Recensioni per
La vita vera
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 53 recensioni.
Positive : 53
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/02/22, ore 15:07
Cap. 3:

Questo ultimo capitolo è proprio un pugno nello stomaco. Certo ero preparata, ma la rabbia che ho provato è andata molto oltre le mie aspettative, sappi che ho odiato Rizzelli, quasi quanto Walter White di Breaking Bad, serie che se non hai visto ti consiglio vivamente di fare, il cui protagonista, nel modo di porsi, per certi versi, mi ha ricordato il tuo Rizzelli, anche se storia e contesti sono lontanissimi. L'ho odiato in maniera viscerale e così anche 'sto essere immondo qua di Rizzelli, che più che essere ludopatico, mi pare un frustrato, invidioso, incattivito, anche molto stupido e ignorante (si vede che lo amo neh?).
Ovviamente il tutto finisce malissimo, forse anche peggio di quanto mi potessi mai immaginare, perché purtroppo non finisce male solo per lui, ma anche per la sua famiglia che ora se lo deve anche sobbarcare e accudire. Uno sfacelo totale! Il male genera male, l'ho sempre pensato e questa tua storia sembra darmi ragione.
Devo davvero lodarti per il lucido cinismo con cui hai scritto questa fic, senza sconti, senza neppure lasciare uno spiraglio di speranza, come ho detto all'inizio :un vero pugno nello stomaco, così come la vita reale, a volte, ci riserva veramente. Bravo, io sono certa che non ci sarei riuscita, per questo mi complimento ancora di più per questo tuo lavoro, in cui ti sei speso tanto anche in ricerche e si vede dal risultato. Ho sempre grande stima degli autori, che mettono così tanto amore nello scrivere, anche se per passatempo, tanto da documentarsi per rendere la loro storia più credibile e plausibile.
Concludo ringraziandoti per buona lettura che mi hai regalato.
​Alla prossima!
Ps: separare i capitoli  con la $ del dollaro è stata una fine genialata che ho apprezzato ;)
 

Recensore Master
19/08/21, ore 09:40
Cap. 3:

Ciao Old Fashioned,
eccoci arrivati al finale, che ricorda il grafico della tangente di -x quando x tende a pigreco mezzi. Insomma, una caduta a picco incredibile. Ha ipotecato la casa, l'automobile, fatti i debiti, svuotato i conti, maledetto i famigliari, e infine l'incidente con la conseguente tetraplegia che risulta in una condanna a vita anche per la moglie e le figlie, che ora hanno tutte le buone ragioni per augurargli una morte il più possibile rapida.
Complimenti per questa storia, bella e coinvolgente, che costituisce una credibile denuncia per tutte le pratiche di gioco d'azzardo, peraltro legali e tassate dallo stato.
MaxT :)

Recensore Junior
25/07/20, ore 12:10
Cap. 3:

Povera Laura, povere ragazze.
Povero Rizzelli invece no, proprio no, perché è il solo e unico colpevole, l'artefice di una disfatta colossale.
E sul finale non gli concedi spazio, la nostra compassione è tutta indirizzata verso la moglie e le figlie che sono le vere vittime.
Gli fai subire un destino peggiore della morte, proprio a lui che voleva assaporare questa fantomatica 'vita vera' e che adesso dovrà aspettare la sua ora come una liberazione, intrappolato in un corpo tetraplegico.
Che incubo.
E nonostante tutto non provo pena per lui, semmai tanta rabbia, perché aveva tutto e non ha fatto altro che disprezzarlo finchè non gli è rimasto più niente.
Una storia difficile da leggere e da digerire, scritta divinamente, su un tema di cui sapevo davvero poco e niente.
Perciò grazie, per l'eccellente lettura e per i profondissimi spunti di riflessione! Con te non si resta mai delusi, e c'è sempre qualcosa da imparare.

