Recensioni per
Cercasi Sherlock, disperatamente!
di pattydcm
In questi ultimi capitoli hai lasciato giustamente spazio alla tessitura delle indagini che dovrebbero condurre gli investigatori sulle tracce di Sh e della sua carceriera. |
Questo capitolo è più corposo dei precedenti e si divide su quelli che sono i due fronti principali. Ho notato che per il momento non ne stai usando altri e la scelta che hai fatto mi piace, perché così facendo la storia non si divide troppo in strade traverse ma mantiene il focus puntato su Sherlock e John, cosa che al momento ritengo importante per capire quanto successo fra di loro. |
Nella prima parte di questo capitolo ci aiuti a ricomporre quello che è il puzzle di questa storia, ciò che è accaduto prima dell'inizio e che noi non sappiamo. Fa la sua entrata in scena un personaggio che non mi sarei mai aspettata di vedere ovvero Molly. Aspettativa che forse avrei dovuto farmi considerato il suo lavoro e ruolo, mi ero messa in testa che c'entrasse Mycroft e qualcosa dei servizi segreti, e invece sembra che il caso riguardi una serie di delitti. Una sorta di fossa comune per la precisione, con decine di cadaveri gettati lì dentro anche da moltissimo tempo e senza alcuna attenzione al seppellimento. Dal modo in cui sono stati buttati si può intuire che l'assassino sia lo stesso o, nel caso in cui siano persone diverse, uno abbia seguito le orme di un altro. Non lo definirei un serial killer con un metodo specifico di ricerca della vittima, non è un Jack lo squartatore (per dire), ma un qualcuno la cui uccisione riguarda più con la punizione. Il dettaglio della statua della religiosa non mi è passato inosservato e si può presumere che l'assassino cercasse una sorta di perdono, forse non tanto per delle presunte colpe delle vittime, quanto per le sue. Non è scontato che però sia Mary, questo assassino. Ora però è troppo presto per fare delle supposizioni su questo argomento, le regole del giallo ci sono e so che non tutti le seguono. Secondo quelle, l'assassino lo si deve presentare in un modo o nell'altro, e qui oltre a Mary hai citato anche il padre e un fratello, mi pare. Quindi direi che la situazione è forse più complessa di quanto non sembra. Quel che è certo è che si preannuncia un caso interessante. |
Ciao di nuovo, dunque, una volta superato il prologo e chiarito il contesto da un punto di vista temporale, e di collocazione all'interno dei fatti della serie, qui è già più facile riuscire a orientarsi. Abbiamo per un attimo abbandonato Mary e Sherlock e ci troviamo a Londra, a Baker Street che questa volta è praticamente deserta. Fa quasi impressione trovarla silenziosa e senza il consueto caos che Sherlock si trascina dietro, un caos di quelli positivi e che scaldano l'ambiente e infatti la freddezza colpisce quasi in maniera visiva, da tanto è forte l'impatto che ha su chi legge. Non mi piace, l'ho trovata una casa nella quale rivedo poco i protagonisti di sempre che tanto amiamo tutti noi e che è figlia, io credo, di quello che è successo fra di loro. Come avevo intuito già dal capitolo precedente, è successo qualcosa che ha spinto Sherlock a "fuggire", letteralmente, in un altro posto. Sulle tracce di un caso di cui si è capito pochissimo finora, ma i cui dettagli per il momento non sono importanti, ora lo è di più il concentrarsi su John. Quel che sappiamo per certo e che il capitolo ci conferma, è che John non ne sapeva nulla, ma nemmeno Lestrade o Mrs Hudson (così si presume, dato che non si è allarmata - perché lo avrebbe certamente fatto), il che significa che la discussione avuta con John ha scosso tanto Sherlock, che questi è arrivato a volersene andare e a non dire niente ad anima viva. E io ho dubbi persino che Mycroft sappia qualcosa. Certo, se Sherlock voleva un caso che lo portasse fuori da Londra, lui era la persona giusta a cui chiedere, anche perché non è affatto scontato che un cliente possa offrirgli un qualcosa del genere. Diciamo che non ho idea di cosa possa essere successo e quindi faccio delle teorie. Per il momento direi che Mycroft è una scelta plausibile, ma non scontata. |
Bene, eccoci alla fine. Ti dico la sincera verità, non mi aspettavo che Mary morisse. Nel corso di questa storia ho imparato un pò a conoscerti, e non mi sembravi il tipo da happy ending disneyiano; e infatti. Ma era la storia stessa che non poteva averlo, un happy ending disneyiano, c'era troppo in ballo perchè potesse venire spazzato via e basta con il "e vissero per sempre felici e contenti". Eppure la morte di Mary mi ha colta di sorpresa. La letterina è dolcissima, scritta da Mary bambina che decide di fuggire dalla Mary cattiva, ma non può fare a meno di salutare per l'ultima volta "Eddy" e fargli gli auguri per una vita felice con "Molly". Mi ha intenerita che tu abbia scelto che fosse la personalità bambina di Mary a capire ed accettare che Molly in realtà fosse John: a volte temo che sia proprio una metafora della società in cui viviamo. |
"...Nulla nemmeno verso la fattoria degli Abbott...": spicca, livido ed inquietante, quella prima parola, "nulla", che invece ha l'assordante stridore di tutto ciò che sta succedendo a Sh in quella casa.
Molto lucido e ben costruito l'inizio di questo capitolo, in cui hai esposto, in una chiara struttura, comprensibile e, soprattutto, credibile, la situazione in cui si trova ad agire John, supportato dalla presenza finalmente positiva di Mycroft e dalla solidarietà di Hataway. |
Ciao, mi rendo conto di essere in un ritardo mostruoso nel leggere e recensire questa storia, ma quando l'hai pubblicata non avevo molto tempo e ho pensato di aspettare che fosse completa. Però voglio dirti che ci davvero tanto a leggerla, non soltanto perché ricordavo le tue precedenti fan fiction, ma perché (e questo credo di non averlo mai detto) scoprire il modo in cui caratterizzi i personaggi mi ha spinto a fare ancora più attenzione al lato psicologico. Che è un qualcosa che credevo già di fare piuttosto bene, ma superare se stessi è una cosa in cui credo tantissimo e per questo ti devo ringraziare, perché leggerti mi ha spinta a migliorare anche in questo. Quindi tenevo molto a leggere anche questa storia. |
Il sogno, o meglio l'incubo, di John ci rende tutto il senso di colpa che lo perseguita dopo ciò che è successo tra loro e, soprattutto, dopo quello che ha detto al consulting per paura di venire coinvolto in un rapporto da lui ritenuto troppo importante per sua scarsissima considerazione di sé.
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Indovina chi è. Sii sincera, sono pesante? Sembro una pazza anche io? |
Ciao pattydmc! |
Certo che hai rappresentato egregiamente la furia di Mary che descrivi con precisione cinematografica, tempestandoci di colpi e strattonando anche noi, tanta è la tua capacità di rappresentare con lucidità anche le situazioni più angoscianti.
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Proprio ieri sera ho rivisto velocemente, su “You tube” delle scene di “Misery non deve morire”, per rinfrescarmi la memoria su quanto avevo già visto anni fa e per guardare, nella giusta luce, la tua attuale long. |
Ehi! Sono ancora qua purtroppo per te. |
L’immagine che apre il capitolo è speciale nella sua crudezza ed esprime nitidamente lo stato d’animo in cui Sh si trova nel vivere l’allucinante prigionia nella casa di Mary. |
Capitolo, questo, che m’illumina chiaramente la situazione e che mi fa rivedere le mie affrettate posizioni. |