Recensioni per
Watson in pillole
di K_MiCeTTa_K
E chi mai potrebbe resistere di fronte alla pelle lattea e liscia di Sherlock? È un kink che sono certa abbiamo in molt*. |
Geniale l'intreccio di malintesi che costituisce la trama di questa breve ma sorprendente ff. |
No no, intanto smentisco subito le tue ansie espresse nelle "Note finali".
Infatti la tua ff mi ha strappato più di un sorriso.
Se posso esprimere un pensiero tutto mio: i consigli circa il vostro modo di scrivere ( o relativi ad un comportamento in generale), mi lasciano spesso perplessa. A proposito di chi si propone generosamente come Autore, mi troverei in difficoltà, come lettore, ad indicare una via espressiva o l'altra. Se uno non è portato per i pezzi umoristici o comunque alle sfumature di questo tipo nei suoi testi, non è un problema, a mio parere.
|
Come nel primo capitolo di questa tua raccolta hai fotografato l'arrivo a Londra del reduce Watson così, anche in questa storia, cogli dei momenti prima del fatale incontro tra lui e Sh. Addirittura qui siamo, si può dire, anni prima, quando John non era ancora capitano ma tenente.
|
Davvero splendido questo pezzo che si distacca dai precedenti, seguendo le molteplici sfumature del tuo stile.
Per esempio, in “Pensiero fisso” il filo conduttore è una piacevole ironia che si esprime attraverso il POV di un John, quest'ultimo alle prese con la strenua difesa delle sue paure e dei suoi dubbi nei confronti di ciò da cui non ci si può difendere facilmente, cioè il fascino magnetico di Sh.
|
C'è un'atmosfera decisamente diversa in questo brano, in quanto dalla piattezza della quotidianità che sta soffocando John, durante la sua convivenza con Mary, qui si passa ad un'energica ironia, modulata attraverso il POV del medico che rende tutto più vivace. E la cronaca di quanto succede è resa da te, proprio attraverso questa strategia narrativa, con freschezza, con vivacità. Tali variazioni stilistiche, da un pezzo all'altro, non fanno che confermare la duttilità del tuo modo di scrivere che tu sai adeguare al contenuto.
|
Ma povero piccolo nanetto... giuro mi ha fatto una tenerezza assoluta questo tuo Watson che non sa come fare per accorciarsi i pantaloni (Ma le sarte cinesi non ci sono in Inghilterra?"). E per tutto il tempo non ho fatto che domandarmi quale fosse il suo enorme problema e per cosa gli servissero le lezioni di cucito di Mrs Hudson! Naturalmente era per una questione di vestiario, mi pareva strano che John facesse corsi aggiornamento sulle suture al 221b da una signora anziana. Ma a parte questo, è stata una lettura molto leggera e divertente. Non sempre le storie contenute in questa raccolta hanno avuto toni come questo, vuoi per angst, vuoi magari per malinconia molte di queste sono state molto più "Pesanti" (nel senso emotivo del termine). Questa invece è stata piacevole, divertente e anche molto carina. E credo sia la prima in cui non ho sentito la presenza di Sherlock in qualche modo. Cioè, sappiamo che c'è, perché John vive al 221b ormai da un po', anche se secondo i tuoi tag siamo ancora nella prima stagione. Anche nelle altre non c'era, non in tutte almeno, e come mi hai detto tu stessa in risposta a una mia passata recensione, quando c'è neppure parla... qui però non si sente la sua presenza. Vuoi perché alla fine il tono della storia non è angst, ma è molto più leggero o perché Mrs Hudson ha un ruolo preponderante. Insomma l'ho sentito molto di meno e questa è, per questa raccolta, una novità. Naturalmente mi è piaciuta moltissimo, molto originale e tengo a dirti anche questo, mi piace sottolineare l'originalità di una storia quando penso ci sia, anche se non ne faccio una malattia. E naturalmente aspetto aggiornamenti. Intanto complimenti, perché questa raccolta diventa sempre più bella e ricca di cose sempre diverse. |
Come già avevo avuto modo di notare in precedenza, il tuo modo di scrivere ha uno dei suoi punti forti nella tua preziosa capacità descrittiva che riesce a regalarci un quadro suggestivo e particolareggiato di ciò che avviene e dello scenario circostante. Davvero efficace è la minuziosa successione di azioni mediante le quali John procede alla preparazione del té, quasi in una catena consolidata di gesti rituali.
