Recensioni per
O viandante, annuncia agli Spartani...
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 41 recensioni.
Positive : 41
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
20/04/19, ore 00:22
Cap. 3:

Ciao^^
la storia tra Siegfried e Friedrich é bruciata in fretta, come le loro giovani vite appese costantemente a un filo, lì nell'alto dei cieli. Il modo con cui Friedrich ha vinto le sue ultime resistenze fa tenerezza. É come se avesse avuto il sentore del loro triste destino, al diavolo i divieti e gli ordini: la vita è troppo bene per rinunciare alla felicità.
Siegdried è morto esattamente come avrebbe voluto: non da priginiero ma da eroe. Sarebbe andato incontro al suo destino con un sorriso più sincero, se avesse la certezza di trovare il suo amato dall'altra parte. Qualunque sia il nostro credo, a noi uomini non è data nessuna certrezza..
una cosa però è certa, è stata loro rispermiata la pena di vedere la loro patria capitolare alla fine della guerra.
Non mi sembra affatto che tu abbia fatto apologia nazista in alcun modo: la tua mi sembra "solo" la storia di due ufficiali amanti andati incontro al loro tragico destino, ma sempre con il sorriso e sempre insieme...
complimenti per quest'altra appassionante storia. Ti sei superato davvero con questo linguaggio tecnico specifico molto accurato.
A presto^^
Japan Lover
(Recensione modificata il 20/04/2019 - 12:24 am)

Recensore Junior
19/04/19, ore 14:35
Cap. 3:

Salve,
ho letto quasi tutto d'un fiato il tuo racconto e devo dire che, da appassionata a questo periodo storico, l'ho trovato davvero eccezionale. Non è facile trovare una storia scritta così bene, così accuratamente, nelle descrizioni e nelle emozioni che riesce a trasmettere. Anche le scene di intimità, hai saputo descriverle con una certa eleganza, senza cadere nella volgarità e anche questo è molto raro da trovare.
Complimenti, continua così!
Alla prossima,
Nadine

Recensore Master
18/04/19, ore 19:02
Cap. 3:

Ed eccomi, ancora una volta in ritardo.
La verità è che ho letto l’aggiornamento appena sveglia la mattina del 16, prima ancora di bere il caffè, e se il buongiorno si vede dal mattino ti lascio immaginare com’è stato il resto della giornata. Insomma, avevo bisogno di metabolizzare, perché sul momento, se devo essere sincera sincera sincera, l’unica cosa che mi è venuta in mente è una sequela di insulti, francamente non ripetibili, né a voce né scritti. Una reazione del tutto ingiustificata, ovviamente, dato che sapevo dove saresti andato a parare in pratica dalla prima riga di questa storia, ma fa male lo stesso, dannazione se fa male lo stesso. Saperlo prima non ha certo trasformato il pugno in una carezza, se mi passi la metafora ardita. Ho aspettato un po’ di tempo nella speranza di trovare delle parole più sensate da lasciarti come commento, qualcosa a proposito dell’assoluta bellezza e tragicità di questa storia e dei suoi protagonisti, così puri e coraggiosi e forti ma allo stesso tempo terribilmente umani, pronti a vivere fino in fondo un amore quasi trascendentale ma anche a morire sacrificando tutto, in prima linea per difendere la Patria. Tutte considerazioni che non posso fare a meno di ritenere un po’ banalotte (nel senso che, quando l’unica cosa che vorresti fare e nasconderti in un angolino a piangere, puoi raccontartela su come vuoi ma sempre uno straccio grondante lacrime rimani) e di certo non all’altezza della tua opera e delle molteplici emozioni che mi ha fatto provare.
In conclusione, mi sa che stavolta ti devi accontentare di un ancor più elementare (a volte la cura è peggiore del male…) “cavolo, se mi è piaciuta questa storia!”. Fra le più belle che mi è capitato di leggere negli ultimi tempi, senza ombra di dubbio. Ma che tu sei bravissimo, in fondo, lo sai già.
Alla prossima, quindi, mannaggia a te!
E scusa per l’indegnità di questa recensione.
Un bacione :*

padme

Recensore Veterano
18/04/19, ore 12:17
Cap. 3:

E' la storia d'amore più bella e poetica che abbia letto negli ultimi tempi. Il contesto drammatico, certo, aiuta a metterla ulteriormente in risalto.
Che poi non è solo una storia romantica tra due giovani, ma anche una storia di lealtà e devozione verso la propria patria, per la quale sia Siegfried che Friedrich sacrificano tutto, perfino il loro amore appena sbocciato.
Sapevo già che i due erano destinati a morire, e un po' mi dispiace, ma non avresti potuto dare alla storia un finale migliore.
Ciò che del racconto mi è piaciuto di più è stata la freschezza e la genuinità dei due protagonisti. Il loro entusiasmo per la vita, il loro coraggio nell'affrontare situazioni pericolose e difficili e fare scelte dolorose, non solo in cielo ma anche nella vita privata. Ingenui e spavaldi e puri, non ancora corrotti dalle brutture della vita e dalle esperienze che si accumulano sul groppone anno dopo anno, spegnendo l'ardore e l'entusiasmo che scorre nelle vene a quell'età, quando si vive di sogni e ideali.
Magari potessimo rimanere per sempre giovani...
Una storia davvero toccante e commovente, Vecchio mio. Credo una delle tue migliori. E cazzo, lo so che lo dico ogni volta, ma se tu la smettessi di scrivere robe così, io la smetterei di essere ripetitiva fino alla nausea.
E niente, confermo: il mio nei tuoi confronti è odio puro.
A presto, Vecchio mio.

Recensore Master
17/04/19, ore 15:22
Cap. 1:

***Vorrebbe proporre di unirsi agli altri, che stanno ancora conversando tranquillamente in gruppetti di tre o quattro, ma al tempo stesso ha l'impressione che tra lui e quel Siegfried si sia instaurato uno strano legame esclusivo, che non ha nulla a che vedere col rapporto che lo ha sempre legato ai colleghi.
È una sensazione sconosciuta, che gli fa paura e lo affascina al tempo stesso.***
Bisognerebbe dirgli che si chiama colpo di fulmine. :P ma vedere come ci arriva piano piano è ciò che mi tiene incollata alla lettura. Anche il resto, ovviamente. Mi piacciono l'ambientazione, i personaggi, i loro caratteri così diversi ma non opposti. Se me li trovassi davanti arrossirei imbarazzata e turbata come Lützow con Von Kleist, perché hanno tanto di quel fascino che davanti a loro mi sentirei inadeguata. ^_^

Devo ancora decidere chi dei due mi intriga di più. Friedrich è bello così serio e ligio al dovere senza tuttavia risultare rigoroso o fanatico o guastafeste. Dal suo atteggiamento risalta la sua grande sensibilità. E' una persona che ha estrema cura nel fare le cose, è come se avesse un gran rispetto di tutto. Può anche restare taciturno come per il momento sembra essere (magari più in là si aprirà di più), ma si percepisce bene quello che pensa, e Siegfried, che ha una consapevolezza di sé più grande, comprende i pensieri dell'altro prima di egli stesso.
Sigfried è bello così spavaldo, fiero e sicuro di sé, sembra un incosciente ma si comprende che è preparato, serio ed è una persona di grande valore. La sua spontaneità lo rende più umano. Lui è la persona più di buon cuore che abbiamo incontrato in questo capitolo, di sicuro resterà tale sino alla fine... non fosse che la guerra rende tutti colpevoli uguali, direi che lui è l'unico vero animo puro della storia. Lui infatti è più spontaneo perché è come i ragazzini, non è di quelle persone che vedono il male in tutto, anzi per lui non c'è niente di male praticamente per nulla. Anche se non si lascia prendere alla sprovvista, lui non è per niente maligno e sospettoso, e questo sembra il suo punto di forza, ciò che lo tiene più al sicuro (oltre ad essere la causa della sua spavalderia).

Il primo sembra un concentrato di virtù solo perché segue di più le regole, ma l'altro sa essere affidabile quanto e più del primo.

Mica per niente Hirschmann mette come capopattuglia l'incosciente! Anche lui a dispetto della sua giovane età sa il fatto suo, sembra strano che così giovane abbia tante responsabilità. E' il personaggio che invidio di meno. Il maggiore non va a combattere in prima persona perciò rischia di meno, ma mentre i soldati hanno un compito ingrato verso i nemici, lui per il suo ruolo ha un compito ingrato verso i suoi stessi uomini. I soldati possono ancorarsi ai valori in cui credono, alle persone che li aspettano a casa, alle speranze, e riuscire a trovare diversi attimi di tranquillità e di normalità nonostante la guerra; lui credo che sia perennemente tormentato dalla possibilità di sbagliare, dalle possibili conseguenze.

