Recensioni per
Ombre strette nel raso verde
di shilyss

Questa storia ha ottenuto 223 recensioni.
Positive : 223
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/06/22, ore 15:29

Ciao, eccomi qui 🥰
Ma... in che senso ho appena finito di leggere l'ultimo capitolo di questa storia?
Mi sento molto strana, in questo momento, perché sento che insieme a Loki e Sigyn se n'è andata anche una parte di me – non poteva durare altri cinquanta capitolo questa storia? 😭

Mezzi deliri [?] a parte, penso che questo capitolo sia la (più che) degna conclusione di questa storia che abbraccia fantasia, canone e rielaborazione di una fiaba molto intrigante.
È un finale dolceamaro, dove le consapevolezze che trafiggono Loki hanno la stessa potenza del veleno che Laufey ha iniettato nelle vene di Sigyn: qualcosa di troppo potente per essere sostenuto a lungo.

Eppure, al contempo, trovo tutto così malinconicamente (e drammaticamente) bello che, nella sua tragedia, non posso non pensare che sia un finale perfetto per tutto ciò che è avvenuto prima e che ha portato proprio a questo.
Forse perché la verità fa male, sì, ma è anche necessaria. E in questo finale la verità è spietata e non lascia scampo, ma al contempo è così soddisfacente che non si può desiderare di più.

Perché alla fine, anche se Loki dimenticherà tutto ciò che ha appreso a un passo dalla morte e nella sua nuova vita rischierà di ricommettere gli stessi errori, noi lettori sappiamo.
E la nostra memoria non sarà cancellata, proprio come quella di Sigyn che, in alcune vite, riaffiora in tutto il suo dolore e, allo stesso tempo, anche in tutto il suo malinconico amore.
Così noi sappiamo che la storia travolgente della strega e dell'uomo che ha amato con tanta passione l'abbiamo sempre avuta a pochi centimetri di distanza, reincarnata in un'altra versione che vede protagonisti sempre quei due spiriti innamorati.
Loki e Sigyn, in questa storia, hanno vissuto il loro amore con queste sfumature, tra salotti altolocati, balli, avidità di conoscenza e curiosità sconfinata; si sono sposati in fretta e furia nella stessa notte in cui si sono dovuti momentaneamente salutare a causa degli eventi nefasti che si sono susseguiti subito dopo, eppure va bene così, anche se fa male, proprio perché la verità aleggiava intorno a loro, quella che ha ricollegato tutti i pezzi e ci ha fatto comprendere fino in fondo quanto siano due anime perennemente tormentate dal profondo legame che le unisce, qualcosa di indissolubile che si reincarna nel corso degli anni, dei decenni e dei secoli.

È stata davvero una bellissima lettura e sono molto felice di aver scelto questa storia che, mentre scrivevo la recensione, già mi mancava.
So già quale sarà la mia prossima lettura e non vedo l'ora di iniziarla, ma difficilmente riuscirò a staccarmi da questa storia che porterò sempre con me – e infatti la inserisco tra le preferite.
Complimenti e alla prossima 💚

M a k o

Recensore Master
10/01/22, ore 20:55

Eccomi qui <3
Si era messa pure la connessione di mezzo a un certo punto, ma ce l'ho fatta.
Ecco, quando ho capito che non era AU avevo anche fatto delle ipotesi di mezzo, ma non mi sarei mai aspettata questa verità e questo tipo di finale che mi ha lasciata ancora più senza parole e ancor più strabiliata <3
Sono veramente sorpresa e senza parole per l'originalità di questa idea e per come sei stata sempre abile a mascherare la verità, al punto che anche il lettore si ritrova senza parole come Loki e con la verità davanti, proprio nel momento clou. E come Loki, la mia reazione è stata di stupore, domande, consapevoli amarezze, man mano che Sigyn parlava.
Sigyn è incredibile. Potente, fedele, intensa, imperterrita. Dea della fedeltà, ma l'amore che la unisce a Loki è qualcosa che va oltre la comprensione degli dei, e lo dico perchè loro sono dei, ma non hanno eguali per il rapporto che hanno e per quello che stanno vivendo e rivivendo, vita dopo vita. E' come se il loro amore fosse oltre. Oltre anche ciò che sanno e fanno gli altri dei, appunto.
Wow. Ci sarebbero molte cose che potrei aggiungere, ma il finale mi ha completamente spiazzata. I dettagli, i personaggi secondari, Laufey, i pensieri profondi di Loki che vuole lei e la conoscenza, gli accenni al conte e alla strega, i dettagli del vestito, il significato della fiaba di Barbablù, le atmosfere gotiche e vittoriane sempre pienamente centrate, il climo pieno di falso moralismo del mondo vittoriano, che ho percepito... insomma, ci sono dettagli a perdere di cui potrei parlare e non la finirei più.
Però ogni cosa combacia con un'altra, ogni dettaglio arricchisce questo lavoro, c'è una cura precisissima, mirata, attenta, senza una sbavatura, questa storia è un mosaico pieno di tasselli, di elementi, che rendeno la storia ricca, completa, originale, minuziosa e accattivante.
A ciò si unisce il tuo meraviglioso stile avvolgente, fluido e sensuale, fatto di parole che parlano di carne, desiderio, onnipotenza e passione. Loki e Sigyn sono due anime gemelle, legate nell'anime e oltre la morte. E... niente, sono davvero contentissima di questa storia. So che ci tieni molto e hai tutte le ragioni per farlo perchè è uno spettacolo.
Mi aspettavo un lieto fine, ma questo finale è stato più che giusto, non ci sarebbe potuto essere uno migliore. Amaro, ma giusto così. Da Loki, insomma.
E... davvero, vorrei aggiungere molto altro ma sono rimasta a corto di parole per la ricchezza di questa storia.
Complimenti, cara <3 complimenti e complimentissimi, sono felice di averla letta e finalmente conclusa, merita davvero tanto <3
Bravissima, un caro abbraccio <3 <3 <3

Recensore Master
11/03/21, ore 19:22

Cara Shilyss,
è con un po' di dispiacere che giungo a commentare il capitolo conclusivo di questa storia; non ti nascondo che, fra i tuoi lavori da me letti sino ad ora, "Ombre strette nel raso verde" è forse quello che ho apprezzato di più.
Sebbene lo stile narrativo sia eccellente e coinvolgente come di consueto, infatti, qui mi pare che vi sia un qualcosa di ulteriore: dalle tue parole traspare tutto l'amore che provi per i personaggi di cui narri le vicende, i quali assumono vesti ancora più profonde ed emozionanti – ed è soprattutto la figura di Loki a giovarne.
Negli altri tuoi racconti Lord Odinson, pur ricambiando a suo modo il sentimento di Sigyn, rimane sempre un po' distaccato; generalmente la ragazza lo attira prima per la sua bellezza e, poi, per la sua inusuale intelligenza, ed egli si cimenta nella conquista come farebbe un cacciatore dinanzi a una preda particolarmente ostica.
In questa sede, invece, vi è un vero e proprio innamoramento – così ineluttabile da oscurare persino il desiderio di potere e conoscenza che è tratto saliente e preponderante di Loki.
Oltre alla prova principe – ossia, il gesto di fare scudo a Sigyn col proprio corpo –, vi sono molti altri elementi che lo testimoniano: uno su tutti, la lucida riflessione sul comportamento che egli avrebbe tenuto se la vittima sacrificale non fosse stata proprio quella donna.
L'impietosa immagine dell'alchimista che attende con trepidazione l'esito dell'esperimento del proprio mentore, se messa a confronto con le sue azioni effettive, mi pare che renda perfettamente l'idea – così come la sensazione di vuoto da lui avvertita nel constatare che il rito, pur non avendo avuto gli effetti sperati da Laufey, lo ha comunque privato di Sigyn.
Anche qui, il filo diretto col mondo asgardiano mi ha incantata: il tuo modo di sciogliere l'intreccio ha un vago sapore di sogno, eppure ricollega ogni dettaglio in modo coerente e concentrico.
E il finale, donando la pace a due anime in pena che si sono cercate e rincorse per un tempo lunghissimo, lascia un senso di speranza che – soprattutto in questo periodo – ho trovato consolatorio.
Grazie per questa bellissima storia!
Un abbraccio,
Irene

