Recensioni per
Watson in pillole
di K_MiCeTTa_K
Direi che questa storia ha toni decisamente tragicomici, sarà più che altro per la veste in cui hai deciso di calare Mycroft, non poi così insolita se si pensa a quanto attento è alla salute di Sherlock. In realtà è tutto terribilmente realistico e non è assurdo pensare che abbia ideato con John un codice per non farsi riconoscere da Sherlock (fatica inutile a mio avviso, dato che Sherlock li becca a tempo zero proprio). Mi è piaciuto moltissimo questo Mycroft che si preoccupa, ma è asfissiante e azzarderei a dire anche paranoico, considerato che si preoccupa praticamente per niente. Un Mycroft che ha dalla sua i potenti mezzi del governo, telecamere, uomini da spedire per una perquisizione al 221b e che sarà senz'altro una mente eccezionale, ma che per certe cose è decisamente lento. Ci sono alcuni scambi che ho trovato davvero spassosi, è tutto molto leggero e sì anche tanto diverso rispetto ai toni che aveva la storia precedente, decisamente più drammatici. Qui si va sul leggero, aiutata anche dalla forma a "text-fic" che a mio avviso aiuta a sveltire i concetti. Scrivere questo tipo di racconti non è affatto facile, perché bisogna riassumere dentro a dei messaggi (e quindi testi molto brevi) il rapporto tra i personaggi, mettere delle caratterizzazioni convincenti e anche accennare a un minimo di trama. Qui c'è davvero tutto questo e c'è anche di più, perché un non-detto aleggia nell'aria e infatti comprendiamo il contesto ovvero nella seconda stagione (presumibilmente nel delicato periodo "Irene Adler"), comprendiamo quanto Mycroft tenga a suo fratello ma soprattutto si intuisce anche l'attaccamento di John. Che appare tra le righe e quasi non visto, ma che c'è in tantissimi piccoli dettagli e sfumature che ho amato trovare infilate dentro a una storia in realtà molto svelta e leggera. Insomma, siamo lontani anni luce dalla Johnlock, ma ciò non toglie che il loro rapporto sia comunque quello di due persone molto unite e che guardano le spalle dell'altro. |
Molto interessante questo scorcio nella vita di John prima di conoscere Sherlock. Ti dirò che non ho mai letto nulla su questo particolare momento della sua vita, credo (se devo trovare una motivazione) che sia un periodo così complesso della vita di John e così carico di tristezza che in genere si preferisce evitare. Tu invece ci cali direttamente dentro all'atmosfera della guerra in Afghanistan, qui descritta grazie a personaggi inventati, ma che è stata in realtà drammaticamente reale. Mi è rimasta molto impressa l'immagine di quel bambino che sbuca all'improvviso prima che tutto salti in aria perché è stata terribilmente realistica. E tutto questo dramma, i soldati, le ferite, la morte che aleggia su tutti loro viene vista e filtrata attraverso gli occhi di John Watson. Qui più giovane che nella serie, è ancora tenente e per lui il momento del congedo è ancora molto lontano e la vita a fianco di Sherlock lo è ancora di più. Siamo secoli prima rispetto alla serie in effetti, ma grazie per averlo scritto perché questo scorcio dentro alla sua vita è stato molto realistico e anche estremamente interessante. |
Ciao, sono rimasta odiosamente indietro con questa raccolta e per questo domando scusa ma ultimamente (e con "ultimamente" intendo da un anno a questa parte) mi rendo conto che devo essere dell'umore giusto per leggere storie tanto brevi. Non voglio rovinarmi la lettura, ecco. Anche perché le tue sono davvero deliziose, le ho lette tutte e posso dire che sono una più bella dell'altra. Lascerò poche parole per storia, così da darti qualche rapida impressione anche perché ho notato molta versatilità, sono una diversa dall'altra. Con personaggi differenti e contesi del tutto stravolti. In questa per esempio ci parli di musica, che è un argomento che nelle fanfiction Johnlock mi sta