Recensioni per
Mentre tutto scorre
di _Lightning_

Questa storia ha ottenuto 72 recensioni.
Positive : 72
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/02/20, ore 14:07

«Non sei obbligata a farmi da balia, comunque: puoi anche andare a fare qualcosa di più interessante… tipo girare video in cui spieghi come uccidere qualcuno in venti modi diversi con una limetta per unghie,»
Carissima GUASCOSA (madonna, ma quanto me piace dillo??? TROPPO!)
reduce da una serata di baldorie dove me so magnata pure er tavolo (ma in compagnia di gente altrettanto affamata), torno qui carica di energie date dai carboidrati e dalle proteine, esordendo con "VOGLIO IL VIDEO DI NAT CHE SPIEGA COME UCCIDERE QUALCUNO CON UNA LIMETTA PER UNGHIE", dato che io ne ho sempre una in borsa.
No, la verità è che in questo capitolo ho GONGOLATO con una soddisfazione invereconda. Questo Tony qui, di questo capitolo, mi ha regalato sensazioni assurde, siccome hai descritto varie fasi, varie emozioni, vari suoi modi di fare, che in questo capitolo c'è tutto Tony e quella frase detta a lei è proprio da lui (e immaginare la voce di Angelo Magi/RDJ è sempre facile leggendo te e nessun altro ♥).
Ma dove altro è lui, Tony, in questo capitolo? Ovunque, in ogni riga, mia cara cosa. Persino nel nascondere nella borraccia dell'alcol, credendosi così furbo da non essere sgamato... ma Nat è Nat; non è solo una spia, una donna dal forte potere calcolatore, ma ci tiene. Ci tiene che Tony, con le brutte o con le cattive, rinsavisca. Gli fa a tratti da balia a tratti da amica, e il senso di spaesatezza di Tony, di fronte a questi comportamenti, scioglie. Altra cosa che mi ha letteralmente sciolta (e so che è praticamente il finale ma finisce che me lo scordo e poi invece di 1k parole te ne lascio solo 800, e non vorrei toppare), e pure distrutta nell'anima, è la goffaggine di Tony. Il suo non sapersi comportare di fronte a qualcuno che sta male, qualcuno che per un attimo gli ha lasciato vedere qualcosa dietro lo sguardo. Qualcuno a cui non serve solo la sua motivazione arrogante, quella che riserva ad altri, che è solo un "va tutto bene perché lo dico io", ma c'è altro. C'è il fatto che Nat ha dovuto vivere i suoi stessi drammi ma è lei a spronarlo ad uscire da quel loop. Ma lei? Lei dov'è? Aiutare lui aiuta anche lei? E Tony non è in grado di dire la cosa giusta, e allora propone di rimandare, perché è l'unica cosa incapace di ferire che gli viene in mente di dire.
Ho amato l'analisi del suo non saper stare dietro le persone. Sin da piccolo troppo impegnato a ricercare l'affetto del padre – per poi venir scacciato via piuttosto che dar peso all'affetto materno, sempre pronto per lui, tra le braccia di Maria. Fa malissimo. Fa davvero, davvero male...

La rabbia repressa alberga entrambi. Il sacco nero di Tony è Thanos in persona che viene disintegrato a suon di nocche che quasi si rompono. Le ossa di Thanos si spezzano nella sua fantasia e le sue quasi lo fanno davvero. Troppe cose da tirare fuori, e quando non si riesce a farlo a parole, lo si fa con i gesti e poi arrivano le domande scomode, che entrambi arginano con un'ironia fasulla, "A chi pensi?", come se non fosse ovvio, come se dirlo potesse aiutare. E invece forse non aiuta per niente...
Ironia che si accavalla ma che non riesce a smorzare quel momento, anzi... e allora si tronca la questione, si rimanda a quando entrambi un giorno avranno il coraggio di dire cosa passa loro per la testa. Ci sarà il momento giusto per farlo, ma non è ancora questo. Ora c'è bisogno di allineare le sinapsi, cercare di trovare un equilibrio per poi affrontare quello che è stato senza fingere che non sia mai avvenuto, perché farlo solo nei pensieri e cercare di affogarlo nell'alcol, rende solo la realtà ancora più annichilente e dolorosa... arriverà quel momento in cui si faranno quei nomi, lo so già (lo so... si che lo so) e farà malissimo (so anche questo).

Quando realizza in ritardo da dove provenga quella nozione di cultura pop, Tony sente il fiato comprimersi in gola, e sa che non riuscirà mai più a guardare un film di Star Wars in vita sua.

Qua ti devo menare. Qua ti devo menare perché lo so... io lo so che è anche un riferimento a lui che non voglio nominare. Non lo voglio nominare, non in questo capitolo co' ç_ç
Oltre a quel passare di fronte alle vetrine con dentro abiti da sposa o seguire le linee geometriche di una ragnatela CRISTO DI UN DIO TI MENO, MI FAI MALE MA CHE TI HO FATTO DI MALE CO'?????
No, questo per dire che in ogni cosa, in ogni frase, in ogni azione, in ogni pensiero ci sono loro (Every breath you take and every move you make, Every bond you break, every step you take, I'll be watching you Every single day and every word you say Every game you play, every night you stay, I'll be watching you – che, tra l'altro, l'ha pure cantata RDJ e sta in un suo album... QUINDI PRENDI E PORTA A CASA) e quel senso di impotenza, quel senso di smarrimento, dove ha bisogno di loro ed è consapevole che, se fossero qui, tutto andrebbe per il meglio.
Eppure forse Tony per stare meglio dovrebbe semplicemente accettare il fatto che sì, ha bisogno di aiuto, ma che anche Nat ne ha. Sono certa che involontariamente, assecondando la sua cocciutaggine nei riguardi di farlo muovere e reagire, sono in qualche modo un aiuto anche per lei, che si sente utile a qualcosa, almeno con qualcuno, a cui sembra un po' essersi aggrappata per non sprofondare giù, nel baratro.

Co', come sempre fai un'analisi attenta della psiche umana, che è uno dei motivi per il quale amo leggerti e farmi coinvolgere, perché è facile scrivere di una sofferenza interiore ma se non lo fai con cognizione di causa, cercando di immedesimarti, cercando di capire, fai solo una gran porcheria e un'esasperazione dei sentimenti che troppo spesso mi ritrovo a leggere. Tu questo non lo fai mai, per questo mi ritrovo a commuovermi di fronte ai piccoli passi avanti, e a fare lo stesso al ricordo di ciò che sta logorando il mondo e anche loro... perché sono emozioni umani, umanissime, e quando vieni coinvolto così tanto nel lato umano, significa che chi scrive non solo è molto capace, ma è così ricco dentro da brillare ♥
Spero di non aver detto una marea di fregnacce, co', ma ho amato le sfumature di questo capitolo e questo Tony che è Tony a 360°.
Te se vole bene co', grazie di esistere ç.ç
cosa lì, la GUASCOSA TUA!
Miry

