Recensioni per
Fiore di ciliegio
di Old Fashioned
Era questa la tua prossima storia che avevo in lista? No. |
Ciao. |
Bentrovato, Old Fashioned! |
Oddio, quindi alla fine il cattivo è morto, peccato che abbia lasciato dietro sé soltanto distruzione. |
Rieccomi! |
Ehilà, carissimo Old, guarda un po’ chi si rivede da queste parti! :D |
Eccomi giunta alla fine della storia. Allora, ci sono parecchie cose da dire: la prima, scrivi davvero tanto bene, sia come costruzione dei capitoli che come lessico e come scelta di certe immagini. La seconda, Akira: personaggio alla fine pieno di luci ed ombre... Ragazzino ricco e annoiato che "gioca" a fare la puttanata, a fare il criminale, a rivestire tanti ruoli in realtà per compensare un vuoto: quello di non credere che al mondo ci sia qualcosa di buono a cui valga la pena affezionarsi. Akira sembra uno di quei giovani che si danno agli sport estremi perché solo nel pericolo hanno un po' di consapevolezza di essere vivi e perché amano sfidare la vita ogni giorno. Akira oggettifica gli altri, ma perché prima di tutto oggettifica se stesso: incontrare un uomo che non ha tenuto le distanze e che anzi si è innamorato, nonostante i continui giochetti di manipolazione, deve essere stata per lui un'esperienza sorprendente. Così sorprendente da fargli scoprire che forse esiste al mondo almeno qualche persona che merita di essere salvata. Ed infatti è ciò che fa: sceglie di salvarlo. Bellissima la poesia sull'accendino e anche la riflessione sul fatto che forse Akira non provava odio per quell'antenato di 19 anni ma magari solo un senso di tristezza e di invidia per degli ideali che lui non riusciva ad avere. Complimenti ancora. |
Ok, mi rimangio ciò che ho detto su Akira. |
OK, come ti avevo promesso sto leggendo una tua storia e...sono già giunta al capitolo 4. Brooks è indubbiamente un personaggio falsamente solido, un finto sicuro molto più vulnerabile di quel che si crede e che si illude di avere un controllo che non ha, e non solo per quello che accade in questo capitolo. Non ne ha fin dal primo incontro con Akira, non ne ha nella sua relazione con collega, non ne ha nei suoi stessi pensieri. Sembra quasi una persona che ha scelto di fare lo sbirro proprio perché quel ruolo comporta il mantenerlo, il controllo. Controllo sulle proprie emozioni, sulla rabbia, sul desiderio. Akira invece è matto: matto come un cavallo matto, ma spaventosamente lucido e con un gusto quasi sadico non tanto nel buttarsi in relazioni perverse quanto nel giocare a manipolare gli altri, a legarli con i suoi fili e farne le sue marionette. Nella loro relazione, Brooks non ha avuto il coltello dalla parte del manico nemmeno per mezzo minuto e l'incitamento alla violenza secondo me è stato solo lo strumento del giovane giapponese per rimarcare il suo potere, uno modo di dire che è lui a decidere anche se e come far perdere il controllo agli altri. |
Eccomi qua caro Old, giunta alla fine di questa storia! Ci ho messo più del previsto perché son stata acciaccata questi giorni per via del vaccino, ma ora è todo passato e finalmente ho potuto finire questa storia anche se è sempre un po' un peccato dire addio ai tuoi personaggi. |
Eccomi qui, finalmente ce l'ho fatta! Sono felice di poter commentare l'ultimo capitolo di questa storia in maniera più seria, soprattutto perché è stata una storia che mi ha fatto molto riflettere, dall'inizio alla fine. Mi ha preso sin da quando, nel primo capitolo, si vede il distacco tra il Jack del Daddy's e il Jack poliziotto modello. Mi fa notare quanto complessa sia la natura umana, quanto mutevole, quanto ambigua. E quanto siano in pochi a mantenere sempre la stessa facciata integerrima, ad avere sempre quel carattere forte che persiste anche con una certa testardaggine dall'inizio alla fine. Anche se i personaggi sono pochi, sono tutti sfaccettati in maniera eccezionale, a partire dal protagonista fino ad arrivare ad Akira, lo stronzetto, così come lo chiamano. In realtà, Akira è molto più complesso di quanto possa dare a vedere. Il fatto che lui non abbia avuto traumi per abbandonarsi alla prostituzione suscita molto più domande: sicuro che lo faccia solo perché gli piace? Non c'è altro dietro? Mafia, forse? Ed ecco che qui il dado è tratto, e non si può tornare indietro. Forse lui non torna indietro, forse lui va avanti: ecco perché muore salvando Jack, ecco perché replica le gesta di suo