Carissima Guascosa,
In questa quarantena forzata mi sento sempre più come il Tony di questa storia... lontana dalla realtà e vogliosa solo di chiudere ogni porto e dunque perché non immedesimarsi di più in qualcuno che ha sulle spalle il peso del mondo intero, colpe per cui si martoria, bisogno di evasione per andare avanti...? Direi di sì.
In verità questo è un capitolo straziante e lo so, io lo so che tu qui mi aspettavi. La verità poi è che penso di averlo letto una cosa come 10 volte. Difatti se hai più visual su questo, sai di chi è la colpa. Magari sarà una recensione un po' strana co', ma penso che questo momento della mia – della nostra vita, sia il momento giusto per analizzarlo, questo capitolo, perché un po' in Tony, io, mi ci rivedo. Non scherzo quando dico che l'ho letto dieci volte, e ogni volta mi trasmette sensazioni diverse. Come le reazioni di Tony e May. Nelle prime letture c'era più il distacco di Tony, ma in questa decima io il suo distacco non lo sento più. È molto più incollato alla terra ora piuttosto che nel resto dei capitoli che ho letto, perché fino ad ora ha solo cercato di smorzare la cosa, tra esercizio fisico e la privazione totale dell'alcol, che di certo lo rende sobrio, ma è qui e quanto fa male essere qui? Ogni volta che si abitua ad un ambiente, ecco che fa il passo successivo e affronta altre turbe, altri spettri, altri fantasmi. E qui ha affrontato due dei suoi fantasmi più importanti:
il primo è Pepper, in quella cravatta che non sa nemmeno da dove iniziare per allacciarla... Pepper che sorride e fa quel nodo come se fosse nata per quello, per colmare quello per cui lui è una frana: i sentimenti e la vita casalinga. Fa sorridere, ma fa anche piangere, l'idea che non sarà più così e quel pianto che trattiene, mentre continua a voler provare a farsi quel benedetto nodo, con rabbia... continua, non cede, anche se vorrebbe crollare di nuovo; ancora e ancora... ma non lo fa, ed è così Tony. Così tanto Tony.
E nell'intermezzo che divide Pepper da quell'altro fantasma, c'è Natasha che in macchina lo rassicura, gli promette cose, lo sgrida, è nevrotico Tony, ingestibile. Nei sentimenti, più che altro. Perché dove sta andando non si dedica a sé. Non prende a calci un sacco, non corre su un tapis roulant per smorzare l'ansia e la paura, e quel senso di inadeguatezza. Qui si butta davanti al nemico; a chi ha perso tutto per causa sua, e degli altri, ma Tony parla sempre e solo di lui. Non solo quando è sotto ai riflettori, o per starci... ma anche quando c'è qualche colpa da prendersi. Lui, lui, e solo lui. Mai gli altri. Come se lui fosse il carburante di tutto, che merita odio, che spera che lo provino per lui; forse perché è meglio della compassione e tutte queste cose, tutti questi stati d'animo, tutte queste domande, queste confusioni... tu le hai messe, tra le righe di questo capitolo che è devastante, straziante... un colpo di pistola dritto in fronte che non ti uccide ma ti lascia agonizzante a piangere, col cuore stritolato. Perché è così che mi sono sentita, quando Tony e May parlano.
L'ha odiato, dice. Ma non più. Non perché non lo meritava – o questo pensa Tony, ma perché avrebbe dovuto odiare anche Peter, per lo stesso motivo. May che chiede a lui come sta; May che vuole assicurarsi che stia mangiando. May che lo ha sempre visto infantile e bisognoso di una mamma che lo protegge; May che lo vede bambino come vedeva Peter. E quel ricordo di Maria, mia cara Cosa... la purezza del bianco che avvolge ogni testa che parla di lei, delle cose che Tony non sapeva e che vorrebbe tanto conoscere. Di quel senso di comprensione che gli infiamma la faccia e il cuore, quando persino lui che non crede a niente, pensa che Peter si meriti di più. Perché sì. Perché gli è sparito davanti e non ha potuto fare niente per evitarlo; perché è ancora sui suoi palmi e nella sua testa, insieme a Pepper. Perché gli ha detto che se fosse morto, lui si sarebbe sentito in colpa... e Peter prima di sparire gli ha detto "Mi dispiace." Perché solo lui sa cosa sia successo su Titano, come è successo, quanto Peter lo abbia stretto prima di sparire e May non lo sa, e forse non dovrà mai saperlo. Fa troppo male.Almeno lei non deve, ma può fare qualcosa per lei: può donarle quello che cerca, un po' di pace nel cuore e una finta pace per Peter, che chissà dove si trova, chissà se li guarda, e chissà se lo odia. Perché è questo quello che il capitolo dice, co'. Che il mondo finge di andare avanti ma sono rimasti tutti appesi a quelle persone sparite, quelle che erano parte del loro tempo, del loro mondo, del loro universo, tolti alla vita all'improvviso, lasciando un pianeta a metà, lasciano persone solo in quelli che sono i rapporti umani, legami, così importanti nella vita di tutti i giorni.
Legami che Tony ha sempre stentato a instaurare e che quello schiocco gliene ha portati via 2, forse i più importanti. La donna che ama e il ragazzo che ha giurato di proteggere come un figlio, lasciandosi andare, promettendosi di non essere mai la copia di suo padre, dimostrandolo a Peter, ma senza riuscire a farlo per abbastanza tempo.
May e Tony si fanno la promessa che si prenderanno cura di Peter anche così, dandogli pace. La verità è che è tutto talmente surreale che nemmeno quello sarebbe in grado di permettere al tempo di ricominciare a scorrere... e quella frase finale, che chiude il capitolo, è la dimostrazione che in questo tempo, le bugie sono le uniche cose che li illudono che qualcosa funziona.
Co', lo so è una recensione super tristah ma tra la presa a male di questa quarantena, la situazione che stiamo vivendo, la paura e il panico generale ma anche il bisogno di sentire qualcosa, mi hanno portata qui nel momento esatto in cui avevo bisogno di sviscerare questo capitolo, per me estremante importante, forse per ora il mio preferito, ma so che saprai stupirmi ancora.
Ho amato ogni singola introspezione, ogni singola pausa che sei riuscita a dare ai pensieri e alle parole. Ho amato ogni lettera, ogni introspezione, ogni lacrima che mi hai fatto versare; ogni lettura che questo capitolo mi ha dato, ogni volta che l'ho riletto.
Grazie. mi serviva davvero molto leggere qualcosa di così umano e vivo, e un Tony che è così Tony, che cerca di non spaccarsi in mille pezzi, e ha paura di non riuscirci.
Non lo so come fa, ma ti prego non ti fermare. Non lo fare.
Sarebbe un peccato madornale.
Un abbraccio forte co', che stasera forse serve a tutti. Mi manchi tanto.
La cosa tua, lì,
Miryzonda Rugiada di Montagna Camacha! |