Recensioni per
Mentre tutto scorre
di _Lightning_

Questa storia ha ottenuto 72 recensioni.
Positive : 72
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
10/11/19, ore 00:38

«Io l’ho già visto, l’inferno,» replica lei, glaciale. «È un posto da cui fuggire, non in cui crogiolarti perché hai scelto di lasciarti andare.»

Credo che potrei riassumerla così e basta... piango da quanto è bella ‘sta storia, più sistemi i capitoli e più alte sono le probabilità che entro l'epilogo io mi ritrovo con una lampadina conficcata nello sterno.
Sono innamorata, cazzo *O*
Potrei perdermi via ad elencarti ogni virgola che mi è piaciuta, ma credo che risulterei ripetitiva. Natasha è splendida (ah, grazie di cuore per la menzione <3) e Tony non è da meno, mi uccidono ogni volta in ogni salsa che me li proponi, e qui si annoverano un riferimento alle torture in Afghanistan, un risentimento latente per la rottura dei rapporti post-CW (con tanto di riferimento al fatto che Nat capirebbe la natura delle voci, e che l’unica altra persona paradossalmente per Tony è proprio James... e lo sai che io, tra tutte le altre cose, aspetto in trepidazione le conclusioni sbagliate di Tony), la suggestione del profumo di Pepper impresso sui vestiti e un “grazie” impigliato nel silenzio che si tende tra quei due testoni musoni adorabili.
Li amo, ti amo per come me li stai scrivendo, e ti becchi un super-iper-mega abbraccio perché ora come ora sono una bimba felice! *O*
Per stasera credo di averti importunato abbastanza, quindi mi eclisso e vado a nanna, ma davvero, grazie di cuore Cla’ (io te lo metto addirittura per iscritto, a differenza degli altri due... lol), a te se voe ben :*
_T <3

Recensore Junior
10/11/19, ore 00:12

Con il discorso che ti semino feedback un po’ ovunque e mi prendo una piccola parte di merito nella nascita di questo meraviglioso progetto, arrivo a leggere il capitolo definitivo ed è di una bellezza così disarmante che mi mancano le parole ufficiali per descriverlo.
Sai già come la penso sul lavoro che hai fatto con Rhodey (ignoravo le sue dinamiche familiari quindi ne ho apprezzato infinitamente il piccolo scorcio accennato nelle note), come sai già il fatto che leggere quel “ehi playboy, ti sono mancata?” mi uccide ogni volta.
Penso che mi limiterò a segnalarti le armi del delitto, tenendo fede al fatto che ormai i nostri rispettivi scritti si sono ridotti seriamente ad una partita a Cluedo tema Avengers senza fine (giuro che se trovo il gioco in scatola me lo compro, ieri sera ho giocato con quello a tema GoT ed è qualcosa di meraviglioso - sempre per la serie “argomenti a cazzo”) :’)
In ogni caso, è meravigliosamente crudele far sfruttare la memoria tattile ad una persona che odia il contatto fisico... sono in brodo di giuggiole *O*
A tra subito nel prossimo capitolo,
_T <3

Recensore Master
02/11/19, ore 18:03

Il mondo ha cessato di esistere. Non solo la sua metà tramutata in cenere, ma ogni singola particella che lo compone
ABBONAZZA! Io 'sta frase te la butto qua perché sì, perché una non può aprire un capitolo e ritrovarsi col cuore che fa CRACK CRICK CROCK e tutti quei suoni assurdi che vogliono dire: AHIA!
Siccome mi hai fatto malissimo, io mi devo vendicare... e lo faccio facendo SPECCHIO RIFLESSO. TSK. (come ben sai io non ho ancora superato la morte di Peter che è tornato e + già comparso in due film, ma io niente, non la assimilo. C'ho problemi!)