particolarmente a cuore. Il violino e Sherlock che lo suona è un qualcosa che nella serie è stato poco sfruttato, relegato al fatto che Sherlock lo suoni per pensare. E soprattutto non è stato sfruttato il fascino che John subisce nel vedere Sherlock suonare. Fascino che tu hai ritratto meravigliosamente in questa piccola storia, nella quale in effetti non è Sherlock a suonare il violino ma lo fa un qualcuno che non conosciamo, di cui non sappiamo niente. A John però non serve avere Sherlock davanti perché la sola idea di sentire un violino produrre della musica gli basta. Ed è questo che più di tutto amo nelle storie, quindi grazie per averlo inserito. |
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A ri buona sera^^ |
Rieccomi qui^^ |
Buona sera^^ |
Ciao, in questa storia ti prendi la briga di analizzare un lato della relazione tra John e Sherlock, ambientata però molto prima che questa abbia inizio, che è quasi tipico delle fanfiction Johnlock. L'ho trovato molto spesso e mi piace sempre rileggerlo perché io credo sia un qualcosa di piuttosto probabile. Cioè, se mi devo figurare un John Watson già attratto fisicamente e romanticamente da Sherlock Holmes, ma che stenta ad ammetterlo e specialmente con se stesso, allora non faccio fatica a figurarmi momenti di questo tipo. John che rimorchia, perché di fatto è così, una ragazza al supermercato è uno scenario non poi così irreale. Specie se si considera che John è uno che non si è mai tirato indietro da fare un po' il provolone con le donne, e anche in questo caso ci prova e ottiene ciò che desidera. Cosa anche questa probabilissima, dato che come sappiamo John è uno che al primo impatto piace a tutti. Ma proprio quando è lì concludere, ecco che succede qualcosa d'inaspettato e di sgradito (per lui, io ho apprezzato moltissimo invece). Il trasporto del momento, l'inconscio... quello che vuoi, ma in quel momento si immagina di star baciando Sherlock. In realtà il suo nome non viene mai fatto, se non in un momento in cui John tenta di auto convincersi che non vuole che la sua vita ruoti attorno a Sherlock Holmes, però lo intuiamo. Capiamo che sta parlando di lui, che sta pensando a lui mentre bacia la ragazza. Lo sappiamo perché è John stesso a parlare di capelli neri e di immaginarseli tra le dita mentre bacia qualcuno che in realtà i capelli li ha biondi. Il riferimento è velatissimo, ma quello oltre alla reazione che John ha subito dopo, ovvero lo scostarsi anche piuttosto brutalmente e il ripetere: "Non sono gay" lasciano ben poco spazio all'interpretazione. Diciamo che non siamo ancora in territori Johnlock, per prima cosa perché Sherlock manca proprio fisicamente e poi perché John ancora sfugge e mente soprattutto con se stesso. Ecco, mi sento di dire che sarebbe molto interessante leggere un proseguo di questa cosa, ma per il momento posso dirti che mi è piaciuto moltissimo quello che hai scritto. Come dicevo è un qualcosa di già visto, ma che mi piace sempre molto ritrovare. |
Hei ciao, bella l'idea di una raccolta tutta di ff brevi su John e altri personaggi. Fai bene a indicare all'inizio di ogni ff a cosa si andrà incontro. Non farci caso al fatto che io sia partita dal fondo... Sono un po' "fantasiosa" a volte. XD Ho trovato deliziosa l'idea che John salti fuori con l'idea "non sono gay" (la definisco idea nel senso di concetto e non semplice frase) così dal nulla. Si deve autoconvincere cucciolo XD |
