Recensioni per
Tra sempre e mai (parentesi)
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 76 recensioni.
Positive : 76
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/05/21, ore 14:59
Cap. 2:

Buongiorno cara, eccomi qui per continuare la lettura di questo progetto che ho cominciato la volta scorsa. Tu lo definisci un capitolo breve che non dice niente, nelle note, e io penso invece che una storia abbia bisogno anche di questi “niente” che riempiono spazi vuoti e che aiutano a comprendere certe dinamiche affettive che ci sono tra i personaggi. Hai scelto una ambientazione molto bella per questa estate, affollata certo come la casa dove i ragazzi soggiornano, affollata anche nelle spiagge a ore più plausibili, eppure questi due ragazzi riescono a ritagliarsi un momento di mondo tutto per loro, dove nessuno esiste e nessuno può vederli, giudicarli, disturbarli. Insomma, un mondo votato a loro che si prendono tra le mani, e ne approfittano a piene energie e pieni polmoni.
Il tutto ha dei toni pastello come colori di fondo, piccoli grigiori, una luce particolare che sta sospesa prima e dopo il giorno, in quel momento dove solo il rumore del mare accompagna le parole dei due ragazzi. Sono amici, si vogliono bene, si cercano eppure si trattano ancora con una certa “delicatezza” fatta di inesperienza forse, e poi invece sospesi nell’acqua e nel cielo trovano qualcosa da condividere, su cui ridere e vivere come i piedi nella sabbia ancora fredda, i corpi in acqua salata ancora vuota, e le menti libere a cercare i primi chiarori di un nuovo giorno. I vestiti bagnati e la sensazione di sentirsi congelare valgono la pena, lo so io e lo sanno anche loro, perché hanno recuperato un pezzetto di vita privata solo per loro, mentre il resto del mondo dorme. Il tutto è scritto con tatto, come a non voler bruciare le tappe, mi passa attraverso la spensieratezza di un’età in cui tutto cambia e mai è immutabile, dove ci si conosce, ci si scopre, dove si costruiscono i migliori ricordi. In questo capitolo ho percepito colori, suoni e odori familiari, luci mutevoli, sorrisi gridati al mare e sensazioni lasciate libere. Il testo è molto pulito e corretto in ogni sua parte, evocativo e fluido, ed è stato un vero piacere continuare la lettura. Alla prossima cara, buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Master
23/05/21, ore 16:48
Cap. 5:

cara Blackjessamine!

Ma perché le ore scorrono così rapide? Possibile che sia già domenica? Ebbene sì e in questa strana giornata di primavera – ventosa e piuttosto grigia – leggere di Ole e Homer immersi nella piena estate italiana è stato tonificante. La scena della cartolina è bellissima, perché è un mix di molte cose differenti. È romanticissima l’idea di mandare un messaggio che viene scritto in un momento condiviso (sono insieme) ma verrà recapitato e letto solamente quando questo presente diventerà un ricordo (se dolce o amaro lo dirà il tempo e il tuo buon cuore). Però – e questa è una cosa che ammiro moltissimo della tua scrittura e caratterizzazione – sebbene sia un momento romantico e struggente, è anche intriso di divertimento, perché Ole si trova a fungere da reggi cono gelato e da scrivania sotto il sole. E siccome stiamo parlando di due adolescenti, è tutto estremamente naturale e realistico e ce li fa amare molto, molto di più.

Ho apprezzato anche l’idea di rendere i compagni di calcio come un’unica entità astratta su cui spicca solamente Eloise con le sue trame. Ole e Homer sono una diade che non ingloba altri personaggi. Ci sono loro e c’è il mondo e persino le domande su una scuola lontana ed esclusiva vengono viste come un’ingerenza di un qualcosa che appartiene ai due ragazzi. Homer, generalmente, è quello della coppia che sembra meno riflessivo e più naif, abituato a vivere col suo peso del suo carisma. Si trattava, però, di una concezione che non è del tutto vera quando si legge, come in questa che col prossimo capitolo esce ufficialmente dalle minilong (** eddaje), prevalentemente il suo punto di vista.

Quando chiede a Ole se è felice, quando è preso dallo slancio di mandare una cartolina che fissi un particolare momento, quando racconta della cotta infantile per la gelataia, quando si distrae durante il gioco perché teme che Eloise possa dire o fare qualcosa di negativo a lui e a Ole – lei inconsciamente secondo me ha ben capito che è lui è il suo rivale – Homer mostra la sua paura, la sua tensione, che deve spezzare anche con una domanda come quella sugli occhiali. C’è, tra questi due, un equilibrio che sembra sempre sul punto di spezzarsi e che me li fa amare. E non vedo l’ora di leggere ancora di loro <3, anche se no, non ti sto mettendo alcuna fretta <3 XD
Un abbraccio e a presto (perdonami per il ritardo, ma certe settimane sono buchi neri)
Shilyss

