Recensioni per
Come lacrime da una stella
di padme83

Questa storia ha ottenuto 20 recensioni.
Positive : 20
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
03/07/21, ore 21:36

Che dire di questo secondo capitolo?
Di questo amore che Gellert si porta dentro, che lo mangia e lo divora come fosse una bestia?
Del modo in cui chiama Albus, mio blu... come se lui fosse il suo cielo, il suo infinito.
Mi è piaciuta molto questa raccolta e sono d'accorsissimo con te sul fatto di averla fatta finire qui, di lasciare che questa rottura si viva fino in fondo in queste parole che la raccontano nel modo più verosimile e sincero.
Complimenti davvero ❤

Recensore Veterano
03/07/21, ore 21:28

Ho letto questa storia grazie all'iniziativa del Giardino e mi chiedo perché io non ti abbia mai letto prima. Questa storia è scritta in un modo che ti prende e ti fa sedere di fronte ad Albus che sorride, che ti risponde con la voce che non si incrina, mentre dentro è a pezzi e gli si vedono tutti, quei pezzi che sta perdendo e che sta facendo inghiottire dal buio. Si avverte la mancanza che ha del suo amore, il dolore che si porta sulle spalle e quanto è ben scritta questa storia? Non so dirtelo, davvero... ma ora corro a leggere il secondo capitolo 😍😍😍

Recensore Master
07/12/20, ore 18:06

E' davvero bello che tu abbia deciso di raccontare la vicenda della morte di Ariana e del distacco tra Albus e Gellert anche dal punto di vista di Gellert, mi sembra perfettamente equilibrato e trovo anche che sia giusto che questa piccola raccolta si componga solo di queste due ff, l'una il completamento dell'altra proprio come Albus e Gellert sono il completamento l'uno dell'altro.
Purtroppo devo confessarti che non ricordo granché della morte di Ariana, del come e perché avviene e del motivo per cui adesso Gellert si trovi in Austria, quindi la mia recensione potrà sembrare lacunosa, però esprimo quello che ho provato leggendo questa storia. Ecco, in questa ff Gellert mi ha fatta sinceramente infuriare! Eh, sì, insomma, Albus sta soffrendo, è sprofondato in un abisso di depressione e disperazione e questo se ne sta in Austria a ubriacarsi e a vittimizzarsi, poverino, ha la bestia nel cuore, lui... Scusami se sarò brutalmente sincera, ma a questo punto tu mi hai fatto conoscere così bene questi personaggi e il loro rapporto che mi sento di parlare con loro come se fossero persone che frequento davvero! Gellert parla molto bene, usa dei gran paroloni, un destino a cui non si può sfuggire, un drago che lo divora da dentro, che lo strazia... beh, ma lui non ci prova nemmeno a combatterlo. Le parole tanto poetiche e appassionate che usa pensando a Albus restano lettera morta, l'amore per Albus è comunque meno importante della sua ricerca e dell'ambizione. E allora di cosa si lamenta? Nessuno gli ha imposto di cercare di conquistare il mondo, è una cosa che ha voluto lui e lui solo, non ha un padrone che lo comanda. In qualsiasi momento potrebbe voltare le spalle all'oscurità e tornare da Albus, ma non lo fa. Va bene, questo fa parte del personaggio, non sarebbe Gellert se non fosse così, ma almeno non faccia la vittima, perché è lui e lui solo la causa del suo male.
Insomma, credo che Gellert dovrà fare qualcosa per farsi presto perdonare, da Albus ma principalmente da ME!
E, come al solito, anche se arrivo sempre in ritardo, le tue storie mi incantano, mi coinvolgono e le sento tanto vere da emozionarmi e arrabbiarmi pure, spero di non essere stata troppo severa! XD
Tantissimi complimenti e un abbraccio, spero che le cose pian piano migliorino, ti sono vicina con il cuore, lo sai.
A presto.
Abby