nonno. In fin dei conti, la fine che ha fatto è la medesima: un suicidio, una morte che sa molto di "dulce et decorum est pro patria mori" (preso dal greco ἢν μὲν γὰρ ἐθέλωμεν ἀποθνήσκειν ὑπὲρ τῶν δικαίων), almeno per suo nonno, mentre, se mi permettete di modificare e rendere anacronista la lingua latina, direi "pro Jack mori", perché quello che fa Akira è sostanzialmente questo. Forse a Jack ci teneva davvero, forse non lo ha fatto solo per ottenere favori, ma perché forse, in una sorta di buio inconscio, lo amava. E, anche dopo avergli rovinato l'esistenza buttandogli contro le peggio offese, ha conservato nei suoi riguardi una certa premura, come a volerlo difendere contro i tizi con cui lavora. Bei pezzi grossi, spacciatori di droga, che hanno contatti internazionali, che portano alla fine della trama principale della storia, quella tendente al giallo-mistero. Proprio in quest'ultimo capitolo, che di lacrime me ne a causate (e tante) si vede il carattere dei personaggi nella forma più pura, mostrandoceli come figure sì positive nel senso di "Purezza delle azioni" ma non esenti dai difetti che hanno. Di Larry, la mamma - che adoro - ho già parlato in abbondanza attorno al capitolo quattro circa, ma sono felicissima che in realtà si sia rivelato un ottimo amico per Jack. Resta comunque la persona che, dopo la morte di Akira, lo ha salvato, lo ha aiutato, gli ha permesso di andare avanti, e persino il ragazzino nel bar se n'è reso conto. Pensa che se Larry non fosse etero mi sarebbe già partita la ship tra lui e Jack, ma questi sono pensieri da Pseudo Fangirl che terrò per me xD. Poi abbiamo Akira, l'idolo quasi mitologico orientale capace di far perdere la testa e il controllo a Jack. Persona che mi andrebbe da definire elegante e felina negli atteggiamenti e nei modi, sprezzante come una serpe in alcuni momenti e preoccupato come un amante in altri. Ambiguo, ma questo lo abbiamo capito tutti, stronzetto, un bel po', ma anche dallo spirito eroico, da salvatore, forse un lato di sé che stenta a mostrare o di cui addirittura si vergogna. Perché, quando sei tra i potenti e devi assecondarli, forse non ti è permesso cacciare fuori il vero te, e lo fai semplicemente per amore, un sentimento di cui lui stesso si è reso conto troppo tardi. Perché l'amore, l'attrazione, possono creare due reazioni completamente diverse: o l'errore e la pazzia, come accade per Jack, o il sacrificio e la bontà, come succede alla fine per Akira. Tra tutti i personaggi, Jack è stato quello con cui più sono entrata in contatto a livello di pensiero e umanità: quel che posso dire è che è davvero un pezzo di pane, capace di amare profondamente e di trasportarlo sia nelle azioni che nella fisicità, come ha fatto con Akira. I suoi sentimenti sono limpidi, sono puri, provati dal profondo di un cuore stanco, un cuore che a un certo punto viene squarciato e si impegna a guarire da tutte le sue ferite, spesso concentrandosi molto sul lavoro o sulla solitudine che, a mio parere, gli fa molto più male di quel che si creda. In generale, questa storia mi lascia molto a riflettere sull'identità umana, sui valori non da tutti condivisi, sui caratteri, sull'amicizia, sulle relazioni interpersonali: oltre ad avere un'ottima dose di suspense unita a uno stile importante, che mi ha fatta appassionare, è stata anche una riflessione sulla vita e sulle persone che ci circondano. Continuerò sicuramente con le tue storie, Old, dato che questa mi ha preso tantissimo e mi definisco innamorata del tuo modo di scrivere. Alla prossima, perché sicuramente sarà un arrivederci! |
Rieccomi ^^ (sì, oggi avendo il pomeriggio libero e animata da grande curiosità mi sono decisa a recensire tutta la storia fino alla fine). Ora le cose sono doppiamente interessanti: Akira (guarda un po’) coinvolto in azioni mafiose e in corse clandestine. Mi sembra molto che il giapponesino stia giocando ad “A lupo, a lupo!” dato che è praticamente impossibile capire quando dice la verità e quando dice una bugia. È particolarmente preso da Jack in tutti i sensi: lo tormenta, cerca di corteggiarlo, cerca di farlo cedere... eppure, Jack ha dimostrato perfettamente come tenergli testa senza perdersi in effusioni che lui stesso, a mio parere, riterrebbe patetiche. Ad Akira piace ferire le persone, e che ora lo stia facendo o meno, per Jack poco importa: lo ha ferito, lo farà di nuovo probabilmente, è addirittura un criminale, cosa può volere da lui? Un altro ottimo capitolo, stavolta ti menziono che le mie reazioni mentre lo leggevo erano da tifoseria calcistica: urlavo, imprecavo, mi mettevo le mani nei capelli... insomma, un bel po’ di cose. Ci vediamo tra poco sotto il capitolo finale, perché sono davvero curiosa di capire questa faccenda come si chiuderà. |