Io non so se tu volevi dare una connotazione particolare a questa ff, ma a me ha lasciato un senso di malinconia, uguale a quello che si prova di fronte ad uno splendido esemplare d'aquila, rinchiuso in una mortificante gabbia. |
Eccomi, ancora una volta, con un ritardo considerevole, vedo infatti che sei già arrivata a pubblicare il decimo capitolo di questa raccolta. Non perdo altro tempo in spiegazioni noiose ma, purtroppo, è il mio andamento irregolare nel recensire che, spesso, mi porta, come nel tuo caso, ad arrivare sul pezzo quando magari un Autore meno se l’aspetta. Ma, come ho scritto in altre occasioni, la lista delle mie storie da recensire, è chilometrica e mi dispiace se do l’impressione di trascurare delle ff che valgono la pena di essere, se non altro, lette. |
Ma povero il mio nanetto adorato! Confesso che mi sono mangiata la testa per cercare di capire cosa mai dovesse rammendare ma avevo il buio totale. La soluzione al dilemma mi ha fatto tanto ridere, è una trovata davvero originale e divertente! Il pezzo in più che si ritroverà può sempre passarlo a Sherlock, magari ha bisogno di aggiungere qualche pezzo ai suoi pantaloni! La raccolta come ti dicevo è molto bella, anche se ammetto che il mio cuoricino preferisce le storie più allegre a quelle più tristi. Ma sono tutte meravigliose, sono io che sono una pappamolle. Non farti condizionare da nessuno e scrivi ciò che vuoi, perché il risultato in ogni caso è molto bello. A presto cara! |
Ciao, credo che in nove flash che hai pubblicato in questa raccolta, questa sia la prima in cui compare fisicamente Sherlock. E questo nonostante ci sia sempre stato, anche se non in modo tangibile. Se ne sentiva la presenza ma non era mai apparso, sembrava essere più che altro un'idea fissa nella mente di John. E persino in quella storia ambientata in Afganistan, prima che lo conoscesse. Là sei riuscita a far sentire a John la mancanza di un qualcuno di cui ancora ignorava l'esistenza. Qui invece Sherlock appare fisicamente e lo fa in un modo però silenzioso, c'è ma non parla e tutto ciò che di lui abbiamo è un postura seducente ma in modo involontario e poi anche un pensiero, che arriva alla fine di un breve ragionamento di John. Una breve frase sull'amore che nasce dopo una deduzione, dopo che ha capito cosa sta passando per la testa del suo amico. L'ambientazione è quella del ritorno a Londra, una delle più delicate in un contesto Johnlock. Abbiamo questo Sherlock che torna a casa dopo due anni di lontananza e che si subisce tutta la rabbia ferita di un John che qui sembra esser lontano dal perdonare. Mi sono sempre chiesta se John abbia mai saputo, o intuito, cosa ha dovuto sopportare Sherlock in quei due anni. Oltre al nascondersi e al lavoro da spia, la lontananza da casa, ci si sono messe perfino le torture fisiche. Non l'ho mai capito, così come non è mai stato detto se e quanti segni Sherlock stesso si porti addosso. Il fandom ha sempre dato una risposta a questa lacuna di sceneggiatura, e per come la vedo e considerato ciò che vediamo all'inizio di The Empty Hearse, è piuttosto ovvio che Sherlock abbia addosso delle cicatrici. Cicatrici che John vede e che lo colpiscono e forse è per questo che il suo non riuscire a perdonare diventa ancora più cattivo, più ingiusto. Dopo tutto quello che, ormai sa, Sherlock ha dovuto sopportare non può andar avanti e perdonarlo per ciò che ha fatto? L'errore che commette lo intuiamo subito non appena Sherlock esprime il proprio di pensiero, ovvero una frase che ribalta tutta la situazione. John è convinto che l'abbia fatto per un dovere, per lavoro. Magari per un suo cruccio personale di sconfiggere completamente la rete di Moriarty. Magari sa anche dei tre cecchini, uno dei quali lo minacciava, ma è convinto che Sherlock si sia anche divertito sino a un certo punto. Sbaglia completamente e fa male ciò che Sherlock pensa subito dopo. Perché lui l'ha fatto per amore. Certo, noi lo sappiamo e comunque si interpreti il legame suo e di John, è innegabile che il suo lanciarsi dal tetto del Barts è stato un gesto d'amore verso di lui, verso Lestrade e verso Mrs Hudson. Questo è innegabile. E proprio per questo fa male che John lo rifiuti in questo modo, e che non riesca a comprenderlo né ad accettarlo. |
Buona sera^^ Rieccomi! Sempre con le mie tempistiche non proprio perfette... Adoro la signora Holmes. Mi piace quando nelle ff è un personaggio positivo che cerca di fare da collante tra il figlio, i figli, e il povero John che troppo spesso è un pesce fuori d'acqua. Qui il discorso è ancora diverso, perché sei molto fedele al canone e c'è ancora Mary, ma, proprio perché sei estremamente fedele al canone, John non se ne cura. Il suo primo pensiero è sempre Sherlock. Loro sono 1 famiglia. |