Recensore Master
18/02/20, ore 14:51

Cara cosetta, cara Lightuccia/Cla’ (mo m’ammazzi ♥),

eccomi qui nel mio PDRFB, che non è una bestemmia, anche se potrebbe (in realtà è l’acronimo per piano di recupero fanfiction belle). Tony soffre ed ha sofferto per mesi. Struggente quel “riconosceva sempre quando era dicembre” che segnala come il mese più felice/triste dell’anno sia un momento di passaggio atroce, che trascorrere nella tomba di Pepper non aiuta. Stark sarebbe dovuto rimanere al complesso, Rhodes ha perfettamente ragione, ma ha ragione anche Tony: tornare a NY era un passaggio obbligato per vivere il lutto e crogiolarsi nel dolore ricadendo in antichi vizi che questo mondo devastato rendono più accettabili. Il lasciarsi andare di Stark e il parallelismo con la situazione in Afghanistan segnano al tempo stesso l’inizio e la fine del percorso di un personaggio che amo definire come umano troppo umano, per dirla alla Nietzsche.
La sconfitta e la perdita portano Stark a non avere obiettivi, a rimpiangere di non aver amato abbastanza la famiglia che si era creato dopo tanta fatica; si è ritrovato in qualcosa di ancora peggio al vuoto della sua esistenza prima dell’Afghanistan, quello che tentava di riempire con feste, donne e sperperi, ma in cui comunque c’era già Pepper <3.

Il dettaglio che lei sia sparita in casa, nella casa dove lui vive di ricordi e di rimpianti e dove potrebbe esserci ancora l’impronta di lei è una cosa fot****nte angst che mi ha straziata. Non c’è un dettaglio del tracollo di Tony che non sia verosimile e curatissimo, compreso quello scampolo d’ironia che gli rimane addosso anche quando parla con l’amico di una vita. Mi piace come li hai resi fratelli per scelta; l’atteggiamento di Rhodey è quello di un buon amico che anche nei momenti di maggior preoccupazione, coerentemente col suo ruolo, non agisce come una chioccia. Direi che fa il possibile e dice quello che può, come può.

L’arrivo di Natasha è perfetto, inaspettato, felino e totalmente adatto a una donna dalla sensualità travolgente e che, per citare un noto regista dei tempi che furono nei riguardi di un’altra attrice dei tempi che furono, è ghiaccio bollente (Loki mi guarda male perché è l’ossimoro più celebre del mondo e potevo tirare fuori qualcosa di molto più originale, lo so). Entra nell’appartamento di Stark con la facilità che le è propria, ma c’è, in quelle due battute che pronuncia, una gravità incredibile, che sa di dolore. È un progetto prezioso e ambizioso, questo, e sono sempre più contenta che tu abbia deciso di condividerlo con noi. Mo’ te lascio che sennò me chiami la postale!
Baciotti muffinosi e pistacchiosi,
Cosa, Shilyss/Cla’

Recensore Master
07/02/20, ore 14:43

A COSAAAAAAAAAAAAAA???????
Essì, ho voluto esordire un po' alla cazzo de cane, ma giusto per destabilizzarti confonderti. Così fanno alcuni animali per attirare la loro attenzione e poi ucciderli. Ma io non sono qui per ucciderti – non ancora, ma per entrare nello schermo, dare due sberle a Tony e poi abbracciarlo forte... te possino acciaccate, co'. TE POSSINO ACCIACCATTE.

A parte il fatto che adoro come hai delineato il rapporto tra Banner e Tony, ovviamente non più lo stesso da un po', ma che mantiene quella vena di Brotp, qui però sottilissima, che c'è e non c'è; dopotutto a Tony, Bruce – come dici anche tu – è sempre piaciuto e a sua volta voleva che a Banner piacesse lui. Una sorta di "allineamento scientifico" tra menti geniali, l'unico con cui parlare di pazzie nanotecnologiche e chissà che altre diavolerie assurde ma, di certo, fattibili per due come lo (COF COF ULTRON COF COF). Pur essendosi creato una sorta di muro, un distacco quasi inevitabile, quando è il momento per Tony di dividere Bruce dal Dottor Banner, non ci riesce davvero. Eppure gli dà fiducia e il fatto che gli racconti delle voci – a modo suo, e delle visioni – sempre a modo, sembra avergli dato modo di consapevolizzato qualcosa e invece è solo un modo per sentirsi meno in colpa, per liberarsi un attimo da quella croce che lo affligge, ma che non può liberarsene, nemmeno parlando e buttando fuori tutto. Questo non è un passo avanti, ma solo l'ennesima illusione di averlo fatto che, non so, magari per un po' funziona e lo mantiene lucido? Mie congetture, se ho detto cagate sei libera di licenziarmi dalla vita

Tony è ancora ancorato ad un limbo senza fine, che lo tiene aggrappato a ciò che è e ciò che vorrebbe che fosse. In questo capitolo citi spesso cose che "Pepper gli avrebbe detto" o che "gli ha detto in passato", cosa che ha sviluppato in me una sorta di crisi di pianto (e non scherzo, eh... chiedi i dettagli in chat se vuoi la prova), perché il suo continuo ricordo che riaffiora fa male. Fa male a me e fa male a Tony. Perché Pepper, quando la si immagina tra queste righe, è una luce che splende. È la luce di un faro che si accende troppo raramente, ma che quando lo fa dona un sorriso e poi una lacrima. E non smetterò mai di dirti quanto lei sia meravigliosa e in questo capitolo viene solo nominata.

Ma c'è un altro barlume di luce, in questo capitolo, che NON posso non menzionare e trattasi di HARLEY! Ma come ti permetti di farlo senza mettere un advertising che dice "MIRY VIENE NOMINATO – ANZI, VIENE CITATA UNA FRASE DI HARLEY IN QUESTO CAPITOLO!" e invece no, mi ritrovo con le lacrime per quello che ti dicevo pocanzi, poi mi ritrovo a sorridere come un'ebete al ricordo di Harleuccio che, in sostanza, dice a Tony che se deve fa' cura' ! No a parte gli scherzi, la menzione ad Harley l'ho vista come un aggrapparsi a qualcosa di concreto, sebbene non vi siano intenzioni di contattarlo o che altro, ma c'è un legame malinconico con una realtà vecchia, passata, che si riallinea con la visione di Tony della sua stessa foto, più giovane, più arrogante, dove viveva di certo tempi migliori, ma non rosei. Eppure le cose, ora, sono diverse. Troppo diverse. Troppo pesanti.

Nelle note dici che è difficile associare questo Tony al nostro Tony, ma la verità è che l'abilità di un autore sta nel riuscire ad inserire quello stesso personaggio che conosce in contesti diversi, in situazioni dove non lo si è mai visto muoversi; in cose che nel caso delle fanfiction, cercano di affrontare tematiche nuove mai viste nelle opere originali e, la vittoria, sta nel riuscire a vedere in questo Tony il nostro Tony, sempre e comunque. Tu non dovresti mai farti dubbi, su di lui. Mai ♥ Quindi smettila o ti picchio ♥
Cara cosa, che altro dirti? So che arrivo tardi, so che sono una stronzaccia che non passa mai in tempo ma sappi che questa storia la amo per svariate ragioni, una fra tutte le emozioni che riesci a trasmettere attraverso la tua prosa e quando si inizia a leggere si entra in un mondo, quello della testa ingarbugliata di un genio, playboy miliardiario filantropo che ha l'anima raggrinzita, e fluttua tra la vita e una finta vita.
Non so come fai a riuscirci, ma lasci graffi nell'anima, mia cara cosa... e io sto di nuovo lasciano una recensione lunghissima e per ricevere una denuncia per stalking.
Dunque chiudo qui e spero d riuscire a passare moooolto prima! Perciò aspettami ♥
Ti si ama, co'. Tanto. Grazie di esistere ♥
Miry tua, cosa, guascona, QUELLA Lì!