Recensore Master
21/02/21, ore 19:50

Ecco.
Ora devo affrontare la consapevolezza che questa bellissima storia sia finita.
E devo affrontare il finale, che mi ha lasciata spiazzata. E' stato bello, triste, romantico, un mix di tante cose...Come si vuol dire: un finale dolce/amaro.
Non vedevo l'ora di scoprire cosa sarebbe accaduto ai nostri protagonisti, ma temevo succedesse qualche cosa brutta, vuoi per Laufey, vuoi per il destino, per la maledizione...Ma questo capitolo mi ha lasciata col fiato sospeso fino alla fine.
Posso dirti che sei un genio? forse te lo avevo già scritto in precedenza ma dopo questa lo ribadisco: SEI UN GENIO.
Una storia che si collega al canone, quando stavo iniziando a rifletterci ho subito pensato: "Va beh, questa idea è fantastica". Ci sta così bene, è tutto così perfettamente canonico che davvero, non posso che farti tanti complimenti per questo.
La passione per la scrittura, la storia in sé e per i personaggi la si percepisce anche per queste cose, ci hai messo molta cura nei dettagli e si vede.
Credimi si riflette tantissimo quanto ami questi due personaggi, in ogni frase riesci a coinvolgere il lettore così bene. Ci metti tana cura e io non posso che restare affezionata alla tua Sigyn.
Anche la battaglia è resa molto bene, è dinamica e coinvolgente, ammetto che quando la pistola si è inceppata ho tirato un sospiro di sollievo, visto come stava procedendo temevo che questa volta il colpo andasse a segno.
Ho davvero percepito il forte legame che lega queste due anime destinate ad incontrarsi e a soffrire, il loro cercarsi, il loro bisogno di aversi, di proteggersi a vicenda. Il tutto scritto sempre in maniera impeccabile, ricco di dettagli, di descrizioni che completano la storia. Ho amato l'atmosfera vittoriana e il clima diventare sempre piu' gotico e cupo, capace di trasmettermi tutta l'ansia per le vite di Loki e Sigyn appese ad un filo.
In un primo momento ho temuto che Loki morisse immediatamente dopo il colpo, invece è resistito ancora e ha tentato di salvare la sua amata. Il colpo di scena della strega è stato davvero inaspettato, un ottimo stratagemma e ripeto, ho apprezzato davvero tanto che questa storia si colleghi al canone. Il loro è un amore che vive da sempre, che non fa che ripetersi all'infinito, maledetto. E' una condanna che ti porta davvero tanta tristezza per queste due giovani anime, l'ho trovato davvero struggente.
Ho trovato comunque meraviglioso il finale con Sigyn che chiede a Loki di lasciarsi andare e lui chiude chiude gli occhi e si lascia andare nell'oblio, mi ha trasmesso anche un senso di pace, non solo per lui ma anche per Sigyn, nella speranza che si siano davvero ricongiunti questa volta e per sempre.
Ho amato questa frase finale: "Torna a essere ciò che sei, dio degli inganni, anima mia."
Sigyn continua a ricordare il suo amato e nonostante la sofferenza, non gli condanna nulla anzi, continua ad amarlo, sempre di più e continua a cercarlo. E mi piace che invece Loki non ha questi ricordi ma che comunque in ogni sua vita continua a cercare la conoscenza, come se sentisse che gli mancasse qualcosa e non trova mai risposta.
Ho adorato anche come hai messo in evidenza il fatto che lui e Laufey siano molto simili, ma che Loki, a differenza di quell'uomo si sia dimostrato più umano, senza scadere nell'OOC, voleva proteggere Sigyn e non si sarebbe fatto scrupoli nell'ucciderlo. Mi piace anche il fatto di come Loki rifletti su sé stesso: se non ci fosse stata Sigyn tra le grinfie di Laufey, lui sarebbe stato li accanto a lui, interessato a scoprire i segreti della morte, ma l'amore che prova per quella ragazza (anzi, sua moglie), supera ogni conoscenza verso l'aldilà.
Ho paura di ripetermi troppo, ma non so davvero in che altro modo spiegarti quanto mi sia piaciuta e quanto mi abbia trasmesso questa long. Mi fa davvero rimpiangere il fatto che Sigyn non sia presente nei film.
Posso dire che, nonostante una parte di me sperasse in un lieto fine, questa che hai scelto è il finale migliore, una degna conclusione di una splendida fiaba, la trovo più "realistica" nel contesto per cui è ambientata e per il legame canonico con i personaggi. E ho adorato il collegamento con la fiaba di Barbablù.
Ti faccio davvero tanti complimenti, questa storia mi resterà nel cuore e sono sicura che ogni tanto andrò a rileggerla per potermi di nuovo innamorare di questa coppia.
Ora posso ridedicarmi alla tua altra storia su Amore e Psiche, non l'ho dimenticata ❤

Un abbraccio mia cara Shyliss **
(Recensione modificata il 21/02/2021 - 07:55 pm)

Recensore Veterano
14/02/21, ore 22:41

Che fine stupenda!!! Mi è piaciuta tantissimo questa conclusione, è triste, romantica e non avrebbe potuto finire diversamente una storia così...mi viene da dire dark.
La cosa delle anime predestinate che continuano a cercarsi e ritrovarsi attraverso innumerevoli vite mi piace da impazzire, e non potrebbe essere più perfetto per Loki e Sigyn che si appartengono sempre e comunque.
Ora va al suo posto anche quella OS natalizia che ho letto poco tempo fa, non so se era volutamente collegata però lo sembra proprio, che meraviglia *.*
Già dall'inzio si respira quell'atmosfera tesa che porta verso lo scontro finale, nonostante il matrimonio (che io aspettavo con impazienza da due capitoli) già la resa dei conti aleggia nell'aria.
Che Loki assomigli a Laufey è vero, è stata bella la scelta di fare valere anche per loro la faccenda della porta chiusa che non sarebbe stata da aprire, un limite da non oltrepassare, però mi è sembrato di sentire in Loki una differenza importante già dalle prime righe: se Laufey sa già di aver perso tutto e medita solo vendetta Loki da perdere ne ha eccome, rischia di perdere la cosa che oltre ogni sua previsione è diventato tutto per lui, la donna che ama e la cosa sembra spaventarlo non poco e forse è per questo perde anche in lucidità perché va dritto dritto tra le braccia del suo nemico, errore che voglio pensare in altre occasioni calcolatore com'è forse non avrebbe fatto.
Mi è piaciuto quell'intermezzo dedicato alla medium che, oltre farci prendere un bel respiro pronti per sapere come finisce tutto, già fa presagire che in Sigyn ci sia molto di più di quanto chiunque pensi e
alla fine la strega si rivela essere proprio lei! Non mi aspettavo questo risvolto! Quando ha ripreso coscienza di sé era meravigliosa, sicura di sé, misteriosa, se fossi stata lì mi avrebbe decisamente messa in soggezione e ho adorato la cosa.
Ho trovato bella anche la spiegazione del perché Loki non abbia deciso di "riposare in pace" quel suo non voler sottostare alle regole e voler sempre e comunque avere di più, lo sfidare l'ordine, alla fine queste sono proprio le cose che lo rendono così affascinante e come potrebbe Sigyn non seguirlo all'infinito? So che lo ripeto ma vado matta per questo loro destino, ora però voglio leggere di loro ai giorni nostri e la storia della strega e del conte assolutamente!!!
Chiudo facendoti tantissimi complimenti per un'altra storia che mi ha rapita ♥️

