Carissima, io so di arrivare qui con un ritardo imperdonabile, ma insomma, i giorni di festa mi hanno fatto perdere qualsiasi cognizione del tempo, e ora sto cercando di rimettere ordine tra tutte le cose che ho lasciato in sospeso. E ti chiedo scusa se salto così impunemente il precedente capitolo, ma (e spero che dopo questa confessione tu non voglia togliermi la parola XD) io non ho mai visto Star Wars. Mai. Ecco, l'ho detto, quindi insomma, vado a cospargermi il capo di cenere, ma sono sicura che non coglierei nemmeno mezzo riferimento, lì, quindi insomma, perdonami, ma salto direttamente a questo capodanno a New York.
Ecco, io non lo so come sia possibile, ma questa storia, che pure è intrisa si speranza e sentimenti positivi, mi ha stritolato il cuore. Giuro che questa malinconia non me la spiego, soprattutto a fronte delle parole che chiudono la storia, però, non lo so, forse è solo quella sensazione dolceamara che si prova ogni volta che qualcosa di bello (bellissimo) giunge al termine. Ma insomma, mettendo da parte i miei sproloqui, la storia mi è piaciuta tantissimo, e credo sia perfetta per concludere questa raccolta che è stata un viaggio in tutta una serie di contesti e universi narrativi diversi, ma che ha visto sempre intatto il legame meraviglioso che unisce questi due personaggi. Perché qui, di nuovo, ci troviamo in un contesto dove non esistono bacchette magiche (se non quelle giocattolo regalate da una sorellina: dimmi tu se qui io non mi dovrei sciogliere come un pezzettino di burro!), ma rimane il loro trovarsi e scoprirsi in grado di comprendersi e stimolarsi con una natualezza incredibile. E, davvero, l'immagine di loro che si conoscono da pochissimo ma che hanno già trovato un'intesa e una complicità tale che la gente attorno a loro si chiede se non siano amici d'infanzia, o addirittura fratelli (che, del resto, che loro siano più vicini che dei fratelli tu ce lo hai sempre raccontato in maniera superlativa) è splendida, e rende perfettamente la natura di questo legame ineluttabile, che funziona perfettamente in qualsiasi contesto lo si cali, perché sono loro a essere perfetti, così immersi l'uno nell'altro e dimentichi del mondo che li circonda.
E, ancora una volta, tu ti dimostri un'autrice geniale perché qui, di nuovo, riesci a fare un passo in più, dando a questa storia un significato tutto nuovo che la porta oltre un semplice tentativo di indagare il loro rapporto in un college babbano (che, di per sé, sarebbe stato comunque interessantissimo e perfettamente degno di esistere anche così). No, tu inserisci anche quegli sprazzi, quei ricordi che sono ricordi, o forse solo sogni, o forse hanno un significato simbolico e basta, ma non importa davvero stabilire quanta verità ci sia. Importa il senso di questo loro trovarsi, sempre e comunque, nel tempo e nello spazio (e pure nella folla che rende impossibile respirare a Times Square la mezzanotte dell'ultimo giorno dell'anno), e, davvero, tutto ha un'intensità assolutamente magnifica, che al di là di ogni mia malinconia sa scaldare il cuore.
Il tuo stile, poi, riesce sempre ad avere quella forza evocativa capace di rendere concreti i personaggi e i luoghi, con un susseguirsi di immagini bellissime, che sanno essere poesia anche in prosa.
Insomma, leggerti è sempre una gioia grande, e spero di poter continuare a farlo anche in questo anno appena iniziato, che davvero, davvero ti auguro possa essere migliore di quello appena concluso.
Ti abbraccio! |