Elly
(Recensione modificata il 25/07/2020 - 12:10 pm)

Recensore Master
20/06/20, ore 17:45
Cap. 3:

Povera Laura, lei ci prova anche a metterlo di fronte alla realtà. Però Rizzelli è talmente assorbito da sè stesso che la famiglia non rientra nemmeno nell'anticamera del suo cervello. Ha letteralmente paragonato la vita che ha con loro a quella di un animale!
Ah, e ha pure ipotecato la casa, in cui vivono lei e le figlie, senza dire niente.
Davvero forte la scena di lui a quella sala giochi, perché ha avuto una vera e propria dissociazione. Era così assorbito da perdere completamente il contatto con la realtà circostante.
Oddio, Rizzelli ha gli amici medici su Facebook che gli fanno vedere i filmati della verità. RIP per quei due poveri cristi di Laura e Fabio.
Aaah, l'argomentazione del divorzio per salvare capra e cavoli ... che Laura non seguirà. Da una parte, questo è comprensibile: quello è l'uomo di cui si è innamorata e con cui ha costruito una vita, il padre delle sue figlie, una delle persone più importanti che ha. Un divorzio, un'intedizione, parrebbero finalizzare il problema, dare al tutto un tono molto più ufficiale di un bancomat portato via, sarebbero il segno tangibile che qualcosa che credeva sicuro è andato terribilmente storto.
Il problema è che il medico ha ragione. Non è possibile recuperare tutto, o almeno non abbastanza in fretta da evitare di finire su una strada. E ritrovarsi senza moglie e concretamente impossibilitato a continuare con la sua droga sarebbero una bella sveglia per Rizzelli, che di fronte a minacce più soft si limita per l'appunto a trovare altre cose da rivendere.
Tipo l'auto, i gioielli della donna stessa, e la sua dignità di lavoratore. Già è tanto che il suo capo si sia bevuto le sue balle, o almeno dato il beneficio del dubbio, e gli abbia dato le ferie invece di cacciarlo fuori. Deve essere stato un bravo lavoratore prima che iniziasse la sua ossessione, il che è piuttosto deprimente.
Tutta questa festa perché ha vinto cinquemila euro? Cosa sono, un ventesimo di quello che ha perso? E si atteggia a vittima, non riconoscendo neanche i problemi e la sofferenza sincera che sta causando ai suoi familiari.
E vai così, i suoi ultimi pensieri sono rivolti alle cose che vuole e a come butterà via quelle che non gli servono più. Per questo tizio, le persone non hanno proprio valore in sé e per sè, neppure quelle che gli sono vicine da tutta la vita.
Ouch. Nessuna redenzione per Rizzelli, nè un riscatto per i suoi familiari, trattati come cose fastidiose di cui liberarsi e poi zavorrati da un tetraplegico, con una gran necessità di cure mediche costose. Rizzelli si è giocato il proprio futuro, e quello della moglie e delle figlie, che chissà se riusciranno mai a finire gli studi e a realizzare i propri sogni. Chissà se Rizzelli ne è in qualche modo cosciente, nel suo stato, e se gliene frega qualcosa.
Una storia molto dura, ma anche molto realistica, e soprattutto ben documentata. Complimenti davvero per il gran lavoro!

Recensore Master
28/05/20, ore 13:07
Cap. 3:

Ecco, queste sono le classiche storie che mi fanno salire il crimine! E so già che rimarrò incazzata tutto il giorno AHAHAHAHAHA quindi considerati colpevole del mio malumore AHAHAHAHAHAHA
Cioè, no. Io posso capire che uno va a ficcarsi inconsapevolmente in una dipendenza e quindi poverino, va aiutato, bisogna essere comprensivi eccetera, ma che a rimetterci siano la moglie e le figlie NON. LO. SOPPORTO. Sarà che ho visto situazioni del genere anche nella realtà e quindi sono particolarmente sensibile all'argomento, ma praticamente adesso che Alessandro ha avuto quest'incidente la moglie non può mandarlo al diavolo, non può semplicemente abbandonarlo al suo destino anche se lui si è comportato da merda per tutta la storia, noooo, perchè "nel momento del bisogno" la mogliettina deve essere pronto ad assisterlo, a sacrificare tutto per lui, a rovinarsi la vita per colpa di un DEFICIENTE che ha praticamente scelto il suo destino. DETESTO in maniera troppo viscerale chi decide di rovinarsi la vita e decide di trascinare anche gli altri con sé, così come ho cominciato a detestare Laura perché non l'ha mollato da subito e alla fine si lascerà, in un modo o nell'altro, sfruttare e soggiogare dal marito.
A parte che io l'avrei scuoiato e gli avrei dato fuoco in testa non appena avessi scoperto il suo vizio del gioco, ma poi, sarò sincera, in una situazione del genere gli darei cibo avvelenato per finire di ammazzarlo. Sarò stronza, cinica o cattiva ma un essere del genere non merita di vivere, di sopravvivere, di respirare la mia stessa aria e soprattutto non meriterebbe le mie attenzioni. Razza di idiota cerebroleso egoista... volevi le macchine? Volevi le bionde? Volevi la vita vera? Ecco qua quello che hai ottenuto!
Perdonami per lo sfogo quasi animalesco (?), ma ci sono certe cose che mi fanno veramente uscire di testa XD e devi prenderlo come un enorme complimento, perché ciò significa che sei riuscito a coinvolgermi tantissimo, a empatizzare con i personaggi e la situazione, a farmi veramente entrare nella vicenda... e infatti le sensazioni che provo in questo momento sono come se la stessi vivendo sulla mia pelle, come se ci fossi dentro. Insomma, questa storia è di una potenza incredibile, allucinante.
Se prima Rizzelli mi faceva pena e forse anche un po' ridere per i suoi desideri da uomo medio dalla vita pallosa, in questo capitolo ha cominciato a disgustarmi. Vendere tutto ciò che si ha alle banche, addirittura inventare che la moglie ha una malattia per poter saltare il lavoro, insomma scherzare sulla salute altrui... no, sono cose inconcepibili. Disgustose, semplicemente.
E se la moglie è stata una cretina a stargli appresso (io non mi sacrificherei mai così per un uomo, sarà che non credo né nell'amore né nei matrimoni e quindi non potrò mai concepire il sacrificarsi totalmente per un tizio a caso), io mi dico: POVERE LE FIGLIE! Perché, mentre Laura ha scelto di stare con lui e di non mandarlo a quel paese, le figlie in questa situazione ci sono capitate senza poter decidere, erano ancora troppo giovani per tirarsene fuori e ora si ritrovano con troppi sogni infranti e un padre stronzo e invalido a casa. Sicuramente non molleranno la loro madre da sola perché le vogliono bene, anche se anche qui avrei da ridire: probabilmente io cercherei lavoro altrove e me ne andrei il più lontano possibile, che si arrangino tutti, non mi lascerei certo rovinare la vita da questo pezzente.
(È il caso che mi dia una calmata sennò mi bannano dal sito AHAHAHA)
Mi è piaciuto tantissimo il modo in cui hai gestito questa fase più "profonda" della dipendenza: è esattamente così che vedono le cose i soggetti affetti, cioè sono convinti di essere perfettamente sani e hanno una visione così distorta dalla realtà da essere convinti che siano gli altri quelli malati e visionari. C'è proprio una negazione totale, che nella tua storia si è sentita tantissimo e ho apprezzato molto. Non ci hai calcato troppo la mano, nel senso che non l'hai enfatizzato, ma allo stesso tempo è stato un fattore ricorrente in tutto il capitolo.
Altra cosa che mi è piaciuta moltissimo è il modo in cui la moglie si è rivolta al dottore per cercare di salvare il marito. Infatti è molto difficile che chi soffre di una dipendenza se ne accorga ed entri in terapia, e quando questo accade la maggior parte delle volte è perché ce li portano le famiglie, non certo di loro spontanea volontà.
Alla fine Alessandro non ci è arrivato, e sai una cosa? Meglio così! Sono veramente contenta che abbia avuto quest'incidente e soprattutto che non sia morto, ma che sia rimasto paralizzato: avrà modo e tempo di soffrire per bene, di riflettere su ciò che aveva e su ciò che ha perso, su dove l'ha portato la sua folle avidità! E spero che a un certo punto la moglie e le figlie lo ficchino in qualche centro di assistenza e si dimentichino per sempre di lui, così rimane pure da solo e soffre ancora di più!
Incredibile quanto sei riuscito a farmelo odiare XDD
Sì, perché non è tanto la sua dipendenza ad avermelo reso insopportabile (a volte ci si casca per ingenuità, senza rendersene conto, e non mi sento di odiare tutti coloro che sono affetti da una dipendenza), ma perché è stato stronzo fin dall'inizio e ha dato per scontato ciò che aveva, si è comportato da dinosauro con la moglie e con le figlie e si è comportato da vero egoista. Mio caro, hai messo su una famiglia e il farlo implicava anche starci dietro, se volevi fare la vita da grande figo con le Ferrari e le bionde non ti saresti sposato!
Carissimo Old, non posso che togliermi il cappello (che non ho XD) davanti a questa BELLISSIMA storia, che mi ha coinvolto e trascinato in una maniera pazzesca e mi ha fatto riflettere tantissimo! Sono davvero sbalordita dal modo a dir poco perfetto, completo e accurato con cui hai gestito questa tematica, sei stato veramente fantastico e mi dispiace soltanto non aver avuto questa minilong al contest! Finisce dritta dritta tra le mie preferite, e veramente non trovo altre parole per farti i complimenti, forse non esistono e non le hanno ancora inventate! Ma, davvero, hai creato un capolavoro, sei stato magistrale *____*
Alla prossima e grazie grazie GRAZIE per avermi suggerito di leggere questa storia!!! ♥