Ciao, devo ammettere d'aver fatto un pochino di fatica a inquadrare l'ambientazione. Avevo letto che era una post seconda stagione, ma non mi è stato subito chiaro che fosse prima del ritorno di Sherlock (nonostante fosse ovvio). Mantenendo saldo il tuo obiettivo di raccontarci cose, fatti, momenti che nella serie non vengono mostrati, ci catapulti in una situazione che non dev'essere poi molto tempo prima che Sherlock ritorni. Lui salta in scena a fine ottobre, questo si presume debba essere il Natale precedente. Di conseguenza John e Mary non si conoscono da moltissimo tempo, anzi direi da molto poco e infatti dalla conversazione che hanno con i Lestrade sembra essere chiaro che ci sono ancora molte cose che Mary non sa riguardo John (e viceversa, mi verrebbe da dire). Sono rimasta invece sorpresa dal fatto che a questo punto Greg stia ancora insieme alla moglie, li davo per separati in modo definitivo dopo I Mastini dei Baskerville, in cui vediamo Greg senza la fede al dito, presumo che essendo questo comunque un what if, tu abbia giocato molto sulle possibilità. Insomma, quello che abbiamo è una scenetta che vorrebbe suonare come tipica e felice, ma che in realtà di felice non ha nulla. Per quel che riguarda John direi che è significativa la sua reazione non solo al Natale in sé, alla felicità zuccherosa che porta puntualmente ogni anno, ma soprattutto alla frase di Lestrade, quella sulla morte di Sherlock. Il silenzio che ne segue è quasi un pugno allo stomaco, ma aiuta a comprendere quanto John nonostante il tempo passato non abbia superato la morte di Sherlock, sottintende tantissime cose che in realtà non vengono affatto dette né accennate, ma solo intuite appena dal modo in cui tutto piomba in un silenzio che lo avvolge da due anni e che Mary non è stata in grado di spezzare in alcun modo. Direi che è significativo. |
Ho adorato questa storia! Ammetto che di solito leggo solo Johnlock, però visto che sei tu ho voluto dare un occhio alla raccolta, ed è davvero molto bella, questa storia mi è piaciuta un sacco! Avrei il mondo da recensire, tra cui l'altra tua storia, ma ci tenevo a lasciarti un segno del mio passaggio. La trovo molto simpatica e divertente e mi piace tanto vedere il rapporto tra John e Mycroft, entrambi tengono tantissimo a Sherlock e si vede, anche se lo dimostrano in modo diverso. I nomi in codice mi hanno fatto scoppiare a ridere, soprattutto whisky. Mi è piaciuto tanto quando Mycroft dice che capisce che Sherlock (Sierra!) l'abbia voluto basso, ma pure scemo è eccessivo! Ma forse ancora di più quando veniamo a sapere che John ha malmenato Tango perché era diventato troppo insistente, che cosa bellissima. John resta un nervosetto geloso. Complimenti per la storia e la raccolta, a presto! |
Con quest'ultima storia si va avanti, si procede con la terza stagione. Ho notato che non c'è un reale filone che lega ogni storia né una continuità a livello temporale. Prendi semplicemente dei momenti durante o prima delle varie serie e analizzi dei brevi momenti nello specifico. Il modo migliore di strutturare delle flash fic o delle storie comunque molto brevi. E ho notato che collochi sempre in dei momenti che in genere nelle storie vengono ignorati o a cui comunque non si dà molta importanza. Penso alla storia sul passato militare di John, ma anche al momento tra Mary e John nei primi capitoli... e penso anche a questa che vede John e la madre di Sherlock, una Mrs Holmes che per complessità caratteriale è decisamente una dei miei personaggi femminili preferiti (e troppo poco usata a mio avviso). Mrs Holmes che non sa proprio nulla di nulla, forse sospetta ma a noi non è dato sapere. Tutto ciò che dice riguarda Mary e John, ovviamente e il loro matrimonio che ormai naufraga. E sono lì per quello, Sherlock ce li ha portati per mostrare a entrambi un matrimonio che funziona da anni e anni (ma ottenendo solo di far vedere quanto lui e John siano in realtà una coppia sposata, ma va beh...). E infatti la cara Mrs Holmes si prende un momento per parlarne con John, per fargli capire che la vita di coppia può essere complicata certe volte e che serve pazienza e amore. E qui ho adorato come John fraintende. Come pensa immediatamente a Sherlock e non a Mary, è un pensiero istintivo il suo ma che fa capire dove la sua mente sia in realtà proiettata. Come se avesse sempre in mente lui e pensasse soltanto a Sherlock, come se la sua vita ruotasse attorno a quella di un semplice amico. Ci potrebbero essere molte conseguenze a queste parole di John, a questo aver collegato la vita insieme di una coppia a Sherlock e non a Mary, ma purtroppo tu interrompi tutto sul più bello e noi così non sapremo mai quale reazione ha avuto John dopo che Mrs Holmes se ne esce con quel: "Ma a chi si sta riferendo, caro?". A pensarci sinceramente non riesco nemmeno a immaginarmelo... quindi se stai pensando a un sequel di questa, anche se la raccolta non ha storie collegate fra di loro, io lo leggerei volentieri. |