Tony vorrebbe, ma non sa neanche dove siano i propri piedi, figurarsi riuscire a muoverli
e cenere, perché è ovunque, ovunque

Però poi ci sono frasi come queste, che mi fanno ricordare che questo capitolo mi ha decisamente reciso l'anima e il cuore. C'è una cosa che ti ho detto ieri, in un messaggio personale con allegata una foto, e oggi più che mai non posso che ribadire, sottolineare e urlare quel concetto: Tony è tuo, in ogni sua forma, colore, e ruga d'espressione. Tony è tuo persino nel rumore dei suoi pensieri, persino nei suoi silenzi e nei suoi scricchiolii delle ginocchia. E questo capitolo è un silenzio che fa rumore, che buca il timpano, che dilania tanto, troppo. Perché se c'è una cosa che Tony Stark sa fare benissimo, è darsi le colpe e sentirsi in dovere di punirsi da solo. Non mangia, non dorme, non fa niente che sia qualcosa per la cura di se stesso, per mantenersi in vita, eppure c'è qualcosa a cui è ancora appeso. La speranza che tutti tornino? La speranza di trovare un modo? La voglia di andare avanti?
Quest'ultima è decisamente impossibile per ora, e la parte iniziale è un viaggio nella mente di Tony, questa galassia, queste stelle, dove è perso. Questo Tony che ha una riserva limitata, poi non ha idea di che fine farà, di cose si ritroverà a fare... o quanto in là si spingerà la sua apatia, e quando lo distruggerà definitivamente.
Non mangia, non dorme, non beve e non piange, e la sua unica missione sembra quella di rimanere lì, in laboratorio, a punirsi mentre cerca una soluzione a qualcosa che sembra irreversibile e che gli ha portavo via tutto. Sai, cara Lightning? Immaginare uno stato d'anima può quasi essere semplice, ma metterlo su carta non lo è. Tu riesci a sorprendermi ogni volta, mi lasci senza parole e fiato perché l'angoscia, l'ansia, la paura e il senso di inadeguatezza che prova Tony, mi hanno inondato come uno tsunami e come lui, per un attimo, sono tornata su Titano e li ho di nuovo persi tutti... e quella cenere, come dici tu, è sempre lì...

L'arrivo di Steve, poi, è stato come un terremoto. Questo Tony vorrebbe fare tante cose – tra cui urlare contro Steve, prendersela ancora con lui – e in un momento diverso ce l'avrebbe anche fatta, ma non ora. Ho amato follemente come Tony si trascini lì, a quella tavola. Come ignori l'unica persona vicina che praticamente gli è rimasta e che lo conosce fin troppo bene – Rhodey e come, non meno importante, si conceda il piacere di una tregua, a quella punizione che si è auto inflitto, di non mangiare, bere, uscire da quel laboratorio. Qualcosa che però vive a metà: Tony è diviso, metà su Titano e metà sulla terra; penzola in un universo dove le persone scomparse sono ancora lì – sente le voci di Pepper e Peter, tra quelle dei sopravvissuti, e in un'altra, dove è rimasto senza quelle persone importanti che stavano arricchendo la sua vita, prima dell'arrivo del folle e infame Titano.
Questa altalena di sensazioni sottolineano e soprattutto rendono giustizia ad un Tony distrutto che non ci è stato dato modo di vedere, con il salto subito ai 5 anni... sappiamo e tu per prima, che il processo di ripresa sarà stato lungo e che non è mai avvenuto per davvero (in endgame finge che non sia successo niente, finché una certa foto ripresa in mano per caso gli fa venire voglia di darsi da fare di nuovo, no?) e che i primi tempi devono essere stati così; spenti, chiusi in un mondo che lui guarda al di fuori come spettatore, che vive apatico e senza una sola speranza. Un mondo dove un logorroico, saccente, arrogante spaccone come lui, tace e... per citare Nat:

"Sei curiosamente silenzioso e poco logorroico"

Qualcosa che, se si parla di Tony Stark salta subito all'occhio.
E, infine, Nat. Tra la silenziosa rimpatriata e la sensazione che Rhodey sia lì, dietro di lui, col fiato sul collo, Tony ha la usa epifania.
Natasha non c'era
e io muoio un po'. Muoio un po' perché nello sprazzo di vita che per un attimo coglie Tony, c'è la consapevolezza che ha dimenticato la persona, quella che ha sempre cercato di tenere incollati tutti, in un modo o nell'altro. Quella che ha sempre agito così, perché quella è l'unica famiglia che ha.
Per questo ho apprezzato tantissimo come, in quel mare di apatia, Tony abbia sentito il tremito della vita scuoterlo e in quella esistenza vissuta a metà, tra la vita e la morte, dove ogni gesto è meccanico e solo un mero sussegursi di movimenti e azioni fini a loro stesse. Un tremito che gli ricorda che lei non c'era, in quella rimpatriata familiare.
Cosa, che ti devo dire? Io ti vorrei dire tante cose. Ci sono tante di quelle frasi che vorrei riportare qui e analizzarle, dar loro l'importanza che meritano, ma questo capito è talmente perfetto e di impatto che ho quasi paura di romperlo quindi, in sostanza, ti lascio con questa quantità spropositata di parole, aspetto la postale che mi imbocchi a casa per arrestarmi, e spero mi manderai delle arance. Intanto, ti auguro una felice giornata, un buon week end e soprattutto ti ringrazio per i feels. Questa storia è un gioiello di emozioni, e leggerla è un'esperienza incantevole.
A presto, BONAZZA!
Miry, cosa3!