Ciao di nuovo, dunque, parto dicendo che in genere Mary è un personaggio che nelle fanfiction non mi soddisfa mai appieno. Il personaggio in sé mi piace molto, la considero un villain vero e proprio, un personaggio complesso, ambiguo e che purtroppo nelle fanfiction non sono mai riuscita a trovare una Mary che mi soddisfacesse appieno. Quindi sono partita un po' col freno a mano tirato (shame on me! Lo so), però dato che sono sempre molto curiosa a riguardo mi ci sono buttata. E in realtà è una storia molto "normale" anche se odio questa parola. Molto realistica, hai scelto di ritrarre un momento che nella serie non vediamo ma che trovo possibilissimo, perché John e Mary hanno vissuto insieme per un lungo periodo di tempo e quindi scene come queste sono casalinghe e quotidiane. In realtà John non si lascia andare a nessun tipo di ragionamento, la storia è priva di un'introspezione che lasci capire che cosa effettivamente gli passi per la testa o che cosa provi per quella vita che sta facendo. Quindi in questo senso non faccio nessuna ipotesi, hai ritratto un momento carino e questo è una rarità, perché quando c'è Mary di mezzo, la normalità è quasi impossibile da trovare. Ecco è una caratterizzazione che ho apprezzato molto, hai ritratto quella vita che lei tanto ha voluto ma che non è riuscita a tenere stretta a sé, in questo trovo che lei abbia fallito, ma questo è un altro discorso. La storia è stata davvero carina da leggere, molto bellina. |
Ciao, di nuovo, ho appena recensito l'altra tua storia e ora sono corsa subito a recuperare questa. Lasciami dire che sono felice di leggere che hai deciso di aprire una raccolta, a mio avviso ogni autore dovrebbe pensare di aprirne una perché dà modo di sperimentare e di raccogliere tutto dentro a un unico calderone. Io lo trovo un ottimo modo per pubblicare cose che, magari ma perché io sono fatta così, di norma non pubblicherei. E oltretutto inizi davvero alla grande e con una storia che ho trovato davvero molto, ma molto particolare. A oggi non sono molte le storie che si concentrano su Harriet, vuoi perché in pratica non l'abbiamo mai vista e perché tutto ciò che sappiamo è da ciò che dice John e da qualche frase sul blog. Poco altro. Insomma, Harriet è un personaggio che è un punto interrogativo e ancora oggi non sono tanti gli autori che ne hanno parlato, di certo non in questa maniera. Ho trovato efficace il fatto che tu ci abbia mostrato ciò che è, evidentemente, un rapporto complesso e segnato da incomprensioni e sofferenza, attraverso una coppia di bambini. Un incontro casuale, sull'autobus. Niente che non possa succedere davvero, ma che in questo John pre-Sherlock, un John appena tornato dall'Afghanistan e che ancora zoppica, che ancora si sente solo, scatena tutta una serie di sensazioni e ricordi. Inutile dire che la bambina e il bambino rappresentano in un certo senso Harry e John, o almeno ciò che dovevano esser stati un tempo e che la vita e il crescere ha cambiato. Lui e Harry non sono più come quei bambini, anzi dalle parole di John si intuisce che nemmeno le ha detto qualcosa prima di partire. Non sappiamo tutto, sappiamo solo ciò che Sherlock ha dedotto e poi che John ha confermato e in questo tu non aggiungi molto. Si sente l'ombra di un qualcosa di irrecuperabile, ma tu decidi comunque di lasciarci con una speranza. Quindi non è completamente agnst ciò che leggiamo qui. John la chiamerà, si farà sentire e anche solo per dirle che è vivo. Il che non significa che tutto sarà risolto, ma solo che farà un passo in avanti e questo per John, ma soprattutto per questo John che di fatto non ha poi tanta voglia di vivere, è secondo me importantissimo. |
Oddio ma questa piccola perla è meravigliosa. Adoro quando si tratta della relazione che lega John a sua sorella! Personalmente io ho un rapporto splendido con la mia, quindi riesco a immedesimarmi con facilità nel senso di perdita che hai voluto trasmettere qui. È carino che tu abbia assegnato alla bambina il nome della sorella di John, ma credo che per il nostro caro soldato sarebbe andato bene qualsiasi altro nome: la potenza evocativa della scena, che hai saputo rendere benissimo, trasmette tutto quello che John si rende conto di aver perso. Complicità, vicinanza, amicizia, sostegno reciproco. |