Recensioni per
Sui Generis
di SSJD

Questa storia ha ottenuto 111 recensioni.
Positive : 111
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/03/25, ore 23:02
Cap. 10:

I
PRIMO POSTO, CON UN TOTALE DI 44,75/45
SSJD, con “Hugo BoSS”

Grammatica:
Perfetta!

Stile: 10/10
Lo stile che hai scelto è abbastanza lineare, con un tono narrativo diretto e “cinematografico”, vista l’attenzione alle espressioni del protagonista e a piccole operazioni manuali (annodare la cravatta, tagliare i diversi tessuti e scegliere quello con la consistenza più adatta, la scena davanti allo specchio, le strette di mano) che si presterebbero benissimo a delle inquadrature close-up. Hai creato immagini molto vivide, che danno alla storia un alone “scintillante” che mi ha ricordato il lusso e le contraddizioni degli anni Venti e Trenta.
Il registro linguistico scelto è medio, lascia che la lettura proceda molto scorrevole ma al tempo stesso riesce ad essere preciso sui termini più tecnici relativi all’attività sartoriale, di cui ho gradito l’approfondimento.
Mi è piaciuta anche la scelta di inserire i dialoghi in tedesco, che insieme a titolo e sottotitoli contribuiscono a ricreare l’atmosfera rigorosa dell’epoca: non essendo una lingua conosciuta quanto l’inglese, però, trovo che sarebbero state necessarie delle note aggiuntive con la traduzione (non ti penalizzo per questa cosa, si tratta comunque di frasi semplici, ma al posto tuo l’avrei fatto sicuramente). Li ho trovati comunque perfettamente in linea con la prosa narrativa, non se ne discostano e non ne minano assolutamente il ritmo (soprattutto perché il più lungo di essi è posto in apertura, fungendo da fattore di curiosità), cosa non facile quando si ricorre a lingue straniere.
Anche i commenti della voce narrante, come le frasi conclusive della prima e della terza drabble, non mi hanno infastidito, poiché risultano comunque in perfetta coerenza con i pensieri e il punto di vista del protagonista, andando ad approfondire le sue emozioni senza volerle “spiegare” al lettore, lasciandole emergere in modo abbastanza spontaneo.
La punteggiatura è usata magistralmente, lasciando il lettore quasi con la sensazione che la storia gli stia venendo raccontata, più che di essere impegnato nella lettura.
Non posso che farti i miei complimenti e assegnarti il punteggio pieno!

Trama, Originalità, Contestualizzazione e Sviluppo dei personaggi: 20/20
La scelta del contesto, come approfondirò nei parametri seguenti, è stata il punto forte di questo racconto, permettendoti di mostrare l’ascesa del Nazismo da un punto di vista insolito, esterno alla sua componente strettamente politica ma comunque appartenente a una persona profondamente convinta dei suoi principi, e più o meno direttamente coinvolta anche dal punto di vista storico. L’ho quindi trovata un punto vincente anche per quanto riguarda l’originalità.
La figura di Hugo Boss, che non avevo mai approfondito individualmente, emerge qui molto vividamente, mostrandosi come capace professionista e al tempo stesso cittadino convinto dell’importanza di contribuire individualmente al nuovo progetto che il partito ha per la Germania. Boss è sì divenuto una celebrità, ma viene qui mostrato come semplice abitante del suo tempo, più vicino al potere della persona media ma non per questo meno affascinato da chi lo rappresenta.
Non c’è un vero percorso di evoluzione del personaggio, essendo le tre parti della flash vicine nel tempo in quanto parti dello stesso progetto, ma è possibile vedere la sicurezza che Hugo ha di sé, della propria azienda e della propria opera aumentare sempre più, fino al momento di massimo successo. Ho trovato questa caratterizzazione in linea con i cenni biografici: in un certo senso è coerente questo suo raccontarsi di agire come supporto per il prestigio di una missione superiore, sapendo che ricorrerà a manodopera pressoché in condizioni di schiavitù poi in tempo di guerra.
La trama in sé, come detto, è abbastanza lineare ma coerente e priva di incongruenze, andandosi a intrecciare strettamente con l’ascesa di Boss da un lato, e di Hitler dall’altro, qui quasi poste in parallelo. Le tre drabbles hanno comunque un carattere che le distingue l’una dalle altre, risultando così più incisive di un testo unico semplicemente diviso in paragrafi da un punto e a capo: incertezze e speranze all’inizio, maestria tecnica nella seconda, e poi sicurezza e trionfo in conclusione. Ottimo lavoro!