Recensore Master
30/10/19, ore 22:15

Dunque dunque, ho preferito lasciare per questa recensione "l'argomento Rhodey", perchè credo di non averlo approfondito abbastanza con te in privato e quindi ne approfitto adesso :P
Intanto sappi che sono stata molto contenta di vederlo in un ruolo così attivo in questa storia; come giustamente hai detto tu, è sempre stato al fianco di Tony ed è il suo migliore amico, perciò è chiaro che la sua presenza in questo momento sia necessaria. 
Si percepisce tantissimo la volontà che ha di aiutarlo, di come sia preoccupato per lui e ogni suo piccolo tentativo di farlo ragionare, ma ahimè quel bagarozzo di Tony è testardo come un mulo e non lo sta a sentire; credo che questo lo sappia un po' anche Rhodey stesso, però cerca di essere presente lo stesso per lui e di aiutarlo come può, e sono contenta che questa volta Tony abbia riconosciuto e accettato la sua presenza (anche se è sempre "capu tosta" e rifiuta lo stesso di farsi aiutare) *luna nera*
Adoro, invece, il modo in cui hai introdotto Natasha, sia perchè richiama la battuta del film, sia perchè è effettivamente qualcuno che non ti aspetti a questo punto della storia e si percepisce un sentore di svolta *luna nera nera*

Brava brava brava, adoro questa storia, adoro la tua immaginazione e adoro tutta questa sofferenza muahahah <3

Alla prossima,

_Atlas_

Recensore Master
30/10/19, ore 22:00

Ehilà <3
Finalmente riesco a passare da queste parti, sperando di riuscire a recuperare anche gli altri capitoli (che ormai so a memoria MA VABBE').

Il realismo con cui descrivi il malessere di Tony è come sempre magistrale, e io non smetterò mai di ringraziarti per queste immagini, perchè seppur dolorose e sofferenti riescono a farmi entrare nella storia in maniera totale. E' come essere lì con lui, percepire per intero il dramma che lo affligge e sentirsi spaccare il cuore a metà quando torna il ricordo delle persone che ha perso. Apprezzo moltissimo ancora adesso lo spazio che hai voluto lasciare alle voci che sente e che accentuano la sua sofferenza, così come il modo terribile e disperato con cui si attacca alla bottiglia cedendo a un bisogno che al momento non può essere colmato in nessun altro modo. Già il fatto che lui si sia ritrovato persino a rispondere a quelle voci lascia intuire quanto sia instabile dal punto di vista psicologico, e i complimenti te li faccio soprattutto per il realismo con cui hai descritto questo momento così delicato e fragile. 

Insomma, come al solito fiumi e fiumi di angst nei quali adoro nuotare e che non vedo l'ora di vedere dove mi porteranno <3
Ancora complimenti e a tra pochissimo,