Recensore Junior
26/04/20, ore 19:37
Cap. 3:

Se non fosse per il fatto che la discesa agli inferi del personaggio è stata così lucida che anche se non fa necessariamente pena si finisce per simpatizzare con Rizzelli, si direbbe quasi che il finale è la sua punizione. Ma la verità è che, come per tutte le dipendenze esistenti, il conto più alto lo paga sempre chi ama e circonda queste persone. Come Laura e le ragazze (praticamente mai comparse, ma sarebbe interessante un seguito con le due adulte per capire come ciascuna di loro ha affrontato la cosa). Bello vedere anche come comunque Rizzelli fosse stimato al lavoro e della sua cieca fiducia nella possibilità di vincere e dell'energia che gli da la sfida.
Una storia che mi ha veramente appassionato e sicuramente molto più drammatica del "Mondo dell'amore". Perchè tremendamente vicina alla realtà.
Sarebbe bello se un giorno (forse l'hai già fatto ma non ho ancora esplorato affondo la tua pagina) scrivessi qualcosa anche per altre dipendenze. Perchè sei riuscito a creare personaggi e trama senza eccessiva retorica e dando il giusto spazio a tutti.
Grazie per averla scritta :)
Alla prossima!

Nuovo recensore
28/12/19, ore 13:57
Cap. 3:

Siamo arrivati all'epilogo, e lascia proprio l'amaro in bocca. Alla fine a rimetterci più di tutte sono le donne della sua famiglia, la moglie che è stata anche troppo brava a non divorziare e le figlie che potevano aspirare a un futuro migliore. So che alla fine la ludopatia è una malattia ma non posso proprio far a meno di provare rabbia per rizzelli e pensare a quanto sia stato dannatamente egoista. "la vita vera", ma forse non si rendeva proprio conto che avere un lavoro che ti permette una vita dignitosa, una moglie che lavora e delle figlie con giuste ambizioni sono ricchezze per cui tante altre persone ucciderebbero. Ma veniamo a considerazioni sullo stile narrativo: mi piace come il narratore adotti la prospettiva del protagonista, creando un senso di straniamento e facendoci capire come lui provi quasi disgusto per le persone che vogliono aiutarlo. Per il resto non ho trovato errori, la scrittura è sempre scorrevole e piacevole ma questo te lo avevo detto di già anche leggendo altre tue storie. Mi è piaciuta nel complesso, ti sei informato e sai di quello di cui parli, anche in termini legali.