Recensore Master
05/02/20, ore 19:32

A Cosetta!

Giungo ricolma di gloriosi propositi et il capo coperto di cenere: recupererò prestissimo tutto. Ma bando alle ciance, ché la logorrea la lasciamo al buon dio dell’inganno che deve essere menzionato in ogni mia recensione a te ♥, qui abbiamo un Tony a tocchi, ma l’angst non è esagerato o sfiancante, anzi. Le voci a volte speculari dei fantasmi di Pepper e di Tony lo inseguono e lo rincorrono, simulando perfettamente un joyciano flusso di coscienza in cui Venezia significa una vacanza romantica e una gita scolastica. Il suo estraniarsi da ciò che avviene nel complesso per rinchiudersi in se stesso, lo smarrimento nello stare chiuso in laboratorio, escono fuori nella conversazione con Rhodey, un interlocutore azzeccatissimo: conosce Tony e teme una sua caduta ancora più a fondo nell’abisso, ma non può nemmeno non essere d’accordo con lui quando comprende quel bisogno di vivere il lutto a New York.

La dimensione personale di Tony gli impedisce di far caso al fatto che tutti partano, è vero, ma allo stesso tempo lo spingono a interrogarsi sull’eterogeneità del gruppo di Vendicatori (e qui penso a come sia effettivamente un insieme di personaggi che “offre il meglio di sé dopo che succedono le cose, perché vendicano, non proteggono”, proprio per citare Endgame e uno dei momenti più toccanti di Stark). La riflessione cinica di Tony – dov’è questa famiglia – abbraccia piacevolmente anche Natasha. Mi piace che lei qui sia altrove perché questo è il tipo di storia che, a mio parere, deve procedere con la giusta dose di lentezza e, cosa ancora più importante, la rendono quello che è: una combattente fiera, esperta, letale, che non deve necessariamente fare la chioccia o restare in attesa di. Misteriosa e femminile, anche. Il problema dell’alcolismo di Tony è credibile, canonico e reso con grazia. Nonostante i vari tentativi di disintossicarsi momenti di stresso come questo (un titano schiocca le dita e dimezza l’universo: cioè) ci sta abbandonare e abbandonarsi all’alcool, perché oltre alla sconfitta personale c’è quella collettiva.

Qui però non c’è un pensiero per la collettività: il focus resta su Tony e le sue perdite che lo hanno decentrato. Chi resta a Tony dopo lo schiocco – dopo questa versione alternativa dello schiocco che annulla l’esistenza di Pepper e, di conseguenza, la speranza e la gioia rappresentate da Pepper? Che cosa resta se non c’è il pupillo di belle speranze, la parte migliore di sé, Peter che con la sua freschezza dimostra quel detto che dice “muore giovane chi è caro agli dèi?”, versione più lirica del proverbio de mi’ nonna che recita, invece “er giovane nun po’ morì, ma er vecchio nun po’ campa’”? Con queste perle di saggezza che solo l’Urbe regala, me vado a prepara’ che co sto freddo devo da uscì. Daje cosetta <3 <3
Un abbraccio e brava come sempre **,
Cosa, Shilyss <3 <3

Recensore Master
29/01/20, ore 00:47

Carissi- MA CHE CARISSIMA, GUASCONA MIA ABBRACCIAMI!
Ebbene sì, sono tornata a tormentarti! Speravi che sparissi io insieme ai miei inseparabili wall of text, eh? E invece no, ti farò passare la voglia di volermi bene (oddio sembro Tony che si dice cattiverie perché non si ama, quando faccio così, oltre che una pazza XD).
Ho amato questo capitolo, l'ho amato dalla prima all'ultima parola. Dall'estraniarsi doveroso, necessario di Tony, che è qui ma non lo è davvero. Il tuo Tony, in questa storia, sembra sparito nella polvere insieme a tutti gli altri, eppure resta appeso alla vita con il ricordo di quelle persone perse, che colmavano un vuoto e che ora è di nuovo solo pieno d'aria e dolore. Qualcosa e qualcuno che ormai dava per scontato nella sua vita e che perderli è stato un vero e proprio masso sulla testa, che lo ha stordito e reso più fragile. Un Tony che non è Tony, ma è sempre Tony. È una frase confusionaria, ma è così. Riesci a vedere in lui lati che non ci sono stati mostrati tutti, che vanno grattati via da un'armatura troppo forte, che tirano fuori dalla tua introspezione profonda e studiata, un'altro Tony che è lui, che non si fatica a vedere, immaginare, sentir parlare e voler aiutare, passando per lo schermo e dandogli quello che vuole... se solo potessi...

Natasha è un carburante. La cerca quando non c'è, è il suo punto fermo. Ce la fa e non si sforza poi molto per riuscirci, ma la strada è lunga e tutto, comunque, anche se un giorno sarà meno doloroso, non porterà le cose com'erano un tempo. La vita si è ribaltata. Tony che trattiene battute acide di fronte a Cap, i grazie stretti tra i denti che però sembrano sul punto di uscire davvero, stavolta... Un Tony più umano perché sciolto della sua corazza, del suo personaggio... stanco di fingere di interpretare quel ruolo che ama, perché non ha nessuno per cui esibirsi.
Dio, cristo di un dio, ma come fai? Ti scivola dalle mani, Tony. Ti appartiene così tanto che mi fai male, dannatamente.

Tutto quello che succede è vissuto a metà: chiacchiere, eventi, cibo, proposte. Una vita guardata dal di fuori, con le mani sugli occhi. Un senso di vuoto che riesci a trasmettere in mezzo ad ogni fottutissima riga di questa storia. Un Tony che sa di aver perso la guerra e un futuro, che si ferma davanti ad una porta chiusa dove dentro c'è gente che parla di lui, gli fa rabbia, ma non fa niente per farsi valere, come avrebbe fatto. Non fa niente per difendersi, per giustificare quel suo lasciarsi andare. Eppure sembra aggrappato a qualcosa, eppure sembra che la volontà di provarci, almeno un po', esista. Ed è questo a fare più male, a rendermelo un bambino indifeso, chiuso nelle ginocchia, che cerca solo qualcuno che lo capisca, che non lo compatisca. Non ha bisogno di risposte, di soluzioni, ha solo bisogno di sentirsi vivo, ma dagli occhi di qualcun altro. Ogni volta che Natasha è con lui il vecchio Tony un po' emerge. Piccato, egocentrico e arrogante, come se per un attimo quella spina attaccata alla corrente gli mandasse qualche scarica e gli donasse un po' di pace.
Natasha è quella scarica, il caos in una vita statica, che non ha più niente né da dargli né da togliergli.
Poi nomini May, e Peter. Io muoio. Il ricordo di come May abbia reagito alla morte del nipote; la rabbia, il rancore, gli abbraccia e la solitudine condivisa, che però non è la stessa. Forse May nel suo piccolo cerca di proseguire quello che Peter aveva iniziato: salvare vite, con le sue capacità. Tony no. Tony ha perso Peter e Pepper, e non potrà mai cercare di emulare uno solo dei loro modi di fare o pensare come loro. Forse non si sente nemmeno degno.
Fa malissimo, co'. Fa proprio male.
Sai, forse te lo dico sempre, ma leggerti è bello perché non sei una scrittrice di fanfiction. Tu scrivi storie, tu prendi i tuoi personaggi, li apri in due, li studi e ce li mostri a 360° senza mai, e dico mai, snaturarli, anzi. I tuoi spunti di riflessione sono assurdi, maturi, lontani da quelli che leggerei in fanfiction che raccontano sì una storia, ma che non osano oltre. Tu lo fai e vinci sempre.
Per questo leggerti mi devasta e mi accende tasti dell'immaginazione che nemmeno credevo di possedere.
I troppi grazie non detti da Tony, in questo capitolo, te li butto addosso io. Grazie... grazie per trattarli così, grazie per l'attenzione che ci metti e la cura nel voler raccontare, con le tue parole, la vita.
Pochi lo fanno come lo fai tu ♥
Mo chiudo o mi mandi la postale, ma sappi che amo questa storia, ho amato questo capitolo... e amo te, follemente.
A presto GUASCONA del mio cuore,
ti amo 3000
Miry

