Recensioni per
Il viaggio del viandante
di Estel_naMar

Questa storia ha ottenuto 59 recensioni.
Positive : 59
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/07/21, ore 19:10
Cap. 1:

Ciao, come te sono rimasta affascinata abbastanza recentemente dalle storie più brevi - e dalle drabble in particolare - quindi sono stata particolarmente felice di leggere questo tuo primo, meraviglioso tentativo.
Partirò dal titolo, perché lo trovo particolarmente affascinante e intrigante: io sono solita avere difficoltà con la scelta dei titoli, quindi rimango sempre colpita quando ne trovo di poetici come il tuo. Adoro poi la tematica del viaggio che, mi pare di intendere, farà un po’ da filo conduttore in questa raccolta e quindi sono impaziente di scoprirne di più e vedere come la svilupperai nei prossimi capitoli.
L’immagine del protagonista che cammina con il nonno è meravigliosa e particolarmente evocativa e dà l’idea di un qualcosa che l’uomo porterà sempre con sé, un ricordo a cui aggrapparsi anche nei luoghi e nei momenti in cui si troverà più distante da casa.
Mi è piaciuta tantissimo la tua scelta di citare il titolo della storia sia all’inizio che alla fine delle drabble, conferendo allo stile della stessa una sorta di struttura a cerchio, in cui tutto ritorna, e in cui il protagonista può aspirare a fare ritorno ai luoghi a lui cari - dopo aver concluso il suo periodo, e il suo percorso, da Viandante.
Lo stile che ti contraddistingue è lievemente poetico, eppure diretto, e riesce a trasportarci nelle avventure dei tuoi protagonisti come se le stessimo vivendo al loro fianco.
Spero di poter proseguire presto nella lettura, perché sono rimasta davvero affascinata.
Alla prossima,
Francy

Recensore Master
09/07/21, ore 15:55
Cap. 1:

Cara Bongi!
Ho letto tutte i tuoi lavori più recenti, ma visto che ci tenevo a lasciare un piccolo segno del mio passaggio anche qui, ho pensato di leggere questa piccola raccolta. E mi piace anche l’idea di utilizzare delle parole dal doppio significato (amo sempre particolarmente questi giochi retorici nient’affatto semplici). Qui vediamo una scena bucolica che non poteva non farmi pensare a Il vecchio e il bambino di Guccini, ma anche al percorso umano inteso come dell’umanità. In fondo, cosa siamo noi se non viandanti, pronti a lasciarci prendere per mano dalle vecchie generazioni (il nonno), a sfiorare con le dita le spighe mature fissando l’orizzonte (la vita, il viaggio di cui non conosciamo il termine, oserei dire per fortuna). In questo senso il viandante percorre un miglio inteso sia come unità di misura che come cereale che si inserisce perfettamente in questo campo rigoglioso, con tutti i significati più o meno reconditi legati al nutrimento, alla coltivazione eccetera. Insomma, nelle drabble riesci benissimo esattamente come nelle storie più lunghe e ora, dato che ho un altro minutino libero, passo pure sul prossimo capitolo **!
Un abbraccio e a presto,
Shilyss

Recensore Master
26/12/20, ore 21:34
Cap. 1:

Ciao :-)
In effetti le drabble sono particolarmente difficili da scrivere, ma posso essere delle piccole perle.
Sembra un progetto interessante: il viandante è un personaggio molto interessante e carico di tradizione. La prima tappa del viandante sembra essere la memoria: il campo di miglio percorso con il nonno. Non se poi me lo sono immaginata...
Buon Natale (anche se un po' in ritardo) e buon compleanno! 😘
A presto,
Carme93

Recensore Master
16/11/20, ore 19:53
Cap. 1:

Eccomi qui, visto che ho mancato una recensione ho deciso di percorrere questo viaggio insieme al viandante. Hai uno stile molto musicale ed evocativo che mi piace molto. Essendo la drabble un componimento molto breve ti faccio i miei complimenti per essere riuscita a condensare in poche parole una ministoria che é già interessante di per sé
(Recensione modificata il 18/06/2021 - 06:23 pm)

Recensore Veterano
13/11/20, ore 09:53
Cap. 1:

Ciao cara! Eccomi qua a passare per lasciarti la recensione dello scambio ABC dal gruppo facebook "Il giardino di EFP". Allora, la tua raccolta di drabble mi affascina molto, quindi andrò con ordine e ne recensirò almeno tre perchè essendo componimenti ristretti non mi sembra giusto limitarmi solo al primo!
Ovviamente, l'ho do quasi per scontato dato la tua bravura, non ho trovato refusi di grammatica o lessicali. Non è scontato dato le storie che si vedono in giro, ma per te lo è perchè mi sembra di capire che sei una capace in ciò che fai. 
Vorrei subito concentrarmi sulle sensazioni che mi ha dato questa prima drabble. L'ho trovato di una particolarità affascinante, mi sono sentita subito trasportata nei luoghi da te descritti, cosa che ti è riuscita benissimo nonostante il poco spazio a disposizione. Mi è sembrato proprio come se tu stessi dipingendo sulla tela il miglio, mi è sembrato di vedere le spighe toccate con le dite, i chicchi illuminati dal sole, mi è sembrato davvero di essere trasportata in un quadro impressionista. 
Ho amato, più di tutti il riferimento del nonno. Chiunque sia affezionata alla figura dei nonni avrà sentito una morsa al cuore leggendo quella parte, perchè i nonni sono espressione di un passato che non ritorna, ma che viene narrato da voci sconnesse e oggetti dentro l'armadio. Il fatto che quel luogo sia stato percorso con il nonno, lo rende più speciale, intriso di ricordi, di storia, di momenti. Scalda il cuore a livello affettivo. 
Mi sembra di capire che questa prima drabble è l'inizio di un viaggio, un viaggio di cui non sappiamo assolutamente e niente (e forse lo stesso viandante non è effettivamente a conoscenza di tutte le tappe, se non quella finale). Allora istintivamente vengo accolta da delle domande precise: qual è la destinazione? Chi è il viandante? Forse sono io? Non io persona, ma io come lettrice, o forse tu scrittrice che stai percorrendo insieme a lui un viaggio dentro te stessa. Per saperlo, probabilmente devo andare avanti con la lettura, ma già qui voglio farti i complimenti per la tua scrittura leggiadra, in punta di piedi, diretta ma astratta. Ti da proprio la sensazione di essere cullata, trasportata, tra quei chicchi e quelle spighe, con un sole pallido che ti bacia la pelle secca. Davvero suggestivo.
Bravissima!
A tra pochissimo, che vado nel prossimo capitolo!

Recensore Master
17/10/20, ore 00:53
Cap. 1:

Buonasera cara, che piacere trovarmi qui dopo qualche tempo: sono pronta per poter leggere la prima fic del tuo ultimo progetto, già rapita dalle parole presenti nello specchietto della storia. Sono assolutamente colpita dal concetto stesso che hai utilizzato per costruire questo tuo lavoro: il titolo della raccolta di per sé è musicale, ma non solo, anche la scelta della parola per la composizione della drabble ha un ruolo preciso, ruolo che mi è parso subito chiaro alla conclusione della lettura. Da ciò che ho capito dalle note, il tuo non è solo il viaggio presente all’interno della fic stessa, ma anche quello che si muoverà con le prossime fino alla chiusura del tutto.
Già è piacevolmente complesso come percorso scelto, se poi ci accosti anche una parola dal doppio significato come prompt, di cui sviluppi entrambi in modo coerente… beh, mi hai catturata doppiamente, sappilo.
Hai un modo di scrivere poetico, musicale, che ha un ritmo lento e quieto, quasi senza tempo, il che rende la lettura piacevole e scorrevole. Utilizzi una terminologia adatta a questo tuo ritmo di scrittura, che si sposa perfettamente con il tipo di immagini quasi oniriche che si sono formate nella mia testa. Non vedo l’ora di poter continuare con la lettura di questa tua opera, è stata una scoperta davvero piacevole. Alla prossima cara, buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Master
07/10/20, ore 17:43
Cap. 1:

ciao, carissima, eccomi qui da te e da questa raccolta, che ammetto mi aveva davvero incuriosita e che non vedevo l'ora d'iniziare.
Io non sono una persona sintetica (nella scrittura, nel parlato invece lo sono, e molto), ho bisogno del giusto spazio per dire le cose, mi dilungo, mi prendo tempo, quindi inutile dire quanto mi mettano in difficoltà le drabble (ne ho scritte molte, per diletto e per sfida personale, a dire la verità, anche se non le ho mai pubblicate e le tengo per me), quindi ammiro sempre tantissimo quegli autori che, come te, si accostano a questo tipo di componimenti e riescono a dire tantissimo in così poche parole e a trasmettere altrettanto.
Questo testo, in particolare, è ricchissimo di allegorie, di sfumature e di ambivalenze. C'è davvero tanto, tanto da dire, ma cercherò di andare con ordine.
Innanzitutto, abbiamo il piano materiale del componimento, quello puramente visivo di questo campo di grano, di una campagna descritta efficacemente e che rimanda a taluni ambienti bucolici (mi viene da pensare, per l'appunto, alle Bucoliche di Virgilio), che per loro natura donano un senso di pace e di tranquillità, di ameno, ma anche di malinconia, come se si stesse osservando qualcosa di caduco, come se quella bellezza non fosse eterna e fosse destinata a rompersi e spezzarsi da un momento all'altro. In questo tuo componimento, questa caducità si sente più forte che mai, complice anche la tematica trattata, quell'accostamento alla vita e alla sua fine. Inoltre, siamo in autunno, la stagione per eccellenza dove tutto muore e sfiorisce, in preparazione di quello che è l'inverno, per poi sorgere a nuova vita in primavera. Si tratta di una stagione di passaggio, dove la bellezza della natura appassisce, e ha un certo suo fascino in questo morire. Ecco, questa melanconia si riscontra tra le righe di questo scritto e mi ha stretto davvero il cuore. È un commiato, bellissimo, ameno e bucolico, ma pur sempre un commiato.
Passando al piano introspettivo, come sempre il tuo tocco si sente, sia nello scritto che nel modo in cui riesce a presentare le introspezioni dei personaggi, la loro interiorità e il loro mondo. Riesci a far entrare il lettore nella loro mente con naturalezza, riesci a farlo essere loro e ne sei stata in grado anche in una storia così breve. Subito, noi siamo il protagonista, siamo il suo sentire, siamo il viaggio che percorre, i ricordi che rivive. Siamo lui e per questo possiamo sentire il suo struggimento, di nuovo questa malinconia portata dai ricordi di ciò che è stato, dalla consapevolezza di ciò che sarà. Ed è inutile dire quanto io adori tutto questo e il modo in cui tu sai rendere le introspezioni. Tanto di cappello a te e davvero complimenti per questa tua qualità che è cosa ben rara.
Altra cosa che salta subito all'occhio e che ho davvero adorato è la dualità della parola "miglio": essa indica sia l'unità di misura sia la spiga di grano, in questo duplice significato che si va a fondere e confondere nell'ultima frase, dove il miglio che il protagonista percorre con mano è quello della spiga di grano (in un'immagine davvero meravigliosa e suggestiva), ma anche quello della strada che sta percorrendo, che viene a essere la strada della vita. Un miglio che riesce a vedere e toccare e che è sia interiore che esterno. Siamo in un campo di grano, ma siamo anche in una strada che il protagonista sta percorrendo, così come l'ha vista percorrere tante volte anche a suo nonno, suo nonno che alla fine di quella strada c'è arrivato, mentre lui può solo immaginarne la destinazione. Ed, ecco, dunque di nuovo una dualità: la strada è sia quella di campagna che quella della vita, il cammino esistenziale che tutti ci troviamo a percorrere, miglio dopo miglio, conoscendone già la meta, ma non quello che c'è in mezzo.
E poi c'è la magia che il protagonista riesce a percepire con chiarezza intorno a sé. Quella magia che, quando siamo bambini, crediamo avvolga ogni cosa intorno, ogni aspetto dell'esistenza, e che in un luogo così ameno doveva sembrare ancora maggiore per i suoi occhi di bambino. Passeggiava con suo nonno e vedeva la magia intorno, la ritrovava nella primitività della natura, nelle spighe dorate del grano che oscillavano al vento, la ritrovava in ogni cosa e quel ricordo è ancora vivido in lui, così vivido che ancora può sentire quelle sensazioni, ancora può ritrovare quella magnificenza nei luoghi che lo circondano. Può ancora sentire quello stupore di fanciullo nel paesaggio intorno a lui, un paesaggio che ora guarda in maniera diversa, con occhi più conapevoli, da adulto. Ma sembra anche dire di non lasciar morire quella parte di sé che è bambina, perché nel lungo viaggio della vita si ha bisogno anche di quella, forse più di qualsiasi altra cosa. Il protagonista cammina tenendo per mano il sé bambino e la consapevolezza di dove il suo viaggio lo porterà, ma è sereno. Melanconico, ma sereno.
Una storia davvero struggente, questa, che riempie il cuore di quiete e trasporta nel ricordo, nel pensiero del futuro che si mischia al passato, in un presente che è sempre in divenire, in movimento.
Spero davvero di non essere andata troppo fuori strada con l'interpretazione di questo tuo scritto, che ho davvero amato moltissimo. L'ho letto per ben tre volte, solo per il piacere d'immergermici ancora. Hai creato delle immagini davvero evocative e suggestive e hai trasmesso tanto. Hai creato una piccolo, godibilissima, preziosa perla.
Un abbraccio e a presto :)