_Atlas_

Recensore Junior
19/10/19, ore 23:14

Ti informo che già dalla citazione di “molto forte, incredibilmente vicino” mi mandi in crisi, soprattutto se mi fai partire il capitolo dal mese di settembre.
Comunque ho capito che, per questa storia nello specifico, so che mi sarà impossibile recensire senza aggirare forzatamente un delirio fatto di pianti e strette sanguinanti al cuore... ci sono così tanti coltelli nascosti che in pratica mi inviti a nozze (rosse), e lo sai.
Fa “male” apprendere che Tony è vittima consapevole dell’inerzia, mentre Rhodey e Bruce gli orbitano attorno “distanti e troppo vicini al contempo”.
Fa male sapere anche che non sappia più quant’è “ultimamente”... è una sottigliezza, ma rende lampante quanto sia in balia degli eventi e come lui non desideri far niente di concreto per cambiare la situazione.
E poi ci sono le voci, che ammetto mi hanno dato una buona idea, anche se tu scoprirai tra relativamente un bel po’ il cosa-dove-come.
Ho amato la metafora del suo cervello che produce scintille mancando i contatti, già così è potentissima, ma mi richiama distintamente l’immagine dei circuiti che sfrigolano e si bruciano.
Ritornando alle cose che fanno male, fa malissimo il sapere che Tony “scappa” dagli abbracci di Rhodey, ed amo alla follia lo spazio che hai ritagliato a quest’ultimo (si, sto ammiccando a quel “cazzate irrimediabili”).
Sei arrivata vicina all’uccidermi con gli accenni all’alcolismo, al come le voci spariscano nel fondo della bottiglia, e mi trovi sorpresa nell’apprendere che i nostri headcanon sul “demone della bottiglia” non si discostano di molto... e le sue prime lacrime sanno di alcol, ed anche questo fa male.
Un applauso per le due armi del delitto:

  • “Vuole abbracciarli. Vuole baciarli, vuole stringerli a sé così forte da annullarsi in loro. Teme che da un giorno all’altro inizierà a vederli, e si ripete che è sano averne paura, una sana follia.”
    “È troppo stanco anche per parlare e camminare al contempo, è troppo stanco per vivere, non sa neanche più come si litiga o si parla da persona normale.”


Sei brava, ma ormai che te lo dico a fare?
Un giorno di questi mi causerai un infarto, ma poco male :’)
_T 

Ps: Comunque tu non puoi lusingarmi con indiscrezioni del calibro “chissà se seguirò davvero il canon”... io mi faccio i film mentali Cla’, lo sai ^^’
A te se voe ben <3

Recensore Master
17/10/19, ore 22:06

Hello :D
Avevo detto che sarei passata prima dall'altro account, ma poi mi sono ricordata che avevo questo gioiello da recensire, perciò eccomi qui <3
Confesso che è difficile esprimere un vero e proprio parere su ciò che hai scritto, perchè sin dalla prima lettura mi ha lasciato addosso una marea travolgente di sensazioni impossibili da tradurre a parole. Quel che so con certezza è che il dolore e l'annientamento che prova Tony in questo momento si toccano quasi con mano, e non posso che complimentarmi con te su come hai reso ogni suo singolo pensiero, non solo attraverso le parole, ma anche con le immagini descritte. Il riferimento alle galassie mi ha seriamente messo i brividi e l'accenno ad esse persino mentre cerca di mangiare il purè lo trovo di un realismo pazzesco, si percepisce a tutti gli effetti che in questo momento non è in grado di relazionarsi con nessuno, nemmeno con se stesso.
Questo senso di alienazione colpisce anche chi legge, creando una fusione con i suoi pensieri che non si interrompe nemmeno quando sulla scena compare Rogers, o quando sono tutti a tavola e parlano tra loro. La mente di Tony è altrove, e noi con lei. E il pensiero di Natasha arriva in ritardo, ma arriva, e a volte, seppur con un tempismo tremendo, questi sono segnali che qualcosa dentro di noi funziona ancora, chissà come e con quali forze.
E' doloroso, straziante e - ripeto - estremamente realistico, ed è anche bellissimo nella sua tragicità.
Brava, bravissima, e grazie per questa storia (vedi come sono brava? Ti ringrazio anche se mi riduci in lacrime :P)