Recensore Veterano
24/10/20, ore 23:05

Ciao carissima!
Scusami ancora infinitamente per l’immenso ritardo con il quale passo questa volta, ma è stata una di quelle settimane che si vorrebbe poter cancellare dalla propria mente.
Ma lasciamo perdere queste brutte cose e concentriamoci su questo capitolo settimo ed ultimo capitolo.
Questo si apre con Sigyn e Loki che si stanno recando in una chiesetta dove un sacerdote gli unirà in matrimonio. Purtroppo i pensieri che riempiono la mente della sposa non sono quelli gioiosi e carichi di aspettativa, come ci si aspetterebbe in un momento simile, ma sembrano davvero impregnati dalla paura di quello che potrebbe capitare.
Mi piace che Loki desideri sposare Sigyn anche come forma di tutela: nel caso anche lui dovesse morire, sa che la giovane, ripudiata dalla famiglia, sarebbe stata costretta a vivere per strada e non desidera nemmeno pensare a cosa potrebbe accaderlo. Certo, questo pensiero è anche segnato dalla gelosia che prova per lei, dal detestare l’idea che qualcun altro possa averla, ma è comunque un gesto di amore, un gesto che le permetta di poter aver un futuro tranquillo.
Dall’altro canto, si vede anche chiaramente che Sigyn desidera questo matrimonio. Ovviamente avrebbe preferito che avvenisse in un altro luogo e momento, magari attorniata da i suoi affetti, ma vuole veramente legare la sua vita con quella di Loki e lo dimostra con quel “Desidero essere sua moglie” che dice con tono solenne e deciso di fronte al sacerdote. È chiaro che per lei non è solo un modo per salvarsi la vita e la propria reputazione agli occhi della società.
Sembra che la breve cerimonia preceda senza problemi, ma, proprio mentre i novelli sposi sono impegnati a firmare il registro, Laufey, accompagnato da qualche scagnozzo, entra nella chiesetta e spara due colpi di pistola. Uccidere qualcuno girato alle spalle è un grande simbolo di vigliaccheria, ma non ci si poteva assolutamente aspettare nulla di diverso da una persona come lui, che ha dovuto ricorrere ad un uomo molto più giovane per cercare di conoscere meglio la donna di cui era interessato per i suoi esperimenti.
Fortunatamente Loki si è reso immediatamente conto che qualcosa non andava guardando l’espressione dipinta sul volto del sacerdote, riuscendo così a far scudo a Sigyn con il proprio corpo e ferendosi.
Ed è proprio in questo momento che mentore ed allievo hanno finalmente un breve confronto, dove Laufey accusa Loki di essere un traditore e un codardo e quest’ultimo gli ribatte che non avrebbe mai lasciato che lui la toccasse e che lei non l’avrebbe mai amato, proprio come non lo aveva mai amato sua madre.
Tutto quello che viene dopo è ben concitato e mi piace che, durante la narrazione, il punto di vista si sposta da personaggio a personaggio, così da poter assistere globalmente alla scena ed avere una fantastica visione di tutto l’insieme.
Vediamo quindi Laufey che prova a infliggere al suo avversario il colpo di grazia, ma la sua pistola si inceppa, Loki che ne approfitta e prova a pugnalarlo con un pugnale che ha nascosto nella giacca, ma lo manca, finendo per venir pestato a sangue dagli scagnozzi del suo ormai ex mentore.
Mi piace che la scena viene momentaneamente interrotta per mostrarci la medium che un anno prima aveva annullato la seduta a cui avrebbe partecipato Sigyn, proprio la sera in cui quest’ultima ha poi incontrato Loki per la prima volta. Scopriamo che si è vista costretta a farlo visto la visione che ha avuto non appena si è trovata di fronte la giovane e per la strana sensazione che aveva provato, stessa sensazione che l’aveva costretta a svegliarsi nel cuore della notte.
Tornando a Loki, mentre sembra che gli scagnozzi di Laufey hanno nettamente la meglio su di lui, arriva in suo soccorso Thor, che era stato avvisato preventivamente da un messaggio pervenuto alla sua abitazione.
Nonostante le sue condizioni siano piuttosto critiche, Loki non demorde e cerca con tutte le sue forze di raggiungere sua moglie, certo che il suo vecchio mentore l’abbia condotta nelle cripte.
Ho trovato interessantissimo che, mentre i due fratelli cercano di correre per fermare Laufey, Loki realizzi che, se non si fosse mai innamorato di Sigyn, se ci fosse qualcun’altra lì al posto suo, sicuramente lui in quel momento si troverebbe accanto all’altro uomo, in attesa di scoprire se tutte quelle teorie fossero vere. Era ormai così ammaliato da lei che, tutto il resto, poteva ormai venire solamente in secondo piano per lui.
Quando arrivano nella cripta, trovano Laufey che stringe Sigyn a sé, pronto a iniettarle una siringa piena di un liquido venefico nella carne del seno.
Apro una piccola parentesi proprio su quest’uomo. Devo dire sinceramente tanta pena per quest’uomo perché, più che la paura di morire, mi da proprio l’impressione di uno che ha paura di vivere: vuole trovare un modo per capire se c’è un’altra vita oltre la morte, ma non dà per nulla l’impressione di godersi a pieno quello che ha, basta pensare proprio al fatto che manda Loki a circuire Sigyn, invece di farlo lui. Neanche sembra rendersi conto di star morendo, troppo preso a pensare, a contorcersi dalla gelosia, che il suo apprendista ha potuto avere la giovane prima di lui. A rendere il tutto ancora più triste è il fatto che lui muoia prima di vedere l’esito del suo esperimento, venendo ucciso proprio nel momento in cui la giovane riapre gli occhi.
Devo ammettere che il finale mi ha piacevolmente colpita. Certo, immagino che, quando Sigyn ha riaperto gli occhi, abbiamo un po’ tutti pensato che il suo corpo fosse stato rianimato dall’anima di sua madre o di qualche altro spirito, avvallando così le teorie di Laufey, o che Loki fosse riuscito a far tornare la sua amata in vita, ma non è per nulla così.
Scopriamo infatti che nei due amanti hanno sempre dimorato gli spiriti della dea della Fedeltà e del dio degli Inganni, morti durante il Ragnarok. In tutti quei secoli, i loro animi hanno continuato a incarnarsi, riuscendo a rincontrarsi solamente quando era giunta ormai la loro ora. Ovviamente, in tutte le loro reincarnazioni, non hanno il minimo ricordo di chi siano in realtà.
Devo ammettere di aver provato un’immensa dolcezza quando Sigyn dice a Loki di lasciarsi andare, di trovare finalmente la pace e potersi finalmente riunirsi nel Valhalla, tornando finalmente ad essere il dio degli Inganni. Sono secoli ormai che si rincorrono, provando dolore e sofferenza ed è veramente giunto il momento che le loro anime trovino finalmente la pace che meritano. Certo, immagino spaventi a tutti la morte, quella definitiva, ma almeno, raggiungendo finalmente il Valhalla, lui e Sigyn potranno riunirsi per sempre.
È bellissima l’immagine di Loki che, una volta chiusi gli occhi ed essere scivolato in una specie di oblio, riapre gli occhi e si ritrova su un fiordo, illuminato dal sole. È un’immagine che dona davvero un senso di pace, un senso di beatitudine dopo aver lungo sofferto.
Lo trovo un bellissimo “lieto fine”. Certo, magari non il lieto fine classico dove “vissero tutti felice e contenti”, ma sapere che le anime di Sigyn e Loki possano finalmente riunirsi e vivere per sempre insieme in un luogo così bello mi rende felicissima.
A conclusione di questa storia, non posso non farti i complimenti perché mi è piaciuta un sacco e sei riuscita a tenermi con il fiato sospeso fino alla fine. Non te l’ho mai detto prima, ma Barbablù è una fiaba a me molto cara a cui lego tanti ricordi della mia infanzia e mi è piaciuta tantissimo come tu abbia deciso di interpretarla. È una fiaba che rischia di passare un po’ in sordina, invece tu ce l’hai presentata in una chiave interessantissima, riuscendo a rendere riconoscibilissimi i vari passaggi chiave dell’originale.
Penso di avertelo già detto, ma lo ripeto: si vede chiaramente come tu ami questi due personaggi, quante trame e tematiche questi ti ispirano ed è una cosa bellissima.
Quindi, grazie mille per averci donato questa storia e per avermi fatta compagnia in questo periodo così duro.
Ora non vedo l’ora di buttarmi in una nuova avventura con Sigyn e Loki ( e devo ammettere che mi hai fatto venire anche voglia di rispolverare i filma, anche se so che lei non è presente).
A prestissimo mia cara!
Un abbraccio,
Jodie