Recensore Master
08/11/20, ore 14:44

Sono molto contenta di poter iniziare questa nuova piccola raccolta di storie, visto che sono rimasta molto indietro con le letture e ci tengo a leggerle pian piano tutte. Ho visto che hai postato questa particolare storia il giorno del mio compleanno e mi ha fatto piacere, anche se si tratta solo di una simpatica coincidenza.
E' un momento di totale oscurità per Albus e in questa storia hai fatto sentire tutta la sua disperazione, il vuoto, la solitudine, la mancanza di una via d'uscita. Albus sta affrontando la morte di Ariana e lo sta facendo da solo, Gellert non è con lui, non c'è nessuno a contenere il suo dolore, ad aiutarlo a uscire dall'abisso. E nella sua disperazione Albus cerca ossessivamente Gellert, lo cerca, lo desidera, ha bisogno di lui, di piangere e sfogarsi tra le sue braccia, di dimenticare ogni sofferenza e perdita nella passione, di tornare con lui nella bolla incantata del loro amore... E' angosciante immedesimarsi nel dolore di Albus e il modo incalzante in cui scrivi fa sentire ancora di più la sua assoluta disperazione, fa mancare il fiato.
Il finale, però, sembra regalare un soffio di speranza. In qualche modo Gellert è lì, è accanto a lui, l'unione delle loro menti e delle loro anime gli consente di essere comunque presente nella vita di Albus, solo che... in questo momento possono trovarsi solo nei sogni, mentre Albus avrebbe bisogno di una stretta concreta, di baci, di un amore vero e fisico, di una presenza solida accanto.
Una storia un po' diversa dalle altre, che esplora altri momenti della vita dei due amanti e che li vede separati. E' bello comunque che tu cerchi ogni volta di approfondire emozioni e sentimenti dei tuoi personaggi in situazioni diverse, anche molto difficili come questa. Non si rischia mai di annoiarsi con te e con Albus e Gellert, anzi ogni storia nuova che scrivi è una sorpresa, un nuovo modo di vederli e raccontarli. Sei bravissima e piena di idee e passione per la tua bellissima coppia.
A presto!
Abby

Recensore Master
13/07/20, ore 19:05

Ciao tesoro! Avevo letto iL precedente capitolo eoni fa e non potevo non concludere questo tuo dittico con questo capitolo introspettivo e un po’ paranoico, semi passi il termine, di Gellert.
Capisco il suo dolore, la fatica di andare avanti senza la luce splendente di Albus al suo fianco, si butta via, fa di tutto pur di non pensare...
Anzi in realtà pensa fin troppo, altrimenti la bestia, il drago di cui parla non sarebbe nemmeno nella sua immaginazione. Ha un demone interiore che lo tormenta, ma illuminami, è solo per la solitudine o questo cela qualche altro motivo che io non so?
È sempre per la mia ignoranza sui personaggi che te lo chiedo e forse mi è sfuggito qualche passaggio di questa ambientazione... è per Ariana? O c’è dell’altro? Perché Gellert soffre in tal modo?
Comunque hai reso molto molto bene quel senso di angoscia, smarrimento e dolore che lui sente. Talmente tanto da tenersi compagnia coi suoi stessi incubi per non sentire il vuoto lasciato da Albus...
Bravissima, come sempre complimenti!
Ah io adoro quella canzone di Sting <3
Un abbraccio tesoro!
A prestissimo.
Mi erano mancate le tue parole e le tue descrizioni così particolari e così vivide, perfette...
Tua
Ladyhawke83

Recensore Master
05/05/20, ore 17:29

ehmm da dove comincio??
io direi da una mrea di scuseeeeeee per il ritardo asronomico, chiedo venia ma ho avuto una settimana di fuoco, lockdown o no XD
mi sembrava doversoso continuare lo scambio con questa.
Io sono innamorata delle citazioni che fai, sia che le conosca o meno, della poesia che si respira nei tuo scritti, nessuna parola è mai buttata lì a caso.
Di come coinvilgi il lettore senza raccontare chissà che storia ricca di avvenimenti, azioni, colpi di scena, dialoghi o avventure, no... solo con l'introspezione, ma calibrata in un modo divino.
Lo sai che mi sono ingannata più volte su chi parlasse?
All'inizio vedendo il modo 'ringhioso' in cui reagiva a tuto ho pensato 'è Gelelrt'
e poi quel Mein Blau, così Nordico awww
Poi però era lì che si struggeva piangeva il suo angelo caduto, pugnale, vampiro ... wtf? ho pensato 'allora è Albus che sta parlando di Gelelrt'

