Noto che anche un escavatore ti diventa utile per contribuire a mantenere alta la tensione nella storia…
Infatti, nel clima di sinistri accadimenti e di follia sanguinaria, lo fai diventare un "vecchio dinosauro", di fronte a quello che si sta rivelando un insolito, agghiacciante cimitero, quindi continui ad arricchire di echi angoscianti l’ambiente in cui si svolge ciò che ci racconti.
Ci troviamo, così, di fronte ad un luogo che gronda sangue e terribili memorie di vicende che si stanno mostrando come le espressioni di un qualcosa di mostruoso.
Ma mi piace molto quell’immagine, ancora “integra” e tanto IC, di Sh, entusiasticamente immerso in quel caso così invitante per lui, con Molly che, come niente fosse, scende nella fossa piena di cadaveri, seguita con piacere anche da lui.
Poi trovo efficace come metti in risalto quell'unica parola, "nudi", che ci fa pensare subito a quanto sta succedendo davvero a Sh, evidenziando il suo tragico stato di creatura inerme.
E con il più che sonoro "SVEGLIA!", assieme al consulting veniamo letteralmente catapultati nella terribile realtà, visto che il capitolo era iniziato con una visione che lui ha evidentemente archiviato nel suo Mind Palace.
Ho scritto "terribile realtà" perché, in effetti, ciò che tu, con termini crudi ed adeguati al contesto ("...odore di cibo rovente...ringhia...tortura dei pasti...ecc..."), descrivi, ha la stessa valenza di un incubo, solo che, purtroppo, non lo è.
Egli è in balia di una persona evidentemente folle e, l'unica arma che possiede per cercare di arginare la violenza ed il pericolo che derivano da quella situazione assurda, é la sua formidabile mente che, nei momenti più critici, trasforma i suggerimenti, per un comportamento il meno possibile rischioso per lui, in raccomandazioni espresse dalla voce che, spontaneamente, gli scaturisce dal suo Mind Palace e dal suo cuore, e cioè quella di John.
La voce del buon senso, della relazione umana senza dannosi atteggiamenti di superiorità che, ora, davvero, lo condurrebbero a morte certa.
Impariamo, attraverso lo sguardo di Sh che scannerizza tutto ciò che coglie, che Mary soffre di doppia personalità, forse tripla, staremo a vedere.
La più accogliente e mite é quella di una bambina, che, evidentemente, coincide con uno sconvolgente blocco psicologico, in risposta ad eventi traumatici.
Ed è proprio in quella "faccia" che Sh
va disperatamente cercando un modo per evitare lo scoppio della violenza e le possibilità, che appaiono estremamente remote, di una fuga.
Sono sicura che la tua professione ti ha fornito gli strumenti necessari per rappresentarci queste inquietanti realtà umane, purtroppo realistiche per quello che ne so io.
Ma non sarebbero state sufficienti a scrivere, coinvolgendoci in modo così totale, se in te non ci fosse anche un'evidente, originalissima, capacità di raccontare. E, ripeto, tu ce l'hai.
Ecco la qualità anche di questa storia, che affonda le sue caratteristiche in un fertile substrato culturale, tuo personale, e in una sicura capacità di raccontare.
Certo che immaginarmi Sh, l'eleganza fatta persona, torturato anche con cateteri, "padelle" e "pappagalli", oltre a cibi roventi, è dannatamente suggestivo.
Comunque, la sua mente e le sue capacità razionali sembrano riuscire ad evitare lo scoppio della violenza che noi (e lui, poveretto) sentiamo prossimo.
A proposito di “voci”, verso la fine del capitolo, ne inserisci un’altra che traduce i pensieri più pessimistici di Sh, ed è quella di Mycroft.
Una scelta particolare la tua, perché, di solito, il fratello maggiore esprime un atteggiamento di protezione nei confronti del minore, anche se il loro rapporto non è dei più equilibrati. Secondo me, tu hai voluto, appunto, esprimere come la figura di “Iceman” appaia grottescamente sarcastica a Sh, ormai fiaccato dalla terrificante esperienza che sta vivendo, visto che gli sembra molto probabile che nessuno, nemmeno Mister Inghilterra, riesca a rintracciarlo ed a salvarlo.
Brava. |