Recensore Master
26/01/20, ore 16:00

Cara Light,
No, non ero rimasta vittima dello schiocco pure io e prometto di tornare con regolarità a recensirti, anche perché sono mostruosamente indietro con questa long. Allora, i capisaldi che appartengono ai tuoi headcanon ci sono tutti: Tony è l’homo faber che cerca di soffocare il dolore in un laboratorio e che si sente responsabile del mondo intero. La sua disperazione non è urlata, ma è visibile nel giusto equilibrio che crei, qui come altrove, tra la necessità del mostrare lasciando che il lettore giudichi da sé l’operato dei personaggi e uno stimolo a raccontare il dolore di un uomo che ha smarrito ciò che aveva di più simile a una famiglia. E se ne sente responsabile per quell’immagine vista in Age of Ultron e per i Chitauri visti de visu. E Howard e Maria sono il corrispettivo adulto, se vogliamo, di Pepper e di Peter. Di nuovo. Ecco perché approvo tantissimo la tua lettura del rapporto che scrivi tra Tony e Steve, anzi, del non rapporto. Il protettore della libertà ha nascosto all’amico e figlio del suo amico che lo idolatrava una verità sulla fine di Howard. Una fine ancora più dolorosa se penso alla stima che quest’ultimo nutriva per Rogers. E questo genio rimasto orfano quand’era solo un ragazzo si ritrova ad affrontare un lutto di uguale portata ora. Pepper e la piccola Morgan (che qui però non è stata nemmeno pensata) hanno rappresentato la seconda occasione, per Tony, quella che lo ha spinto a raccogliersi in una casa in mezzo alla natura e a vivere il dono che gli era stato fatto. Questo, prima del tuo “what if.” Ma il What if ribalta tutto. Eliminata la seconda possibilità, a Tony non resta che raccattare i pezzi o combattere, trascurandosi fino a rasentare la malattia. Non ricordarsi quando ci si è nutriti o dissetati è una costante di chi fa del lavoro il suo unico obiettivo, ma mostra anche quanto si è disposti a sacrificare, di se stessi, in nome della vendetta o di un ideale, o, semplicemente, per dimenticare.

Lo sguardo che Stark lancia attorno a sé è utile per ricordarci che siamo al complesso e che tutti sono più o meno sconvolti. Nel mucchio non potevo non notare Thor, che pare un desolato teenager arrabbiato seduto in disparte. Con una sola descrizione lo hai reso perfettamente – lui è il re che non ha saputo proteggere e portare in salvo il suo popolo, il protettore della terra che, colto dal desiderio di vendetta, ha mirato male. Questo, più di altre perdite, lo ha scosso (è un modo becero per nominare, come da nostra usanza, quell’impiastro di Loki ♥). L’assenza finale di Natasha, però, turba più di un dio sconsolato e di un soldato senza tempo che cerca di dire cos’è giusto fare (a tale proposito: Steve non domanda a Tony “vieni a pranzo con noi”. Manca un voluto punto di domanda che lo rende decisamente scomodo e fastidioso al lettore. Natasha manca e pensando a quanto per lei sia indispensabile la nuova famiglia degli Avengers anche alla luce del tragico momento di Endgame l’assenza pesa ancora di più. Bellissimo e profondo come sempre. E, come sempre, questa è una shot, non una recensione. Sic. Un abbraccio pistacchioso,
Cosa là, Shilyss :*

P.S.
Cecità è sul comodino :)

Recensore Junior
14/01/20, ore 02:12

"Si chiede a chi stia pensando, mentre massacra quell’agglomerato di cuoio e gommapiuma, e crede di avere già una risposta."

Potrei riassumere l'intera recensione qui, ma non credo apprezzi, quindi tento di articolarla un po di più, dai.
A chi pensa Natasha mentre colpisce il sacco da boxe? Troppe persone ed allo stesso tempo nessuna, tutto si riduce a colpire se stessa (con carenza di sonno ed appetito, più disturbi correlati... che già di per sé sono dettagli dolorosi, a prescindere dal conoscere o meno il background del personaggio, ma filtrati attraverso gli occhi di Tony tale percezione si amplifica soltanto) perché si biasima per essere stata impotente, per non aver fatto di più, per non essere riuscita a prevedere i risvolti od avere il controllo della situazione a prescindere dell'impossibilità effettiva di averlo... ma soprattutto per non avere l'autocontrollo che vorrebbe, per non riuscire a fare a meno di accanirsi contro un sacco da boxe e tradirsi, per provare ciò che prova e soffrirne come un cane.
Quella che poni è una domanda stratificata e complessa, per questo AMO il fatto che Tony colga i segnali ma non riesce ad incastrarli in modo da risolvere l'enigma rappresentato dalla donna, finendo sul ring con lei per scopi terapeutici nel tentativo di far star bene entrambi. Capisce che c'entra Bucky, tra le altre cose, e la cosa lo lascia stranito ma non sorpreso, alzando i pugni per dare inizio a quella... cosa... che si spera serva a qualcosa.
Detto ciò, a lei una vagonata di rose per i riferimenti e le menzioni, tu si che sai come rendere questa donna felice <3
_T :*

Recensore Junior
14/01/20, ore 01:42

Credo che questa sezione possa considerarsi la Matta del mazzo... Questo capitolo stona, non in senso negativo sia chiaro, semplicemente affronti un'ottica diversa di un processo molto più complesso. È una sezione più fisica, non per il palese pretesto della visita medica che ci permette di saperne di più dal punto di vista psico-fisico (le allucinazioni mi uccidono sempre, il fatto che ammetta con terzi di averle è un passo enorme), ma anche dal punto di vista della consapevolezza di sé, di come si è ridotto, di come può iniziare a guarire.
Il confronto con Bruce è sospeso, cadenzato dalle giuste pause, con il giusto numero di sospetti, dubbi, frecciatine ed insinuazioni... e Cla', ti faccio un altare per aver puntato il dito sulla crepa tra i ScienceBros (amici, affiatati e rispettati colleghi) e il Dr Banner e il Signor Stark (due uomini con tre dottorati a testa, ma ridotti ad un campo minato conteso tra un dottore esasperato ed un paziente reticente e poco collaborativo).
Grazie, ne avevo bisogno, davvero.
_T :*