Recensore Master
22/05/21, ore 17:15
Cap. 2:

Eccomi! Che carino questo capitolo, per la maggior parte è molto... relatable. Anzi direi in tutto tranne nella parte "dormire è uno spreco di tempo", ma no, ma che fai Homer, dormire è la cosa piùbbella del mondo... vabbé, so' giovani, lo posso capire, hanno tante energie.
Relatable, è il fatto che Homer non voglia mettere i suoi vestiti nel baule che puzza di vecchio (ne ho anche io uno così alla casa in campagna, lol, è vero quella puzza penetrante non la levi) e anche il fatto che pensi "ma sì, Ole è un amico, possiamo condividere tranquillamente l'armadio" perché hanno quel grado di confidenza.
Relatable, è Ole che non disfa la valigia; non lo faccio nemmeno io ahahahah, a meno che non abbia vestiti lunghi che necessitano di essere appesi, ma è un problema che gli uomini di solito non hanno.
Relatable è il desiderio di godersi la beata solitudine e il silenzio dell'ora che precede l'alba, quando il cielo inizia a rischiararsi e resti lì a chiederti quand'è che il sole farà capolino stracciando la notte e dando il via alla frenesia del giorno.
Relatable è la soddisfazione di saper trovare una spiaggetta così isolata da essere privata, ricordo che anch'io una volta a Chiavari da bambina riuscii a trovare quella che probabilmente è l'unica spiaggia sabbiosa di quella parte della Liguria, nascosta dietro una lunga fila di scogli, e sarà stata una robetta 2x2 m per farti capire ma era il mio segreto e il mio tesoro; ancor meglio raggiungere un posto del genere al mattino presto. La sensazione di essere i primi e gli unici, per quel giorno o forse da diversi giorni, a metterci piede. Non c'è niente di peggio che arrivare in una spiaggetta isolata e trovarci già gente; anzi, è peggio essere dall'altra parte, essersi alzati prestissimo per conquistare la spiaggetta isolata e poi vedertici arrivare altra gente.
Per fortuna a loro non succede e questa cosa fantastica che è la loro amicizia, che mi sembra un sistema chiuso, in qualche modo contagia anche il mondo esterno e la loro privacy non viene interrotta.
La loro amicizia è davvero molto bella, ed è perfettamente comprensibile anche da chi non ne ha sperimentata una simile.
Relatable, infine, è il disagio a nuotare dove non tocchi. C'è sicuramente anche un vecchio meme sull'argomento, appena arrivi dove non tocchi (anche di pochi cm) immagini subito squali, mostri marini, correnti che ti allontanano dalla riva. Non c'è niente di più bello che stare dove tocchi, dove immergi i piedi, dove stai seduto nell'acqua e hai comunque le spalle fuori. Se riesci a tollerare la sabbia che entra nel costume, ovvio.
Vabbè non sono una accesa amante del mare, perché penso sempre "sabbia negli anfratti, sale che si appiccica, poi puzzo di mare, capelli che diventano stoppa", ma posso capire chi invece lo ama.
Ma... bagni di mare in Inghilterra? Che cuore! Da italiana non ci riuscirei mai, l'acqua deve essere un brodo oppure la giornata deve essere molto molto calda, oppure non se ne parla XD

Ma visto che sono tornati a casa che il sole era già alto, nessuno si è preoccupato per loro? Lasciare un biglietto magari?

Recensore Veterano
20/05/21, ore 16:49
Cap. 1:

Ciao cara!
Conosco il film ma non ho letto il libro, ma sento che è un'altra storia, con punti in comune e tanti altri tuoi originali, quindi di questa mancata lettura non ne sento il vuoto.
La prima cosa che ho amato e il senso di soffocamento iniziale, di tutta la parte del capitolo in cui Homer è con Eloise. Le frasi, il ritmo, la scelta delle parole ti fa percepire nettamente il caldo soffocante di un primo pomeriggio estivo nell'assolata pianura padana, ma anche il senso di oppressione di Homer al pensiero dell'arrivo di Ole. Hai descritto perfettamente Homer, e mi ci sono rivista un po' tutta perchè anch'io sono così: una finta estroversa. Una che è sempre solare, sta bene in mezzo agli altri e addirittura spesso è la motrice del gruppo, ma che in realtà si sente più a suo agio da sola, con i propri pensieri e senza la corazza che porta di solito. L'hai descritto benissimo, davvero.
E poi mi è piaciuto moltissimo anche, come attraverso i ricordi e gli occhi di Homer, scopriamo non solo Ole, ma anche i suoi genitori, che non sono stati sicuramente personaggi rilevanti in questo capitolo, ma il cui influsso sul carattere e la vita di Homer si capiscono in ogni riga.
Comunque questa Eloise quanto mi sta antipatica secondo te? Io quel genere di persone sempre in caccia dell'ultimo pettegolezzo da smerciare poi a qualcun altro come argomento di conversazione non le sopporto proprio.
Alla prossima: è stato un piacere passare di qua.
Bea