Recensore Master
16/10/20, ore 18:34

Eccomi a leggere l'ultimo capitolo, la conclusione di una storia drammatica e misteriosa ed è un finale che non delude, anzi riesce a riallacciare tutti i fili lanciati nel corso dei capitoli e a collegare perfettamente ogni cosa. Addirittura ritorna il personaggio della medium, che credeva di essere una ciarlatana ma alla fine era una medium vera, e si scopre perché la seduta spiritica è stata cancellata la sera del primo incontro di Loki e Sigyn: la medium aveva visto una tragedia nel futuro di Sigyn e si era spaventata. Tutto ha la sua spiegazione, anche la bellissima e triste leggenda della strega danese e del conte, che non sono altro che una delle tante reincarnazioni dei Loki e Sigyn originali. La loro maledizione di ritrovarsi nei secoli e perdersi di nuovo, con Loki che per arroganza commette gli stessi errori e muore ogni volta senza ricordare, senza imparare dai suoi sbagli perché appunto non li ricorda e che continua a reincarnarsi per ritrovare Sigyn invece di riunirsi per sempre a lei nel Valhalla. Mi ha fatto tristezza specialmente il pensiero degli dei norreni che non sono immortali e che anzi conoscono quello che li aspetta, mi sembra veramente molto malinconico, ma questo e la leggenda della strega danese hanno dato un'immensa dose di fascino in più a questa storia, che alla fine mi è sembrata molto più legata ai miti norreni che alla fiaba di Barbablù, anche se sicuramente si trovano molti dettagli relativi alla fiaba... forse sono io che sono rimasta colpita maggiormente dalla parte mitologica e leggendaria.
Ad ogni modo questa è la storia che mi è piaciuta di più, per i suoi legami con il periodo vittoriano e i suoi valori e con le leggende e la mitologia norrena, che esercitano tutti una grande suggestione su di me anche in film, libri, serie TV ecc... In tutto questo i personaggi sono perfettamente IC, l'atmosfera è quella cupa e opprimente del periodo vittoriano, ogni riferimento storico e mitologico è puntuale e preciso e il finale riesce a dare una risposta a tutto e addirittura a ricollegare questa storia al canone, con una "svolta" a sorpresa. E' una storia di altissimo valore per lo stile, per l'originalità, per l'esattezza dei dettagli e la rappresentazione dei personaggi, per i tanti spunti che possono catturare e affascinare il lettore.
Veramente tantissimi complimenti.
Abby

Recensore Master
19/09/20, ore 14:09

Ciao cara Shilyss.
Visto che mi mancava un solo capitolo, eccomi qui. E dannazione se ho fatto bene, perché sono molto, molto commossa. Ti dirò poi che ci speravo in un finale del genere, poetico, dolce e quanto amaro. Dal momento in cui Sigyn e Loki decidono di compiere questo passo, di sposarsi, è tutto un crescendo di tensione, ti dirò che non mi è venuto difficile immaginare tutto davanti ai miei occhi come se fosse un film (un film molto, MOLTO triste). Quando Loki è stato ferito ho avuto il timore che fosse morto, il suo usare il proprio corpo per proteggere Sigyn l'ho trovato molto dolce... ma il destino di queste due anime gemelle che si rincorrono nel tempo non può essere semplicemente vivere assieme come due persone normali, per il semplice fatto che non lo so. Questa non è un AU, appunto, è una storia che è collegata al canone, un canone dove le anime di Sigyn e Loki si ritrovano, si reincarnano, amandosi e perdendosi di continuo. Questo è un tema che mi piace tantissimo, perché di per sé lo trovo con un potenziale angst incredibile e assai poetico. Le parole di Sigyn, che mai come in questo momento mi è sembrata solenne e al contempo fragile come un cristallo, mi hanno fatto venire le lacrime agli occhi. Distesa accanto a Loki, lo invita a lasciarsi andare, perché dopotutto si ritroveranno, perché dopotutto rimangono la Dea della Fedeltà e il Dio degli Inganni. Un destino tanto tragico, anche se mi consola il fatto che si ritroveranno. E' davvero una fiaba bellissima e dolce amara e onestamente è stata una bella sorpresa, dato che all'inizio ero convinta che si trattasse di un'AU e fine. E invece l'intreccio si è rivelato essere un altro... non so bene come concludere perché il finale mi ha emozionato tantissimo, se non dicendo che ho amato questa storia dove ho potuto trovare un po' tutto ciò che mi piace.
Davvero i miei complimenti T_T

