIVO.

Che dire?
Ripeto, hai un dono che io non possiedo.
Bravissima!
Baci
MissAdler
(Recensione modificata il 13/04/2019 - 09:47 am)

Recensore Master
13/04/19, ore 09:25
Cap. 11:

Ciao, anzitutto domando perdono per il ritardo con cui giungo a lasciarti una recensione. Avevo letto subito appena pubblicato, naturalmente. Ma da lì ad avere il tempo e il modo di passare a lasciare un commento purtroppo ce ne vuole. Ma comunque ora sono qui e lasciami dire che ci tengo in modo particolare, perché tutte le drabble di questa raccolta sono bellissime e particolari, ovviamente ben scritte, ma questa lo è in modo particolare.

Anzitutto devo complimentarmi perché non ho idea di come tu abbia fatto in 109 parole a passare dal verde del fiume alla divisa di John, infilandoci il kink per i militari di Sherlock e il tutto scritto da un suo punto di vista. Molto più che notevole, direi eccellente. Ovviamente mi è piaciuta davvero moltissimo. In primo luogo perché hai usato una prima persona dedicata tutta a Sherlock e che ci permette di entrare subito dentro la sua testa, di entrare nei suoi pensieri e di afferrare anche quello che sta provando. Sono alla fine di un caso, ce ne dai l'ambientazione vaga ma di questo non sappiamo niente. Come molto spesso fai scegli con cura e particolare dovizia i dettagli da inserire e quelli da togliere. E il caso non è importante, ci lasci supporre che sia uno come ce ne sono stati tanti altri. Quello che importa è il modo in cui finisce e questo sguardo di Sherlock un po' distratto, che vaga sulle acque di un Tamigi che tu definisci verdastro e con sfumature differenti. Non sapendo come funziona la testa di Sherlock, non completamente almeno (so a malapena come funziona la testa dello Sherlock delle mie storie), non so assolutamente in che modo abbia collegato il verde delle acque del fiume alla casacca militare di John. Il collegamento è quasi assurdo e privo di una qualsivoglia logica, dev'essere una di quelle associazioni mentali che nascono un po' dal niente e che non hanno un vero senso, se non esaltare i sentimenti e lo stato d'animo di chi li fa. Sherlock, in questo caso. Che ha finito un lavoro di cui non sappiamo nulla, che si disinteressa di ogni cosa a questo punto e che lascia a John la parte più noiosa. In questo hai sottolineato alla perfezione la maniera diversa di approcciarsi ai casi che i due hanno. Probabilmente nemmeno John vuole dedicarsi a certe cose con Lestrade, ma ne è costretto e quindi lo fa. Vuoi per senso del dovere, vuoi perché un po' e è obbligato. In questo la sua formazione militare sembra predominare. Così come predomina in Sherlock un carattere un po' menefreghista verso certe regole o rituali di qualsiasi natura di cui non gli importa. Sherlock è esattamente così, non gli interessa? Non lo fa, punto. Per lui è piuttosto semplice in verità.

Altro dettaglio che viene fuori è che tra Sherlock e John non c'è nulla, ma Sherlock lo vorrebbe. Lasci intuire che ha un kink per gli uomini in divisa (come la serie spesso suggerisce), e ci fai capire che gli dispiace non aver mai visto John con una divisa di quel genere addosso, se non in una qualche vecchia fotografia. Che tiene nascosta, ben custodita come se fosse un segreto prezioso da proteggere. Non mi è del tutto chiara la natura del loro rapporto, Sherlock è impaziente di tornare a casa e lo dice dopo aver ammesso di pensare sempre a lui e di aver avuto il piacere, come se fosse una sorta di consolazione, di vedere John almeno con l'alta uniforme. Ci ho notato un'allusione al voler tornare a casa per potersi dedicare con John ad altre attività più piacevoli, oppure ha fretta perché vuole vedere quella foto e magari lasciarsi andare come John non sa che fa. In questo non ci dai una risposta, la drabble è piuttosto ambigua e lasci una buona fetta all'interpretazione. Io, personalmente, preferisco forse la seconda opzione. Preferisco che John ancora non sappia e che Sherlock si nasconda, anche se forse ha un risvolto più angst. Diciamo che lo troverei un finale più intenso.

