Ok, rompo il ghiaccio in maniera brutale: ho cominciato a recuperare i film Marvel praticamente solo per poter leggere con un minimo di senso le fanfiction di alcune autrici, e insomma, tu eri assolutamente fra queste autrici (sì, lo so, è un atteggiamento un po’ inquietante e da stalker, ma giuro che sono una brava persona XD). Ecco, per quanto mi riguarda, ne sarebbe valsa la pena anche solo per poter leggere questa storia.
Proseguo dicendo che, di solito, quando mi trovo davanti storie a capitoli, preferisco procedere un pezzettino alla volta, aspettando di aver recensito prima di proseguire con il capitolo successivo. Per credo la terza volta da che sono su EFP, invece, io ieri ci ho provato a fare la brava e a leggere con calma, ma arrivata in fondo a questo capitolo non sono assolutamente riuscita a fermarmi, e ho dovuto (ho proprio dovuto
Sono approdata qui attirata soprattutto dal titolo, che è originalissimo e spinge proprio a cercare un significato (e quando il significato emerge del tutto, mannaggia, è un colpo al cuore, ma giuro che di quello parlerò quando arriverò a recensire quella parte), e mi sono assolutamente innamorata della storia. Che tu sia una bravissima autrice già lo sapevo, ma qui mi hai del tutto conquistata. Tra l’altro, mi rendo conto che questo sia un commento del tutto soggettivo, ma, a prescindere dalla ship, le vicende che più sto apprezzando dei vari film sono quelle di Cap, proprio perché fondamentalmente di superpoteri, scazzottate e cose che esplodono a me frega pochino, mi interessa molto di più la parte umana, l’introspezione e l’interazione fra i personaggi. E niente, questa storia va ad approfondire esattamente tutto quello che ho amato dei film, ignorando quello di cui mi frega poco, quindi sono proprio qui con gli occhi che brillano, sappilo.
Ho apprezzato tanto la struttura che hai dato alla storia: i paragrafi si aprono quasi tutti con una frase incisiva e lapidaria, che in un certo senso va ad anticipare ciò che sta per accadere, o quale concetto vuoi approfondire, per poi sciogliersi in una narrazione fluidissima e capace di rendere alla perfezione le atmosfere della storia. Mi piace tanto il tuo stile, perché sai sempre giocare in maniera molto interessante con il ritmo, e hai un modo interessantissimo di procedere “per dettagli”. Perché il tuo non è uno stile che si perde in lunghe descrizioni “tradizionali”, ma la scena prosegue passando da un dettaglio all’altro, da un’immagine evocativa all’altra, e sono sempre dettagli e immagini che, invece di “disperdere”, vanno a mettere a fuoco esattamente l’essenza di ciò che stai cercando di trasmettere. Non so se abbia senso quello che sto cercando di dire: nella mia testa un senso c’è, ma probabilmente non sto riuscendo a farlo emergere. Però è davvero una cosa che adoro, e che trovo anche molto personale, ecco: è una narrazione che sento molto tua, e che ti rende una voce facilmente distinguibile. Oltretutto, di solito di tuo mi trovo a leggere soprattutto le cose più brevi: questa credo sia la tua storia più lunga che leggo, e, ecco, il tuo stile resta bellissimo ed estremamente riconoscibile, ma riesce anche a declinarsi perfettamente su una narrazione più ampia, senza mai perdere forza o risultare dispersivo.
La storia, poi, è bellissima: so che Bucky è un personaggio che ami molto, e credo che questo amore si noti tantissimo nella delicatezza che poni nel delineare ogni suo gesto, ogni suo pensiero (cosciente o meno), ogni suo atteggiamento. Il paragrafo iniziale, in cui ci mostri questo ragazzino che “attraversa la vita a passo di danza”, che le ragazze già adorano, che è sfrontato e sfida le minacce del custode con una risata, che sa piacere anche ai genitori dei suoi amici è stupendo, perché dà proprio le misure del personaggio, del suo fascino di cui è consapevole fino ad un certo punto e della leggerezza allegra con cui si muove nel suo mondo.
L’incontro con Steve è quasi casuale, c’è una simpatia istintiva che nasce un po’ per caso, e ho adorato le prime battute che si scambiano: sono vivaci e divertenti, e sembra davvero che i due si stiano prendendo le misure, e mostrano già come i loro caratteri, seppur molto diversi, abbiano così tanti punti in comune e d'incontro. Ma, ancor di più, ho adorato come questa attrazione istintiva presto cresca, si aggrappi a elementi solidi che Bucky nota pian piano, e come si concretizzi in un’amicizia solidissima e cosciente.
Riconoscere Steve attraverso gli occhi di Bucky è bellissimo, perché, al di là del fatto che qui ci troviamo in un universo alternativo dove non esistono supereroi, credo che tu qui abbia sottolineato e saputo trasmettere una delle cose più belle dei film. Steve diventa Captain America perché qualcuno vede in lui tutta la sua luce, il suo coraggio, il suo incrollabile senso della giustizia che lo spinge a raddrizzare sempre le spalle e ad affrontare un altro pugno. E, ecco, Bucky tutto questo lo aveva già visto, e forse è stato il primo a vederlo, e niente, il passaggio in cui si rende conto che Steve probabilmente si ergerà a difendere tutti gli indifesi di Brooklyn, e che quindi lui desidera solo essere presente per difendere Steve mi ha commossa in un modo che nemmeno riesco a dire.
Ho poi amato, assolutamente amato la maturità e la delicatezza con cui hai affrontato la difficile presa di coscienza di Bucky dei propri sentimenti nei confronti di Steve, e in generale il tema dell’omosessualità, vissuta come un peccato e una malattia in una società incapace di accettare ciò che non conosce e non vuole conoscere. Sei stata davvero straordinaria, perché il modo in cui i pensieri di Bucky oscillano fra intuizioni mai del tutto ammesse a sé stesso, a negazioni categoriche, a sussurri insinuanti che cerca di reprimere indossando la maschera del rubacuori che dovrebbe – dovrebbe – andargli così bene, ma che non fa altro che aprire crepe in quella leggerezza che avevi dipinto tanto bene all’inizio, è davvero stupendo.
Ho poi adorato come hai saputo giocare con gli elementi, inserendo già da qui quelli che ora sembrano solo dei dettagli, ma che nei capitoli successivi assumeranno un’importanza cruciale (cioè, le farfalle nello stomaco davanti al rossetto color ciliegia, quel sospiro davanti alla sensazione del rossetto che si spalma sulle sue labbra… niente, è struggente, è bellissimo).
E mi sembra di non aver detto abbastanza, ma la recensione è decisamente diventata troppo lunga, quindi forse è meglio se la chiudo qui.
Arrivo presto a romperti le scatole anche sui prossimi capitoli, però, è una minacc… ehm, una promessa. |