Recensore Master
25/09/20, ore 10:40
Cap. 1:

Ciao, eccomi per lo scambio.

Incantevole! La criticità delle drabble sta nella loro breve lunghezza e non tutti riescono a esprimere un concetto così denso di poetico spessore in così poche righe: tu ci sei riuscita in pieno. Adoro questo genere di introspezioni, come tu riesca a cogliere e spiegare la meraviglia dello sguardo umano che si posa sulla natura, dando spessore alle memorie passate e la grandiosità del creato e del cuore umano, con le sue variegate sfaccettature. Un miglio: un percorso che nella sua interezza, passo dopo passo, racconta una storia bellissima!
Essendo una Drabble, mi prendo la licenza di leggere anche l'altra che hai consigliato, mi sembra il minimo.
Tea.

Recensore Master
18/09/20, ore 22:44
Cap. 1:

La prima volta che scrivi drabble? Mi sembra decisamente un esperimento riuscito!
Hai reso molto bene la sensazione di libertà che la voce narrante trova nella natura, in un contesto che lo avvicina a ricordi familiari.
Complimenti davvero!

Recensore Master
23/08/20, ore 20:42
Cap. 1:

Ed eccomi qui per lo scambio del giardino.
Una raccolta di drabble tutte collegate tra loro, con un unico tema: il viaggio verso un unico post chiamato Miglio, il perché non ci è dato saperlo l'unica cosa che sappiamo è che questo viaggio deve essere fatto e chissà forse alla fine di tutto queste persone si incontreranno alla loro meta e solo allora scopriremo il vero motivo.
Lo stile è scorrevole con un tono assai poetico e anche a tratti malinconico, ma davvero bello che ci sta tutto ** non ho notato errori grammaticali o di battitura quindi perfetto.
Ti faccio i miei più sinceri conplimenti, continua così e alla prossima ciaoo.

Recensore Master
19/08/20, ore 12:59
Cap. 1:

Ho deciso di approfittare del mio momento libero per fare un salto anche qui e affrontare anche questa piccola raccolta di drabble.

Per me sono uno scoglio particolare le drabble, perché ho sempre troppo da dire, troppo da raccontare, troppo da descrivere e rendere tutto in poche parole è una sfida che ancora non mi sono sentita di affrontare (e non credo la affronterò mai). Per cui provo sempre profonda stima per chi riesce a utilizzare questo espediente narrativo riuscendo a comunicare tutto quello che deve comunicare.

In questo primo "capitolo" mi sono sentita catapultata in un posto di cui ho letto in molti libri di letteratura italiana di carattere "bucolico" (ad esempio mi vengono in mente "Fontamara", di Ignazio Silone o - per citarne uno più recente - "Io non ho paura" di Niccolò Ammaniti), in cui la prima descrizione grafica che abbiamo è quella del cielo (che sia azzurro o pieno di nuvole, poco importa) e del giallo del grano, nei cui campi i protagonisti si muovono.

Credo che il punto di forza di questa drabble sia proprio l'immagine forte e potente che ci regala, di un campo che il viandante ha percorso tante volte da bambino con il nonno; mi è piaciuto molto l'utilizzo della parola "miglio" per indicare la distanza e per indicare il grano.

C'è quasi qualcosa di poetico.

Nei prossimi giorni cercherò di leggere anche le altre drabble (sempre che la vita non mi risucchi di nuovo e sparisca per un altro paio di mesi).
Complimenti e a presto.