Recensore Junior
14/01/20, ore 01:26

Di questo capitolo amo da impazzire il senso di spaesamento.
Catapulti Tony in una situazione familiare, ma di familiare nel senso stretto del termine non rimane nulla: il Complesso è vuoto, mancano persone, voci, echi ed anche i ricordi vengono meno, non per un vuoto di memoria ma in forma preventiva autoimposta dal cervello per non delirare del tutto. È un ambiente vuoto di persone, e non mi riferisco al semplice calo di "personale" , mi riferisco al fatto che chi è rimasto si è trasformato in un fantasma che vaga senza meta in uno stato confusionale che non gli permette di realizzare di essere morto pur essendo di fatto vivo.
Tony è tornato a "casa", in mezzo a persone che, sí, si preoccupano per il suo benessere, ma fondamentalmente sono lì in funzione di guardie (vedi Natasha e Rhodes nello specifico) per impedire che compia pazzie... e come dargli torto, data la situazione, sentendosi un estraneo nella sua stessa pelle, un anima consumata e rattrappita dal freddo che entra dagli spifferi di cocci assemblati alla meno peggio in un urna che perde cenere ovunque.
È una sensazione che entra sottopelle e punge scomoda contro l'arteria, e niente... *applausi*
_T :*

Recensore Junior
14/01/20, ore 01:08

Ed io che pensavo di aver recensito fino alla prima parte... Scema io haha
Anyway torno su questi lidi ad importunare i miei due disadattati preferiti, scritti e torturati dalla tua penna in modo a dir poco magistrale.
Che dire? Che sei brava è un dato di fatto, non ci piove, ma ragazza... Tu mi uccidi con queste descrizioni! Un conto è perdersi nel dedalo alcolico di Tony (e fa male già da solo, con le voci infierisci solo... E te se voe ben anca par questo), un altro è filtrare la mia pupilla attraverso gli occhi di Stark, con una minuziosità nel cercare il pelo nell'uovo indicibile, centrando sempre il cuore del problema (anche se il movente è ancora a lui sconosciuto e lo canna al primo tentativo). Quella che tu presenti è una Natasha emaciata, una carcassa ambulante che si nasconde dietro alla maschera di V (enigmatica, un libro aperto incomprensibile, una rivoluzione no-stop che ribolle sottopelle più per abitudine che per forza di volontà effettiva), che raccatta a sua volta la carcassa di Tony rispecchisndosi in un dolore che non è poi così diverso.
È la Natasha inedita, quella che io amo e che tu hai reso perfettamente.. ed io non.
Finirai per anientarmi, ma credo tu stia solo restituendo i pugnali e va benissimo così <3
Al prossimo capitolo, finché non mi schianto il cellulare sul naso e collasso,
_T :*

Recensore Master
13/01/20, ore 12:14

Carissima GUASCONA, BONAZZA, TERMOSTATO!
Ah, questa non te l'aspettavi eh! Be', ed eccomi di nuovo qui a romperti la minchia, anche se dovrei tipo riempirti di percosse, perché questo capitolo ha fatto un male cane. Ma proprio proprio male. E ti vado ad illustrare brevemente il perché. Anzi I perché...
Rhodey e Nat dicono la stessa cosa, ma a convincere Tony a fare il grande passo, infine è proprio Nat. Forse perché ad osservarla bene, ora, Natasha è anche lei l'ombra di se stessa, che cerca – tenta una svolta nuova, che possa regalarle qualcosa di nuovo in cui credere e il fatto che non indossi più la collana con la freccia, la dice lunga su quanto le cose siano cambiate, di quanto per tutti le cose siano sprofondate, chi più chi meno, e forse Tony si rende conto che per risalire dal baratro, da quella piscina piena di oscuri pensieri e decadenza, deve farlo grazie a qualcuno che ci è stato dentro e che ha combattuto per uscirne. Eppure, tra le righe di questo confronto tra loro due, ci si legge anche un bisogno di lei, di sapere che Tony ha scelto la salvezza, ha scelto di andare avanti, pur avendo dietro e sulle spalle il peso dei suoi demoni e di quei fantasmi che un po' lo tengono fermo al passato, un po' gli danno la spinta di andare avanti; forse donandogli la speranza di rivederli, un giorno? Di salvarli, anche se Paganini non ripete?

I dialoghi tra Tony e Natasha sono pieni di non detti e la cosa che ho apprezzato di più di questo è che ha reso il tutto realistico – e su questo non ci piove, cioè... sei tu... come se servisse dirtelo, ma te lo dico uguale –, bilanciandosi ad una situazione dove due personaggi con la battuta sempre ponta, una soluzione sotto al naso e quel pizzico di cinismo che non li abbandona mai, tentano di restare gli stessi in un contesto dove si sono persi un po', ed è questo che un po' li aiuta a ritrovarsi, se ci pensi... cercare di ricordare com'era prima, quei momenti che Nat commenta con «Era tutto più facile, allora,» e forse, decisamente, lo era davvero. Perché non avevano perso niente, dopotutto e loro due erano diversi. Hanno iniziato a dar più importanza al cuore che al cervello e laddove Natasha si sbarazza di una collana che ha – o ha avuto un significato, Tony non si separa da due oggetti fondamentali che gli permettono di non vacillare, di non lasciarsi totalmente alle spalle quei legami di cui parlavo sopra, che un po' lo schiacciano e un po' gli permettono di andare avanti, di dare un senso a quello che sta facendo – qualsiasi esso sia. La maglia e le fedi. Peter e Pepper. Due figure fondamentali. Due figure che Tony forse ha creduto di supportare e renderli più sicuri, più certi, meno impauriti dalla vita... e sebbene sia così, la verità è che queste due figure hanno anche fatto il contrario, per lui. Non se n'è mai reso conto davvero come ora che li ha persi, quanto è cambiato da quando fanno parte della sua vita, e quanto questa assenza lo mangi da dentro. Ed è sempre devastante leggere di lui che li quasi vede, che li sente parlare, che li sente tentare di spronarlo, forse perché questa volta vuole davvero fare un passo avanti e non crollare più, tentare di cambiare le cose, di provare ad andare avanti, anche se Tony è talmente autodistruttivo che sarà difficile che arrivi anche solo a concepirlo, quel concetto.