A presto :*

Nao

Recensore Master
16/09/20, ore 16:20

Mia cara Shilyss <3
Arrivo anch’io alla fine di questa storia, e ammetto di essere piuttosto orgogliosa di essere riuscita a commentarla tutta, anche se in tempi lunghissimi.
In realtà, non so nemmeno io come procederà questa recensione, perché sono davvero sopraffatta da ciò che ho letto e temo che le mie parole saranno tutt’altro che lucide. Ci provo, ok? Ma non garantisco.
Aaahhh che finale terribile e magnifico! La degna conclusione di una storia che mi ha fatto battere il cuore dall’inizio alla fine. Sai che anch’io ho un debole per le Soulmates!AU, e questo racconto ne è uno splendido esempio. E così, dopo il Ragnarock, le essenze degli dèi di Asgard vagano ancora per il mondo, condannate a ripetere gli stessi errori del passato fino al momento in cui, che chissà se mai arriverà, i loro tormenti saranno placati dall’acquisizione di una nuova consapevolezza. Il dio dell’inganno ha forse lasciato troppe questioni in sospeso per poter raggiungere in pace il Valhalla, e Sigyn, la dea della Fedeltà, lo segue in ogni vita, in un continuo perdersi e ritrovarsi per poi perdersi ancora, ancora e ancora. Forse è un bene, direi quasi che c’è della pietà nel fatto che le loro anime non abbiano memoria delle esistenze che attraversano, altrimenti il supplizio cui sono sottomesse sarebbe crudele oltre ogni immaginazione. Loki ha sempre inseguito la conoscenza, il voler sapere – e quindi possedere – tutto, e anche nelle sue spoglie mortali si dedica a questo scopo con ogni fibra del suo essere: vuole conoscere l’inconoscibile, sollevare il velo che divide la vita dalla morte e ergersi dunque a dio, cercando di sottomettere lo stesso Destino al suo volere. Ma ci sono cose che persino a un dio sono precluse, come insegna lo stesso Ragnarock, che assoggetta gli dèi alla fine, perché neppure gli dèi sono realmente immortali. Una cosa difficile, per non dire impossibile, da accettare per un soggetto come Loki, che ha addirittura fatto in modo che Hela cancellasse il suo nome dal libro dei morti.
Eppure la morte arriva, e con essa anche la consapevolezza di ciò che è stato e sempre sarà, a meno che questa non sia la volta buona in cui lasciarsi le colpe e gli errori alle spalle. L’ultima frase mi ha dato molta speranza in tal senso.
In quest’ultimo capitolo Sigyn, letteralmente, splende. Sembra una fiaccola dorata che arde e trafigge il buio della cripta in cui Laufey la trascina. Ha paura – e d’altra parte non potrebbe non averne – ma fino all’ultimo tiene alta la testa e ribadisce la sua scelta: lei ama Loki, pur conoscendo l’oscurità che lo avvolge, ha deciso di appartenergli e il suo cuore non potrà mai essere di nessun altro. Gli esperimenti osceni del vecchio mentore di Lord Odinson non possono nulla contro questa verità inscalfibile e, alla fine, anche Laufey se ne rende conto: muore con la precisa consapevolezza di aver fallito – non solo in ultimo ma per tutta la vita. Nel tentativo di riavere per sé la donna amata – che non è mai stata sua e mai lo sarebbe stata – risveglia lo spirito di una dea e sotto il suo sguardo antico e potente tutta la sua sicumera si sgretola, e lui ritorna alle tenebre e all’oblio cui appartiene.
Che altro aggiungere? Ho amato follemente questa storia – ma questo, in fondo, era ampiamente prevedibile ^^ Ogni dettaglio è curato fin nei minimi particolari (e non posso fare a meno di levarmi virtualmente il cappello davanti alla tua profondissima conoscenza del contesto storico in cui hai deciso, stavolta, di far muovere i personaggi), e poi – e credimi se ti dico che questo particolare si vede e si sente - l’amore e la passione di cui hai infuso ogni singola parola sono una forza dirompente dalla quale non si può fare a meno di lasciarsi travolgere.
È stato tutto – tutto tutto tutto – bellissimo.
Adesso aspetto trepidante la storia della strega e del conte 😉
Ti mando un bacione grande unito a tanta, tanta, tantissima ammirazione <3
Tua,

padme

Recensore Master
07/09/20, ore 10:17

Buongiorno <3
Sono felicissima di tornare da queste parti, con estremo ritardo (perdonami, ma non ho letteralmente avuto un minuto libero da dedicare alle recensioni), ma fomentatissima all'idea di terminare una delle storie che più mi ha colpita di quelle che hai scritto. E no, non sono rimasta per niente delusa dal finale, anzi, mi ha presa un sacco. 
L'atmosfera di questo capitolo è cupa e bellissima al tempo stesso, mi sono sentita agitatissima nel leggerlo perché poteva andare in mille modi diversi ed ero certa che avrei avuto taaanta sofferenza da sopportare, anche perché nella prima parte Loki continua a pensare che Laufey finirà per seppellirlo vivo - cosa che di per sé adoro, ma non se applicata a pg che non voglio veder morire. La storia della strega e del conte è sempre un sacco affascinante e qui prende completamente senso. Poi abbiamo questo matrimonio che è fondamentale, eviterebbe a Sigyn un cupo destino, vista l'epoca in cui vive, e farebbe assai felici noi lettori, che siamo sempre euforici al pensiero di vedere Loki e Sigyn sposati, soprattutto quando ne passano di tutti i colori - come qui, ma anche come in qualsiasi altra tua storia, lol.
Volevo citarti questa frase, che è troppo troppo bella: "L’immaginazione è una creatura strana, è un drago che spesso si avvolge nelle sue stesse spire creando mondi possibili, aprendo porte affacciate sulle scelte che non abbiamo fatto"
Ed ecco il matrimonio tanto atteso, che tuttavia non va nel migliore dei modi e subito dopo aver pronunciato i voti, Laufey arriva a rovinare tutto. Non mi aspettavo che avrebbe cominciato a sparare in questo modo, in un gesto tanto impulsivo, eppure avrei dovuto immaginare un imprevisto del genere. Loki vuole proteggere Sigyn e lo fa, mi è piaciuto tantissimo, anche se ho immensamente sofferto all'idea che potesse accadergli qualcosa di brutto. Mi è piaciuto da impazzire anche che Loki abbia un coltello con sé, anche se è la pistola che dà problemi ciò che ferma Laufey dallo spappolargli il cervello (anche qui: la scena sarebbe meravigliosa e l'amerei, ma non ci riesco se mi uccidi Loki, quindi no, niente violenza per oggi!).
Rivedere Thor è stato quindi, ovviamente, un sollievo.
E' un finale che mi ha dato i brividi, le scene scorrono benissimo e sono piene di tensione, penso sia fra i migliori finali che tu abbia mai scritto. In più punti mi sono venuti i brividi, tantissimi brividi. Il concetto che esprimi di loro due, destinati a incontrarsi sempre e ritrovarsi, tutto condito dalle parole di Sigyn (il "se te lo dicessi, amore mio, non ricorderesti") dà un effetto spettacolare. Anche perché si respira una tensione altissima. Il modo in cui ti allacci al canon è stupendo e ho amato che i due siano anime destinate a incontrarsi sempre, ma Loki non lo ricorda mai, vive centinaia di vite, la incontra sempre, ma il loro destino è sempre triste e tragico. 
Indubbiamente questa, delle tue storie, è la mia preferita. L'ho amata tantissimo, mi ha sorpresa, rapita, stupita. La tua scrittura è perfetta, elegante e deliziosa, come sempre. Tornerò presto a leggerti, ovviamente. Non hai idea di quanto mi siano mancati i tuoi Loki e Sigyn <3
A presto <3
fumoemiele