Saeko

Recensore Veterano
18/06/20, ore 11:04
Cap. 1:

Ciao, finalmente riesco a passare da te perdona il ritardo!
Non mi capita spesso di leggere drabble, ma ormai posso dire di conoscere la tua penna ed ero molto curiosa di vederti all'opera! Trovo che l'idea in sé sia molto carina, mi piace in particolare l'utilizzo di termini con un doppio significato, amo quando un autore riesce a giocare con le parole, soprattutto perché la lingua italiana è così ricca di diverse sfumature da fornire un mondo di spunti davvero interessanti.
Il tema del viaggio è ormai un vero e proprio topos in letteratura, ma riesce sempre ad affascinarmi, come pure l'immagine di un personaggio misterioso che nel suo peregrinare semina vari scenari e frammenti di vita qua e là lungo il suo cammino. L'ho trovata un'immagine molto potente, così come quella di questo campo di miglio alle luci del tramonto, che il nostro narratore si accinge a percorrere, cogliendo l'occasione per rivangare momenti della sua infanzia. Le parole scorrono fluide e creano immagini suggestive, come quella di questo bambino che, accompagnato dal nonno, sfiora con le dita le spighe... ed ecco che nella mia testa parte "Now We Are Free" e mi teletrasporto nella Spagna del II secolo insieme a Massimo Decimo Meridio...Ok dai, a parte gli scherzi XD
"Intorno a me, la magia è l’unica cosa che ancora riesco a percepire con chiarezza" ed è davvero uno scenario magico quello che si apre davanti ai nostri occhi e penso che tu sia riuscita a cogliere tutta la poesia e la bellezza di questo momento di immersione nella natura. Bello, bello davvero, non posso che farti i complimenti!
Sicuramente proseguirò con la lettura di questa raccolta, secondo me dai il massimo in questo tipo di racconti!
A prestissimo! :*

Zob
(Recensione modificata il 18/06/2020 - 11:07 am)

Recensore Master
17/06/20, ore 15:16
Cap. 1:

Ciao, finalmente giunto pure io per lo scambio del Giardino.
Ho impiegato più del previsto, ma non è stato facile ritagliarmi un'oretta per recensire, nonostante la storia l'avevo letta praticamente subito, appena hai accettato. Ma preferisco sempre recensire con cura e attenzione, al massimo delle mie, seppure limitate, capacità.

Allora il titolo mi piace, è semplice, nella sua formula soggetto+complemento banale ma sinceramente è la formula che mi piace di più e che anche io prediligo (quindi quel banale non è una critica, assolutamente), perché è quella che nell'accostamento più breve riesce anche a essere non soltanto diretta ma piena di sfaccettature, che a volte si comprendono, e forse mai tutte, soltanto a fine storia. Mi rassicura in un certo sempre e mi conquista sempre. In questo caso poi, mi è piaciuto molto il gioco di parole tra "viaggio" e "viandante", la ripetizione della stessa radice dona una musicalità che sembra contrarre il titolo, abbreviarlo ancora di più.
Ho notato poi che sei stata brava anche con l'introduzione. Sul sito mi è capitato più spesso di imbattermi in introduzioni poco curate o prive di un tono; la tua invece mi è parsa non solo accattivante ma professionale. Non manca di nulla. Hai presentato il tipo di raccolta e hai aggiunto anche un'anticipazione del testo (mi par di capire che lo sia la parte in corsivo) per dare anche prova della tua scrittura. Ed è da questo che ho notato cura, attenzione, e anche bravura. Mi è piaciuto ciò che ho letto, a primo acchito posso affermare che padroneggi molto bene la scrittura, che il tuo stile sembra vario, ricco e ben strutturato, con un'impronta decisa.
Ma tornando un attimino a titolo e introduzione, ciò che mi hanno presentato in maniera chiara mi ha attratto tantissimo. Si presenta un lavoro che vuole trascendere il solo racconto, ma più che un viaggio fisico, sembra molto introspettivo, sensoriale, esistenziale. Questo doppio viaggio mi affascina per la sua profondità - adoro lavori di questo tipo - e mi ha catturato subito per la metafora del campo di grano.