Un abbraccio e alla prossima, aspetto con ansia il seguito,

_Atlas_
 

Recensore Junior
17/10/19, ore 20:06

Credo di avertelo già detto da qualche altra parte, ma ci tengo a sottolineare che sono le piccole cose ad uccidermi, i dettagli seminati a caso tra le righe di testo che ad una prima lettura sfuggono, mentre già da una seconda letta assumono le sempianze di un puzzle che forma un mosaico molto più complesso.
Perchè Tony è tutto fuorchè semplice da decifrare ed il periodo che prendi in esame è a dir poco "complesso"... no, credo che complesso sia riduttivo, anientante è un termine più appropriato.
Potrei commentare ogni virgloa, ma mi limito ad indicarti le parti salienti... ti ricostruisco il puzzle, in pratica:
L'immagine della bussola è splendidamente crudele, istituendo i punti cardinali identificandoli in galassie (dov'era), cenere (cosa gli è rimasto), buio (dove sta vivendo nei momenti di incoscienza, che sono molti di più di quelli di lucidità) e sangue (questo non lo commento, mi rifiuto).
La ricerca di un carburante, la volontà di cancellarsi dal mondo e tuttavia non avere il coraggio/avere l'egoismo-paura per non farlo, la disperata ricerca di un senso all'insensato e le prime avvisaglie della pazzia... piango. Piango per lui i fiumi di alcol che ingurgita.
La prima arma del delitto: "È vero, considera tra sé, dovrebbe anche mangiare, oltre a farsi a pezzi il cervello in laboratorio."
L'ostinazione di restare sveglio per evitare gli incubi è canonica, non ci piove, ma l'addormentarsi in piedi la dice molto lunga sui livelli che ha raggiunto... mentre l'obbligarsi a rifiutare l'abbraccio di Rhodey mi ha uccisa, perchè prova una paura viscerale di vedere anche lui dissolversi in cenere tra le sue braccia.
Questa è crudeltà gratuita Claudia, ma Dio quanto ti amo anche -e soprattutto- per questo <3
Infine, ti segnalo la seconda arma del delitto, quella definitiva:
"È solo mezz'ora dopo, mentre cerca di concentrarsi su un modello incompleto e frammentato della Gemma dell'Anima, che realizza cosa ha visto; o meglio, cosa non ha visto. Si blocca nel manipolare un tassello olografico a mezz'aria, schiudendo le labbra in un lieve moto di sorpresa.
Natasha non c'era."
E dopo aver aggiunto Saramago alla lista di libri da leggere, io mi ordino una pizza e torno a piangere in un angolino,
_T (anientata ma tremendamente felice) <3

Recensore Junior
12/10/19, ore 15:55

Morirò dietro a questa storia? Ovvio.
Morirò a causa di questa storia? Probabile.
Piango... è di una bellezza disarmante (quindi ti picchio se provi solo a pensare di dissentire... :* ), prendi in esame cinque anni di cui sappiamo-non-sappiamo tante cose e ci aggiungi una mazzata emotiva ulteriore perchè togli Pepper (e Morgan) dall'equazione che nei film impedisce a Tony di fare esattamente ciò che tu hai appena descritto, ed io so che da qui in poi il vortice dell'angst mi trascinerà ancora più in profondità... perchè so (ed ipotizzo entusiasta) le vette che arriverai a toccare.
Quindi... morirò a causa di questa storia? Sicuramente.
Voglio morirci? Assolutamente sì!
Ti avevo preannunciato quanto volessi commentare le "virgole definitive", ma non c'è molto altro da dire se non quello che traspare direttamente dalle tue parole... perchè il tuo Tony ha provato a tagliarsi le vene, con il demone dell'alcolismo ad alimentarlo, ed è incapace di piangere perchè è disidratato. Vorrei entrare nello schermo ed abbracciarlo, e per fortuna c'è Natasha a farlo al posto mio... ovviamente non l'abbraccia perchè Natasha si comporta da Natasha, ma il gesto di accarezzargli il polso delicatamente in mezzo ad un silenzio vuoto (amo questa espressione) è un'emozione talmente "basilare" che entra sottopelle e mi lascia una tristezza addosso anientante... e Dio, quanto amo questa storia <3
Ah, ovviamente mi inchino a te per la scelta del nuovo titolo... diciamo che de Andrè ci avvisa dell'antifona in modo a dir poco egregio.
_T <3

Recensore Master
12/10/19, ore 15:49

Cara Light <3
Non sai che gioia poter finalmente lasciare una vera e propria recensione a questa storia :')  Che poi lo so che preferisci i miei video-commenti al solito papiro che ti smollo qui, ma siccome sono una persona equilibrata faccio entrambe le cose DEH u.u
Sai già quanto questo progetto mi affascini - come tutto ciò che scrivi, e sì, sto facendo la ruffiana - quindi adesso mi divertirò un po' a rendere questa recensione un agglomerato indecente di applausi e complimenti, oh.