Per adesso la lezione di vita di questo capitolo è che la realtà si trova sempre al di là delle apparenze.

Che bello quando sono andati al bistrot, fregandosene di potersi meritare dei provvedimenti disciplinari spiacevoli! XD Avrei voluto essere lì per vedere le espressioni che venivano rivolte ai due. Arrivata in fondo al capitolo, l'immagine che mi fa ancora ridere è l'oste che li serve davvero controvoglia. XDD Di sicuro avrebbe voluto cacciarli a calci nel deretano o approfittarne per fracassare loro la testa ma in quel momento erano due clienti come gli altri.
A proposito:
***in cui pochi torvi avventori rivolgono ai due boche occhiate velenose.***
boche?

***Gonfia il petto in un sospiro, ma poi lascia uscire il fiato più adagio che può per non farsi sentire.***
non sai quante volte l'ho fatto io per tenermi a bada, e mi ha colpito perché von Kleist che non si preoccupa mai molto di quello che pensano gli altri invece di gonfiare il petto per sbuffare scocciato si preoccupa di mostrarsi infastidito solo tra sé e sé, senza che l'altro se ne accorga.

***L’alba è una gloria barocca di nubi, indaco e porpora e oro contro un cielo di cupo zaffiro.***
Fai sempre descrizioni bellissime del cielo. ^_^ Forse tu da autore non te ne accorgi, ma io in qualità di assidua lettrice sì.

Questa coppia di piloti ha un grande fascino e si preannuncia già una storia d'amore romantica, di quelle belle come piacciono a noi, da uomini, piena di sentimenti espressi per mezzo di sguardi e gesti significativi, poche parole e senza smancerie.

Non vedo l'ora di proseguire, intanto grazie per questo sogno a occhi aperti!

Commento corretto perché ho visto che alcune frasi sono uscite invertite, devo aver fatto qualche copia-incolla senza accorgermene e giacché c'ero l'ho ampliato.
(Recensione modificata il 17/04/2019 - 08:25 pm)

Recensore Master
17/04/19, ore 13:48
Cap. 3:

Carissimo ti rispondo con un'altra citazione "Muore giovane chi è caro agli dei".
E considerata l'ambientazione in cui questo breve e sfortunato amore è nato ed è vissuto forse è stato meglio così.
Due soldati coraggiosi come loro avrebbero sofferto molto di più nel vedere la loro terra ridotta in macerie e forse il loro rapporto non avrebbe retto ai tempi disordinati e caotici che hanno seguito la fine della guerra.
I desideri di entrambi si sono realizzati: dare un senso alle loro vite, stare insieme fino alla fine, avere una morte eroica.
Difficilmente poteva esserci un orizzonte più vasto per loro.
C'è qualcosa di estremamente romantico nella conclusione della loro vicenda, non tanto il romanticismo zuccheroso che va per la maggiore, ma il romanticismo filosofico delle origini, dove il concetto di amore era profondamente connesso con quello della morte ed era vissuto come un mistero, come qualcosa di sacro.

Recensore Master
16/04/19, ore 16:28
Cap. 3:

Questo capitolo descrive un mondo che va in pezzi. E' la guerra e non importa il colore per cui uno sceglie di combattere perchè è sempre una sconfitta per tutti.
Essere consapevoli della morte non ti fa sentire un eroe, ti fa cambiare però prospettiva di vita. Se i due protagonisti possono chiamare vita i loro vent'anni sacrificati sull'altare della follia o vita il loro amore implume, bruciato come fuoco nel cielo indifferente.
Il titolo che hai scelto ci fa comprendere fin dall'inizio che il finale sarà tragico. Ce lo aspettiamo, in un certo senso, ma ciò che leggiamo ci tocca ugualmente nel profondo. Almeno parlo per me.
Sei stato magistrale a narrare la battaglia finale, dove quasi non importa più chi è chi, perchè alla fine Siegfried e Friedrich sono tutte le persone che non hanno potuto tornare a casa, invecchiare, assaporare appieno il sapore doce-amaro di ogni giorno.
Non so se definirli eroi, ma certamente hanno pagato un prezzo esagerato... ingiusto, atroce. Nessuno dovrebbe mai portarne il peso.
La storia mi è piaciuta molto, ogni volta mi sorprendo di quante cose sai e di come riesci a trasmetterle con le parole. ^^
A presto!

