Ed eccomi qui, finalmente, per lo scambio.
Ce l'ho fatta e infine ho deciso di leggere e recensire questa per due semplici motivazioni:
1- la prima è che mi è saltata subito all'occhio e visto che l'hai messa tra le papabili fanfiction da poter recensire, ho deciso di farmi avanti.
2- adoro Rossana e non leggo una fanfiction su questo fandom da eoni, così ho voluto riprendere in mano questa avventura, con i suoi meravigliosi personaggi profondi e inusuali e recensirti.
Ovviamente non sono stata delusa e, uno dei motivi principali è la seconda persona presente singolare... di cui io vado pazza.
Non solo la adoro, ma sono anche abbastanza critica con chi la usa perché non è semplice riuscire a farlo per bene. La SPPS (abbrevio o è troppo lunga ogni volta XD) è un eccelso canto d'angelo che può rapidamente trasformarsi in un mostro. Non tutti sanno usarla bene e non tutti riescono a metterla in un contesto dove sta bene. E' fatta per trasmettere emozioni con un certo trasporto e non è sempre la decisione più consona ma qui... qui ci sta da dio.
Sei riuscita a padroneggiarla con il tuo stile particolare, poetico e che si porta una scia di malinconia, in questa fic, non indifferente.
Quindi, per quanto riguarda la scelta di questo stile di scrittura, non posso che farti i complimenti (POTREI PARLARE DELL SPPS PER ORE, MA MI FERMERÒ' QUI AHAHAHA).
Passiamo alla storia vera e propria.
Sin dall'inizio il tuo stile poetico si mostra in tutto il suo splendore.
Nel primo paragrafo c'è già qualcosa nell'aria, che sa di Giappone e delle sue tipiche feste e ci delizi con perle meravigliose come questa, che mi ha letteralmente scaldato e distrutto il cuore allo stesso tempo:
Il tramonto abbaglia, ti costringe a schermarti gli occhi: fa male vedere qualcosa di così bello. Se non lo vedi, non te ne innamori; e se non ti innamori, non soffri.
Poesia pura, sono affascinata da questo genere di cosa, perché se un attimo prima mentre leggi la frase pensi possa voler dire una cosa, infine ne vuole dire un'altra e mi sento paurosamente coinvolta.
«Com’è che non hai ancora imparato a trattare una fanciulla, eh?»
«Mh?» [...] «Quale fanciulla?»
Vorrei soffermarmi su tutto questo.
E' un breve dialogo che si porta dietro due personaggi che sono esattamente così. Hai centrato un punto chiave, quello della caratterizzazione ma anche del rapporto tra i personaggi. Sana e Akito sono così. Sono fuori dagli schemi in modo completamente opposto ma che alla fine si trovano sempre. E' un destino, il loro, quello di stare insieme anche nella stessa scena e scambiarsi parole, e quel piccolo punto in cui Akito le cura la mano col suo finto disinteresse è ancora una prova di quanto tu sia riuscita con tutta te stessa ad entrare nel personaggio e farlo interagire con l'altro.
Sono come il giorno e la notte che ad un certo punto si incontrano e si piacciono.
Adoro tutto ciò.
Poi ci spostiamo e abbiamo ancora un meraviglioso percorso interiore nei pensieri di Akito. E' completamente al di fuori di sé, non riesce a star fermo senza pensare e ogni pensiero è sempre legato alla paura che un giorno Sana possa sapere chi è davvero e nomini spesso Nelly. E' vero, il loro rapporto era particolare, c'era odio, c'era questo affetto che ormai si era assottigliato sotto un mucchio di frustrazioni, e molti dei problemi di socializzazione del ragazzo erano sfociati per colpa sua, e questo tuo continuo fargli ricordare le cose che Nelly gli diceva ("Figlio del demonio", e le sue urla senza sentimento) l'ho apprezzato.Puntualizza e ricalca i fantasmi di Akito e le sue ombre, le sue paure e il suo perenne distacco da ogni cosa.
Il suo distacco è palpabile anche dopo. Si vede che si sforza di sembrare normale, di essere come gli altri ma non ci riesce. Pur sentendo un profondo senso di colpa verso Marine, continua a lanciarle sguardi terribili che come al solito la terrorizzano, e ogni volta sembra peggio.
Ho apprezzato tantissimo il tuo modo di rendere Akito un vero e proprio mostro nei dialoghi e di distruggere tutto ciò nei suoi monologhi interiori. E' quel tipo di persona che un minuto prima di una cosa e appena chiude la bocca sta già pensando il contrario e per quanto voglia cambiare, la verità è che non vuole farlo davvero, e lo capiamo nel momento in cui è di nuovo con Sana, in cerca di Lucciole, dove scopriamo quanto per lui sia quasi semplice diventare migliore di come è di solito. C'è un crescendo di sentimenti, quasi si perde quel senso di malinconia per un attimo. Le cede il bastoncino e lei è felice, lui anche lo è.
Scopriamo che Akito è infelice per la maggior parte della sua giornata, in questa fic. Scopriamo che la sua vita non lo soddisfa, come la sua famiglia, come i suoi amici e come tutto il resto... ma il resto non è Sana.
Sana può fare il miracolo e dove gli altri non sono riusciti, provando e riprovando, lei ci riesce senza nemmeno provarci ed è una cosa estremamente romantica e quasi irreale, ma c'è e mi ha davvero emozionata.
Nel finale, c'è questa supplica. Vuole vederla sorridere ancora e ancora, perché non ha il coraggio di dirle che la ama, ma intanto sa di essere meglio di come è di solito, quando è con lei, perché è come se fosse il suo intero mondo.
Quello vero, dove lui si piace, dove si ama, dove sorride ed è felice e dimentica tutto: passato presente e futuro.
Che dire.
Questa è una vera e propria perla, l'ho adorata per il modo in cui l'hai scritta, per i sentimenti contrastanti che mi hai fatto provare e per la SPPS usata egregiamente.
Grazie per questa meravigliosa esperienza, questo ritorno al passato e per avermi di nuovo inondato col tuo stile particolare, che ogni volta lascia il segno.
Al prossimo scambio.
Miry
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