Come ti preannunciavo, mi è piaciuto il tuo stile, o comunque quello che hai attuato in questa drabble. Aiuta il fatto che non ho trovato il minimo errore, motivo per il quale faccio sempre complimenti (invidio gli autori che riescono a trovare tutti i propri refusi, i miei si moltiplicano).
A piacermi, innanzitutto, è stato il doppio significato del sottotitolo e il doppio senso in cui usi la parola "miglio": non solo per la distanza, ma anche come particolare tipo di spiga. Ho trovato lo stile molto metaforico, quasi ermetico in alcune passaggi, ma è anche uno stile fluido, sfaccettato, che usa una forma sintattica varia e mai uguale a se stessa, quindi risulta piena e matura. Il tono è un miscuglio di introspezione, ponderazione e malinconia. Mi ha trasmetto emozioni, cosa importantissima e non scontata visto la brevità del testo. In questo ti ha aiutato una struttura sintattica distesa, l'uso di periodi lunghi ma ricchi di pause, che mai appesantiscono a rallentano, ma scandiscono e accompagnano il flusso di pensieri.
Ho adorato il fatto che la drabble sembra iniziare in media res, quando il personaggio sembra già a metà del suo cammino o a un buon punto(e intendo di vita). Non so perché, ma leggendo ho avuto l'impressione di leggere i pensieri di una voce narrante di 28-30 anni di età. Il fatto di riuscire a dare, seppure solo nella mia testa, un'identità anagrafica al personaggio POV, mi ha aiutato a immedesimarmi in lui, a percepire con una certa prospettiva ciò che si prestava a raccontarmi.

Il testo - mi ripeto - è pieno di metafore, a cui io ho dato un mio personale senso. Spero non si sia allontanato troppo dal tuo, ma spero anche che qualora non sia perfettamente uguale, tu possa apprezzare la personalità con cui il tuo lavoro è stato percepito da me/lettore, perché penso sia un grande traguardo quando una storia riesca a essere interiorizza e si arricchisca delle sfumature degli altri: in qualche modo, sembra crescere.
Il campo pieno di spighe colpisce per la sua simbologia con il senso di casa. Credo che tutti noi abbiamo un luogo che finisce per rappresentare un po' la nostra vita. Facendo un esempio banale e usando qualcosa di molto famoso, direi che il campo per il tuo protagonista rappresenta quello che per Harry Potter simboleggia la stazione di King's Cross soprattutto nel settimo libro, nel finale. E' il posto a cui tutti torniamo, fisicamente ma anche spiritualmente e che diventa un po' la forma della nostra anima.
Mi è piaciuto il fatto che tu dia quasi un'anima alla natura, tanto che sole e vento diventano elementi di qualcosa di più grande che impersona l'aspetto materno (il vento culla le spighe). E' un natura benigna, amorevole, ma anche ciclica. Ho avuto l'impressione che l'aspetto naturale sia visto e concepito e compreso soprattutto nel suo aspetto più "istintivo": qualcosa di fievole, selvaggio e amorevole allo stesso tempo. Un luogo che non va incolpato per il bene o il male che fa, ma che va accettato per quello che è.
Un insegnamento, questo, che può essere impartito solo dalla saggezza e dall'esperienza; ed ecco che la figura del nonno diventa importantissima. Legata a essa ho colto diverse metafore, soprattutto quando dici:

Un lungo viaggio di cui non scorgo il termine, sebbene ne conosca, nella memoria, la sua destinazione ultima -> Un viaggio che copre una vita intera e la cui destinazione si raggiunge soltanto una volta e alla fine. Il nonno, forse, l'ha già raggiunta, ed è per questo che la sua ultima destinazione lui può soltanto ripercorrerla nella mente, perché forse ha già perso tante persone amate. Questo mi ha trasmetto molto malinconia, struggimento. Così come il fatto che lui, mentre lo percorre, vuole sempre sfiorare le spighe mi fa capire come sia un personaggio che ha saputo cogliere ciò che la vita aveva da offrire, ha vissuto, ha apprezzato, ha goduto, con uno sguardo pieno, consapevole, desideroso di riempirsi, di espandersi.

La parte che ho più preferito, comunque, è stata l'ultima frase, manco a dirlo:

- nel miglio che con mano percorro. -> Mi piace perché quel "miglio" non si capisce se sia quello della strada o quello della spiga. Le due definizioni si uniscono, si mischiano, si confondono e così facendo potenziano questa bellissima immagine. Qui mi hai saputo dare i brividi.

Forse c'è ancora qualcosa da dire - sicuramente - ma voglio fermarmi qui perché a volte è davvero difficile esprimere a parole quello che una storia trasmette. Questa non è soltanto scritta bene, ha qualcosa da dare. Ha un potere che vuole colpire, e con me ci è riuscita molto bene. Aggiungo intanto questa raccolta tra le seguite spero di poterla continuare con calma. Se lo farò, lascerò un segno del mio passaggio, come sempre faccio.
Intanto ti faccio i miei complimenti.
A presto!