e invece no , mi hai fregato di nuovo ... ma mi è piaciuto un sacco, la descrizione della bestia che ha dentro e che è la sua forte di sopravvivenza...
e poi la frase finale?
prfezione, c'è poco da dire, si vede che questi due ti appassionano proprio.
alla prossima <3

Recensore Master
25/04/20, ore 12:21

Ciiaoo cara, perdona il ritardo ma eccomi per lo scambio, ero curiosa di leggere qualcosa di tuo e finalmente ho visto animali fantastici 1 e 2 e ho CAPITO perché è nata questa ship 😍😍
Di Gellert è più difficile dirlo..ma il giovane Silente è cooooosiì innamorato di lui che è una cosa imbarazzante. E tu lo hai trasmesso benissimo, la sua ossessione disperata, con questo linguaggio e questo stile così poetico (ma i versi all'inizio?sono tuoi? Wow) e quest'introspezione pazzesca.
Il mio momento preferito è quando li vede nell'oscurità e in quell'oscurità lui vorrebbe darsi piacere, ricordandolo, ma senza di lui non può, non è la stessa cosa...molto, davvero molto significativo.
Saranno anche solo 815 parole, ma hai trasmesso un mondo 🤩🤩🤩
Bravissima, spero di aver occasione di scambiare ancora..sbaglio o nelle note hai detto Rumbelle?😍😍😍😍

Recensore Master
12/03/20, ore 10:33

Cara Padme,
ogni volta che ti leggo ritrovo il piacere di perdermi nelle tue righe, dove ogni parola pare una perla che contribuisce a creare una collana di significati, di headcanon, di richiami profondissimi a scrittori come Pavese. In questa shot sofferta Gellert si fa la domanda delle domande: a cosa serve il potere se non si ha nessuno con cui dividerlo? In giornate come queste dove l’isolamento pesa sulla maggior parte di noi, il punto di vista del mago ci sembra quanto mai più vero. Grindewald è ancora molto giovane in questa shot e tenta di affogare nella birra e nell’alcool in generale la scelta di separarsi da Albus. Non ci riesce e cerca di dimenticare accompagnandosi a compagni di bevute che gli permettano non di dimenticare Albus, è impossibile, bensì di cercare di soffocare momentaneamente quel pensiero martellante, quella nostalgia che non lo abbandona mai, nemmeno mentre è in compagnia. Domina il rimpianto per quello che avrebbero potuto essere, la consapevolezza di ciò che sono (indistricabili, anime gemelle, anime connesse eternamente), la percezione di rimanere sconfitti da un sentimento che avvolge e trascende.

I richiami al drago fanno pensare sia al ciclo arturiano che all’iconografia che grazie a te associo a Gellert, quella, appunto, del drago contrapposto alla fenice, mentre l’implorazione alla divinità, anzi, alle divinità, ha un sapore ancora più disperato e totalizzante. Essendo Gellert di origine tedesca il suo richiamo è al pantheon germanico, secondo un tuo headcanon (lo specifico, è tuo ed è un’invenzione bellissima) che richiama i corvi di Odino. Tuttavia viene evocato anche il diavolo che associa sia Gellert al grande villain che sarà rispetto all’amante amato Silente, che sceglierà invece il bene supremo e richiama a un contesto più strettamente cristiano. Ciò è una studiata evocazione che rende più disperata la riflessione mentale, fatta a un Albus assente, di un Gellert che pur non ripesandoci si chiede qual è il prezzo delle sue scelte, riflette su un’assenza che mette in risalto il bisogno di avere accanto la propria anima affine, quella capace di dare un senso anche alle nostre azioni.