Eccomi qui ^^ |
Mio caro, caro Old, cosa combini al mio povero cuore... parto subito col dire che sono piacevolissimamente sorpresa da questa storia, un'altra delle tue che mi ero segnata e che ora finalmente, quasi in odor di fiere, ho potuto cominciare a leggere. Sorpresa perché finora in effetti, mi sono resa conto, non ho letto cose tue in cui ci fosse dell'erotismo esplicito. Ho iniziato con Il Lupo di Hudach, son passata per fantasy, horror e noir, ed è vero che c'erano parti dedicata alle relazioni personali, ma erano più sullo sfondo, non esplicite nelle scene sessuali, anche perché non avrebbero avuto senso per la trama, mentre qui trovo un eros forte, bellissimo, controverso e reale, che ci fa scoprire i personaggi e si lega a doppio filo con la trama. Io vado matta per queste genere di cose *___* Sono una lettrice (e scribacchina) molto onnivora, leggo davvero di tutto, ma ammetto che ciò che mi ha avvicinato ai siti di scrittura online o ai fandom è trovare storie che esplorassero relazioni, anche dal punto di vista fisico, come molti libri non fanno spesso o comunque lo fanno con certe pruderie (non tutti possono essere Walter Siti, in fondo) oppure seguendo certi dettami commerciali del genere (romance o dir si voglia, la cui produzione infatti non mi trova granché per gli stereotipi che la costellano). Ho scoperto negli anni tanti autori bravi negli archivi online, pure meglio di certi pubblicati, e tu sei sicuramente uno di questi, in grado di scrivere scene anche molto forti con un'eleganza e una precisione che levate proprio (tiro fuori il romano che è in me, toh! Conseguenze di leggere quest'ultima scena di Akira e Jack ^^') |
Akira è uno stronzo. Posso dirlo? Ah, non posso? Questo capitolo mi ha causato non poche lacrime, dico davvero: anche se me l’aspettavo che Akira fosse una puttana – come lui stesso si definisce, termine a mio parere più che giusto – la narrazione è stata devastante. E lo è stata soprattutto per un motivo: Jack. Vedere il suo personaggio a veli scoperti mi ha lasciata molto empatizzare con lui, col suo modo di essere, mi ha fatto capire quanto alla fine sia un uomo di buon cuore. Un uomo che anche se si è lasciato andare sessualmente vedeva i sentimenti prima di ogni cosa. Così è stato la prima volta con Akira e così è andata sempre per le sue delusioni amorose precedenti. Ho amato Larry in questo capitolo, perché, nonostante le riflessioni pseudo omofobe (alla fine non volevano esserlo) del precedente ci tiene davvero a lui, per questo ha deciso di informarsi. E ha fatto bene, poiché nella sua premura ha dimostrato anche una grande bontà e un enorme affetto per il suo amico. Le dinamiche tra Jack e Akira mi sono piaciute ancora di più: sono rudi, violente, e Akira è un emerito stronzo. Fa le cose solo per il gusto di farle, non prova sentimenti sinceri, anche se è ricco sfondato non si sottrae alle sue voglie vergognose. E le chiamo vergognose perché prendere in giro una persona buona come Jack non è altro che da esseri molto perversi, e non in senso sessuale. Nel suo personaggio ho visto il piacere tratto dalla sofferenza, non di sé quanto delle altre persone, e Jack purtroppo è tra queste. Lui che si è sentito umiliato in quanto poliziotto, in quanto amante (Akira non si è risparmiato il “so fingere” a livello fisico) e soprattutto in quanto uomo. La sua bontà che viene definita “idiozia” da Akira è onorevole, e la scena in cui il puttanello gliela rinfaccia è da brividi. Questo è un capitolo perfetto sotto tanti aspetti: oltre a essere narrato bene sa evocare benissimo tutte le emozioni. Rabbia, disgusto e anche una certa paura nei confronti di cosa Akira sia capace di fare sono ciò che personalmente ho avvertito di più. Ho avvertito una forte stretta al cuore, un eterno pensare che Jack non si meritasse ciò e spero quindi che possa riscattarsi, possa ottenere una sorta di vendetta o comunque giustizia. Se fossi lì lo abbraccerei. Ottimo capitolo, come sempre, ma a questo attribuisco un valore aggiunto per il pathos generale. Alla prossima ^^ |