Recensore Master
19/05/21, ore 23:53
Cap. 5:

Conto le parole che separano i nostri eroi e vorrei che finissero presto, ma poi mi rendo conto che questa conturbante tensione vorrei non finisse mai. Fino a quando è lecito tirare la corda, prima che si spezzi? Bellissimo e sensuale capitolo, morbido e greve come certi infiniti pomeriggi estivi che mi sono rimasti appiccicati addosso e nei quali è bello rifugiarsi di tanto in tanto per ricordarsi com'era tutto intenso a quell'epoca. Vorrei scappare indietro e godermi ogni istante, ma c'è un tempo per tutto, no?
A presto demonio tentatore.

Recensore Master
18/05/21, ore 23:16
Cap. 2:

Buonasera!
E’ vero, questo capitolo è un pochino più corto dei soliti a cui mi hai abituato ma non per questo è stato meno godibile perché è caratterizzato da un senso di pace e serenità che non può che fare bene alla mente e all’umore. D’altra parte, non è che deve sempre succedere qualcosa, a volte è bene anche fermarsi un attimo a respirare l’aria fresca di questa mattina che Ole e Homer cominciano a vivere ben prima dell’alba. E sai che ti dico? Io ho enormemente apprezzato questo momento solo loro, dopo quella cena intima senza ospiti, senza Eloise o chi altri, solo loro, solo la famiglia e, lo ammetto, ho fatto anche un po’ una ola interiore nel vedere finalmente Ole “rubare” la camera e il letto a Homer, nonostante abbia cercato in tutti i modi di spiegare che non fosse necessario (quanto mi è piaciuto il pensiero di Homer che dedica ad Ole, sul fatto di non sentirsi mai abbastanza importante da meritare attenzioni particolari) e poi quella sveglia all’alba, la corsa e l’arrampicata alla spiaggia, i giochi con l’acqua, quelle piccole sfide verbali, sono state assolutamente meravigliose e hanno portato con sé un sacco di nostalgia per la mia infanzia (sebbene io non mi svegliassi all’alba manco morta XD). Il mare sa essere un ottimo amico ma anche tradire all’improvviso ed è bene non abbassare mai la guardia, soprattutto se abbiamo imparato a nuotare in piscina ma non per questo il mitico Homer, che non sbaglia mai, può evitare di concedersi bagni in solitaria nonostante la paura inculcata da sua madre, mi fa morire e soprattutto mi fa morire (e anche un po' irritare) la faccia di bronzo con cui dice un secondo dopo l’esatto opposto di quello che ha detto un attimo prima, facendola passare come la cosa più naturale del mondo XD
Comunque ben si percepisce come i due ragazzi covino sotto all’accogliente coperta dell’amicizia sentimenti ancora più profondi, è sottile come quelle parole di quanto Homer sia perfetto anche quando fa cose stupide che Ole si lascia scappare sul bagnasciuga; come la curiosità di Homer di conoscere meglio Ole al di fuori di quell’uniforme scolastica con cui l’ha sempre conosciuto e che lo porta a frugare impaziente nella sua valigia senza che lui se la prenda; come l’incapacità dei due ragazzi di dormire per non rischiare di perdere nel sonno momenti preziosi di quel tempo circoscritto che hanno a disposizione, che gli fa pensare di avere dalla loro solo e non ben sei settimane da passare insieme.
Sì, decisamente questo piccolo scorcio che ci hai mostrato mi è molto piaciuto perché, al solito, sai dipingere queste scene con uno stile molto delicato che fa parlare i sentimenti tramite le azioni, lasciando da parte le parole.
Concludo dicendo che, nonostante questo nuovo capitolo non dia adito a niente di tutto ciò, io non so bene il perché ma sento nell’aria questa vaga presenza di una vagonata di angst che si sta per abbattere su di me… ci sapremo dire se è un sentore che sarà veritiero oppure no XD
Ti rinnovo i miei sinceri complimenti.
Alla prossima
Cida 

 

Recensore Master
10/05/21, ore 19:29
Cap. 4:

Ciao!
Arrivo sempre troppo tardi a recensirti, nonostante mi precipiti a leggere, e mi spiace davvero tantissimo. Però arrivo sempre, ormai lo sai.
E in realtà non so bene cosa scrivere in questa recensione, perché – come ormai accade sempre più spesso – Ole e Homer riescono a comunicarmi una marea di emozioni e a trascinarmi nel loro mondo che è fatto di attese, speranze, condivisioni e addii. Un mondo retto su un equilibrio precario che però si rivela essere sempre straordinariamente in grado di tenerli uniti e non farli precipitare l'uno lontano dall'altro.
Questo capitolo è un po' così, un po' un equilibrista: un po' traballa e un po' rinsalda il legame, un po' fa sentire l'eco della separazione e un po' si culla in quel per sempre mai pronunciato né scritto, ma che sembra essere il filo rosso del rapporto tra i due protagonisti.
Questa storia è un po' la rivincita di Homer (!), che riesce a rubare spazio all'emotività di Ole per farci scoprire la sua. Stai facendo davvero un lavoro meraviglioso con lui, mostrandoci il lato più fragile di questo personaggio che è sempre apparso immune a molto – ma mai a Ole. Il suo smarrimento al risveglio, quel timore pressante di aver osato troppo e di aver allontanato Ole, ha rischiato di far smarrire anche me: nonostante a differenza di Homer sia sicura dei sentimenti nutriti da Ole, so quanto sia complesso per quest'ultimo non fuggire e affrontare le proprie emozioni.
È stato bellissimo ritrovare Ole assieme al papà di Homer, impegnato con quel gatto che proprio non sopporta Homer (saggio gatto, insegna i tuoi segreti alle Eloise e allontanale dal nostro koala tonto!), così come è stato bellissimo vedere il sollievo di Homer, la sua voglia matta di ridere e abbracciare Ole – ha proprio ripreso a respirare!
Non c'è niente da fare: in qualsiasi universo tu voglia collocarli, questi due sono calamite e si perdono senza l'altro accanto: bussola e porto, sempre, sono nati per indicarsi l'un l'altro la via. E non immagini quanto ami il fatto che le loro caratterizzazioni e la loro dinamica siano così salde da non vacillare mai, ma reiventarsi sempre e riuscire a emergere ogni volta, in qualsiasi racconto, che sia prosa o poesia. Sono proprio i tuoi personaggi.
Ovviamente, ho amato il loro dialogo solitario, e come sempre Ole è riuscito a sorprendermi con la sua sincerità spiazzante: parla poco del suo mondo interiore, ma quando lo fa è lapidario e disarmante nella sua totale onestà. È un addio? No, è un arrivederci, Homer ha ragione, ma fa comunque malissimo, perché ancora una volta si impone quel loro essere tutto senza avere il tempo materiale di viversi.
La cosa bella, e realistica, della dinamica che hai costruito per loro è che vanno avanti sempre e comunque. Nonostante ci sia un sentimento, nonostante si manchino persino quando sono l'uno accanto all'altro, hanno delle indoli fondamentalmente indipendenti e volitive che li spingono a sopportare la mancanza e inseguire i loro sogni – se Homer avesse anche solo provato a rinunciare, sono certa che Ole gli avrebbe dato dell'idiota.
E poi, forse dentro di loro lo sanno (Ole un po' meno, lo ammetto, ma lui non è certo il nostro Pollyanna!), che in un modo o nell'altro, prima o poi, il tempo di ritrovarsi arriva ogni volta.
Insomma, credo di aver messo in fila parole su parole senza essere riuscita a cogliere davvero il punto, e mi spiace perché di nuovo ti scrivo una recensione che non è all'altezza della tua storia, ma con questi due non riesco a fare altrimenti. Spero che almeno sia chiaro quanto ami anche questa storia e quanto mi sia piaciuto questo capitolo (che sarà anche solo la prima metà di quello che avevi in mente, ma è comunque bellissimo).
Un abbraccio, a presto!

Recensore Master
09/05/21, ore 23:13
Cap. 1:

Una nota che parte dalla fine: ma sai che non mi ero accorta che questa storia fosse scritta al presente, finché non ho letto le note?
Io trovo le storie al presente di solito pesanti, forzate, come se stessi leggendo una sceneggiatura. Invece questa non è pesante e anzi il tempo presente è usato in modo sagace e delicato, riesce ad avvicinare e a calare il lettore nella scena anziché allontanarlo. Sembra di essere lì, in quello scenario estivo italiano, con i pomeriggi caldi e quella cappa soporifera che ti fa venir voglia di far nulla nelle ore intorno a mezzogiorno.
Andare a prendere un gelato pedalando? Che cuore, Homer.

Mi è piaciuto vedere in questa storia alcuni elementi che, avendo appena letto Surya Namaskara, ricordo bene: i genitori di Homer che per lavoro viaggiano molto, Homer che è arrivato in quel "collegio" a 14 anni mentre Ole ai classici 11, Homer che ha un pessimo senso dell'orientamento e che inconsapevolmente ruba il letto di Ole, Ole che ha quell'aria spaesata anche se in realtà magari sa benissimo dove si trova - cosa che si riflette anche nel sapere le risposte e non alzare la mano, come se per Ole fosse sostanzialmente più congeniale aspettare e ascoltare anziché parlare... ed esporsi, forse. Ma quando parla, ha di sicuro qualcosa da dire.