Titolo: 5/5
Molto simpatico, mi ha strappato un sorriso. Fa presagire fin da subito quale sarà il tema della storia, promettendo al tempo stesso ironia e una riflessione più profonda sui legami tra le celebrità e i regimi, attuale ancor oggi. Anticipa un po’ quell’aria di contraddizione che si è poi ritrovata tra le righe della flash. Perfetto!
Nota a parte, ho trovato coerenti con i rispettivi paragrafi anche i sottotitoli, che mi sono piaciuti molto! Soprattutto “Arbeit macht frei” ha colpito nel segno, raggiungendo sicuramente l’obiettivo che si era proposto.

Gradimento personale: 4,75/5
Il racconto mi è piaciuto molto per la scelta della tematica e di “posizionamento”, visto che, trovandomi di fronte a una raccolta di drabbles, mi sarei aspettato che l’ultima riguardasse la decadenza e la condanna di Boss dopo la caduta del Nazismo, per cui la tua scelta di terminare all’apice della sua fama mi ha stupito positivamente! Ho trovato il racconto molto coinvolgente, con un’atmosfera positiva (correttissima, considerando la focalizzazione interna) che raramente si trova in questa ambientazione e un paio di riflessioni interessanti, riuscendo a fondere racconto storico e introspezione personale. Avrei forse preferito trovare un po’ più di emotività, soprattutto nel finale in cui ho percepito che le emozioni provate da Boss siano più “mostrate” che effettivamente “sentite” (ultimissima frase a parte) ma comprendo la tua scelta di mantenere il tono abbastanza uniforme (con quello stile “a immagini cinematografiche”) per tutta la durata della flash.

Bonus – Prompt (2/2) + Contesto (3/3): 5/5
Prompt – Lana: la riflessione sul tessuto è centrale all’interno del racconto: vengono descritte le caratteristiche tessili della lana e del misto-lana, evidenziando poi come il tessuto più umile sia in realtà quello più adatto al taglio elegante delle divise disegnate da Boss. Ci ha proprio costruito la storia su misura!
Contesto – Interguerra: concentrandoti sulla fase iniziale del rapporto tra Hugo Boss e il partito, hai rispettato alla perfezione il prompt, mostrando l’ascesa del Nazismo da un punto di vista originale e affatto scontato. Nei pensieri del tuo protagonista si riflette perfettamente la visione dell’epoca.

Recensore Junior
10/02/25, ore 21:16
Cap. 10:

Salute, chiedo scusa per il ritardo con cui ricambio la recensione ma come mi pare ti avessi accennato ero stra-impegnata.
Il mio scarsissimo interesse verso la moda moderna e soprattutto verso i vestiti di marca fa sì che questa sia la prima volta che sento nominare il signor Hugo. Poco male, me l'hai fatto conoscere tu.
La lana fresca d'estate non l'avevo mai sentita, ma siamo pur sempre in Germania. Certo queste tue descrizioni mi hanno fatto tornare la nostalgia per i tessuti naturali, e non sintetici come si usano oggi, che trovare lana vera è diventato quasi impossibile.
Sai, mi domando perché i maggiori sarti/stilisti siano tutti uomini, non è una cosa un po' strana? Vorrei sentire la tua opinione.
Non apprezzo particolarmente (nient'affatto insomma) il periodo della seconda guerra mondiale, però tu lo hai fatto affiorare qua e là nel corso del testo in maniera molto calibrata, non è ingombrante insomma. Credo che pur avendo a disposizione un maggior numero di parole non ci sarebbe stato bisogno di aggiungere altro.
P.S. non ho capito il significato del motto in tedesco

Recensore Master
03/02/25, ore 12:56
Cap. 10:

Ciao^^
Ma come ho potuto perdermi questa flashfic?
Hugo Boss è stato un genio assoluto, ha creato uno stile che si è imposto al mondo come esempio di eleganza e rigore.
In poche righe hai saputo tratteggiare l'ascesa di questo grande stilista, che guardacaso si è mantenuta costantemente parallela a quella del Partito.
Per fortuna dopo la guerra, e dopo le debite angherie, che non hanno risparmiato neanche sarti e musicisti, ha potuto ricominciare ad essere un punto di riferimento per l'eleganza maschile.
Come sempre complimenti, è un piacere leggerti!

Nuovo recensore
03/02/25, ore 12:26
Cap. 10:

Ciao! Finalmente riesco anche io a fare il giro delle storie che partecipano allo stesso contest! Che dire, non posso non aver apprezzato un'ambientazione del genere, soprattutto perché si tratta di uno dei periodi storici che preferisco e di cui so tanto (qualcuno direbbe che ne sono ossessionata!) e perchè, tra i nomi dell'alta moda, Hugo Boss è tra quelli che preferisco. Il suo marchio è contraddistinto da un'eleganza unica che, a mio parere, solo pochi altri possono vantare (YSL, Chanel, Burberry e pochi altri). Ma tralasciando velleità da stilista mancata, quella stessa eleganza sei riuscita a trasmetterla attraverso la flashfic. Non so come spiegarmi meglio, ma mi hai lasciato proprio una sensazione di sobrietà nel descrivere la situazione. Poi hai preso in esame un episodio che pochi conoscono (strano a dirsi, brand famosissimo di cui però molti ignorano com'è nato). Titolo fantastico, trovata geniale. Piccola postilla: le prime divise che fece erano per le SA, anche se poi divenne famoso per aver brevettato le.uniformi da SS. In bocca al lupo!

Recensore Master
30/01/25, ore 16:51

Recensione premio per il contest "Senza Tempo - III Edizione" 3/3

Eccomi qui con l'ultima recensione premio :)
Ho scelto questa drabble, tra quelle nella raccolta, perché incuriosito dalla sfumatura autobiografica (anche perché le due storie che ho pubblicato io su efp con questa indicazione sono drammi romanzati per essere ancora più drammatici XD)
Innanzitutto mi congratulo per la tua passione, soprattutto per la costanza di portarla avanti negli anni che non è certo cosa da poco! E' sempre bello quando i traguardi che raggiungiamo da adulti, da soli, ci rimandino alla nostra infanzia, ai primi passi fatti in modo in certo con l'aiuto di chi ci stava vicino. E che in un certo senso, sempre al nostro fianco rimane, anche dopo anni. Mi hai riportato alla mente molti bei ricordi, grazie :)
A presto!

Nuovo recensore
28/01/25, ore 22:00
Cap. 10:

Buonassseeera, eccomi qui! =D
Premetto che io di solito tendo a farmi un'idea e a crearmi un'aspettativa sulla storia partendo dal titolo e dall'introduzione. Essendo parte di una raccolta già avviata l'introduzione non c'era, quindi ho dovuto basarmi solo sul titolo... Devo dire che quelle due S maiuscole mi sono subito saltate all'occhio, e infatti sin dalle prime righe si inquadra il contesto storico in cui si ambienta il racconto. E ammetto candidamente che prima di questa storia non avevo idea che quel Hugo Boss avesse tale storia alle spalle. Quindi mi sono ritrovata a leggere con la curiosità di chi sta scoprendo qualcosa di nuovo. **
Ultimamente vanno molto i biopic al cinema, e questa flash mi ha dato molto quelle vibes, come se fosse una sequenza di scene estratte da un film dedicato alla vita di Hugo Boss, una rappresentazione di quei momenti chiave che hanno cambiato la sua vita, da un sarto tedesco qualsiasi, al sarto che ha vestito Hitler e il suo esercito.
Mi verrebbe da definirlo un racconto elegante per la qualità dei dettagli e delle descrizioni curate.
Complimenti e in bocca al lupo per il contest!