Per finire, c’è l’attrazione anche fisica, che si unisce in questa coppia alla squisita connessione mentale: Gellert non brama solo poter discorrere con Albus, non è solo vittima della sua intelligenza e del suo carisma potentissimo, ma anche del suo corpo, in un desiderio intrinseco di nostalgia che si acuisce proprio la notte, quando si rimane accanto ai propri pensieri e desideri, sogni e necessità si ingigantiscono. Ammiro profondamente la tua capacità di raccontare di loro in modo così vero, mettendo a nudo la tua e la loro anima. Un abbraccio fortissimo, leggerti è curare l’anima.
Con immensa stima e affetto,
Shilyss :)

Recensore Junior
08/03/20, ore 09:59

Ciao :)
Era da un po'che volevo fare un salto dalle tue parti e ho pensato che fosse il momento adatto.
Come sempre ti trovo in forma e come sempre adoro come sai utilizzare immagini poetiche per descrivere le emozioni. E' una dote che ti invidio molto.
Anche l'idea del dittico è molto bella e rende giustizia ad entrambi i personaggi.
Complimenti come al solito, Padme :)

Recensore Master
29/01/20, ore 12:45

Cara Padme,
Finalmente ce l’ho fatta a recensire questa perla! **

In una parola, è bellissima. Amo particolarmente Pavese perché ho avuto modo di leggere i romanzi, il diario e le raccolte di poesie e devo dire che mai come in questo scritto hai saputo raccontare la forza e il dolore che caratterizzavano l’opera di Cesare e il suo sentire, la sua sensibilità. Stilisticamente c’è molto di lui e della pacata quiete con cui scriveva i suoi versi che rivelano, in verità, tempeste di sentimenti e di emozioni spesso incomprese. Qui c’è Albus come protagonista. La sua immagine sempre luminosa si unisce e cerca virtualmente quella, attualmente distante ma perennemente presente, dell’alto sé, dell’anima gemella, del bredhu, del “fratello” che riporta a certi meravigliosi pezzi del Cantico de’ Cantici dove la persona amata viene definita come sorella/sposa/amica/amante e il termine di fratellanza indica (ovviamente) non un legame sanguigno o similare a esso, ma l’essere, platonicamente l’altra parte della stessa mela. Albus si sente isolato, nel suo nuovo incarico. La tragedia di una morte angosciosa perché accaduta a una sorella di cui doveva avere cura e la lontananza anche dalle persone che non si sono rivelate come dovevano essere contribuisce a rendere ancora più angst questo dialogo a senso unico muto, ridondante, sì, ma come solo i pensieri umani sanno essere.

Pur essendo addolorato, il tuo Albus rende perfettamente l’idea di quello che sarà un pilastro del mondo magico per ancora molti anni. È fiero, è sicuro di sé e ha le spalle abbastanza grandi per sopportare il dolore, anche se umanamente sente il bisogno (anche fisico e maschile) di avere accanto a sé l’uomo che ama. Nei momenti di dolore trovare consolazione nei rapporti più forti che instauriamo nelle nostre esistenze è un po’ come seguire la stella polare quando si è in mezzo al mare. Un modo per orientarsi e ritrovare sé stessi. Di Albus apprezzo l’onestà intellettuale e la chiarezza di pensiero che contraddistinguono tutta la flash, ma in modo particolare quel riconoscere che il mondo sentimentale inizia e finisce con Gellert. Poi, certo, c’è il resto – un lavoro che è una missione, che è dedizione, intelligenza e comprensione, che è una scommessa per il futuro, ma per ora ci sono (ed è quello che serve dopo una perdita così grave e tanto straziante) la meraviglia e il miracolo di due anime connesse, di due cuori che, citandoti, battono all’unisono. È stupenda e leggerti è un piacere, oltre che un onore.
Un abbraccio,
Shilyss