In questa storia ritroviamo anche la povera Eloise, come sempre bistrattata XD ma dopotutto non è un mostro di simpatia. Anche qui ha questa attrazione a senso unico per Homer, che risulta ancora più a senso unico che in S.N.

La parte sul profumo delle saponette mi è piaciuta incredibilmente, perché è uno di quei dettagli su cui a un autore magari non verrebbe naturale soffermarsi, un aspetto minore della vicenda, e invece è perfetto per far capire come Homer giudichi invadente e fastidiosa Eloise: uno show don't tell perfetto. Anche altri ospiti si sono lavati le mani con quelle saponette alla camomilla, però Eloise non è benvenuta come gli altri perché è molto più invandente.

Quando sono arrivata alla fine del capitolo ho pensato "ma finisce così?" perché, chissà per quale motivo, ero convinta che fosse una oneshot. E in realtà mi sono anche detta "boh... ok. E' una slice of life AU, evidentemente", e ci stava anche, come dire, una scusa per inscenare l'amicizia fra Ole e Homer in un diverso contesto e far vedere come, indipendentemente dal mondo in cui vivono, questi due sono qualcosa.
Invece poi ho notato che è una long, e ancora meglio, vorrei vedere Ole nella parte dell'ospite e anche Homer si merita un po' di divertimento con l'amico (no pun intended a questo stadio della loro relazione, è una considerazione innocente) dopo aver dovuto sopportare la rompiscatole.

Complimenti, mi piace la vividezza di questa storia. E' molto "visiva", quasi come vedere un film, ma con l'approfondimento dei pensieri e dei sentimenti che solo un testo scritto può dare.

Recensore Master
07/05/21, ore 12:58
Cap. 1:

Buongiorno cara, eccomi qui con piacere per poter esplorare il tuo profilo e leggere ciò che hai consigliato; poi è una originale introspettiva slash, come potrei rifiutare? Intanto ti ringrazio per la presenza delle note finali, questo mi ha aiutata a capire come ti sei rapportata alla storia ed ai personaggi, alle tue scelte stilistiche e ciò da cui è partito tutto quanto.
Il tempo presente lo trovo molto adatto per questa storia, il primo capitolo scorre rapido, in un alternarsi tra impazienza, il fare finta di interessarsi, lattesa di qualcosa di importante e tutto gettato nell’afa estiva di una villetta al mare. Sento la brezza, avverto il caldo, l’odore di campagna e di un quadro libero dagli impegni per lasciarsi andare alla leggerezza. La prima parte mi ha aiutata a comprendere passato e presente del protagonista, così da riuscire a capire le prime dinamiche sia con Eloise che con Ole poi al suo arrivo; dinamiche che naturalmente cambiano a seconda della persona con cui Homer interagisce.
La presenza di dialoghi naturali, fluidi, ben registrati nel testo si alterna alle introspezioni del protagonista, ai momenti di vita vissuta, come a dare dei piccoli hint sulla futura presenza, e farmi così cominciare a tessere i fili dei pensieri che mi sto facendo su tutti i personaggi. questa storia ha dei colori, dei profumi, degli atteggiamenti chiari che sento sulla pelle e nella testa, e capisco l’entusiasmo, vedo gli sbuffi, la disattenzione, l’impazienza e così come tutto ciò che ho colto prima, il sorriso. La luminosità del sorriso di Homer nel momento in cui scorge la macchina di quelle persone tanto particolari che sono i suoi genitori, dove presenzia anche Ole. Si apre, si mostra in tutta la sua luce, perché Ole per lui è un pezzo fondamentale di vita, di cuore, di quotidiano.
Sono molto colpita da questa storia, dalla leggerezza del testo e dal suo scorrere rapido, senza intoppi né errori, entrando e uscrendo dalla testa dei personaggi grazie a un discorso diretto verosimile e da descrizioni evocative e limpide. Spero di aver presto l’occasione di continuare la lettura, davvero un lavoro che mi ha rapita e che mi ha incuriosita fin dalle prime righe. Alla prossima cara, buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Master
06/05/21, ore 20:15
Cap. 1:

Ciao,
eccomi arrivata alla tua storia.
Premetto che non ho letto il libro, ne visto il film, anche se prima o poi colmerò almeno una delle due lacune!
Per prima cosa ti faccio complimenti per lo stile molto pulito della tua scrittura e per la capacità di creare questa atmosfera un po' malinconica che circonda Homer, come un po' tutti gli adolescenti particolarmente sensibili.
E sicuramente Homer è un ragazzo sensibile e un po' diverso dalla media degli adolescenti grazie alla vita che ha condotto avendo la fortuna di appartenere ad una famiglia un po' particolare e, almeno da quella che sembra, molto unita.
Devo dire che hai reso molto bene il fastidio provato dal ragazzo per la presenza.dell'amica, che non è antipatica ma è quel tipo di persona poco empatica e tutta centrata su ciò che interessa a lei, che non si preoccupa minimamente di essere invadente.
Nonostante lui mostri segni evidenti del disagio provocato dalle chiacchiere della ragazza e si intuisca il suo desiderio di rimanere un po' da solo, lei continua imperterrita con i suoi discorsi. Quando poi insiste per uscire, nonostante sia chiaro che Homer vorrebbe solo starsene tranquillo a rilassarsi, ho provato anche io un certo fastidio per l'invadenza della ragazza.
Alla fine ho tirato un sospiro di sollievo quando è arrivato Ole, dando a Homer una scusa per staccarsi da Eloise.
Dopo averlo conosciuto in base alla descrizione che ne fa il suo migliore amico, vediamo ora Ole per come è davvero, ed è subito evidente la grande complicità tra i due ragazzi che immediatamente mettono in un angolo Eloise che viene praticamente dimenticata da Homer. La ragazza non la prende granché bene, ovviamente. Temo che vista la sua tendenza al pettegolezzo non mancherà di aggiornare i vari amici e conoscenti aggiungendo qualche commento non proprio benevolo.
Ho trovato questo primo capitolo molto bello, soprattutto mi è piaciuta la tua capacità di descrivere sentimenti, pensieri e modi di fare tipici dell'adolescenza.
L'età sicuramente più difficile perché è il periodo in cui si determina la nostra personalità, la sessualità e il modo in cui affronteremo la vita.
Complimenti!
AlbAM

Recensore Master
05/05/21, ore 16:58
Cap. 2:

Ciao mia cara <3
Che bello tornare da te, da loro, con queste splendide atmosfere estive che tu ci offri e di cui il meteo, ahimé, quest’anno si ostina a privarci in modo tanto antipatico.
Ma bando alle ciance, mi getto subito a capofitto nel commento, iniziando però da una piccola premessa: a parte che a me il capitolo non sembra affatto breve (ma forse io e te abbiamo un concetto di brevità completamente diverso XD), io credo che sia in realtà parecchio significativo, forse non, nello specifico, per lo svolgersi degli eventi, tuttavia ci offre ugualmente la possibilità di dare una sbirciatina ancora più esaustiva ai nostri due meravigliosi protagonisti. E amo tantissimo che questa storia sia tutta dal punto di vista di Homer, perché in questo modo hai dato non solo la possibilità a lui di “descriversi” man mano sempre più chiaramente, ma allo stesso tempo, attraverso il suo sguardo schietto e carico di affetto, riusciamo anche a inquadrare Ole, e a vedere oltre il velo (dalla trama spesso assai fitta) delle sue insicurezze. È tutto lì, in realtà, in quel non ne vale la pena che provoca una fitta al cuore a Homer (e non solo): da un lato Ole non concepisce che l’amico possa (o debba) privarsi della sua stanza comoda solo per lui, dall’altra Homer con Ole non ha problemi a privarsi di qualsiasi cosa e condividerebbe con lui tutto quello che ha. Anche il modo in cui quasi accarezza i vestiti dentro la valigia indica la voglia di togliersi anche le ultime ombre di dosso, per arrivare a conoscersi completamente anche dal punto di vista “visivo” (non so come spiegarlo), e non solo attraverso le parole – che pure comportano un livello di intesa e comprensione reciproca già molto profonde. Adesso che Homer sa come appare Ole in estate – contesto nel quale effettivamente lui non lo ha mai visto – è come se si fosse appropriato di una parte di lui che fino a questo momento gli era sfuggita.
E poi, la discesa sulla spiaggia, a condividere un momento che per Homer è sempre stato solitario ma che ora che c’è Ole non avrebbe senso senza di lui. Ole non può rimanere incantato dalla bellezza del posto, però forse il sole non sarebbe così luminoso e l’acqua così limpida e la brezza così profumata se Homer non fosse lì, accanto a lui, a stupirsi del fatto che Ole sappia nuotare e a far venire all’amico un colpo, quando confessa che lui, in realtà, non lo sa fare proprio benissimo. Almeno c’è qualcosa che questo ragazzo non sa fare “alla perfezione”, come gli fa notare anche Ole, salvo poi constatare comunque che Homer risulta perfetto anche quando fa qualcosa di non perfetto. Ammetto che in un contesto normale un personaggio del genere mi irriterebbe parecchio, ma Homer è Homer e al nostro raggio di sole preferito si perdona questo e altro.
In qualsiasi caso, i due hanno dato l’inizio a un rito mattutino che per sei settimane sarà solo loro. E, a proposito di queste sei settimane, credo che già sappiano entrambi che, per un motivo o per un altro, non se le scorderanno più per il resto della vita.
E a me, scusa, ma già viene voglia di piangere.
Mannaggia a te che sei troppo brava, e crei personaggi dei quali non ci si può non innamorare! T.T
A presto mia cara, è sempre un grandissimo piacere passare di qui <3
Un bacio :*

padme

Recensore Master
03/05/21, ore 14:39
Cap. 1:

Ciao cara, buon pomeriggio!
Volevo passare ieri sera ma il mio adorabile Fagiolo ha deciso di addormentarsi alle undici passate e ahimé tutti i miei buoni propositi sono andati in fumo, ma eccomi qui, sulla storia a cui ha espresso una preferenza e, visto che parla di Homer e Ole in una realtà alternativa, non aveva senso lasciarsela sfuggire.
Ti confesso che non ho letto né il libro né ho visto il film di CMBYN perciò da, un certo punto di vista, sono completamente ignara di quelli che saranno gli avvenimenti, dall’altro un po’ mi dispiace perché mi perderò quei riferimenti all’opera originale che, come avrai cominciato ad intuire, nelle AU mi piacciono moltissimo.
Mi fa davvero piacere che questa volta il punto di vista sia quello di Homer, dato il mio rapporto altalenante con lui, sono assolutamente contenta di conoscerlo meglio.
L’atmosfera che hai ricreato è bellissima perché sa proprio di casa, si sente proprio come per una famiglia - come quella dei Landmann sempre in movimento – quella villa sia un punto di riferimento per tornare a respirare (e ho letteralmente adorato i motivi diametralmente opposti ma che finiscono per convergere per cui la madre ed il padre di Homer scelgano di tornare ciclicamente in quel posto).
Diciamo che Eloise ha quell’aria da oca petulante anche attraverso lo sguardo di Homer e, in effetti, ha tutta l’aria di essere un po’ frivola e facilmente incline alla derisione del prossimo… e, non lo nego, all’avere gente che va a suo piacimento dentro e fuori da casa mia mi verrebbe un esaurimento nervoso prima di subito ^^
Quello che non mi sono persa e mi ha illuminato gli occhi di stelline sono i riferimenti che hai fatto alla tua di storia, con il fatto che Ole si sia ritrovato ancora una volta Homer a scuola quando gli anni del collegio erano già che belli avviati e, non pago, gli abbia ancora fregato il letto e sia di nuovo diventato la sua bussola umana (tra l’altro questa cosa di Homer che praticamente ha sempre vissuto viaggiando, non abbia in realtà alcun senso dell’orientamento nella quotidianità mi diverte un sacco e, al tempo stesso, lo trovo assolutamente un paragone interessante anche per quelli che sono suoi i rapporti umani quando questi non sono sfuggevoli, in cui non basta un sorriso delle grandi occasioni per far andare tutto al posto giusto). E ho gradito moltissimo anche l’immediata complicità fra Cecilia e Ole e come tu abbia sottolineato di quanto sia facile farsi piacere Cecilia se sei tu a piacere a lei per prima.
La felicità di Homer nell’avere finalmente Ole davanti a sé è, al solito, palpabile ma quello sguardo di Eloise sulla porta, devo dirti la verità, mi ha davvero messo i brividi perché Ole mi sembra tanto, troppo fragile rispetto a lei che non so davvero cosa aspettarmi, visto che la storia è ambientata in un paesino italiano degli anni Ottanta.
Un’altra cosa che ho apprezzato moltissimo è stato il senso di violazione che ha avvertito Homer nel sentire il profumo della sua famiglia sulle mani di una persona sbagliata che gli ha improvvisamente fatto avvertire l’altra come un’intrusa che, diciamocelo, è quello che è a tutti gli effetti. Penso tu abbia reso quel momento di smarrimento molto bene, anche se il ragazzo è stato molto bravo a riprendersi in fretta.
Non posso fare a meno di dirti che hai catturato di nuovo la mia attenzione (ma non avevo alcun dubbio in merito), anch’io sono contenta del ritmo che abbiamo preso perché passare qualche momento fra le tue righe è sempre molto piacevole.
Alla prossima
Cida

Recensore Master
30/04/21, ore 20:05
Cap. 4:

Cara Blackjessamine,
Non sono stata inghiottita dai flutti, ma è stata una settimana particolare e conta solo che alla fine, finalmente, sono qui. E capisco anche quando gli aggiornamenti diventano aleatori perché certi personaggi ti obbligano a scrivere di loro, anche se la real life inghiotte tutto. Hai scritto un capitolo fluidissimo che mi porta a fare tantissime considerazioni (e spero vivamente di non farmi scappare nulla). La prima è la specularità che esiste tra i coniugi Landmann e Homer e Ole. Quando Homer pensa ai suoi genitori, vede due opposti che si sono attratti, scorge un miracolo ambulante. Dici, più o meno testualmente, che sulla carta non hanno speranza, eppure appaiono una coppia affiatatissima nonostante eccellano nelle rispettive carriere. Questo li ha resi concentrati sulla propria individualità, apolidi, sempre in movimento per reggere un non semplice incastro. Anche se uno solo dei due si fosse realizzato professionalmente, avrebbe potuto essere complicato se non impossibile, per l’altro, seguirlo, ma i Landmann hanno saputo fare di ogni cosa un punto di forza.

