Il mondo ha cessato di esistere. Non solo la sua metà tramutata in cenere, ma ogni singola particella che lo compone
ABBONAZZA! Io 'sta frase te la butto qua perché sì, perché una non può aprire un capitolo e ritrovarsi col cuore che fa CRACK CRICK CROCK e tutti quei suoni assurdi che vogliono dire: AHIA!
Siccome mi hai fatto malissimo, io mi devo vendicare... e lo faccio facendo SPECCHIO RIFLESSO. TSK. (come ben sai io non ho ancora superato la morte di Peter che è tornato e + già comparso in due film, ma io niente, non la assimilo. C'ho problemi!)
Tony vorrebbe, ma non sa neanche dove siano i propri piedi, figurarsi riuscire a muoverli
e cenere, perché è ovunque, ovunque
Però poi ci sono frasi come queste, che mi fanno ricordare che questo capitolo mi ha decisamente reciso l'anima e il cuore. C'è una cosa che ti ho detto ieri, in un messaggio personale con allegata una foto, e oggi più che mai non posso che ribadire, sottolineare e urlare quel concetto: Tony è tuo, in ogni sua forma, colore, e ruga d'espressione. Tony è tuo persino nel rumore dei suoi pensieri, persino nei suoi silenzi e nei suoi scricchiolii delle ginocchia. E questo capitolo è un silenzio che fa rumore, che buca il timpano, che dilania tanto, troppo. Perché se c'è una cosa che Tony Stark sa fare benissimo, è darsi le colpe e sentirsi in dovere di punirsi da solo. Non mangia, non dorme, non fa niente che sia qualcosa per la cura di se stesso, per mantenersi in vita, eppure c'è qualcosa a cui è ancora appeso. La speranza che tutti tornino? La speranza di trovare un modo? La voglia di andare avanti?
Quest'ultima è decisamente impossibile per ora, e la parte iniziale è un viaggio nella mente di Tony, questa galassia, queste stelle, dove è perso. Questo Tony che ha una riserva limitata, poi non ha idea di che fine farà, di cose si ritroverà a fare... o quanto in là si spingerà la sua apatia, e quando lo distruggerà definitivamente.
Non mangia, non dorme, non beve e non piange, e la sua unica missione sembra quella di rimanere lì, in laboratorio, a punirsi mentre cerca una soluzione a qualcosa che sembra irreversibile e che gli ha portavo via tutto. Sai, cara Lightning? Immaginare uno stato d'anima può quasi essere semplice, ma metterlo su carta non lo è. Tu riesci a sorprendermi ogni volta, mi lasci senza parole e fiato perché l'angoscia, l'ansia, la paura e il senso di inadeguatezza che prova Tony, mi hanno inondato come uno tsunami e come lui, per un attimo, sono tornata su Titano e li ho di nuovo persi tutti... e quella cenere, come dici tu, è sempre lì...
L'arrivo di Steve, poi, è stato come un terremoto. Questo Tony vorrebbe fare tante cose – tra cui urlare contro Steve, prendersela ancora con lui – e in un momento diverso ce l'avrebbe anche fatta, ma non ora. Ho amato follemente come Tony si trascini lì, a quella tavola. Come ignori l'unica persona vicina che praticamente gli è rimasta e che lo conosce fin troppo bene – Rhodey e come, non meno importante, si conceda il piacere di una tregua, a quella punizione che si è auto inflitto, di non mangiare, bere, uscire da quel laboratorio. Qualcosa che però vive a metà: Tony è diviso, metà su Titano e metà sulla terra; penzola in un universo dove le persone scomparse sono ancora lì – sente le voci di Pepper e Peter, tra quelle dei sopravvissuti, e in un'altra, dove è rimasto senza quelle persone importanti che stavano arricchendo la sua vita, prima dell'arrivo del folle e infame Titano.
Questa altalena di sensazioni sottolineano e soprattutto rendono giustizia ad un Tony distrutto che non ci è stato dato modo di vedere, con il salto subito ai 5 anni... sappiamo e tu per prima, che il processo di ripresa sarà stato lungo e che non è mai avvenuto per davvero (in endgame finge che non sia successo niente, finché una certa foto ripresa in mano per caso gli fa venire voglia di darsi da fare di nuovo, no?) e che i primi tempi devono essere stati così; spenti, chiusi in un mondo che lui guarda al di fuori come spettatore, che vive apatico e senza una sola speranza. Un mondo dove un logorroico, saccente, arrogante spaccone come lui, tace e... per citare Nat:
"Sei curiosamente silenzioso e poco logorroico"
Qualcosa che, se si parla di Tony Stark salta subito all'occhio.
E, infine, Nat. Tra la silenziosa rimpatriata e la sensazione che Rhodey sia lì, dietro di lui, col fiato sul collo, Tony ha la usa epifania.
Natasha non c'era
e io muoio un po'. Muoio un po' perché nello sprazzo di vita che per un attimo coglie Tony, c'è la consapevolezza che ha dimenticato la persona, quella che ha sempre cercato di tenere incollati tutti, in un modo o nell'altro. Quella che ha sempre agito così, perché quella è l'unica famiglia che ha.
Per questo ho apprezzato tantissimo come, in quel mare di apatia, Tony abbia sentito il tremito della vita scuoterlo e in quella esistenza vissuta a metà, tra la vita e la morte, dove ogni gesto è meccanico e solo un mero sussegursi di movimenti e azioni fini a loro stesse. Un tremito che gli ricorda che lei non c'era, in quella rimpatriata familiare.
Cosa, che ti devo dire? Io ti vorrei dire tante cose. Ci sono tante di quelle frasi che vorrei riportare qui e analizzarle, dar loro l'importanza che meritano, ma questo capito è talmente perfetto e di impatto che ho quasi paura di romperlo quindi, in sostanza, ti lascio con questa quantità spropositata di parole, aspetto la postale che mi imbocchi a casa per arrestarmi, e spero mi manderai delle arance. Intanto, ti auguro una felice giornata, un buon week end e soprattutto ti ringrazio per i feels. Questa storia è un gioiello di emozioni, e leggerla è un'esperienza incantevole.
A presto, BONAZZA!
Miry, cosa3! |