Recensore Master
28/01/20, ore 23:45

Mon amour *__*
Sai quando finisci di leggere e sospiri innamorata? Sai quando chiudi un libro bellissimo e te lo appoggi sul cuore? Ecco, io avrei fatto questo, se avessi avuto tra le mani questo scritto. Lo avrei appoggiato sul cuore, come ad inglobarlo nella mia anima.
Gellert e Albus sono talmente nella tua carne, nel tuo sangue, che quando li si legge così, disperatamente innamorati, non si può far altro che aver paura di romperli. Dedichi loro una delicatezza che è innata, tua, solo tua... di nessun altro. Ti affacci nella finestra del loro essere e ne scrivi la loro poesia d'amore.
Eppure questo Gellert è la sofferenza nella più forte delle rappresentazioni. Un Gellert annichilito dall'alcool e dai ricordi e, inesorabilmente, dalle occasioni perse. Albus è la sua parte uguale e diversa, che vuole disperatamente e che non può avere accanto, ma è sempre lì, nei suoi pensieri. La dolorosa descrizione dei suoi pensieri uccide. Fa quasi rabbia il pensiero di un amore sconfinato, impareggiabile, indefinibile da qualunque essere umano, e sapere che non può bruciare senza che ci si strugga dentro.
Una bestia feroce ha fatto il nido nei recessi più nascosti della mia coscienza
Ho letteralmente adorato questa figura, questa descrizione... l'ambizione di conquista che non ha senso, senza l'altra metà vicino. Qualsiasi cosa, anche la più perfetta e bella, perdono valore, bellezza, fascino di fronte alla mancanza di ciò che più amiamo e che ci tiene in vita.
Riesci sempre a descrivere l'amore nella sua disperazione più dolorosa; perché l'amore è anche questo, ma non è semplice saperlo descrivere come fai tu, intrecciando parole che sono pregne di emozioni, di dolore. Che ricordano momenti che non si vogliono dimenticare, anche se disintegrano dentro e a cui non si vuole pensare per non sprofondare nel mare nero dell'assenza.
L'attenzione poi nei riguardi della notte, di quanto questa porti sempre un marasma di pensieri, di immagini; flussi di troppe emozioni che non si placano, ma esplodono come una bomba, e non fanno dormire. Che svegliano la bestia, quella che desidera ma senza un briciolo di razionalità. Che rende violenti contro la propria psiche e riempie la testa di domande, di come poteva essere e invece non sarà. Dio, che dolore immenso al cuore...
Tesoro che altro dirti? Che altro posso dire? Mi prendi il cuore e lo stringi forte. Fa male e bene, come l'amore ♥ E tu, d'amore, ne parli sempre come ciò che è per questi due: necessario, vitale, fragile e mortale.
Tutti parlano d'amore, pochi lo fanno così bene ♥
Non ti fermare, o ti picchio!
Alla prossima, mon amour.
Miry

Recensore Master
22/01/20, ore 18:45

Cioè, vabbè, no, aspetta che mi riprendo... e io che sono passata di qua così pensando a qualcosa di leggero...
Eh no, dovevi avvisarmi tesoro, certe cose così a tradimento non si fanno ! :)
Scherzo, ovviamente... certo non è una lettura allegra, ma, perché c’è sempre un ma... l’ho trovata vivida e forte in maniera spiazzante.
Dal modo in cui hai descritto il tormento di Albus ci ho visto ogni dettaglio, ogni crepa, ogni pensiero, ogni dolore.
Sta male, si sente e si vive, eppure cerca d’essere gentile, sorride cortese, ma è solo una maschera...
Ora, io ricordo che tempo fa mi spiegasti della morte della sorella Ariana, da che ho capito qui, Albus e Gellert si sono divisi?
Però non capisco, mia ignoranza, il riferimento di Albus agli amici traditori...
Ad ogni modo ho apprezzato molto alcuni passaggi, tra cui il più evocativo, per me, è questo:

“ Sei il desiderio immutabile che secca il sangue, morde le vene e tritura le ossa.
Sei il grido che non posso – non riesco, non voglio – soffocare.
Sei l’eterno rimpianto, il rimorso bruciante, il dolore che non concede tregua – sei la rabbia, la paura, la colpa.”