Comunque sia le tue drabble sono sempre notevoli e questa decisamente lo era, forse una delle più belle che hai scritto.
Alla prossima.
Koa

Recensore Master
08/04/19, ore 23:29
Cap. 11:

E io inizio a recensire dalla fine, sono pessima, perdonami!
Innanzitutto sono troppo felice che la mia fanart ti abbia ispirato per creare questa cosa bellissima!
E adoro il tuo modo di sintetizzare concetti tanto ampi in così poche parole, il dono della sintesi non è da tutti, man che meno lo possiedo io, quindi tanto di cappello.
Qui abbiamo un caso appena risolto, John che si sta occupando di scartoffie con Lestrade e Sherlock che lo aspetta guardando il Tamigi.
Bellissimo il gioco di sfumature che ricordano la mimetica di Watson...sono curiosa di sapere in che occasione Sherlock l'abbia visto in alta uniforme...probabilmente nella mia ff! ;)
Mi è piaciuta molto questa drabble, passerò senz'altro a recensire anche le altre, promesso!
Baci

Recensore Master
08/04/19, ore 23:06
Cap. 11:

Innanzitutto grazie per non aver spento il tuo arcobaleno.
Il colore verde, solitamente, evoca prati verdi, distese d’erba a perdita d’occhio, la preziosità dello smeraldo, degli occhi in cui domina uno sguardo felino…
Tu, sorprendentemente, ti sei allontanata da un facile sentiero di esempi già visti e facilmente rappresentabili.
Infatti, la prima immagine in cui rendi concreto questo colore è quella di una sfumatura che arricchisce il Tamigi di sensazioni visive che portano Sh a pensare costantemente a John.
Sì, perché, se non sbaglio, il POV che tu hai scelto è quello del consulting, in un momento di conclusione delle indagini relative ad un caso.
È proprio Sh che si concede di allontanarsi finalmente dalla scena del crimine, tutto è risolto, ha lasciato a Watson l’impegno di concludere con Lestrade le parti più pratiche e noiose dell’indagine ed è suggestivo, davvero, il poterlo immaginare in un attimo di pace, intento a guardare la sua Londra, il suo Tamigi che scorre e gli ricorda il colore della tuta mimetica di John.
Quel John che costituisce, ormai, la sua ragione di futuro, il suo non sentirsi più solo. Evidentemente, azzardo un’ipotesi, i nostri due si sono chiariti circa la realtà del sentimento che li unisce e vivono, finalmente, il loro amore.
Infatti il verde del fiume gli evoca John e le sue divise, che accrescono, agli occhi di Sh, il fascino che il suo “conduttore di luce” esercita su di lui.
Siamo, come di consueto in questa tua raccolta, ai confini con la poesia, con delle emozioni allo stato puro, e potrebbe sembrare estraneo lo sconfinamento nel MilitaryKink, ma qui tutto raggiunge un perfetto equilibrio, anche nel poco spazio di 109 parole. L’attrazione per le divise, che turba ed intenerisce Sh, giunge gradita e delicatamente espressa proprio perché è riferita all’uomo che ama e non ad una semplice avventura o esperienza fugace.
John è John, con le sue divise, con il suo mondo, con la sua presenza necessaria nella vita di Holmes.
Fa tenerezza sentire che quest’ultimo attende impaziente di poter tornare al 221b, perché è lì dove si sente amato e protetto.
E per tornare ai vari esempi con cui si può esprimere e rappresentare il colore verde, ritorno all’inizio di queste mie osservazioni: la tua piccola storia ha davvero la preziosità e la luminosità di uno smeraldo, in cui la luce si fonde meravigliosamente nel piccolo ma infinito spazio di una gemma.
Complimenti.

Recensore Master
08/04/19, ore 22:49
Cap. 11:

Adesso tu donna, hai in mente che il MilitaryKink non è solo di Sherlock? Sì? Te ne rendi conto che già da caldo così? Senza aiuto esterno da parte tua? Sì? Bene.
Bella chicchetta! Brava tata!