Recensore Master
06/09/20, ore 20:57

Oddio oddio oddiooooo è troppo bello questo finale!! In effetti per me era difficile immaginare una vita felice per questi due perché sarebbe stata una vita mortale in questo caso. Non riesco ad immaginarli invecchiare e morire di vecchiaia. Questi due appartengono a narrazioni ben più epiche e tragiche. Quindi non è decisamente un AU, loro sono Loki e Sigyn, per davvero, l'infinita ed ennesima reincarnazione di due antichi dei che non sfuggono veramente alla mortalità, eppure in un qualche modo lo fanno. Lei fra le altre cose è stata anche l'antica strega danese, lei per qualche motivo ha certi sprazzi di lucidità in cui ricorda tutto mentre lui sembra destinato a non poterli avere.
Non credo che sia un caso se Loki, Thor e Odino si sono ritrovati ad essere una famiglia in questa vita e forse anche in altre vite. Forse nonostante nel ragnarok siano morti combattendosi a vicenda, in qualche modo sanno di appartenersi e di essere entità diverse dalle persone normali che camminano nel mondo. In particolare Odino mi sembrava animato dalla stessa brama di conoscenza e di immortalità, come se cercasse di ritrovare la sua antica identità divina.
Poi d'accordo, in età avanzata ha rinnegato i suoi esperimenti e le sue ricerche, però in età avanzata; secondo me era ipocrita da parte sua pretendere che il giovane Loki lo seguisse nell'abiurazione.
La loro vita mortale finisce davvero in tragedia, riescono a sposarsi e questo in qualche modo rende la loro morte più onorevole agli occhi della società, però poco importa per una persona morta... ma ancor più tragica della loro morte secondo me è stata l'ultima mezz'ora della loro vita, la paura che sicuramente entrambi hanno provato, forse il senso di colpa da parte di loki per aver messo sigyn in pericolo. Il fatto che loki riconosca di non essere migliore del suo mentore, perché se fosse stata un'altra donna lui avrebbe semplicemente assistito a quell'omicidio senza remore morali. E in effetti anche nel caso di sigyn non possiamo parlare di remore morali, è una questione d'amore e quando si parla di lui oso dire che è una questione di possesso, perché tutto ciò che lui vuole lo deve avere. Perfino in questo non è molto diverso dal suo mentore, hanno lottato per la stessa donna come se fossero due facce della stessa medaglia, uno il riflesso dell'altro, solo che uno dei due non era giovane e avvenente. Io un po' lo posso capire Laufey, "siamo sostanzialmente la stessa persona ma lui piace perché è affascinante", questa cosa in effetti farebbe girare i cinque minuti a chiunque. Però io credo che il fascino di Loki risieda anche molto nella sua intelligenza e nel sapersi presentare agli altri sfruttando i propri punti di forza. Forse lo scarso carisma di Laufey in definitiva è colpa sua, forse è talmente concentrato sul suo lavoro e sulla sua paura della morte da non essersi mai interessato veramente alle altre persone, perché... non sono lui. Credo anche che lui non amasse veramente la madre di sigyn, non come Loki ama Sigyn.
Io spero di aver capito che alla fine di questa storia i due abbiano interrotto il loro ciclo di reincarnazioni. Spero che loki si sia lasciato guidare da lei verso quell'altro mondo a cui appartengono.

Recensore Master
31/08/20, ore 18:59

Non so bene come iniziare questa recensione. Devi sapere che ho un problema con la parola fine e rimanderei a oltranza le recensioni agli ultimi capitoli, sebbene siano le più attese (giustamente) e quelle che più meritano attenzione.
Ho letto questo capitolo di notte, a seguito degli altri due. Li ho letteralmente divorati, ammaliata dalle tue parole, trasportata dai tuoi personaggi, abitante dell'universo immaginifico cui hai dato vita. Anche questa fiaba, come le altre tue che ho avuto il piacere di leggere, è meravigliosa.
Te l'ho ripetuto non so quante volte, forse ne hai anche abbastanza di sentirmelo dire, ma sul serio credo che questa dimensione a metà tra il fiabesco e l'epico, che non rinuncia mai alla verosimiglianza dell'ambientazione e delle dinamiche, sia tua-tua, quella dove il tuo estro artistico si esprime al suo massimo potenziale, dove le tue emozioni si fondono a quelle dei personaggi e incantano noi lettori.
Sei un'autrice eccezionale e ogni volta che leggo qualcosa di tuo, che concludo un tuo racconto, mi chiedo perché a ospitarti sia una piattaforma amatoriale e non lo scaffale di una libreria. Hai creato dei personaggi tuoi e delle trame tue che non hanno nulla da invidiare a racconti originali. 
Non mi aspettavo questa conclusione, sebbene avessi iniziato a intuire che potesse esserci ben più di un destino comune tra la strega che incantò il conte e Loki e Sigyn. Ma non avevo capito l'entità di questo più, solo quando lei è tornata in sé l'ho intuito, guardandola muoversi con una consapevolezza vecchia di secoli e di troppe vite vissute. Non so dirti se mi abbia più intristita o fatta gioire. È un destino crudele il loro, ma al tempo stesso è il simbolo di un amore immortale.
Perché quelle divinità antiche e remote in fondo sono mortali, eppure (vedi? C'è sempre un eppure) il loro spirito non muore mai, né muoiono le passioni e gli amori che hanno nutrito. Loki non è nato per accontentarsi, la soddisfazione non è nella sua natura (chiunque ti legga lo sa bene) e dunque non può neanche arrendersi alla pace, donarla a se stesso e a Sigyn, legata a lui in una spirale di amore, dolore e morte, dove non possono fare altro che dimenticare tutto – in ogni singola vita – e ritrovarsi per dirsi addio.
Ho amato come sia riuscita a incastrare ogni singolo dettaglio, come il matrimonio in fretta e furia sia stato teatro di avvenimenti macabri, dove né l'amore passionale né quello fraterno ha potuto evitare il compiersi di una vendetta che ha schiacciato in primis il vendicatore stesso.
Meriteresti altre mille parole, ma credimi se ti dico che non riesco a dare un ordine ai miei pensieri, perché ho amato tanto, ma veramente tanto, questa storia. Porterò con me Ombre, le sue ambientazioni, la sua epoca, i suoi personaggi, il suo sapore fiabesco invaso dai toni dell'epica (meraviglia!). Ma soprattutto porterò con me, ancora una volta, l'amore totale e immortale che unisce i tuoi protagonisti.
Per una volta, è stato bellissimo ammirare il destino stretto tra le dita della dea della fedeltà. Tutto ha avuto un senso: la perspicacia di Sigyn, il suo essere intimamente e inevitabilmente attratta da Loki, il suo essere oltre i costumi della sua stessa epoca. Sigyn è sempre stata se stessa e l'altra: dea e mortale, viva e anima del passato, perché è in lei che è ancorato il Valhalla che potrebbero abitare se solo lui accettasse la fine – non è nella sua natura, lo sa lei, tu, noi. È così.
Complimenti, hai scritto un racconto stupendo, posso solo ringraziarti di averlo condiviso con noi.
Un abbraccio, a presto!

Recensore Master
30/08/20, ore 10:36

E la tragedia annunciata si conferma qui, in tutta la sua, magnifica, pena; nei suoi tormenti e nello struggersi di questi due che mi piacciono sempre più.
Avevi detto in effetti che non era una AU, e qui lo confermi in pieno, rivelando, per bocca di Sigyn, la dea della fedeltà, ciò che il lettore ha già parzialmente accarezzato nel precedente capitolo: ovvero un eterno ritorno all'uguale di due anime che si inseguono, si rincorrono, si amano per poi inevitabilmente perdersi, e rivivere poi, in un'altra vita, lo stesso di quella precedente. Una tematica che io personalmente adoro e non mi stancherei mai di leggere, e che ha numerosi punti di contatto anche con le mie storie (cosa che infatti mi ha fatto immedesimare di più in questo tuo bellissimo racconto).
Che sarebbe finita male, purtroppo, l'avevo già capito nello scorso scorso capitolo per come lo avevi imbastito. Pregustavo già il finale e non ne sono rimasta affatto delusa.
L'irrequietezza, il senso di oppressione e di qualcosa di imponderabile che sta per succedere si percepisce già nelle prime righe prima del matrimonio, ancora prima che Laufey spari il colpo che colpirà Loki, ferendolo abbastanza gravemente da non dargli speranze di vita, ma permettendogli altresì di continuare ad agire.
Due parole su Laufey: pur essendo un personaggio patetico, irritante a volte, ha un suo perché, devo ammetterlo, il ruolo di cattivo gli calza a pennello, ancora di più perché lo accosti a Loki, simile in tutto per tutto a lui, con la differenza che quest'ultimo viene amato indipendentemente dalla sua malvagità, dal suo lato oscuro, mentre a Laufey ciò non è concesso. E il lettore capisce, ne capisce l'invidia, la comprende... ecco, non direi che simpatizza per lui, ma almeno si avvicina a lui, capendo il motivo delle sue scelte. Un po' pena lo fa costui...
Menzione anche a Thor, che pur avendo un ruolo marginale, è ben riuscito. Soccorre il fratello e lo aiuta nell'impresa e ha un che di solenne in tutto questo, perché malgrado le divergenze, malgrado l'onore e il disonore, alla fine, i due fratelli si aiutano, ed è una cosa che adoro sempre moltissimo. :)