Sembra che qui il dolore che prova Albus abbia una sua dimensione, sembra quasi un’entità distinta da lui e che lo tortura nel pensiero di Gellert, ce lo inchioda lì.
Sembra che qui non ci sia spazio per la ricongiunzione, come se tutto fosse spezzato, rovinato dalla rabbia e dalla “colpa” appunto.
Però è così poetico il modo in cui esprimi il suo sentire sia sul piano fisico e mentale.
Lo abbraccerei Albus se potessi, spero tu abbia per lui in serbo qualche frammento di luce e di gioia...
Complimenti cara!
Un inizio anno nuovo col botto!
Sono sempre felice di vedere che trovi ancora tempo e modo di regalarci questi piccoli frammenti di eternità su carta...
A prestissimo
Ladyhawke83

Recensore Master
21/01/20, ore 18:14

Mmm mmm... ti dirò... Questa volta, pur avendo capito subito che si tratta di Gellert, ho faticato a riconoscere il personaggio.
Il momento è sicuramente particolare, ma leggerlo così mi ha disorientata.
Credo che in parte sia l'ambientazione: insomma, Geller che beve e si ubriaca in un locale che immagino tipo La Testa di Porco, assieme a soggetti che mi sono raffigurati degni del vecchio Aberfort... non ce lo vedo.
Eppure è possibile in questo momento.
Nell'ultima parte, in quel "A che scopo conquistare il mondo, se non posso donarlo a te?" è pienamente lui. Questo è un dolore che mi è più familiare.
Va da sé che è comunque scritta bene e godibilissima. Tra l'altra mi ha portata a riflettere su una cosa che ancora non avevo considerato (e che, anzi, nel secondo film, mi pare, avevo trovato strana e stonata): il drago.
Fermo restando che mi rifiuto categoricamente di immaginare un drago cinese, c'è comunque una lunga tradizione legata al drago e alla fenice, e non ci avevo mai pensato fino a questa tua storia.
Alla prossima. ^^

Recensore Master
20/01/20, ore 09:39

Ciao!
Come sempre, avrebbe avuto più senso prima passare dall'ultimo capitolo di "Mio Blu", ma quando ho trovato questo aggiornamento fra le pagine degli autori seguiti, non sono riuscita a resistere.
Questa storia, come sempre, è un pugno emotivo: il modo in cui riesci a scandagliare l'animo umano e a rappresentare il dolore, la perdita, l'assenza distruttiva di un amore che, nonostante le circostanze, non riesce davvero a finire, mi lascia sempre senza parole.
Ho trovato poi particolarmente calzante rendere la raccolta un dittico, descrivere uno stesso momento dando spazio ad entrambi i poli di questo amore disperato.
Credo che le loro reazioni, tanto diverse, eppure tanto simili nel dolore e nel vuoto che resta, e che non si può colmare, nonostante la distanza (fisica, e non solo) siano perfettamente calibrate, e in grado di mostrare molto bene il loro diverso reagire.
Il finale, poi, con quel A che scopo conquistare il mondo, se non posso donarlo a te? è straziante, soprattutto se si pensa a come andranno in seguito le cose, a quanta distanza si insinuerà tra loro.
Come sempre, la tua scrittura è poesia in prosa, e io resterei ore a rigirarmi in bocca ogni frase.
Ti faccio davvero i miei complimenti, e ti chiedo scusa per la rapidità di questa recensione.
Spero di leggerti ancora presto!

Recensore Master
19/01/20, ore 00:34

Riesci sempre a stupirmi, ogni volta che scrivi su Albus e Gellert.



Il loro desiderio spasmodico di vedersi a tutti i costi, fa capire quanto si amano nonostante tutte le avversità.



Ed è questo, quello che mi stupisce.


Il come riesci a tratteggiare tutto, con eleganza e armonia.



Ti faccio, i miei più sinceri complimenti.



Ottimo lavoro, e a presto... 😍

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