Recensioni per
poche parole
di OneNight

Questa storia ha ottenuto 71 recensioni.
Positive : 70
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
18/03/19, ore 20:19
Cap. 10:

Oh vedi che il lieto fine ci sta bene? L'idea di John che alla fine arriva non toglie lo spessore della storia ma la rende più completa. Del resto John è tardo ma alla fine ci arriva 😂
Grazie mille ❤️

Recensore Master
21/02/19, ore 16:06
Cap. 9:

Parlando di occhi, a proposito di quelli di Sh, si potrebbe produrre un corposo trattato, per esempio, su che caspita di colore essi abbiano.
Turchese? Azzurro acquamarina? Verde tendente all’azzurro? Pagliuzze dorate, sicuramente se ne vedono…
E si potrebbe continuare ancora per molto.
Quelli di John, invece, sono come lui, definibili, dall’aspetto non troppo cangiante, si potrebbero definire come “affidabili”. O almeno gli occhi del John delle prime due Stagioni BBC, perché dopo il suo sguardo non ha più nulla dell’atmosfera promettente e, a suo modo, serena del 221b.
Comunque azzurri, di una tonalità scura.
Sì, ma, purtroppo, anche Magnussen ce li ha di quel colore, solo che esprimono cose ben diverse.
Come suggestivamente scrivi tu, riportano lo squallore e la desolazione di terre lontane, in cui la solitudine ed il gelo hanno spento ogni forma di vita e di umana condivisione.
Nello sguardo di Magnussen lampeggiano la cattiveria, la spietatezza, l’inesorabile tendere all’interesse personale a costo di stroncare qualsiasi ostacolo, anche umano, che importa, per conseguire il proprio obiettivo di potere a tutti i costi.
La drabble l’hai impostata con il POV di Watson, che si trova sotto il fuoco di fila dei due sguardi più magnetici delle Stagioni BBC e si sente davvero impotente e indeciso se reagire o meno all’odiosa provocazione del “cattivo” di turno.
Molto curioso il termine “schicchera” che tu usi in una trama così preziosa per scelta dei termini e per le immagini che vi evochi.
“Scorno, smacco, umiliazione”: queste definizioni le ho trovate “googlando” la parola che non conoscevo e la fonte che mi ha fornito queste dritte è tra le più autorevoli.
Quindi il termine che hai usato, pur avendomi spiazzato ad una prima lettura, è apparso poi adeguato e dal significato chiaro.
Magnussen compie ripetutamente quel gesto odioso nei confronti di John non solo per umiliarlo ma per provocare soprattutto una reazione da parte di Sh perché sa benissimo che Watson è il “punto debole” del consulting.
E John, nonostante il disorientamento e l’incertezza su cosa fare, anche perché lui è un uomo sanguigno, e sicuramente l’istinto gli avrebbe già innescato una reazione decisamente violenta, attende fiducioso che Sh gli suggerisca come comportarsi.
Bellissimo questo affidarsi completamente a lui, attraverso il variare dei colori negli sguardi che s’intrecciano.
Ci hai riportato, con piacevolissima precisione, l’atmosfera livida e tesa di quegli attimi, i più importanti di HLW, in cui tutto poteva succedere, ed io mi aspettavo che John si scagliasse contro Magnussen.
Con pochissime parole hai riportato la tensione di John, la diabolica insistenza di Charles ma, a proposito di Sh hai dipinto un quadro unico, magnifico.
I suoi occhi, infatti, li animi con un mondo intero, fatto di rabbia, d’amore, d’istinto di protezione verso la persona di cui è innamorato. E nel suo sguardo c’è anche la morte, che trova voce nell’ineluttabilità agghiacciante della tempesta che prepara al dilagare della potenza distruttiva dell’uragano. Tutto si compie, Magnussen ha varcato la soglia del non ritorno e la violenza di Sh, che corrisponde alla sterminata grandezza del suo amore per John, lo travolge.
Ci hai riportato una scena memorabile condensandone l’intensità nel colore cangiante degli occhi.
Bravissima.