Tanto per ribadire il concetto, non credo che tu potessi iniziare la storia in maniera migliore. In primis, adoro il fatto che segua il tuo headcanon e il fatto che esista questa continuità narrativa nei tuoi scritti è una caratteristica alla quale sento di dovermi inchinare.
L'atmosfera che si evince da questo prologo è dolorosa, sofferta, non solo dal punto di vista psicologico del personaggio, ma anche per l'ambientazione malinconica con i colori e le praterie del Wakanda. Fa già male così, perchè quella che dovrebbe essere una quiete post vittoria, è invece una realtà tragica dove si è appena consumata la sconfitta più grande di sempre. E Tony è da solo, annientato, e tocca con mano la paura che è rimasta chiusa nella mente per sei anni. Quel passaggio mi è piaciuto tantissimo perchè mette proprio in risalto la sua impotenza di fronte a quello che ha sempre cercato di prevenire.
La presenza di Natasha non migliora le cose, ma è importante il fatto che lei prenda coscienza dello stato in cui si trova Tony, di quel taglio sul polso, del dolore che alberga adesso nella sua mente. Lo comprende, non lo giudica, ma resta nel presente e cerca di fare ciò che può, anche se in questo caso significa "solo" prendersi cura delle sue ferite.
Ho apprezzo molto anche il fatto che il primo dialogo presente sia proprio quello dei protagonisti, come un primo breve e muto confronto su quello che è appena successo. Ben fatto, davvero.

Non mi dilungherò sulle questioni titolo, dimensione e citazione iniziale, perchè sai già quanto le apprezzi e quanto le trovi azzeccate per questa storia, quindi mi limito a batterti il cinque, sperando di vedere pubblicati presto anche i capitoli successivi <3

Un abbraccio hulkoso e alla prossima,

_Atlas_
 

Recensore Master
11/10/19, ore 11:28

Light, anzi, Cosetta! ^^

Come potevo usare questo bruttissimo riferimento ai Miserabili se tu metti Hugo in apertura di capitolo? Adoro ritrovare parte dei tuoi headcanon nelle tue storie: sei bravissima a creare mondi e canoni e a prevedere determinate scelte di trama. Qui c’è una sostanziale variazione del canone: persi Pepper e Peter a Tony mancano i punti di riferimento, la cosa più simile a una famiglia. Vuol dire che hai creato una sorta di distopia priva di Morgan e dell’assaggio di una famiglia: cinque anni di amaro paradiso, dove il rimpianto si unirà alla voglia fattiva di godere di quel poco che si è riuscito a preservare a fronte di una vendetta postuma e parzialmente inutile, che spezzerà persino un guerriero millenario come Thor ben più della morte tragica di Loki ♥ (piazzato a tradimento).

Senza Pepper e il tentativo di andare avanti si verrà a creare un vuoto enorme. In questo clima trovo coerente che l’unica persona in grado di avvicinarsi a Tony senza giudicare sia Nat. Tra commilitoni e pari lei è l’unica che intuisce e riconosce le ferite autoinflitte senza commentarle, accettandole silenziosamente, consolandole quasi con la tipica freddezza che la caratterizza. Ciò che la storia promette a gran voce è un discorso ampio e variegato sull’introspezione e sul superamento/accettazione di una sconfitta che già Endgame disegna come amara, come quando Tony afferma che i Vendicatori sono bravi a vendicare, non a evitare che la sciagura si abbatta, criticando in tal senso altre battaglie (Age of Ultron) ed esautorando il senso stesso della squadra. Mi piace che Tony, sempre scandagliato in maniera efficace e tanto bella da risultare persino dolorosa, abbia imparato a gestire gli attacchi di panico; nelle tue mani riesci sempre a mantenerlo dinamico al punto giusto, senza mai dimenticare il suo essere un meccanico, un uomo pratico, uno che se ha un problema inventa il modo per risolverselo, ma anche un uomo terribilmente umano che arriva quasi a pensare di morire – e qui mi viene in mente il concetto senechiano di tali scelte, ma poi la recensione si tramuterebbe in breve tempo in un noioso trattato di filosofia e tu, giustamente, chiameresti la postale.