Per Homer, che è il loro figlio, loro sono non solo un miracolo, ma anche un esempio e un modello. Del resto, anche lui ha un rapporto speciale con un amico che, sulla carta, gli assomiglia zero, con cui però condivide quasi tutto. Non viene detto in maniera esplicita, ma quando Homer si rende conto che forse ha forzato davvero Ole, il pensiero va immediatamente al modello che forse inconsciamente credeva di replicare e che invece non ha replicato. È molto adulto come ragionamento, quello di mettere in discussione i propri comportamenti e Homer lo fa, sebbene sia una doccia fredda. Convinto di aver sempre saputo come trattare l’amico, di essere un interprete speciale dei suoi bisogni, si è reso conto invece di non essere perfetto e di non comprenderlo del tutto.

Il personaggio del gatto, che compare poco ma spicca in personalità, serve a rendere più umano Homer. Visto attraverso gli occhi di Ole, lo sappiamo, è una personalità carismatica e questa è anche l’opinione che il mondo ha di lui, tanto che, pur giovanissimo, ha già una luminosa carriera davanti – sebbene ciò significhi vivere un’Ultima Estate, e questo rende più struggente questa storia. Il gatto, però, preferendo l’indole tranquilla del signor Landmann e Ole, mostra che no, nemmeno Homer può dirsi universalmente amato. Ma torno seria per un’altra analisi: quella dei Landmann, che appaiono al lettore come una coppia stravagante e affascinante, ma che, nei ragionamenti di Homer, perdono un po’ della loro luce, traghettati come sono da una vita sociale che impedisce loro di mettere le radici e di avere una cosa che per molti è così scontata come una casa.

A questo punto, vorrei parlare dell’inizio del capitolo. Ho detto che il micio presente nel capitolo è un punto a favore di Homer perché lo rende immediatamente simpatico al lettore, dato che non ha la simpatia del gatto, ma occorre dire che anche far risvegliare Homer da solo e instillare in lui il dubbio di aver forzato la mano è stato un colpo al cuore. Homer ha rischiato e svegliandosi da solo, si maledice, teme, corre giù in cucina, sente il bisogno di trascorrere sulla spiaggia la giornata per poter stare da solo con Ole – io te lo devo dire, ogni volta che leggo di loro due davanti a uno specchio d’acqua, mi viene in mente la tua stupenda raccolta di poesie. È tutto perfetto – le loro emozioni credibili, il sostrato che hai costruito attorno, la necessità di stare soli, le interazioni con i genitori, persino. In attesa di un altro capitolo, ti faccio, come sempre i miei complimenti, perché questa storia è una vera e propria perla, che si distingue per lo stile incantevole, certo, ma anche per lo spessore dei personaggi, tanto veri da essere diventati tridimensionali. <3
Un abbraccio (e ancora scusa per il ritardo)
Shilyss

Recensore Master
29/04/21, ore 22:08
Cap. 4:

Mi lasci così...sospes*.
Non ti dirò che non è giusto, perché lo sai anche tu!
Un capitolo molto bello e denso di frasi molto belle e meditate.
Bella la scrittura, profonda, ma godibile.
Bella l'atmosfera che hai saputo creare.
Aspetterò la seconda parte in trepida attesa.

Recensore Master
27/04/21, ore 23:59
Cap. 3:

Ciao!
Io ho visto prima il film e l'ho trovato meraviglioso, poi ho letto il libro e anche il seguito di Chiamani con il mio nome e mi sono perdut* in un mare di bellezza.
Così questa tua storia mi ha riportat* a quelle atmosfere e a quel romanzo di formazione che ti scava dentro.
Mi piacciono molto le parte intimistiche in cui Homer ci fa scoprire, attraverso i suoi pensieri, cosa gli accade intorno.
Il modo gentile che hai di accompagnarci verso il disvelamento della verità.
Ho molto apprezzato questo ultimo capitolo in particolare. Ti capisco bene quando dici che devi scalpellare per tirare fuori la storia dal blocco di cemento: ci sono talmente tante infinite possibilità che sceglierne una equivale a far morire le altre. Capisco anche l'ossessione verso i propri personaggi: non ti capita di addormentarti pensando a loro e di pensarci subito alla mattina, appena aperti gli occhi? Non oso immaginare quale tempesta emotiva debba attraversare chi fa della scrittura il suo pane quotidiano.
Brava come sempre.