Recensore Junior
18/02/19, ore 21:17
Cap. 9:

Ottima drabble come sempre, gli occhi di entrambi così belli, oceano quelli di John, cieli ariosi quelli di Sherlock. La prima strofa (chiamiamola così ) mi fa sognare perché si sofferma a definire gli occhi di entrambi. Poi entra in scena quell'odioso di Magnussen che umilia John, fa pipi nel salotto del 221b e ci prova con Sherlock. Che odio!!! John non reagisce, si fida di Sherlock, è il suo punto di riferimento e quest'ultimo lo tranquillizza. Sarà Sherlock stesso, i cui occhi si sono fatti tempesta, ad occuparsi del viscido, facendolo fuori, uccidendo per il suo john. Bello come hai modulato i coloro facendo trasparire gli stati d'animo, l'amore l'uno per l'altri passa attraverso gli sguardi che si lanciano, sguardi molto molto eloquenti. Sarà che poi io amo l'azzurro e amo descrivere i loro occhi, mi ha fatto piacere leggerti, aspetto la prossima con trepidazione
Tuo,
Tybalt

Recensore Master
18/02/19, ore 15:55
Cap. 9:

Ciao, dalle tue note iniziali mi rendo conto di non aver letto "Drive to despair" e questo nonostante l'avessi già notata da parecchio tempo. A mia discolpa posso dire che le drabble dopo un po' che le leggo mi annoiano. Non che non mi piaccia leggere le tue, è solo che se ne leggo troppe finisco che percepisco tutto come troppo breve e troppo insoddisfacente. Quindi ogni tanto le lascio andare e basta in attesa che mi torni la voglia di leggerle e mi passi il "malumore" (io sono molto umorale anche sulle letture, oltre che su tutto quanto il resto). Tutto questo per dire che le recupererò prestissimo, ecco.

Tu sei bravissima in questo genere e apprezzo sempre che tu ne scriva così tante, anche se confesso che mi piacerebbe vederti in qualcosa di diverso ogni tanto, magari di più lungo e articolato, ma sono comunque tutte molto belle da leggere. Questa soprattutto in cui citi una particolare scena di umiliazione tra John, Sherlock e Magnussen nel quale quest'ultimo dà il peggio di sé. Per tutto His last vow, Magnussen si fa letteralmente odiare. Non c'è una scena in cui non appaia come un uomo viscido e odioso, ma a mio avviso nella scena che tu hai descritto lo diventa ancora di più. Come se non fosse bastato vederlo pisciare nel caminetto del salotto del 221b di Baker Street, qui umilia John con quelle che tu chiami "schicchere", in un termine molto dialettale (credo del centro Italia se non sbaglio?) ma che rende perfettamente l'idea. Non c'era io credo parola italiana che rendesse meglio il concetto. Sei stata molto brava a far capire l'umiliazione di John in quel momento, la sua rabbia nel non poter reagire e il non farlo, nonostante lo voglia, solo per una parola data a Sherlock. In quelle frasi brevissime sei stata capace di mostrarci tutta la fede che provano uno per l'altro, il legame che li unisce e ciò che sono Holmes e Watson. Il tutto collegato con l'azzurro degli occhi, gli stessi di Sherlock e di Magnussen, gli stessi di John (anche se più scuri). Sono simili fra di loro, entrambi dalle colorazioni bellissime ma estremamente diversi uno dall'altro. E John ci ripensa in quel momento, in una fugace riflessione mentre tenta di calmarsi. Hai mostrato precisamente quella scena, facendocela scorrere davanti agli occhi come se la stessi guardando ora. La rabbia di Sherlock, quasi furiosa e implacabile. La rabbia di chi si vede toccato e umiliato un qualcuno che ama e non può sopportare oltre. E ci mostri anche la cieca fiducia di John, il suo mettersi tra le mani di Sherlock in maniera totale e mandando giù un qualcosa che odia come l'immobilità e il dover subire. John non c'è abituato, ma lo fa e quindi non reagisce. Insomma, una scena carica di angst e sofferenza, ma anche di quel legame Johnlock che tanto mi piace trovare nelle fan fiction.