Insomma, quindi. una long che ho apprezzato moltissimo e che mi ha fatto emozionare più volte, il tutto sempre condito dal tuo stile di scrittura che è sempre molto scorrevole e giustamente ricercato. Usi termini che non si leggono propriamente ovunque, questo non certo solo qui, in questa storia, ma anche nelle altre tue fic che ho letto. E' una cosa che ti ho già detto più volte, ma che tengo a ripeterti, perché sei veramente brava :)
Che dire, spero di continuare a leggerti qua e là, non mi stancherei mai dei tuoi scritti e di Loki e Sigyn <3
A presto, e perdona l'incommensurabile ritardo! :)

Recensore Master
28/08/20, ore 16:31

Oh, santo cielo, ma adesso com'è che si dovrebbe fare per scrivere una recensione sensata a questo finale splendido (splendido, davvero, e doloroso, e commovente, e al tempo stesso luminoso, perché nonostante tutto quella luce che barbaglia sulle acque dei fiordi io me la tengo stretta, strettissima).
Ma insomma, ora giuro che ci provo.
Innanzitutto, dici che il capitolo è lungo il doppio di quanto lo sono di solito i tuoi, ma durante la lettura non me ne sono resa minimamente conto: ho cominciato a leggere senza riuscire a staccarmi, e mai ho avuto la sensazione o l'impulso di voltarmi indietro e guardare quanto avessi già letto e quanto mancasse alla fine. Perché il tuo stile è sempre una carezza, un'onda dolce che avvolge e ti trascina fino in fondo, coinvolgendoti completamente e non lasciandoti scampo. Mi sono piaciute tantissimo, poi, il ritmo e le atmosfere che hanno scandito questo capitolo: c'è una solennità nei toni, un senso di ineluttabile che permea ogni istante, ogni momento, dilatando anche i momenti più tesi in una dimensione che sembra avere la fine già scritta addosso. E in questa dimensione sospesa si collocano tutti quei tasselli che finalmente trovano il proprio posto, andando a unire i vari dettagli che hai disseminato nei capitoli precedenti e assumendo un significato molto più ampio, dove il racconto si espande e viene ad assumere una dimensione precisa. È come se, in questo contesto, l'intera narrazione avesse preso il respiro ampio e solenne delle leggende e dei miti: è qualcosa che tu sai fare benissimo, traendone il meglio, e che a maggior ragione si amalgama in maniera praticamente perfetta al contenuto della storia.
La rielaborazione della fiaba, poi, è stata splendida: mi piace sempre moltissimo la tua capacità di leggere attraverso le fiabe, di utilizzarle davvero come archetipi, come matasse di concetti che costituiscono un nucleo essenziale che poi nel tuo racconto rimane fedele a sé stesso, e al tempo stesso si piega in maniera impeccabile al contesto e ai personaggi.
Ho amato davvero molto come hai scelto di concludere tutto: sono stata con il cuore in gola dall'inizio alla fine del capitolo, non riuscendo a rassegnarmi all'idea che la storia potesse avere un finale tanto tragico (e non ce l'ha, in un certo senso). Ho apprezzato davvero tanto come questo capitolo, in un certo senso, si costruisca attraverso dei cerchi concentrici concettuali che si concatenano, portando pian piano il lettore (e i personaggi) a una presa di coscienza che mi ha stupita e fatta completamente innamorare. La morte è un elemento fondante di tutta questa storia, ma il modo in cui hai continuato a richiamarla, giocando su domande dalla difficile risposta, parlando di leggende, di dei che hanno vissuto sapendo di dover morire, di stregoni che hanno giocato una partita più grande di loro, e di figure antiche e avvolte nel mistero in grado di accarezzare quella linea che divide la vita dalla morte è stupendo. Perché è quasi un presagio, ma lo è in modo molto naturale (anche perché l'epoca in cui hai scelto di ambientare questa storia è forse una delle epoche storiche in cui maggiormente si è vissuti con la morte, con usanze che a noi ora sembrano macabre e vagamente inquietanti), e alla fine la rivelazione conclusiva in qualche modo questo velo lo solleva, finalmente.
Mi è piaciuto tantissimo come certi elementi siano tornati e abbiano finalmente assunto tutta la portata che da subito promettevano di avere: il significato dietro quella pietra al collo di Sigyn è stupendo ed è assolutamente perfetto.
Una delle scene che mi sono piaciute di più e che ho trovato più d'impatto è quella in cui ci stacchiamo in un certo senso dalle vicende di Loki e Sigyn per andare a conoscere i pensieri di questa donna capace di avvertire – a volte solo per denaro e per inganno – le vibrazioni della vita e della morte. È un elemento di trama che hai saputo gestire in maniera sopraffina (la conosciamo già questa seduta spiritica che non ha mai avuto luogo: ha già avuto la sua importanza, ma qui le cose si ribaltano completamente). E il fatto che sia proprio in questo modo che noi lettori possiamo cominciare a scorgere il disegno finale è davvero bellissimo.

Insomma, questa storia è un vero e proprio gioiellino, è curatissima e ha così tante chiavi di lettura che un po' mi sento in difetto, perché ho paura di non essere riuscita a coglierle tutte, e di non averle colte nel modo che avrebbero meritato.
Ma è stata una lettura bellissima, di cui ti ringrazio infinitamente.
Bravissima!

Recensore Veterano
25/08/20, ore 22:59

Carissima Shilyss,

Sappi che sto combattendo contro me stessa per lasciare andare questa storia.  Oh, l’ho letta, l’ho riletta, ne ho amato ogni singola parola, e poi sono andata a rispulciarmi i giri di frase preferiti; quelle pagine e  quelle atmosfere che mi hanno lasciato una suggestione speciale; e gli altri arpioni narrativi, le suggestioni, che si tingono di una nuova compiutezza alla seconda lettura, nella luce del finale, quando le somme sono state tirate, tutti i nodi sono venuti al pettine, tutto è compiuto. Eppure, sedermi qui a lasciarti un pensiero conclusivo su questo tuo delizioso lavoro ha un quid di finale, rende quel “fine” in calce definitivo, reale, almeno per questo giro sulla ruota della vita – scegli tu se quella delle tradizioni religiose passate o orientali, o col kitsch d’ordinanza (per cui propendo io) quella della canzoncina del Re Leone. XD Scriverti qualcosa  di relativamente unitario e complessivo – ahimè, temo di dover rinunciare in partenza alla vana illusione di riuscire ad essere coerente –  mi forza tuttavia ad emergere da quella suggestione, che ho ritrovato qui, di continuità, di ciclicità, di un eterno ritorno scritto a fuoco nel fato e, forse, anche un po’ nella volontà. Mi piace quando la morte – con il luogo oltremodo classico della morte degli amanti – ha un sapore di lieto fine, che resta addosso come una promessa di cui ci si fida. È una morte, è una fine, speranzosa; è solo un altro capitolo, ce ne saranno molti altri, ma intanto si tirano le somme di un percorso, di un racconto nel racconto più grande che lo racchiude, in cui le pagine si perdono, ma non si confondono. Forse tutto l’amore – quello epico, quello che valga la pena di raccontare e di farsi raccontare, senza belletti superflui, ma dove l’assolutezza è la sostanza – è così, o dovrebbe esserlo: come un respiro cosmico, un prendere ed un lasciare il fiato, magari trattenendolo un pochino, per un momento profondo fin dove arrivino i polmoni. Però, la ruota, per questa storia, ha compiuto la sua rotazione; ci sono altre storie, ci saranno altre storie – spero tante, perché quello che scrivi è tutto così bello! – , ma per ora il giro si ferma qui e devo fermarmi anch’io a contemplarlo nel suo ultimo moto e nel compimento. E forse è questo che mi mette malinconia, infinitamente di più della tragedia amorosa che si è consumata, perché non sa affatto di tragedia, ma di una risoluzione pulita, piena di potenziali nuovi ed inesplorati – e che finale più lieto potrebbe mai esserci della pura possibilità di un nuovo inizio che preservi la costanza delle cose più amate, in un modo o nell’altro? Insomma, ho amato moltissimo questa storia, in tutti i suoi aspetti: nella caratterizzazione dei personaggi, inclusi i comprimari che circondano questi due meravigliosi piccioni, dando spessore ed una verità, una realtà vissuta al contesto, al mondo in cui si muovono; nell’accuratezza storica, ricca di echi letterari, che dà una qualità dettagliata, visiva e quasi tattile, a quello spazio definito dalla posizione dei personaggi nel mondo; nella tua prosa, corposa ma fluida, che scorre via così piacevolmente; nella ricchezza concettuale e tematica dei tuoi contenuti, sottesi alla trama e che la integrano così splendidamente. Questa storia è un gioiellino di equilibrio e di misura.