Però va... fa un passo dietro l'altro, Natasha vicino, che non è una guida, ma una compagnia di viaggio a questo punto. E, decisamente, vista da questo punto di vista non solo è dannatamente nei personaggi, ma apre a molteplici svolte, che voglio scoprire ♥
Quindi mia cara Light, cosa lì, come te chiami? Che altro dirti? Questa storia velata di questa malinconia, coperta da una densa nube fatta del passato che non torna e un futuro incerto, ma che ora vede qualcosa smuoversi... è incantevole, e tu hai la capacità di plasmare i sentimenti, di saperli collocare magistralmente addosso a quello che è il Tony più Tony che c'è. Il tuo Tony è sempre lui anche quando crolla nelle sue debolezze e tenta di rialzarsi. Anche quando vede cose che non ci sono e voci che non possono esserci... insomma, qualcosa che avrei voluto vedere nei film, che non c'è stata, ma che tu mi stai presentando esattamente come la volevo.
Mia cara cosa, che altro dirti? Spero di essermi regolata, almeno stavolta ma non credo muahauhuaha e come faccio? La colpa è tua, eh! Mi dai troppi spunti di riflessione e io non la smetto più XD (è inutile che me guardi così! E' colpa tua, sì!). Perciò alla prossima, mia cara Light e non ti prometto che sarò più breve, perché non succederà ♥
A prestissimo ☻
Miry

Recensore Master
06/01/20, ore 16:31

ODDIO MA QUANTO SONO INDIETRO?!
Giuro che non mi ero resa conto di averti recensito solo TRE capitoli, sono una persona orribile T.T
Ero tutta fomentata per commentare gli ultimi e invece scopro di essere indietro anni luce di quel che pensavo, mi viene da piangere :(
Che poi è vero che in separata sede deliro più del dovuto, però uffa.
Vabbè, chiudo sta parentesi altrimenti mi deprimo.

Allora, questo è un passaggio della storia che mi è sempre piaciuto tantissimo, sia perchè l'ultima volta che ho visto Tony in questo stato, anche se in un contesto diverso, è stata in Phoenix e tu sai bene quanto io ami questi crolli e momenti di fragilità, sia perchè è la prima vera volta che Natasha interagisce con lui. Per me fa sempre un effetto strano approcciarmi a questa coppia, ma in un senso che come sai non definisco negativo, anzi. Mi dà modo di conoscere Tony da un lato e una prospettiva completamente diversa...e anche Natasha, anche se non ho mai approfondito abbastanza il suo personaggio.
Non so se dovrei o meno fare il paragone con Pepper per il modo in cui si relazionano con Tony, ma è una differenza che emerge e che lascia capire molto soprattutto di Tony, con chi è abituato a lasciarsi andare e con chi invece ha un comportamento diverso. Anche con Nat avrà modo di smascherarsi, ma a quel punto ci arriveremo.
Per ora posso solo complimentarmi con te, per il modo in cui hai gestito entrambi i personaggi fino a questo punto, per il realismo e per lo studio che hai fatto per descrivere effetti e conseguenze di una dipendeza alcolica. Sei un'ispirazione <3

Adesso stacco per un po', ma sappi che tornerò a recuperare gli ottomila capitoli che mi aspettano :')
Un bacione enorme e buona epifania (o quel che ne rimane <3)

_Atlas_

Recensore Master
21/12/19, ore 18:25

AMICA MIA, GUASCONA! ABBRACCIAMI (una variante nuova u.u)
ABBONA, ma ciao! Lo so, sono in ritardo e non solo per la recensione, ma devo risponderti di là, devo dirti delle cose, devo risponderti da un'altra parte ancora che tu sai, ma ehi... dovevo continuare ç_ç Ho lasciato Tony volubile e dovevo capire cosa voleva fare della sua vita e, sebbene in questo capitolo non lo abbia ancora capito del tutto, qualcosa si è smosso.
Più di qualcosa, in realtà, e io ho davvero tante, tante cose da dire e spero di ricordarmele tutte quante.
Uno dei motivi per il quale leggerti è un vero piacere, è la tua capacità di condensare il "romantico" con l'azione, l'introspezione e l'angst. Non so se riesco a spiegartelo in italiano, ma ci proverò.
Quando ti leggo non è mai come leggere una fanfiction, ma un vero e proprio libro. Il motivo non è solo il tuo stile di certo maturo, studiato, lontano da appunto storie che si prendono la briga di modificare e rimodellare il canone, ma sono i contenuti e come sono espressi. La tua maturità nello scritto è qualcosa che è oltre; non è mai come aprire una pagina web e leggere... è come aprire un libro, con entrambe le mani, e voltare pagina. Il che non succede quasi mai, su questo sito... succede solo con pochi (molto pochi). In sostanza, il tuo pregio più grande è quello di saper raccontare una storia che ha un filo logico, che lo segue, che mantiene un ritmo ineccepibile ma che, soprattutto, è verosimile e non sfocia nell'esasperazione dei sentimenti e dell'angst, e sai adattarti ai personaggi di cui scrivi, e in questo caso c'è davvero un mare di cose da dire, su Tony e Natasha.

Tony e Natasha sono un botta e risposta incantevole. Lui che ammassa scuse, lei che le scansa via come mosche che le ronzano intorno. Non ci casca; Natasha non è Rhodey, che le dà vinte a Tony, certe volte, quando nemmeno lui ha la forza di combatterci. Natasha è lei e la cosa che più apprezzo di come rendi lei e chiunque passi per le tue mani, in questo universo, è il fatto che non ti dimentichi chi sono. Lo so, sembra scontato, ma non lo è. Facile prendere dei personaggi belli e scriverci sopra, ma se questi sono supereroi, donne addestrate come spie, imprenditori rapiti in Afganistan (e non fuggire, che parleremo anche di questo), hanno di certo quel qualcosa in più che apre un mondo, un universo, che però a volte genera mancanze; a volte affettive, a volte di empatia, a volte di umanità, ma non le annulla totalmente, queste sensazioni. Per questo quando Nat lo scaraventa nella vasca e gli pianta addosso la doccia, le arriva in faccia tutta quell'esplosione di dolore e paura che Tony prova; tutti i suoi ricordi, come se la inondassero come uno Tsunami, e consapevolizza. Anche se siamo dal POV di Tony, è espresso bene questo momento. Si sente... sai, quando una scena si blocca, cala il silenzio e gli unici rumori sono i sensi di colpa e il terrore? Ecco. Scenografica. Tu sei sempre così dannatamente scenografica. Credo di avertelo già detto largamente in BIB, ma oltre a darmi la sensazione di star leggendo un libro cartaceo, sei assolutamente in grado di trasmettermi quel senso fumettistico, dove gli occhi scorrono di vignetta in vignetta e si scopre la storia attraverso immagini e dialoghi. Unire queste due forze crea un'esperienza di lettura assoluta, a 360° e ti giuro... questo seriamente questa sensazione mi prende assai di rado – perdona l'anacoluto, parlavamo della doccia: dicevo che lei magari non sa, ma capisce. Capisce tutto, perché Tony così esposto lo si vede solo quando la paura è troppa, per permettergli di nasconderla. Perché i traumi sono demoni, che divorano, che lacerano, che più cerchi di cacciarli più loro tentano di prenderti... ed è questo che fa più male; perché Tony Stark è un personaggio complesso, che si ama non solo per le sue battutine del cazzo, sempre fuori luogo, che gli piantano davanti un muro di difesa contro il suo animo fragile, ma è anche questo. È anche una serie di esperienze vissute in passato, che hanno generato sempre e solo sensi di colpa, come quelli per Yinsen... sensi di colpa lontani, ma mai dimenticati, sempre freschi; ferite sempre aperte. E c'è una frase che hai scritto, che mi ha colpita al cuore e che è Tony.