Recensore Junior
02/04/19, ore 14:44
Cap. 10:

Cara cugina nella poesia, le tue parole struggenti riescono sempre a toccarmi il cuore. L'immagine del palloncino legato alla poltrona, Sherlock disperato che si buca mi hanno dato tanta nostalgia ma poi ecco che John arriva, come un cavaliere che torna, come Ulisse che rientra nel suo porto, da ciò che gli è caro, dai suoi affetti, dal suo mondo, dove il cuore ha il suo posto.
Brava la mia poetessa.
Tybalt

Recensore Master
19/03/19, ore 18:15
Cap. 10:

Voi Autori avete la piena libertà, ovviamente, di continuare le vostre storie o di por fine ad esse e, noi che leggiamo, non possiamo in alcun modo criticare le vostre scelte, anche se un parere si può sempre esprimere.
Ed io lo esprimo: considerami contraria alla tua affermazione che la presente raccolta “abbia fatto il suo tempo”. È vero che il primo capitolo l’hai pubblicato un anno fa, ma non trovo negativo il fatto che si possa allungare un percorso per raccontare ciò che si sente.
Non è detto, secondo me, che l’ispirazione e l’idea a tradurre in parole qualcosa che ci è nato in testa e nel cuore, debbano avere una data di scadenza. Potrei dirti una sciocchezza del tipo che i colori e le loro sfumature sono davvero tanti, magari te lo scrivo alla fine, ma sarei molto limitante rispetto alla qualità di ciò che scrivi che ritengo valido, senza dubbio.
in questa sezione ci sono molti esempi di raccolte. Vedi, alla long sì darei una scadenza precisa per l’ovvia necessità di non vedere diminuito l’interesse dei lettori di fronte allo svolgimento di una trama che potrebbe
rivelarsi infinito, ma il fissare come fai tu in quadri singoli, comunque tutti collegati dalla medesima tematica, non ha confini temporali urgenti, è legato a quello che l’Autore sente in quel momento come messaggio urgente da esprimere. E può essere dopo un giorno o dopo un anno, non importa, visto che non ci sono esigenze di svolgimento di una trama ben precisa.
Qui, nella tua raccolta, lo scenario, come hai annotato tu, è quello della sconvolgente S4 e sai quante cose si possono scrivere a tal proposito, visto che la “polvere” da essa sollevata non si è ancora del tutto dissolta.
Rimane, nonostante il tempo trascorso, ancora tanto da capire, da leggere da diverse angolazioni e, perché no, da fare nostro, trasmettendo al racconto i nostri personali desideri, in mancanza di un finale definito o, per la precisione, un po’ troppo vago.
Per la conclusione di questo pezzo hai pensato ad una soluzione positiva, John tornerà da Sh, ed il tuo lo trovo un atteggiamento più che accettabile perché, secondo me, “il tessuto” delle Stagioni BBC costituisce, per chi vuole scrivere sul fantastico mondo di Holmes dei Mofftiss, un motivo d’ispirazione e di scelte narrative che possono discostarsi dal percorso principale, magari arricchendolo con nuove prospettive.
È quello che succede in questo pezzo, in cui hai reso concreto il ritorno di John al 221b, in quel “…sento bussare…”, che fa rinascere la speranza nel consulting.
Il rosso, secondo me, esprime l’umanità che si è fatta strada progressivamente in Sh, mettendo all’angolo il monopolio della sua ragione e liberando un sentimento che l’ha accompagnato, silenzioso ma incancellabile, fin dal fatidico incontro al Barts.
Un sentimento strattonato, calpestato e persino fatto oggetto di una cieca violenza all’obitorio della clinica di Culverton Smith, come abbiamo visto in TLD, scena terribile.
Ed è il rosso di ciò che è umano, come il sangue, liquido vitale ed il cuore, che pervade la tua drabble, tingendola di sentimento, d’immediatezza, di concretezza. Di vita, anche, perché il ritorno di John al 221b porterà sicuramente a Sh una valida ragione per non distruggersi.
Testimoni del suo doloroso percorso di attesa e di rincorsa dietro ad un passato, che sembra non esserci più, sono le goccioline di sangue che indicano, secondo me, il suo sempre più devastante affidarsi all’oblio suicida della droga, e le lacrime, che segnano lo scorrere di eventi davvero angoscianti, come la scena del “volo” dal Barts che ha sancito la fine di un’epoca mitica.
Ho davanti agli occhi la scena della S4 cui fai riferimento, in cui si vede un palloncino che dovrebbe sostituire John, un John irriconoscibile, davanti al flusso interminabile delle deduzioni di Sh: quelle immagini mi hanno lasciato un sapore amaro e di sconfitta.
Qui, tu hai come ingentilito tutto quanto, perché è di Sh quel palloncino sul quale lui disegna, con attenzione, il volto, o almeno ci tenta, del suo John.
Tenero quel suo esprimere la volontà di ritrovare la strada perduta, legando bene l’oggetto in questione alla poltrona vuota di Watson, come a trasmettere, mediante un banale palloncino, la volontà ed il disperato tentativo di non farselo scappare più.
Una piccola, grande ff questa e, banalizzando, scusami, ti dico che ci sono tanti colori, non spegnere il tuo arcobaleno…