Il finale di partita non è mai scontato: i giochi sono fatti, sì; tutti i movimenti possibili sono già piazzati, aspettano solo di essere eseguiti; ma l’esecuzione, quella è una questione delicata, che è facile affrettare una mossa, infilarsi in un angolo. La tua esecuzione e la tua chiusura rimangono impeccabilmente eleganti. Il progetto stesso è impeccabilmente elegante: è una fiaba gotica e non è assolutamente AU, per niente. È radicata nel mito. Presuppone il mito.  Ingloba il mito. Sarebbe un piacere già solo come idea seminale, quelle che rimangono nella mente del Creatore (niente, perdonami, in questi giorni sto facendo una scorribanda non particolarmente desiderata nell’alto e medio medioevo ed ho dunque queste cose piantate in testa ventiquattr’ore su ventiquattro);  ma l’attuazione è una meraviglia. Tiri con grazia tutti i fili che devono essere tirati; e quei nodi sui cui avevi portato l’attenzione, o che avevi anche solo lasciato intuire, li sciogli in un modo che dà tanta soddisfazione a chi legge.

Io sono una donna frivola che si sofferma sulle cose di contorno, un po’ per partito preso, un po’ perché il contorno è fondamentale per inquadrare la portata principale. Dunque mi ero molto gongolata nel Branduardi a far la spina dorsale delle epigrafi di questa storia – sì, tiro sotto Branduardi anche la Commedia (che il Poeta non me ne voglia!), ché appena l’ho vista lì mi è partita in testa la versione musicata. Eppure, l’inizio e la fine, i tue capitoli caporali di quella che è la storia d’una vita, una delle tante che si ripetono a vivere questo amore, hanno ben ragione di avere una demarcazione diversa, per segnare la presenza di uno stacco, fosse anche solo quello tra il silenzio e la narrazione. Poi, banalmente, a me quella canzone piace molto. E, soprattutto, al di là del gusto personale, si adatta splendidamente ed oggettivamente al contenuto. Sia perché i piccioni non scappano, nossignore, ma vanno a sposarsi (‘sto matrimonio si aveva da fare! Grazie della soddisfazione! <3 ) e stand their ground, come si dice da quel lato della Manica. Sia perché c’è un disegno più grande sullo sfondo, il laccio del fato cui non si può scappare. E forse è proprio così che gli dèi di Asgard non hanno neppure provato a fuggire il proprio destino al vaticinio della Völuspá. E chissà, forse, ogni autentica profezia è di quelle che si compiono da sé, o che risultano in una constatazione di fatto, anche se il fatto è futuro – e che differenza ci sarebbe, allora, tra una profezia ed una condanna? Forse, tra arroganza e saggezza non c’è poi troppa differenza, né a conti fatti, né nella sostanza.

È tante cose, questa storia; e riesce ad esserle tutte magnificamente, senza pecca. È un romanzo d’amore; è un romanzo d’epoca; è il romanzo della ricerca – ora lo sappiamo: della condanna – di una conoscenza assoluta, che in fondo non è altro che un’assoluta conoscenza di sé, echeggiando il γνῶθι σεαυτόν classico – mediterraneo, certo, ma indoeuropeo abbastanza da prestarsi bene anche per i nostri cugini del nord. Romanzo di una vita tra le vite, romanzo epico, continuo ad avere ancora che sia anche un romanzo di formazione – e la formazione, forse, non si raggiunge, non si compie, se non con la morte. L’uccisione del padre – qui spirituale, intellettuale, il che forse è anche meglio, se possible – è necessaria, dovuta, inevitabile; e contribuisce a quest’impressione, o almeno io me ne convinco ancor di più perché sono una pessima lettrice. Indubbiamente, è una storia di Fedeltà, che trascende tutto, la vita, il fato; che è l’ossatura dell’amore. Gli dèi dei nostri avi, in fondo, sapevano incarnare le pure assolutezze della natura umana, finendo con l’essere più umani degli uomini; ed in un certo senso era quello il punto.

Ti avevo già detto di quanto mi sia piaciuta la caratterizzazione di Laufey, nel necessario raffronto con Loki e con il fu Odino – qui vero padre, ma anch’egli mago e alchimista, per quanto redendo, anch’egli ossessionato dalla morte, dal bisogno di scoprirne i segreti? E mi chiedo se anche Odino, se anche Laufey, non siano spiriti vaganti, ciascuno nel proprio ciclo, nella propria cerca, al pari di Loki e Sigyn.

Diamine, mi piace finanche la caratterizzazione della madre di Sigyn, che entra in scena come null’altro che un ricordo, il fantasma che si vorrebbe evocare, ed è così vivida, così brillante, in così poche parole. E mi piace che la medium abbia uno scorcio tutto suo, un piccolo ritorno, per confermare i dubbi ed i sospetti che il lettore già aveva: non è una digressione e serve ad espandere, ad approfondire, l’atmosfera. Tutti coloro che muovi sulla scena hanno una loro credibilissima realtà: sono personaggi fatti e finiti, che convincono chi legge.

Potrei sdilinquirmi ancora per pagine e pagine su questa storia, sui dettagli di questo capitolo (parliamo dell’accuratissima pistola che s’inceppa? Che altro potrebbe fare, con tutto quell’umido un’arma di quell’epoca? XD) e sulle questioni di ampio respiro attraverso l’intera storia. Ma temo di essermi già dilungata oltre i limiti della decenza e non vorrei annoiarti troppo, dopo che tu mi hai intrattenuta così piacevolmente in questi mesi. Potrei spendere pagine e pagine a sdilinquirmi su singoli giri di frase, su come siano ben cesellati, su come il loro significato affondi come un macigno nella mente o nel cuore di chi legge. Il giro di frase che qui mi porto a casa: L’immaginazione è una creatura strana, è un drago che spesso si avvolge nelle sue stesse spire creando mondi possibili, aprendo porte affacciate sulle scelte che non abbiamo fatto. Bellissimo, verissimo ed evocativo.

Grazie di aver scritto e condiviso questa storia meravigliosa. <3

Al prossimo giro di giostra,

Sherry

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