Alla prossima.
Koa

Recensore Junior
25/01/19, ore 21:30
Cap. 8:

Che bellezza questa drabble, una poesia. Amo la neve, il mantello bianco che copre Londra e soprattutto il silenzio che avolge tutto. John sprofondato in poltrona e Sherlock che si stringe nel suo lenzuolo, piccolo maliziosetto. Sei molto brava, intessi parole come fossero i fili di un arazzo e quel che ne esce è un quadro accennato che lascia spazio all'immaginazione. Tutto mi dà l'idea di pace e tranquillità, quiete e silenzio. Una contemplazione, quasi. Bellissima, voglio leggerti ancora. Tybalt

Recensore Master
13/01/19, ore 21:10
Cap. 8:

Ciao, cara
questa bellissma drabble mi ha lasciata a pensare, attraversata da dubbi e curiosità e così non potevo non essere qui
L'atmosfera surreale della Londra coperta di neve ti è riuscita benissimo; non hai descritto qualcosa di "impossibile" eppure è al di sopra della realtà... spero di essermi spiegata! Tutto è freddo e isolato dalla vita. Infatti, qui, subentra la sensazione (non reale) che John ascolti il violino di Sherlock, e credevo che lui fosse morto - creduto morto, per la precisione, e che John vedesse il suo fantasma sulla poltrona, complice il fatto che in pieno inverno sia avvolto da un lenzuolo, tipico "abbigliamento" delle presenza spiritiche. In effetti, Sherlock neppure parla, ma poi alla fine non sono stata convinta, credo che sia lì davvero, e che sia la mente di John a raddoppiarne la presenza cosa romanticissima...
è così, vero? *-*
baci innevati,
Setsuna

Recensore Junior
13/01/19, ore 02:43
Cap. 8:

Ho sentito il suono della neve, prima ancora di vedere il suo colore, e invece di sentirne il freddo l'ho percepita come una coltre protettiva e rassicurante, che emana il tepore della certezza di una presenza preziosa, vitale.
Bellissima.

Recensore Master
12/01/19, ore 10:06
Cap. 8:

Ciao, mi fa davvero piacere che tu sia tornata ad aggiornare questa raccolta. Come ti accennavo anche nell'ultima recensione che ti ho lasciato (quella sulla storia di Natale) continuo a fare un po' di fatica di recente con le drabble, ma ti leggo comunque sempre tanto volentieri. Anche se mi tocca ammettere, forse un po' per via del mio spirito poco collaborativo, che ho fatto un po' di fatica a decriptare il significato di questa nello specifico. Ci troviamo di fronte a quello che è uno scenario piuttosto suggestivo ovvero Londra, Baker Street nello specifico avvolta nella neve. Una città che sa essere bella anche in condizioni normali, ma che con queste condizioni climatiche diventa ancora più meravigliosa. E tu ci getti dentro tutto questo, mostrandoci un John di fronte alla finestra che guarda fuori. Mi è piaciuto molto, ma ormai non sono più sorpresa visto che è diventata un'abitudine, come hai sei riuscita a descrivere quello che accade usando pochissime parole. L'idea è chiara e nitida, descritta in maniera che sia immediata e visiva, come se fosse una fotografia. E in un primo momento mi è sembrato quasi che fosse la neve e John che la osserva il centro di tutta la drabble, poi invece la scena si sposta su Sherlock. E questo non me l'aspettavo perché il modo in cui John osservava la neve mi aveva tratta in inganno, facendomi credere che Sherlock fosse morto e che, di conseguenza, la storia fosse ambientata nei due anni in cui John lo credeva morto, il che avrebbe dato un tono definitivamente angst al testo che hai scritto. E invece, sorpresa, Sherlock è lì con lui. Seduto in poltrona, con addosso soltanto un lenzuolo e fa quello che fa sempre ovvero sta nel suo palazzo mentale. Una scena, per loro due, davvero molto quotidiana che sa di cose che si fanno tutti i giorni. La sola eccezione sembra essere proprio la neve. Ed è proprio a questo punto che le riflessioni di John prendono una piega che non mi spiego ancora bene, ovvero, per un istante John osserva Sherlock e poi accosta il biancore nel quale è avvolto, ovvero quello del lenzuolo, alla neve che sta cadendo fuori. Non mi è chiaro però il modo in cui lo percepisce da un punto di vista sentimentale ed emotivo, non so se vede Sherlock come se fosse un qualcosa di bello tanto quanto la neve o di freddo come la neve (e di conseguenza irraggiungibile). Non so magari il messaggio che dai tu invece è chiarissimo e io non sono riuscita a coglierlo affatto, nemmeno andandoci vicino. Ad ogni modo, la drabble mi è piaciuta (questo come sempre). Quindi aspetto altri aggiornamenti perché l'idea che hai avuto di scrivere cose, Johnlock o meno, accostandole ai colori la trovo davvero molto interessante.

