Io non lo so se riuscirò a scriverti qualcosa di sensato o di vagamente degno della tua meraviglia.
Non lo so proprio (so che dovrei andare a dormire, ma l’ho appena riletta e mi sono ritrovata senza nemmeno pensarci ad aprire word per scriverti questo pastrocchio), però provo a fare del mio meglio perché te lo meriti tutto, ma proprio tutto.
Lo sai quanto ho amato tutto il progetto di esplorare quello che sta oltre la curva della strada, di vedere quegli incontri dopo anni di separazione, quegli amici che finalmente ritrovavano il loro posto uno accanto all’altro e imparavano a camminare nella luce.
Ecco, non avrei mai pensato alla possibilità di infilare nel mezzo anche Severus, ma sono contentissima che ti abbiano dato lo spunto per farlo e che tu l’abbia colto e l’abbia trasformato in questo splendore. Perché sì, forse è un passaggio necessario, è il doveroso ultimo viaggio di James per accogliere qualcuno che ha appena attraversato il velo e insegnargli come si convive con il rimpianto. Perché, come Peter che non può essere ignorato, Severus è stato una componente importante della vita di Lily, dei Malandrini, di quella di Harry – ha salvato e protetto Harry a costo della sua stessa vita, come gli stessi Lily e James –, non può non essere incontrato.
È bellissimo l’uso che hai saputo fare della citazione di Pavese, con quel verde dell’ultimo sguardo che ha visto, che per lui nasce da dentro – è il colore del ricordo di un amore, è carezza, e di un’ossessione, è veleno – e allo stesso tempo è anche uno dei primi che ritrova.
Bellissima l’immagine di Severus che si aggrappa a questo sguardo come ci si dovrebbe avvinghiare in cerca di conforto e sostegno alla mano di un genitore, come lui invece non ha potuto mai fare – è un’immagine che nella sua semplicità racchiude forse uno dei più grandi traumi della vita di Severus, perché se non hai mai avuto esempi d’amore e genitori a farti da guida ma solo denigrarti per quello che sei, la strada che segue quelli che invece ti esaltano per quelle doti disprezzate dal padre e che ti porta a una visione distorta dell’amore è facilissima da imboccare. Insomma c’è tutta l’origine di Severus, lì.
E poi bellissima (immagino ti sia ormai chiaro come bellissima sia la parola ritornello di questa pseudo recensione) l’immagine dei polsi disarticolati perché il rimpianto ha spezzato le ossa – l’ho amata infinitamente in qualsiasi versione tu l’abbia declinata, questa metafora, l’ho trovata ancora più poetica in questa flash.
C’è poi quel muto riconoscimento di James – muto perché non serve proprio parlare oltre il velo, si dice molto di più senza dire nulla – che mi è suonato come un riconoscersi in questo nuovo mondo e un riconoscere quello che Severus ha fatto per Harry – al di là dell’inizio, al di là dei motivi, al di là di Lily e un amore sbagliato. E stata una semplice – e profonda, e intensa, e straziante – comprensione. Nient’altro. Perché altro non so se ci potrebbe essere – per come sono fatti loro e per come potrebbe essere una possibile dimensione extra terrena.
E allora avanza Lily, lo sguardo della morte che stava in Harry e lo ha accompagnato qui e ora lo viene a prendere per l’ultimo tratto di strada (l’avevo già detto? E vabbè, volevo rimarcare quanto ho amato l’immagine e l’uso di Pavese). E questo incontro è ancora più perfetto: è silenzio. Quello che è accaduto è troppo per ambire ad altro, eppure è solo questo che serve e basta. È la cosa giusta.
Bellissima, ancora una volta, l’immagine delle mani di Lily che sbocciano e indicano la strada a Severus, rendendo anche più facile quel percorso con il semplice coraggio che gli infondono.
E bellissimo, davvero bellissimo, come alla fine li vediamo allontanarsi assieme – hanno imparato a camminare assieme, è l’unica cosa possibile e l’unica perfetta.
Io lo so che ho cucito insieme solo scampoli di pensieri nemmeno poi così elaborati e di sensazioni, ma spero che possa essere passata l’ammirazione per la storia e quanto la sua bellezza mi abbia toccata. Grazie, davvero grazie per tutta questa raccolta.
Ora scappo e non ti annoio più!
Un grandissimo abbraccio,
Maqry |