Alla prossima

Recensore Master
27/12/19, ore 04:54
Cap. 3:

Rieccomi Old! Di grande valore istruttivo e simbolico, questa storia. Alla fine il nostro comincia a stagionale, è completamente preso nel suo delirio di onnipotenza, la vincita del secolo è quasi lì, a un passo... E invece il passo finale è perdere veramente tutto, anche la bella macchina che possedeva (e proprio dal sogno di una nuova auto era nato tutto questo), e soprattutto la possibilità di condurre una vita autonoma. Che dire, se la vita vera è questa, meglio andare in giro coi vestiti dei cinesi ma sulle proprie gambe. Un'altra bella storia scritta egregiamente, perfettamente documentata e credibile. Un personaggio che è e rimane a tutto tondo, senza ripensamenti, calato fino in fondo nella follia che lo pervade. Ancora complimenti e alla prossima.

Recensore Master
03/12/19, ore 18:29
Cap. 3:

Povera Laura, e povere figliole.
Tre donne sventurate, rovinate affettivamente e materialmente da un uomo meschino e debole, traviato da una dipendenza.
Non può esserci redenzione: quella, bisogna meritarsela dopo aver preso a pugni il proprio ego... cosa che un ometto come il Rizzelli non poteva essere in grado di fare.
Narcisista patologico, anaffettivo, materialista: ecco la preda perfetta per la ludopatia, ove le persone accanto sono considerate delle povere "str@@ze" (così egli chiamava la povera moglie), dove la tua casa e i tuoi beni, guadagnati con un lavoro onesto, non sono che spazzatura, dove anche un buon posto di lavoro vale meno di zero.
Se la sarebbe meritata eccome l'inabilitazione, o anche solo l'amministrazione di sostegno... ed è andata a finire che si è, per forza di cose, beccato l'interdizione.
Un vegetale attaccato alle macchine. Una cosa, lui che ha disprezzato e calpestato affetti e persone.
Un sorta di contrappasso dantesco... ha svalutato tutto ciò di bello, di pulito e di sacro della sua vita, e quindi la moglie e le sue figliole, le ha abbassate al rango di "seccature"? ed ecco che adesso è proprio LUI ad essere un peso, un fardello, un essere inerte.
Io trovo molto educativo questo tuo racconto, andrebbe fatto leggere ai giovani, andrebbe affisso in tutte le sale da gioco.
La ludopatia è maligna, ha qualcosa di luciferino, perché ti avvilisce e ti degrada.
Ottimo lavoro, come sempre, amico carissimo.
L'ho molto apprezzato!
 
(Recensione modificata il 03/12/2019 - 06:30 pm)

Recensore Master
01/12/19, ore 21:57
Cap. 3:

Ave of, prima che Wifi ci abbandoni, ritento recensione...epilogo tosto x una tragica storia...Dante e i suoi dannati che ci portano in deperite sfere..Icaro e dedalo...crudo e raffinato sei sempre efficace chapeau and a bow jane Queen

Recensore Master
01/12/19, ore 19:26
Cap. 3:

Carissimo, io ho sperato fino alla fine in un sussulto di dignità di Rizzelli, una soluzione, magari estrema che lo riscattasse dall'abbruttimento in cui era caduto.
Insomma ci siamo capiti: un modo elegante di togliersi dai piedi andandosene all'altro mondo.
Invece scopro che ha fatto lo stronXo egoista fino all'ultimo, mettendosi in macchina e cercando di raggiungere il Casinò.
Purtroppo i familiari si sono mossi tardi, in maniera troppo blanda e lui li ha trascinati con sé nel baratro.
Mi rendo conto che è facile esprimere un'opinione dall'esterno, certe cose bisogna viverle sulla propria pelle, perché non è facile per una moglie distruggere la propria famiglia e buttare il padre delle figlie in strada, ma bastava un pizzico di istinto di sopravvivenza in più.
È brutto che auspichi una pronta liberazione di questa disgraziata famiglia da quel peso morto che è diventato adesso? Perché purtroppo un individuo simile non mi ispira nessuna compassione o carità.