Recensore Master
16/04/19, ore 12:43
Cap. 3:

Una fine triste e malinconica ma assolutamente adatta al racconto. Mi sono commossa e ho pianto. È vero che la guerra non si ferma per "così poco" ma trovo che sia proprio questo ad essere sconvolgente: non si ferma davanti alle milioni di vite che vengono interrotte. Come se la morte, quando è fuori di noi non conta niente, tanto è addosso agli altri... E ne sentiamo la tragicità solo quando incombe su di noi o su chi amiamo. Ma tanto con conta nemmeno. È assurdo. Complimenti per il racconto emozionante e coinvolgente. La parte che mi è piaciuta di più è il loro dialogo finale: °°L'altro si ferma per un attimo, il braccio teso a sostenere a sua volta il tettuccio. “Lo confronteremo nel Walhalla, Siegfried.” Sorride fiero, orgoglioso. “Per cui fa' del tuo meglio, non vorremo presentarci a mani vuote.” °° Ha il sapore dell'epico e delle storie che non finiscono. La ricorderò, non c'è dubbio. In bocca al lupo per il contest! Baci, Rita

Recensore Veterano
16/04/19, ore 11:32
Cap. 3:

La prima volta che ho letto questo capitolo mi sono ridotta ad una massa informe e piagnucolante sul pavimento e ci sono rimasta mezz'ora. Vediamo se stavolta... no, niente da fare. 
Per chi conosce la vicenda delle Termopili il titolo è già uno spoiler, ma bastava leggere i primi capitoli per rendersi conto di quanto questo finale sia necessario, per quanto straziante.

E' necessario perchè i tuoi protagonisti sono creature dell'aria, prima che Tedeschi, prima che eroi.
Come si può chiudere un falco in una gabbia, tarpargli le ali, legarlo ad un palo ed impedirgli di volare? Vorrebbe dire violare la sua natura più profonda. 
Questi ragazzi sono fatti per volare liberi, sulle ali della loro passione, sulle ali dell'amor di patria e degli ideali che li spingono ad elevarsi.
Non possono essere prigionieri, non possono arrendersi.  
Sono destinati a morire giovanissimi sul campo di battaglia come Achille, Patroclo, Ettore, Aiace e Leonida. E' il loro lieto fine.
Non è facile lasciarsi alle spalle la vita ed un amore nascente a poco più di vent'anni, ma "ci sono vite che ti rendono anziano a trenta" e già vecchio a venti.
E si sente, in questo capitolo, tutto il peso della consapevolezza di un destino ineluttabile ed immanente, affrontatato però con la serenità di chi sta facendo la cosa giusta.

Tuttavia è doloroso leggere questa conclusione.  Sei capace di momenti di una tenerezza e di una dolcezza spiazzanti. Tutto mi aspettavo men che scene tanto toccanti e delicate in una storia comunque di guerra. 
Perchè è come se ci prendessi per mano e ci guidassi nella sfera sentimentale di questi ragazzi, con uno sguardo rispettoso e quasi tenero, sorvolando sui particolari dei loro momenti più intimi per soffermarti invece su quelli più dolci. 
Come quell'ultimo abbraccio, che è lacerante perchè chi non ha mai desiderato un amico, un fratello, un compagno a cui stringersi? Un corpo caldo da abbracciare e a cui aggrapparsi quando il resto del mondo ti crolla addosso?
E' commovente quell'ultimo gesto, estremamente umano, di Siegfried che nasconde il viso nella spalla di Friedrich. E in quel momento il narratore prende le distanze, come a stendere un velo su quell'abbraccio, che è giusto rimanga solo loro, guardando con tenerezza a questo ultimo attimo di dolcezza, in cui si aggrappano l'uno all'altro prima di lasciarsi andare.

Perchè questi ragazzi non sono le loro macchine.
Non sono i mostri d'acciaio senza cuore che vogliono far apparire. Sono corpi, corpi umani che hanno amato, che si sono cercati, che sono stati desiderati ed accarezzati. 
Sono cuori che sanguinano, straziati dai proiettili quando si votano all'estremo sacrificio.
Proprio grazie al sacrificio del corpo, lo spirito si eleva. 

Si eleva allo status di eroe, di martire (nel senso originario del termine: testimone di ciò in cui crede, fino all'estremo sacrificio) ma per loro voglio pensare si elevi ad un cielo infinito, ad un'alba eterna come quella delle loro vite in cui possano volare in eterno fianco a fianco, finalmente liberi dalla necessità di soffrire per dimostrare il proprio valore e liberi di amarsi come in vita avrebbero potuto fare solo di nascosto. 
Che siano in volo in un cielo infinito, sorretti dal vento del loro ardore e della loro volontà di potenza, o stretti l'uno all'altro in un caldo abbraccio eterno, voglio pensare che siano felici.  
Voglio pensare che siano liberi, come possono esserlo solo le creature dell'aria.