Non è con lei, che ce l’ha. Non ce l’ha mai con gli altri – quasi mai – perché in qualche modo è sempre lui a dare loro motivo di fargli del male, volontariamente o meno.

Il Tony di questo capitolo è fragile, ma lo è perché non ha più corazze a proteggerlo. I sensi sono ammansiti dall'alcool, la forza è schiacciata dalla perdita delle persone che amava e di cui si sente responsabile ed è prigioniero di una casa che racchiude troppi ricordi legati a Pepper – splendida presenza che nelle tue mani brilla, come nel dettaglio dei vestiti lavati da lei e che quindi hanno il suo profumo di pulito ♥ Quei profumi a cui ti affezioni senza nemmeno accorgertenee che, in certi casi, diventano macchine di distruzione per la psiche...
un Tony che ha tolto qualche strato di dosso, ma che resta Tony siccome vorrebbe imperterrito tornare quello di sempre, di fronte agli altri. Eppure con Natasha vacilla... vorrebbe dirle delle voci; qualcosa che sa essere deleterio, che tiene per sé perché Tony sa che non è normale, ma volerne parlare con lei significa darle davvero fiducia, e Tony, ora come ora, necessita di darne e riceverne, ma non si sbottona. Non del tutto. Non ce la fa. È pur sempre Tony Stark... sigh. (sto morendo sallo çç)

Infine, parliamo di Nat. Come ti dicevo, il punto di vista di quell'egocentrico di Tony lascia che il lettore veda anche lei. La sua forza, il suo carisma, la sua determinazione e se anche Tony non vuole tornare, lei sembra determinata a far in modo che ciò accada. Ma la cosa che più ho amato di questo capitolo sono i non detti. Le scuse, ma soprattutto i grazie, che un po' sono i punti deboli di entrambi, ma che sanno comunque esternare a modo loro. Eppure Tony ci prova, a dirlo. Ci prova. Perché a volte va messo da parte tutto: orgoglio, paura, tristezza e sensi di colpa, specie quando qualcuno prova e riesce, anche solo un po', a mettere da parte certe cose. Tony ha bisogno di questo: che qualcuno lo rassicuri che malgrado tutto faccia uno schifo immane, le cose possono migliorare... che è caduto tante volte ma si è sempre rialzato; che anche se ha perso molto, non è davvero solo.
In sostanza, quello che amo di questa storia non del tutto romantica è il fatto che, proprio questo fattore, la renda a 360° una lettura incantevole. Non manca niente, non esaspera con sentimentalismi e caratterizzazioni troppo forzate, pur trattandosi di un post Infinity War. Ma si fanno shippare, loro... anche solo con quei piccoli gesti che, per come sono fatti loro, significano tutto ♥
Mia cara cosa, non lo so quante parole ho scritto, e non ho ovviamente detto tutto quello che dovevo ma... sappi che l'ho amato e, come sempre, mi dai degli spunti su cui riflettere, mentre mi prendi il cuore e lo accartocci come se fosse un pacchetto di patatine vuoto ç____ç Tutto questo perché tu, sì proprio tu, hai un'abilità innata nel modellare le introspezioni e le caratterizzazioni dei personaggi non solo rendendoli reali, ma sempre dannatamente IC.
A presto, GUASCONA, mi manchi, sallo ç___ç
Miry, cosa3, quella là, io.

Recensore Master
14/12/19, ore 16:36

AHO A BONAZZA,
Mamma mia... a volte mi chiedo se tu abbia fatto un corso. De che, chiedi? Di "strappa via il cuore di Miryel senza alcuna pietà", perché ci riesci proprio bene...
Voglio parlare tanto della prima parte, ma tanto... e il motivo, sallo, è legato all'umanità di Tony. Un'umanità che si mostra, come sempre, attraverso la narrazione priva di dialoghi, dove non può nascondersi più di tanto. Dove la sua introspezione si apre come un album di vecchie fotografie, mostrando fantasmi e perdite, e fa male.
C'è un concetto che ho particolarmente apprezzato, specie come hai deciso di raccontarlo. La vita vissuta senza logica, con sonni non più popolati di incubi, siccome questi si sono avverati tutti. Ed è questo. È questo che è accaduto: Tony non voleva perdere nessuno, e si sente responsabile perché non ha fatto niente – secondo lui, per impedirlo. Non esiste logica, in questo, si lascia logorare dai sensi di colpa. Si lascia mangiare vivo da quello che ha perso e che non riavrà indietro... mangiato vivo dalle occasioni perse, ed è questo che delinea Tony più di tutto. Le occasioni perse, che lo schiacciano. Come sempre il tuo Tony è lui, nella maniera più perfetta e ineccepibile che possa esistere. Non ci sono sbafature, non c'è niente fuori posto, nella sua psicologia, che ci mostri con sapienti descrizioni di un uomo così contorto affascinante, ma frainteso da molti... ma mai da te ♥ niente, ti amo.
Ultimo plauso alla prima parte va alla difficoltà di dormire, di vivere dove Pepper è sparita. Una casa dapprima colma, satura di lei, che ora non c'è a scaldare quel posto che era loro. Solo loro.
Un concetto decadente, ma umano. Umano perché è così che ci si sente, quando muore qualcuno che viveva con noi, che riempiva le nostre abitudini anche con la presenza e poi.. e poi si deve colmare quel vuoto, ma non è detto che ci si riesca sempre, o che lo si voglia fare.

E Tony vuole e non vuole. Rhodey è come sempre il collante che lo tiene esattamente dove deve stare, ma Tony è un bambino capriccioso, certe volte. Tony è un ragazzino che sa come convincere gli altri che farà qualcosa, che poi però non farà. In questo caso però Rhodey continua ad essere una luce nel buio che gli dà qualcosa a cui aggrapparsi ma, soprattutto, lo mette in quella condizione dove è costretto ad ammettere che da solo si autodistrugge, che effettivamente ha bisogno di una mano, di non restare con se stesso; un po' per arricchire quei momenti fatti di logoramento, tra il caos di altre presenze; un po' perché ha bisogno di essere controllato... e Rhodey mi ha fatto una tenerezza infinita, soprattutto perché lui è così: Tony lo deve bacchettare. Lo ha probabilmente fatto sempre senza chiedere il permesso e continuerà a farlo sempre, perché sono amici, sono come fratelli... e sebbene Tony, infine, non faccia davvero niente per riprendersi e non prenda una decisione, ogni volta che Rhodey comparirà di fronte a lui, non avrà mai nulla da ridire. Si lascia fare tutto; perché lo sa che è una testa di cazzo e che in certi momenti ha bisogno di questo, e c'è una cosa che mi ha colpito da morire e mi ha fatto balzare il cuore in gola:

Forse è solo per quello che si sta lasciando andare a quel modo nel vuoto: perché c’è qualcuno che all'ultimo momento gli impedisce di sfracellarsi a terra, ogni volta.