Recensore Veterano
27/01/25, ore 20:21
Cap. 10:

Da quando mi sono iscritta al contest, mi sento come la Sposa di Kill Bill, con la mia brava lista di titoli da cancellare.
Allora, parto dal titolo: geniale!
Leggo la storia: doppiamente geniale chi ha ripreso in mano il marchio di fabbrica, depurandolo del suo passato per lanciarlo nella moda internazionale.
Credo che ormai in pochi si rendano conto, a livello conscio almeno, della potenza della vestemica, a meno che non siano delle figure pubbliche. Chissà quanti messaggi su di noi abbiamo lanciato, magari senza accorgercene. L'abito in questo caso fa il monaco, anzi, ha fatto i nazisti perché mai nella storia ci saranno divise più riconoscibili delle loro.
Il personaggio che hai presentato lascia davvero perplessi noi lettori: da una parte, anche considerando il periodo pre-bellico, è comprensibile l'orgoglio che sentisse nell'aver creato una divisa così particolare, che racchiudesse i valori del partito cui si era iscritto e che gli avesse anche permesso di tirarsi fuori dalla crisi. Indubbiamente, come ogni artista, era fiero della sua opera e qui arrivano le note e a uno viene da dire, ma non sarà che appunto per questo non vedeva al di là delle sue creazioni? Mah.
Very clever lo spezzettare tutto in scenette, da Boss in versione partecipante del Dragon's Den al successo malgrado i problemi tecnici. E tremendissima quella frase, ben sapendo cosa implicò per tutti gli altri, tranne per lui.
In bocca al lupo per il contest e ancora complimenti!
H.

Recensore Veterano
27/01/25, ore 16:04
Cap. 10:

Offre una riflessione intensa e dolorosa su uno degli aspetti più controversi della storia del XX secolo, portando alla luce il legame tra Hugo Boss, la sua azienda e il regime nazista.
La narrazione è sapientemente strutturata, offrendo uno sguardo penetrante nel mondo di un uomo che si trova ad intrecciare la sua carriera con le atrocità della Seconda Guerra Mondiale.
Riesci a descrivere con efficacia le emozioni contrastanti di Hugo, da una parte l'entusiasmo per il successo e l'eccellenza del suo lavoro, dall'altra l'ombra inquietante del suo coinvolgimento con il regime nazista.
La frase "Arbeit macht frei" è un richiamo potente e inquietante, che sottolinea l'ironia tragica della storia e l'ambiguità morale del protagonista.

Recensore Master
25/01/25, ore 19:31
Cap. 10:

Ciao, eccomi qui a dare un'occhiata alla tua storia ^^
Sappiamo bene quale ruolo ebbe le propaganda durante il nazismo, e ovviamente l'apparenza era fondamentale. Vestire il soldato nazista significava dare un volto alla nuova nazione, mostrare la sua forza e la sua potenza non solo al popolo tedesco, ma anche al resto del mondo.
Conoscevo l'origine delle uniformi naziste ed è stato molto interessante vederne la nascita attraverso gli occhi di Hugo.
Per lo stilista si è trattato di un lavoro impegnativo, una sfida intrigante e un incarico di massima importanza. In fondo assistiamo a un atto creativo, dove competenze e ingegno danno vita a ciò che diventerà un simbolo del suo tempo.
Ovviamente tutto questo assume tutto un altro significato al servizio delle ideologie naziste, ma i nostri personaggi stanno ancora vivendo nell'illusione che questa sia la giusta scelta per la Germania. Con il senno di poi il momento da te descritto mette i brividi, alla fine Hugo ha raggiunto il suo obiettivo e le sue divise resteranno per sempre un'icona del loro tempo, ma a quale prezzo?
Complimenti, è stato davvero interessante conoscere i risvolti dietro a questo evento storico, dove anche la moda ha avuto un ruolo fondamentale.
Buona fortuna per il contest e alla prossima! :)

Recensore Veterano
25/01/25, ore 15:29
Cap. 10:

Ed eccomi qui, pronta a digitare un mare di parole di senso compiuto -beh, l'ultima parte si spera lol- >:3
Innanzitutto, voglio farti i complimenti perché già io ho problemi a dare un senso a quello che scrivo in sole cinquecento parole, scrivere drabble per me è inconcepibile e impossibile. Non lo so fare, probabilmente non lo saprò mai fare in modo pienamente soddisfacente per me stessa, e leggere invece autori che riescono ad essere così comunicativi in poche righe è davvero sorprendentemente. Magari per te non è nulla di eccezionale, ma per me lo è e quindi ti becchi questo complimento.
Dovrei anche dirti che sono stupida e ho davvero capito a scoppio ritardato -moooooolto ritardato- quel "BoSS" nel titolo ahahahah, ma come già accennato, ho l'attenzione di un pesciolino rosso, ringraziamo già solo il cielo che io me ne sia accorta.
Il contenuto di queste drabble inoltre mi ha molto stupito. Siamo dietro le quinte, lì dove si stanno costruendo le basi del partito nazista, catapultati nel punto di vista di colui che ha realizzato le divise delle SS. Ti faccio sia i complimenti per non essere andato sul "prevedibile" ed aver evitato di scrivere sui temi classici di questo periodo (non che sia un male farlo, semplicemente credo che facendo così tu sia riuscito a discostarti dall'immaginario classico e catturare con qualcosa di totalmente diverso), sia per non aver ripiegato su un sottogenere drammatico. Per carità, io amo il drammatico, inoltre riesce facilmente a catturare l'emotività del lettore e farlo immedesimare ed immergere nella storia, ma apprezzo molto che tu abbia voluto rigirare la medaglia, descrivendo invece le emozioni positive provate da Hugo Boss, senza tuttavia farlo ricadere totalmente nel fanatismo. Insomma, ovviamente era un cieco sostenitore del partito, però con la tua scrittura sei riuscito a dargli quella sfumatura egoistica ed egocentrica. È *lui* che sta vestendo la nazione, Hitler ha indossato le *sue* divise, è *lui* che, con le *sue* scelte, ha dato volto all'ideologia del partito. Si sente l'orgoglio di Boss, la sua soddisfazione e la sua trepidazione di fare ancora di più, di dimostrare che può fare di più. (Poi vabbé, tralasciamo tutto lo schifo del nazismo. Qui siamo immedesimati in un sostenitore e di conseguenza appoggia la causa. È logico e non può essere altrimenti)
Insomma, sono sfumature diverse che ho molto gradito perché, ancora una volta, hai davvero stuzzicato la mia attenzione.
Riassumendo quindi: ottimo incipit della storia e protagonista davvero interessante -di cui ignoravo totalmente l'esistenza. Non mi ero mai soffermata a domandarmi come fossero nate le divise. E sono delusa dal mio stesso cervellino perché si fa le peggio domande su cose assurde e non quelle logiche invece-. Io purtroppo sono una bimba devota al drama, quindi un pochino mi è mancata tutta quella parte "emotiva", ma di certo non posso dirti nulla perché secondo me il tuo uscire dagli schemi è stata davvero un'ottima idea.
Sei un po' disgraziato a non aver messo le tradizioni delle frasi in tedesco eh lolol sono andata a tradurmele perché io voglio capire ogni singola cosa presente nel testo (ho delle manie, lo so. Ho qualche problema in queste cose). Non puoi lasciarmi il dubbio di sapere cosa c'è scritto :P (ripeto sono io con le fisse stupide, stavo cercando di fare una battuta pls prendila sul ridere).

Detto tutto ciò, finalmente posso augurarti buona fortuna per il contest anche io :3

Da una Maico armata di ombrello è tutto!
Mau~

Recensore Master
25/01/25, ore 02:55
Cap. 10:

Sì impara sempre qualcosa di nuovo.
Le scelte alla fine si pagano ... Però il talento resta immortale.
Bentornato ad aggiornare la raccolta ☺️

Recensore Master
24/01/25, ore 21:16
Cap. 10:

Buonaserissima, caffè??? Vengo in pace dal contest Perle di Storia per lasciare una gioiosa recensione!
Innanzitutto, ti ringrazio per questa storia perché non avevo minimamente idea di chi fosse il sarto scelto per le divise delle SS. Mi hai lasciato a bocca aperta. Scioccobasita! Imparare cose nuove riguardanti la storia è meraviglioso!
Per questioni lavorative, il tema sartoriale mi interessa abbastanza e ho letto con molto piacere la descrizione dei tessuti e del taglio degli abiti per seguire la creazione di un modello che "esprima una visione politica".
Ho apprezzato anche la scelta di adottare il punto di vista dell'uomo, calandoti nei suoi panni di "prescelto" orgoglioso. Spero ti sia preparato delle bustine nel caso ti venisse il vomito mentre scrivevi di fieri nazisti :')
Bello anche il titolo, una vera chicca.
Rinnovo i complimenti e ti faccio gli auguri per il contest
Tschüß
Angel <3

Recensore Master
17/01/25, ore 17:10

Recensione premio per il contest "Senza Tempo - III Edizione" 2/3

Ciao SSJD, rieccomi!
Ho scelto questa storia per la seconda recensione premio poiché ricordo molto bene il contest per cui fu scritta, a cui avevo partecipato anche io. E infatti sono rimasto sorpresissimo di non trovarvi già una mia recensione, per cui ho trovato giusto rimediare :)
Usare il punto di vista di un oggetto non è mai facile, soprattutto quando nella storia non si considerano solo gli oggetti come animati, ma anche la loro interazione con gli umani, incapaci di percepirne pensieri o parole. L'esperimento è riuscito benissimo, risultando molto molto divertente nella sua "tragicità": per i fedeli compagni del telefono è un momento già triste in partenza, figurarsi poi quando anch'essi finiscono nella raccolta indifferenziata, ma da lettore esterno è stato proprio uno spasso immaginarseli mentre gridano all'uomo incauto di provvedere almeno alla corretta raccolta differenziata XD
Lo stile è molto vivace, adatto a un racconto leggero e narrativo. Mi è piaciuto molto che si sia capito fin da subito quale fosse la situazione centrale, ma che i dettagli emergessero un po' per volta, a step, sfruttando al meglio la struttura della tripla drabble.
A presto per l'ultima recensione!
mys.

Recensore Veterano
19/09/23, ore 15:08

Questo scenario mi ha ricordato molto una delle storyline di Dawson's Creek con protagonista Pacey e una sua prof nella prima stagione. Perdona la comparazione, magari non é gradita ahhaha ma é semplicemente ció che mi ha fatto venire in mente (e a me comunque la serie piaceva molto quindi é tutt'altro che un pensieor negativo).
Non é semplice scrivere drabbles, ma dalle recensioni che leggo sembra che tu sia piuttosto bravo e con questa sicuramente mi trovo d'accordo. Andró a cuoriosare ancora un po' in giro!

xxxxx Vale

Recensore Master
18/06/22, ore 15:09

SSJD – il telefono è morto


Stile: 8/10
Ho adorato, adorato l’impostazione stilistica che hai dato, di telecronaca. Il surrealismo della scena è ben bilanciato dai sentimenti che fai trasparire dietro. Secondo me l’ultima storia ha perso forza, meno ironica e surreale, con la battuta finale che stona con il realismo con cui avevi impostato le altre due: sembra impostata


Trama: 4/5
La trama è geniale, dovevi svolgere il tema della morte del cellulare e perché non metterlo in scena veramente? Gli amici lo piangono, ma non sanno che faranno una fine ancora peggiore, sepolti vivi in qualche scatola. Si sente la distinzione netta tra il prima, adesso e il dopo. Ma nella terza ho sentito una caduta, è un solo dialogo poco realistico

Personaggi: 7/10
Non ho notato grandi stacchi tra i vari personaggi, anzi sembra una voce unica. Soltanto nella prima si ha un modo diverso di vivere il lutto, ma il fatto di essere una drabble non ha dato possibilità di distanziare veramente.

Gradimento personale: 4/5
Mi è piaciuta molto la critica che traspare, sono gli stessi oggetti a spronare al riutilizzo: ehi, siamo ancora buoni, non buttarci, non sprecare.

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