Ti porgo i più sinceri complimenti per la trattazione competente del periodo storico e bla bla, militari, aerei, bla bla, lo sai che te lo dico a fare?
Soprattutto mi complimento per la resa del quadro umano, che è più forte ed efficace di qualunque saggio storico per arrivare al punto: dimostrare che anche i soldati tedeschi erano esseri umani anche se è comodo dimenticarlo. 

Alla prossima, carissimo.
Attendo con ansia, e un pacco di fazzoletti quantità industriale, il tuo prossimo lavoro. Sono sicura che non deluderai le aspettative.
Spero a presto! ^^

Recensore Master
16/04/19, ore 05:55
Cap. 3:

Carissimo,
mi perdonerai se questo commento sarà breve e sconclusionato, ma anche stavolta ho pianto orribilmente, perfino più delle altre volte.
Fatico davvero a trovare le parole per commentare una meraviglia del genere, quindi mi limiterò a citare le tue parole: "Guardare il mondo dal punto di vista degli dei ha un prezzo, del resto."
Ecco, non avresti potuto esprimerlo meglio: qui si toccano le vette più alte, in tutti i sensi, ma ciò che "letteralmente" sarebbe una caduta, in realtà è un'ascesa verso qualcosa di eterno e ineffabile (non in senso religioso bensì ideale). Non avrebbe potuto esserci un finale diverso, secondo me: nonostante l'ambientazione storica e contemporanea, la vicenda che tu narri ha il tenore degli antichi canti eroici.
Potrei versare fiumi d'inchiostro sulla filosofia tedesca, sul Männerbund, che qui si esplicita nella sua forma più sublime, prima platonica e poi fisica, ma tutto ciò che potrei dire l'hai già scritto tu nella tua storia, e a cosa servirebbe una pedante disamina?
Al di là di ogni considerazione "terrena", che onestamente lascia il tempo che trova (ma sulla quale mi trovi d'accordo), la bellezza di questa storia sta nella sua poesia, nell'epicità, nell'ideale assoluto che essa trasuda.
Tutto il resto passa in secondo piano.
Scrivi più storie così, ti prego!

Recensore Veterano
15/04/19, ore 16:55
Cap. 1:

Ciao^^
Ti faccio i miei complimenti per le tue conoscenze tecniche e, sopratutto, per la terminologia.
Mi preparo al peggio visto che hai posto questa storia nella sezione "drammatica". Cerco di evitarla, ma la presentazione mi ha molto incuriosita e so che non mi deluderai neanche questa volta!
Friedrich e Siegfried hanno legato molto sin da subito, soprattutto grazie alla spontaneità di quest'ultimo. E' evidente che la loro intesa va ben oltre quella che deve esserci tra un capopattuglia e il suo gregario. E' un'attrazione forte e potente, che rende perfetta la loro sintonia anche lassù nei cieli.
Ti faccio ancora i miei complimenti, adoro già questa storia.
Alla prossima,
Japan Lover

Recensore Master
14/04/19, ore 16:00

Ciao!
Eccomi finalmente, e perdona il ritardo.
Che dire se non “come volevasi dimostrare”? Il fatto però che mi aspettassi degli sviluppi del genere non ha reso di certo questo capitolo meno doloroso. Mi hai tenuta col fiato sospeso fino all’ultimo, salvo poi levarmelo del tutto con il paragrafo finale. Roba che quasi ci rimango secca.
Friedrich, finora, si è dimostrato forse meno ciarliero rispetto alla sua controparte, ma gli slanci di pura passione di cui è capace sembrano non avere limiti. Il modo in cui, per tutto il tempo, cerca di proteggere Siegfried è commovente, ed è un chiaro indizio di come il sentimento che lo lega al giovane pilota sia dirompente e pervasivo. Friedrich mette Siegfried davanti alla sua stessa vita – esattamente dove sta anche la Patria, per la quale, una volta fatto prigioniero, si dispera di non poter più combattere.
A terra, comunque, i due ragazzi vengono a diretto contatto con la parte più terribile e spregevole della guerra: mi hanno dato l’idea di due fiere aquile che precipitano all’improvviso nel bel mezzo di un mattatoio di polli d’allevamento (perdonami l’orrida metafora, ma mi è venuta in mente così e non sono riuscita a trovare un motivo valido per non rendertene partecipe).
Ora non mi resta che aspettare l’aggiornamento per avere notizie sullo stato di salute di Friedrich e Siegfried. Sono preoccupatissima, lo confesso.
Come sempre, complimenti!
Un bacio e a presto :*

padme
(Recensione modificata il 14/04/2019 - 04:03 pm)