Recensore Master
19/03/19, ore 13:37
Cap. 10:

Ciao, per prima cosa lasciami dire che sono davvero felice che tu abbia deciso di potarla avanti nonostante la considerassi ormai conclusa. Ne sono felice perché questa raccolta aveva un "suo perché" che personalmente ho molto amato e che mi piace leggere ancora adesso. Forse sì, forse un problema di ripetitività può esserci perché alla fine i colori quelli sono, ma per il momento a me la raccolta non annoia e continua a piacermi. Anche perché dalla serie continuano a esserci tantissimi spunti. Per il futuro quello che posso suggerirti di fare, dato che sono qui da tanto tempo e ormai so come funziona Efp, è quello di non mettere l'avvertimento "Incompiuta" ma al massimo di spuntare la casella "completa" e chiudere la storia. Anche perché puoi sempre riaprirla e aggiornare nel caso in cui ti dovessero venire altre idee in futuro. Te lo dico perché l'avvertimento incompiuta scoraggerebbe magari qualcuno a leggerla e sarebbe un vero peccato. Da completa invece ha più possibilità di venir letta ancora. Ma è solo un suggerimento ovviamente fai come ti senti di fare.

Per quel che riguarda la drabble in sé, ti dirò che io avrei preferito leggere di un finale "non happy" e per il semplice fatto che ritengo sarebbe stato perfetto per questa drabble, dato che è improntata (credo volutamente) su atmosfere malinconiche e amare. Questo finale forse stona un pochino, dà al tutto un tono positivo che sembra quasi illusorio. Pare una fantasia che non ha però alcuna radice nella verità. Sherlock disegna il volto di John su un palloncino, lo ritrae gentile esattamente come lui vede John. Quel palloncino non è però soltanto uno scherzo, ma è un sostitutivo. Sherlock sa di averlo perso ormai per sempre, sa che non c'è più speranza per loro e quindi ne disegna uno tutto per lui, ma questo è un John che non se ne andrà mai. E qui ci sarebbe da discutere di quanto in realtà Sherlock abbia messo in questo stesso gesto la caducità della vita stessa. Un palloncino vola via, si sgonfia e in poco tempo muore anche lui, se ne va proprio come John se n'è già andato, ma non mi sembra il caso di approfondirlo qui. Quello che intendo dire è che in questa drabble Sherlock si muove in cerca di un qualcosa che viva al suo fianco al posto di John, ne trova uno posticcio e che lo ricorda ma soltanto vagamente e solo negli aspetti più buoni (e infatti è solo gentile e non ha altre qualità o difetti di John). Un John che è un palloncino e che non poi stranamente è rosso come il cuore che batte, e qui si arriva all'amore di Sherlock per il quale si strugge. Un amore che lo fa soffrire. E qui sembra che non ci sia nessuna via d'uscita, con tutto quello che è successo, con le colpe, le liti, le botte e tutto il male che si sono fatti a vicenda, sembra che non ci sia nessuna speranza. Tu ce la dai e a me quasi dispiace che tu abbia deciso per questa via, perché per come ci descrivi l'amore di Sherlock e la sua sofferenza, John quasi quasi non se la merita. Non si merita di essere ricevuto da Sherlock come se niente fosse successo. Perché sì, Sherlock alla fine si comporta esattamente così. Non gli apre la porta, perché sarebbe un evento e una cosa non da lui, non lo accoglie con tante parole ma col silenzio di sempre. Tutto nel modo in cui John arriva e per come Sherlock lo aspetta, indica una normalità ritrovata. Una normalità che si illude però d'essere la stessa di un tempo, una normalità che per come hai improntato la storia sento che quasi non è giusto e che è una non-soluzione. Ci vorrebbero forse tante altre parole, altre grida magari, ma almeno sincere e che mettano fine al loro silenzio che è la cosa peggiore di tutte. Ma comunque capisco la scelta che hai fatto e se ti sentivi così allora hai fatto più che bene.

Alla prossima.
Koa

Recensore Junior
18/03/19, ore 20:20
Cap. 10:

Bellissima.
La tua capacità di dire tutto in 108 parole mi affascina ogni volta.
Dietro a due pennellate veloci c'è un mondo intero.
Bellissima.