Alla prossima, spero presto.
Koa

Recensore Veterano
12/01/19, ore 02:22
Cap. 8:

Quasi mi sembra di sentire le note del tuo violino anche se in realtà il silenzio regna sovrano su Londra e il suo candido mantello.

Quando sono arrivata qui pensavo mi lasciassi nella fase post caduta con un John distrutto.. Invece per fortuna Sherlock è sulla sua poltrona a godersi il calore del 221B mentre la neve imbianca Londra❤️
Meno male.
È davvero carina e molto poetica, sai che in queste cose sono una frana e non riesco ad apprezzare come una storia normale ma sei stata bravissima❤️.
Avvisa però quando pubblichi patata 😝😝😝.
Un abbraccio Pri

Recensore Master
12/01/19, ore 01:22
Cap. 8:

Londra, la neve, Baker Street.
John che guarda dalla finestra per scoprire che anche la via è deserta.
Già, perché, ancora una volta, il colore bianco è da te usato per un approccio che genera solitudine, angoscia, incapacità di comunicare.
“Ancora una volta” perché nella drabble precedente con lo stesso titolo, riferito al medesimo colore, ci avevi immersi nell’atmosfera livida della (finta) morte di Sh.
Comunque tutta la negatività espressa, era poi sfumata nella luce della presenza del consulting che aveva rassicurato John liberandolo dall’incubo del ricordo.
In questa ff, purtroppo, almeno secondo me, il senso positivo che può trasmettere il colore candido è all’inizio. Infatti immaginiamo, grazie alle tue parole, Watson in un pomeriggio tranquillo, che osserva lo scendere dolce della neve.
Il POV è il suo e, grazie a questa tecnica, possiamo “entrare” al 221b per coglierne un momento, peccato, non proprio felice.
L’atmosfera iniziale, appunto, è di pace, di tranquillo riposo, di serenità.
Addirittura i bianchi fiocchi che vorticano giù dal cielo, richiamano il tanto amato suono del violino, quella musica che John ama tanto perché, attraverso essa, Sh esprime ciò che gli passa per la mente e per il cuore.
Purtroppo, o almeno questa è la mia impressione, il candore diventa gelo, diventa silenzio, diventa un muro insuperabile dietro al quale sta, irraggiungibile, Holmes, trincerato nel suo Mind Palace. Non c’è musica, in realtà, John è circondato dal vuoto in cui lo sta lasciando l’atteggiamento del suo “coinquilino”.
Il lenzuolo bianco sembra portare concretamente, come efficacemente annoti tu, il freddo della neve dentro l’appartamento e, soprattutto, nel cuore di chi sta guardando, con tristezza, quella figura muta ed assente, avvolta in quel ridicolo abbigliamento.
Davvero hai trasmesso così tutta l’incapacità di John di seguire Sh nel suo mondo, nella sua lontananza fatta di ragionamenti troppo astrusi, spesso, per poterli comprendere, di accettare il suo silenzio.
Sono questi i momenti in cui il medico lascia cadere dalle mani il calore di ciò che prova per l’altro, sentendosi inadeguato a seguirlo, a capirlo: amarlo diventa quasi impossibile perché il dubbio è ben concreto, come quella neve.
Non so se ho compreso ciò che hai voluto esprimere in questa drabble, ma mi è piaciuta molto per l’eleganza e la leggerezza con cui si susseguono le tue parole mentre sembrano dipingere un piccolo, ma intenso, quadro d’ambiente e di sentimenti.
Brava, in poche righe hai saputo racchiudere il significato più profondo del vuoto che minaccia costantemente la Johnlock.