È un concetto contorto, ma che sta su Tony così bene... l'arrogante consapevolezza che accadrà, è così dannatamente da lui. Tanto quanto un altro concetto che hai affrontato, ovvero quello del ritorno. Il ritorno dall'Afghanistan gli ha permesso di vivere, di cambiare vita, di cambiare se stesso, di capire molte cose... il ritorno da Titano è stato desolante; laddove ha visto sparire persone, tra cui Peter di certo la più cara fra queste, ha poi avuto notizia della sparizione di Pepper... devastante, distruttiva, l'altra metà del suo cuore che se ne va, il suo metro di giudizio, la sua logica umana... Pepper che era tutto, è sparita portandosi via quella parte che a Tony mancava ma che lei rendeva vera: l'umanità e l'amor proprio. Se li è portati via con lei, inconsapevolmente.

Infine, che se continuo altro che postale, mi mandi Casa Pound, la promessa non mantenuta a Rhodey è in realtà l'inizio di tutto, dunque. Dopo quel tentativo di rialzarsi, tutto torna come prima... e i giorni, il tempo, le ore, tornano a non avere un vero e proprio filo conduttore; tutto è caos. E adoro come descrivi questo senso di confusione, questa inconsapevolezza da parte di Tony di che giorno sia, catapultato in orari o giorni diversi, solo perché in quel momento consapevole dato che la testa non è offuscata dall'alcool... e quindi, tornato a vivere quella vita che cerca solo una fine, una risoluzione estrema, autodistruggendosi per il sensi di colpa con punizioni che gravano sulla sua salute e la sua mente... arriva uno spiraglio di sole, che però lo abbaglia, mentre è steso su quel pavimento; ma lei arriva, e riponiamo un po' – tanto, in lei, le speranze di rivederlo tornare su; perché mia cara Cosa, è quello che speriamo, siccome è impossibile, attraverso la tua prosa, non immedesimarsi dentro il tuo Tony, sentire la sua voce, percepire i suoi mugugni, vederlo fare tutti quei gesti con le mani, i suoi movimenti del viso, espressioni, persino la luce negli occhi che va a viene... perché ogni riga che lo descrive, è lui, e fa male, quando lui sta male.
Dunque, mia cara cosa, sperando di riuscire a tornare presto su questi lidi – non so manco quante parole ti ho lasciato, ma lo scoprirò presto – ti saluto e ti giuro che passerò prima di quanto tu possa credere *____* E' una minaccia ovviamente, ma io... DEVO SAPERE.
Grazie per il tuo Tony, bonazza... grazie davvero ♥
Miry, cosa3, guascona

Recensore Master
16/11/19, ore 16:48

Carissima cosa,
no, in realtà ti dovrei tipo menare dato che la nostra ultima conversazione è stata più o meno questo "LO TRATTI SEMPRE MALE", "CON QUALE CORAGGIO TU ACCUSI ME DI UNA COSA SIMILE" E, INFINE, "IO SONO BRAVISSIMA LO TRATTO SEMPRE BENE!" ma che de?? A cosa, ma chi vuoi prendere in giro?

A parte gli scherzi... un capitolo assurdo. Assurdo non solo per, come sempre, la caratterizzazione di Tony che è oscuro, qui – finito, arido... ma sempre lui –, ma anche di come tu sia riuscita a descrivere l'apatia e la non accettazione di qualcosa, talmente forte in qualcuno da mangiarlo vivo, da dentro, serrandogli ogni strada possibile, ogni via d'uscita e liberandone una sola, cupa, buia, dove i fantasmi del passato, i sensi di colpa e i fallimenti sono l'unica cosa che riempie l'aria. Ogni respiro che Tony si concede è veleno. Ogni passo è un cadere in trappole che si è auto inflitto. E le voci.
Buon dio, cosa, le voci. Le voci che sono l'unica certezza, in un momento di vita dove Tony non sa nemmeno che giorno è, quanto è passato, cosa gli succede attorno. Dove i fantasmi dei suoi peccati tornano, gli parlano e lui è abbastanza lucido, in fondo, da capire che non sono reali. Non lo sono.
Gli mancano da morire, le due colonne portanti che stavano dando un senso felice alla sua vita. e quanto è straziante sapere che il suo desiderio di abbracciarli è tanto forte da spaventarlo, perché se li inizierà a vedere... significa che ha superato quella linea di demarcazione – quel piccolo barlume di lucidità, e quindi è impazzito del tutto?
Vorrei spendere tante di quelle parole, su questo fatto... vorrei dirti tantissime cose su come sei riuscita a rendere grigio, oscuro e privo di colori, questo pezzo. Come sei riuscita a far percepire questo tempo che passa, lentamente, con una parabola assurda e confusa... che porta poi, inesorabilmente, ad affogare quelle voci che non solo sono la prova di quanto gli manchino, ma anche quella che non è in grado di lasciarli andare. Non può, perché dal momento in cui li ha persi, è crollato il mondo, forse tutto il suo universo. E come sempre la tua poetica entra dentro, e ti brucia tutte queste emozioni dentro, e ti viene voglia di tendergli la mano, a Tony. Di allontanarlo dall'alcol, di cui comunque ho adorato la scena e il fatto che, ad ogni sorso, le voci spariscano e che comunque... non è il modo giusto per cacciarle via... non perdendo se stesso, annebbiando la mente. S I G H E DICI CHE NON LO FAI SOFFRIRE MA IO TI MENO!!!

Infine, la parte con Rhodey. Il loro rapporto è meraviglioso e tu sei sempre lì, che mi sorprendi, dall'umanità che metti in tutto e, soprattutto, come riesci a condensare la chimica millenaria di questi due. Rhodey e la sua pazienza, il suo essere un po' baby-sitter nei riguardi di Tony. Qualcosa che riesce a fare, forse, ma con Tony è sempre difficile stargli dietro... ma il suo migliore amico non molla. Non molla, perché cazzate irreparabili, nasconde un significato macabro e terrificante... qualcosa che non sappiamo in cosa potrebbe evolversi, con uno come Tony.
Tornare per non dimenticarli, forse per posizionarli dove devono stare, quei due che non hai nominato tu, e non nominerò nemmeno io... una scelta che ha fatto ancora più male, sai? Usando solo quelle frasi, quei richiami, quelle voci e basta, che pare non abbiano nome e volto, ma che distruggono e consumano la vita di quest'uomo all'apparenza finito, che però forse cerca la svolta? O forse solo di farsi ancora più del male?
Cosa, ho cercato di essere più breve, stavolta, ma non so a quanto sono arrivata... sinceramente ci sono tante altre cose che vorrei dirti, tipo che amo il tuo Tony alla follia, che questa storia mi prende il cuore, lo accartoccia, lo calpesta e poi me lo rimette a posto... vorrei anche dirti che perdersi nella tua narrazione, nella tua poetica, nel tuo stile, nei suoi dettagli personali, nei tuoi headcanon e in tutto quanto, è semplice e che vorrei sapere come fai, certe volte, a dilaniare il mio cuore con mezza parola.
Vorrei, ma non lo farò, quindi ti saluto, ti do appuntamento alla prossima e ricordati che, dopo questo capitolo, sul podio delle persone che fanno 'sta male Tony, ce stai te. Ecco, l'ho detto!
In sostanza, te possino, ma ti amo anche per questo, co'. Quidi a presto, prestissimo ♥
E non ti fermare mai, okay? Che qua c'è bisogno di te... c'è sempre bisogno di te ♥
BACIOTTI E BACIONI, BONAZZA, TI VOGLIO BENE
Miry