Recensore Veterano
15/06/20, ore 10:54
Cap. 1:

Ciao!
Penso che la Drabble sia la tipologia di testo più difficile da scrivere perché, in un numero davvero limitato di parole, lo scrittore deve essere capace di scrivere una storia nel suo insieme compiuta, che sia capace di lanciare un messaggio chiaro al lettore. Proprio per questo motivo, penso che tu abbia fatto un ottimo lavoro con questo primo capitolo, soprattutto se si tratta della prima Drabble che tu abbia scritto.
Quella che ci presenti è un immagine molto chiara del viandante che si trova in questo campo che si estende per oltre un miglio. Quello è per lui è un luogo molto familiare, visto che lo ha percorso infinite volte in passato insieme a suo nonno.
Se chiudo gli occhi, riesco proprio a immaginarmi questo campo di spighe, illuminate dal sole che tramonta e leggermente piegate dal vento che soffia. Mi piace quest’immagine del vento che avvolge e culla i chicchi tra sé e sé perché mi dà una maggiore idea di familiarità e di attaccamento che il viandante ha con questo campo.
Come da bambino, quando vi camminava nel mezzo, accarezzava con le dita le spighe dorate, compie quello stesso gesto mentre inizia il suo viaggio, mentre percorre quel miglio.
Il viaggio che lo aspetta sarà lungo, tanto che non riesce a scorgerne la fine, anche se conosce perfettamente quella che sarà la sua destinazione.
È una Drabble scritta molto bene, senza errori grammaticali o anche semplici sviste di battitura. Si vede che hai scelto con cura le parole da utilizzare e le hai inserite con cura all’interno della frase.
Devo ammettere che il tema del viaggio come metafora della vita è un tema che mi ha sempre affascinata molto e mi piace davvero molto come tu abbia iniziato a svilupparlo.
Trovo molto interessante l’idea di creare questa raccolta, dove le Drabble avranno ognuna un proprio significato intrinseco, ma saranno comunque legate insieme dalla figura del viandante. Penso proprio che ne verrà fuori un’opera davvero molto bella, profonda e con molti spunti di riflessione su vari aspetti della vita.
Per questo, sono veramente curiosa di leggere le prossime Drabble che ci proporrai perché, se saranno al livello di questa prima, meriteranno tantissimo di essere lette.
Alla prossima,
Jodie

Recensore Master
15/06/20, ore 10:18
Cap. 1:

Bongi, eccomi!!

Aaaaw, per prima cosa ti faccio i complimenti per esserti voluta accostare al magico mondo delle drabble *^*! Ricordo che quando ne scrissi una per la prima volta ero agitatissima, avevo il terrore di sfociare oltre il limite consentito e di non riuscire a esprimere quello che avevo in mente. Ora invece le amo e amo ancora di più trovarne di ben scritte.
Per prima cosa adoro il titolo della raccolta, oltre a questa idea di creare un filo conduttore tra le varie drabble che ci permetta, al pari del viandante, di fare anche noi un viaggio all'interno dell'esistenza.
Il titolo della prima drabble è veramente insolito: miglio. Ho imparato il significato di questa parola quando ho visto per la prima volta il Miglio Verde, ma per fortuna qui il significato è molto meno straziante xD.
L'immagine iniziale mi ha fatto salire le lacrime agli occhi, nella misura in cui rievoca un'infanzia perduta e il ricordo di una figura importante che forse ora non è più lì. Ma la memoria sì, quella è rimasta, assieme alla magia che ha sempre permeato quel luogo, e che ora appare più concreta che mai (e infatti il Viandante, ci dici, riesce a percepirla con chiarezza.) E' invisibile, ma è in ogni cosa.
So che non c'entra probabilmente nulla, ma mi sto immaginando questa scena come quella del Gladatorie, quando Massimo accarezza le spighe di grano <3
C'è aria di addio: questo è solo il punto di partenza del viaggio, eppure la sua importanza nel cuore del protagonista è più che palpabile, e sei riuscita a trasmettermi un grandissimo struggimento all'idea di lasciare questo luogo <3

Bravissima, come sempre!
ti mando un abbraccio e rinnovo gli auguri per questo progetto <3

Benni

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