Recensore Master
30/11/19, ore 16:50
Cap. 3:

Ciao, carissimo!
Questa storia ha molti pregi: non solo la documentazione assidua e dettagliata, ma anche l'assenza di "poverinismo", di politicamente corretto, di illusioni di redenzione giusto per instillare un po' di speranza.
Per Rizzelli non c'è redenzione, è una discesa inesorabile verso il baratro con un finale che si impone come un pugno nello stomaco. Forse, come dicono anche altri, Laura avrebbe dovuto chiedere il divorzio e spedirlo a forza al Ser.T prima che le cose precipitassero, e invece si ritrova a fare da badante a un marito tetraplegico e i risparmi di una vita sperperati al gioco. Ma la sorte peggiore è toccata alle figlie, che si sono viste bruciare il futuro e dovranno, senza alcuna colpa, lavorare duro per rimediare agli errori del padre.
La tua storia fa capire chiaramente che queste patologie rischiano di rovinare non solo una persona, ma intere famiglie, talvolta in maniera irreversibile. E non c'è scusante, perché chi cade nel vortice spesso "se l'è cercata".
Davvero ben fatto, carissimo. Alla prossima!^^

Recensore Veterano
30/11/19, ore 13:35
Cap. 3:

Ciao, carissimo ^^
È stato un vero piacere leggere questo racconto, l'ho trovato molto istruttivo. Il finale è un vero pugno nello stomaco ma, del resto, il protagonista segue la strada che si è scelto.
Penso che sia un ammonimento molto forte, soprattutto la parte che riguarda la famiglia. Certo non tutti i ludopatici finiscono tetraplegici ma è verissimo che alla fine si ritrovano con il culo per terra e ci trascinano anche le loro famiglie.
Resta l'amaro in bocca soprattutto per le figlie che si vedono bruciare il futuro per l'egoismo del padre.
Ho trovato molto chiaro e forte l'intento di denuncia, sganciato nel tuo solito modo diretto, lucido e informatissimo. Si vede dal testo che il racconto è supportato da una ricerca approfondita e tanta dedizione ti fa onore.
Ancora complimenti, dunque, spero di leggere presto un'altra storia così bella.
Alla prossima! ^^

Recensore Veterano
30/11/19, ore 12:31
Cap. 3:

carissimo,
aspettavo il finale con ansia.

Potrei dire che Rizzelli ha fatto la giusta fine. Alla fine la sua passione per il gioco gli ha fatto veramente male, in tutti i sensi.

Continuo a pensare che Laura avrebbe dovuto ascoltare subito il medico, divorziare, prendersi quelle dannatissime carte da sola e spedire le figlie negli Stati Uniti.

Finisci il capitolo con l'amaro in bocca: non tanto per Rizzelli, ma soprattutto per moglie e figlie.
Soprattutto perchè fino ad un paio di mesi prima erano benestanti e dovevano andare a studiare in America.

Eh, sì, la ludopatia è una cosa orrenda (sta' sicuro che, dopo questa storia, starò ancora più attenta a non vedere un casinò- o tutte le sue varianti- neanche dipinto).

Da questa lettura sono scaturite emozini forti, e ti faccio nuovamente i complimenti per l'accuratezza con cui hai descritto tutto.

Alla prossima!

Recensore Master
30/11/19, ore 11:10
Cap. 3:

Un finale peggiore di quello che mi sarei immaginata. Rizzelli vivo. Brutto da dire ma è la verità. Ha fatto di tutto per trasformarsi in un parassita e ora lo è diventato davvero
Laura avrebbe dovuto divorziare come le hanno suggerito oppure spaccargli la faccia alla prima e prendersi in autonomia carte e bancomat. Nascondere i PC e tutto il resto.
Ora la sua vita e, soprattutto, quella delle due figlie è rovinata per sempre a causa del bieco egoismo del protagonista.
Mi chiedo se legalmente ci si possa rifiutare di occuparsi di uno come Sandro, se sia possibile divorziare (questo direi di sì) anche se non è più autosufficiente. Ma comunque qualcosa della sua idiozia ricadrebbe comunque sui parenti.
Belle le scritte "giocate con moderazione". Come dire a un tossicodipendente "drogati poco, eh!".
Sei stato fantastico nel descrivere la situazione tragica e veritiera di questo spaccato della società.
Fa riflettere e imbufalire.
A presto!

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