Recensore Master
08/11/18, ore 09:52
Cap. 7:

Questa tua doppia drabble s’inserisce bene nel contesto indicato dall’evento che hai citato nelle “Note iniziali”. Ci sono gli elementi principali che si riferiscono ad Halloween, come il buio, la tensione, il cimitero con quella lapide muta ed inquietante, l’ombra ghignante della Morte.
Persino il mitico ed inconfondibile mantello di Sh si è trasformato in “un nero mantello” che sembra volare sotto la luna.
C’è, dunque, uno scenario perfetto che sembra attendere l’entrata in scena di qualche mostruoso personaggio o lo scatenarsi di terrificanti danze macabre.
Ma, invece, il colpo di scena è che tutta la tensione preparatoria a quella che sarebbe stata probabilmente, un’avventura tra esseri grotteschi e accadimenti dall’atmosfera spaventosa, si libera alla luce della luna che ridiventa un astro brillante che si riflette, amica, sui sogni degli uomini.
Siamo, se non sbaglio, sulla scena di un inseguimento, uno di quelli che vedono l’elegante figura di Sh quasi volare davanti a quella più concreta ed umana di John e che contribuiscono, con la scarica di adrenalina che provocano, a rinsaldare un legame che, ormai, non può più essere tenuto soffocato.
Ho trovato davvero molto suggestiva l’idea che hai avuto di far sostare John in quel cimitero dove, di fronte a quella lapide nera, si è chiusa un’epoca mitica e se n’è aperta un’altra carica d’incertezze, rancori, paure, risentimenti, dolore.
È come se tu riavvolgessi il tempo e lo riportassi in una dimensione diversa da quella strampalata della S3 e da quella allucinante della S4.
Non interessa, tutto sommato, se Mary ci sia stata o no, se la piccola Rosie li stia aspettando al 221b, se Eurus abbia compiuto la sua mostruosa missione di morte e vendetta.
Sappiamo che Sh è tornato dal suo “esilio” forzato, che John ha parlato davanti a quel sepolcro vuoto, e che ha sofferto l’abisso della solitudine lasciatogli dalla (finta)morte di Sh.
Abbiamo però capito che in lui, la rabbia ed il rancore per essere stato lasciato indietro dall’uomo di cui è innamorato da sempre, sono svaniti in quella corsa notturna e si sono dileguati alla luce di quella splendida luna.
Nel cimitero si sono resi palpabili, nel cuore di John, la pace e, soprattutto, la consapevolezza che un sentimento così grande non poteva più essere ulteriormente taciuto e soffocato da montagne di “non detto” e di “non fatto” o dalla paura di non essere accettati.
Quel silenzio, l’eco di quel dolore raccontato compostamente a quel pezzo di marmo nero, hanno infuso a Watson una nuova, rigenerante energia.
Siamo certi che, al loro ritorno al 221b, ci sarà, come efficacemente scrivi tu, il tempo “del coraggio” per far svanire per sempre i fantasmi del passato.
Hai raccontato, con sensibilità e parole scelte con cura, la rinascita di John, la sua presa di coscienza della fragilità della vita e della necessità di non perdere l’occasione per essere felici.
Mi è piaciuto immaginare quel soldato silenzioso, fermo a pensare nel silenzio e nell’atmosfera particolare di quel luogo che, paradossalmente, per lui è diventato un posto da cui trarre la voglia di vivere, di amare e di essere amato. Brava.

Recensore Master
01/11/18, ore 09:35
Cap. 7:

Ciao, allora, quando ho visto il tuo nome tra le storie che erano state caricate nel gruppo ero molto curiosa di leggerla perché le tue drabble sono sempre una garanzia di qualità. E così è stato anche per questa. Trovo la scelta di ambientare entrambe in un cimitero da un lato divertente e dall'altro anche un po' rischiosa. Perché il cimitero la notte di Halloween è sempre un classico e cadere nel banale o nel "già visto" è un attimo. E invece ho trovato questa molto originale di conseguenza anche sorprendente.