Recensore Master
13/04/19, ore 18:06

In questa seconda parte sono stata col fiato sospeso. Mi piace la descrizione dei combattimenti, è raccontata benissimo, complimenti. La sorte dei due ragazzi è incerta al massimo ma nell'ultima parte sono rimasta davvero angosciata: proprio quando sembra esserci un barlume di salvezza e le forze amiche vengono a prenderli, ecco che Friedrich resta inaspettatamente ferito e tutto lascia presagire che sia una ferita importante, che potrebbe con ogni probabilità anche costargli la vita.
Sono col fiato sospeso... Spero nella terza parte per sapere se stanno bene però il possibile sfondo angst mi fa già stringere il cuore ¢____¢ *piango*
PS. Ho per sbaglio invitato il messaggio tagliato per un errore di digitazione, quindi sto concludendo la recensione adesso.
Bravo come sempre, sappi che attendo con ansia di leggere i risvolti di questa tragica situazione!

Baci, Rita
(Recensione modificata il 13/04/2019 - 06:09 pm)

Recensore Master
13/04/19, ore 16:51
Cap. 1:

Questo primo capitolo è fantastico. Scorrevole da leggere come me lo aspettavo, ricco di dettagli che però non appesantiscono il racconto, il quale anzi procede con scioltezza e racconta della nascita di un amore con delicatezza, con la giusta velocità nonostante lo spazio di un primo capitolo. L'intesa è immediata, la percepisce anche il lettore da subito. Siegfried è un giovane davvero particolare, incontaminato appunto, come viene descritto. E dalle sue parole si immagina senza difficoltà una vita vissuta tutta sul confine di un orizzonte: in prima linea, tutta tesa al futuro e che non perde tempo a contemplare un passato che non si sa a cosa possa giovare; con l'aria caratteristica di un giovane uomo si lancia nelle imprese con entusiasmo e con sottile brio... Insomma, la combinazione giusta per fare innamorare. Friedrich parrebbe più maturo d'età: anche la sua iniziale reticenza ci mostra di questo personaggio una certa maturità di carattere senza però nasconderne la vitalità profonda che non è stata spezzata dalla guerra: questa vitalità lo attira inevitabilmente al compagno, del quale parebbe una specie di opposto ma, a mio avviso, ad un'occhiata più profonda della loro relazione sono più numerosi gli elementi che hanno in comune.
Mi piace l'uso che hai fatto di certi termini ricercati e poco frequentati piazzati in modo sublime da non apparire artefatti, anzi, che hanno saputo infondere al racconto - molto calato in una realtà militare, fatta di metallo, aerei e armi - un tratto poetico che ha fatto da sfondo all'amore nascente.
Davvero un bellissimo capitolo... Spero che la storia non finisca tragicamente perché mi sono già affezionata ai personaggi!!
A presto :)
Rita
(Recensione modificata il 13/04/2019 - 04:54 pm)

Recensore Master
12/04/19, ore 10:49

La Fortuna è una dea capricciosa e abbandona gli uomini (anche i giovani piloti coraggiosi) senza preavviso. O forse era solo questione di statistica; l'aviazione tedesca non riusciva più a sostenere i sempre più frequenti attacchi alleati e per la legge dei grandi numeri era inevitabile che prima o poi i due venissero coinvolti in un duello aereo rovinoso.
Ne escono vivi entrambi, ma feriti e in territorio nemico; per loro inizia una lotta per la sopravvivenza e un disperato tentativo di tornare dietro le linee tedesche.
Ancora una volta è bello vedere come siano in sintonia, come si preoccupino l'uno dell'altro, ti viene naturale tifare per loro, anche quando cadono prigionieri della pattuglia americana.
Un piccolo pensierino lo aveva fatto in verità conoscendo com'è andata la storia a posteriori: se avessero trascorso il resto del conflitto in un campo di prigionia alleato forse si sarebbero risparmiati la devastazione della loro patria e il rischio di lasciarci la buccia, ma a quanto pare le cose prenderanno una piega diversa...