Bellissimo incipit, bellissimo titolo ispirato al nostro Faber, bellissimo testo, come sempre!
Abbracci muffinosi a te, Cosa!
Shilyss :*

Recensore Master
11/10/19, ore 01:17

Carissima cosa,
se dovessi usare una parola per descrivere cosa questo prologo mi ha lasciato nel cuore, direi che è malinconia, pura e cruda. Sarà anche breve, non è uno di quei mammozzoni che tanto amo leggere, ma è dannatamente intenso. Tu nelle note parli della tua crisi esistenziale sui presupposti e il senso di esistere di questo progetto. Io nella mia recensione ti dico che l'ho aspettata, ma non credevo... ti giuro, cara Light, io non credevo davvero che fosse questo e sono annichilita, spiazzata, da quanto certe emozioni sfocino così tanto da parole scritte nero su bianco e quanta apatia, tristezza, malinconia, sensi di colpa e rassegnazione brucino forti tra le tue parole, le tue emozioni. Eh sì, mia cara cosa, perché per poter descrivere certe emozioni bisogna averle provate, bisogna conoscerle e insieme ad esse un'altra moltitudine di altre emozioni che sono il loro specchio. È la vita, che ci dà il privilegio di sapere cosa sono tutte queste emozioni, ed è la capacità narrativa di un autore, saperle mettere su carta così bene.
Non ho mai dubitato delle tue capacità narrative; ti stimo come persona, ma anche come autrice, ma anche come anima che prova dei sentimenti, che non li trattiene ma decide di condividerli con noi, attraverso un Tony Stark – il tuo Tony Stark, che brilla malgrado non viva più (eppure è vivo. Respira, il cuore batte, dedica pensieri, ma non c'è. Non è qui. È su Titano, a vedere le persone sparire come cenere e sappi che ogni menzione a Peter è un colpo al cuore. E non per il motivo che pensi tu, ma per come riesci a celarlo dietro gli occhi di un uomo che finge di non provare niente, e invece prova un sacco di cose... un'apatia che ha dell'altro, nel mezzo... una luce, ancora accesa).

Forse non avrebbe dovuto fare molte cose, incluso tornare vivo da Titano, anche se in effetti non si sente davvero vivo. Si sente scomparire, come tutti gli altri.

Ecco cosa intendo. Lo ha fatto, è tornato, ma è vivo? Tony è qui? O lì? O non c'è? Domande vere, perché non siamo contro Ultron, non siamo in Germania contro Cap... siamo in un post Infinity War, dove non ha vinto nessuno e dove chi è tornato, si è lasciato troppe cose indietro. E questo Tony con le dita incerottate, che è stato cieco e si è fatto del male, non controllando la rabbia, è lo stesso Tony che, appena atterrato con l'astronave, perde la calma e accusa un Cap inerme, zitto, che non c'è stato e non lo ha affiancato. Che non l'ha aiutato a porre fine a quella battaglia mai vinta. Che gli ha portato via Pepper, Peter e molte altre persone.

Vede una distesa di galassie che si allarga nella savana come lucciole. Vede l'orizzonte che si sfalda in torrenti di pulviscolo scuro portati dal vento. Fa stridere la mandibola e cerca di non pensare alla cenere. Di non astrarla, di non ricordare Peter e di non immaginarsi come deve essere stato anche per...

meraviglioso questo passaggio, meraviglioso perché Tony c'è. Il suo unico scopo, in questo prologo, è soffrire e accusarsi. Non amarsi, meno di quanto ha mai fatto in vita sua; questo tuo Tony sempre così lui, che te lo immagini pure nel suo minimo movimento d'espressione ma che trova sollievo nelle cure di qualcuno che non ha intenzione di lasciarlo solo, quando è lui a dirle che è quello che vuole. Trova la premura di una persona che ha imparato a conoscerlo, che sa prenderlo, che sa quando assecondarlo e quando no. Questo Tony che si lascia curare, con questo silenzio vuoto, e un tocco gentile a dargli speranza.

Co', questa storia fa male. Fa male perché non si può superare Infinity War. Non si può superare perché quei 5 anni di inferno li abbiamo vissuti noi addosso in tre ore di film... e so quanto ti ha fatto male, so quanto è stato doloroso... so che vuoi risanare qualcosa che hanno distrutto, e so che a quell'uomo meraviglioso, strano e complicato che è Tony Stark, vuoi regalare quello che non gli è stato concesso. Io sono qui, a seguirti mentre lo fai. Nel frattempo ti ringrazio, perché questa sera è una sera un po' così, e leggerti è stato l'unico motivo per cui andrò a dormire col sorriso sulle labbra. Forse un po' malinconica, sì, ma non per questo apatica e vuota.
Percio grazie e scusa la recensione sconclusionata, ma ci voleva.
E tu non deludi mai. Ti si vuole bene,
non ti fermare mai, okay?
Miry

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