Non ci dai molti dettagli su come siano finiti dentro a un cimitero, ma poco importa in effetti. Sono su un caso, come al solito ma questa volta sono finiti in un luogo che credo nemmeno loro si aspettassero. E John se ne rende conto e infatti si ferma e i pensieri lo travolgono. Mi è piaciuto molto come sei riuscita a gestire il flusso dei suoi pensieri, è impetuoso ma resta comunque confinato entro le 110 parole. E soprattutto mi è piaciuto come si intrecciano amore e morte, in una maniera molto delicata e direi anche dolce. Entrambi sanno che posto è quello, ma se per Sherlock al momento non è importante, per John lo è e infatti si ferma e non continua al propria corsa. Lo è perché quel posto perché gli scatena ricordi molto dolorosi, che lui stesso definisce di un passato ormai chiuso e lontano, ma che non può fare a meno di rivivere in quei frangenti. Significativo il momento in cui si ferma a guardare Sherlock che continua a correre, già sa a quale scusa tirerà fuori ma al momento non ci pensa, lo vede e quasi gli sembra impossibile che sia vivo e quel tempo in cui lo credeva morto, sia già andato per sempre. Io credo ci sia tutto in quello sguardo, nel modo in cui si ferma lungo la strada senza pensare a nient'altro. Ci sono tutti i suoi sentimenti, presenti e passati. E ne abbiamo anche una conferma, che quello che c'è è amore, lo dice John lui stesso quando ammette che è ormai giunto il tempo di stare assieme. Di vivere uno a fianco dell'altro non solo come coinquilini o amici, o colleghi... ma come amanti e come una coppia nel vero senso della parola. Ecco, ho visto tutto questo nascosto tra le tue parole. Come sempre hai un'ottima capacità narrativa ed espressiva. Direi ottima anche se si considera che scrivere drabble non è semplice perché devi concentrare tantissime cose in un tetto massimo ed esprimersi a dovere, facendo passare i concetti che si vogliono far passare, è un lavoro importante di limatura e affinamento.

Spero di ritrovarti presto.
Koa

Recensore Veterano
01/11/18, ore 04:21
Cap. 7:

Veramente molto bella! Io sono sempre diffidente con le drabble (da brava logorroica quale sono), ma ammiro sempre tanto chi con poche parole riesce ad esprimere sentimenti ed emozioni così chiare. Questa è una doppia drabble ma la cosa vale lo stesso, hai creato alla perfezione un'atmosfera particolare, molto adatta ad Halloween, lugubre grazie alla presenza del cimitero, emotiva, a causa del bisogno di John di rivedere quel luogo di sofferenza dove ha aperto il suo cuore, ed infine romantica, per la promessa implicita che ci fai per cui è finalmente giunto il momento per entrambi di aprire il loro cuore e di stare insieme. Grazie per aver deciso di partecipare all'evento!!

Recensore Master
13/08/18, ore 09:02
Cap. 6:

Ciao, perdona il ritardo con cui arrivo a recensire. Avevo adocchiato questa drabble già quando l'hai pubblicata, ma non ho recensito per nulla in questi giorni. Naturalmente mi è piaciuta moltissimo, soprattutto il fatto che tu abbia associato un momento simile, molto dolce e romantico, al colore blu. Il colore rende l'atmosfera molto particolare, molto notturna e intima. Tutta loro e fa quasi da collante con i pensieri di Sherlock che corrono rapidi. Mi piace sempre molto il modo in cui tu riesci a gestire le drabble, a dire tutto quello che il lettore deve sapere, senza essere prolissa. Poche parole e sappiamo che John e Sherlock sono a letto, sposati e che Sherlock invece di dormire, guarda il suo amato e pensa a quanto lo ama. Una cosa del genere, su Sherlock, potrebbe sembrare quasi sdolcinata. Ma tu non cadi nella tentazione del fluff, al contrario rimani sempre sul leggero. Senza appesantire, senza esagerare con le romanticherie.

Mi è davvero piaciuta tanto, complimenti.
Koa

Recensore Veterano
12/08/18, ore 12:56
Cap. 6:

Bellissima! Molto molto tenera, mi è piaciuta un sacco. In fondo io sono la regina del fluff, non è strano quindi che adori tutta questa dolcezza. Riuscire poi ad esprimere tutto questo con poche parole è un valore aggiunto, un qualcosa che io non sarei mai in grado di fare. Continua così, le tue drabble sono davvero molto belle!