Recensioni per
Tra sempre e mai (parentesi)
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 76 recensioni.
Positive : 76
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
26/04/21, ore 12:27
Cap. 1:

Ciao carissima, eccomi per il nostro scambio dell’ABC, sono molto curiosa di vederti all’opera su questa storia che si può considerare quasi un’originale (perdonami perché non conosco il fandom/film di riferimento)
all’ABC commento ‘in tempo reale’ quindi avrai tutte le mie impressioni a caldo, spero non ti dispiaccia.

Il titolo (cosa sulla quale pongo sempre un’attenzione pazzesca) cattura subito, non è affatto scontato, quelle parentesi poi incuriosiscono.
E l’introduzione non è certo da meno.

Amo le storie che si aprono con una citazione.

Ancora di più quelle che partono direttamente con un dialogo <3
In pochi paragrafi ci sveli già molto di quelli che credo saranno i protagonisti della storia.
Mi piace un sacco questo dettaglio del sorriso delle grandi occasioni.

ahah Eloise mi sa un po’ di gran chiacchierona e forse anche un filino pettegola, ahah.
ahah non mi sbagliavo, è fiera di essere pettegola ;)

Mi piace come Eloise vada avanti a parlare e Homer si perda nei suoi pensieri. Non conoscendo nulla del fandom di riferimento, in un primo momento ho pensato che Ole fosse una donna, forse una sua ex, poi, addirittura, non chiedermi perché, ho pensato pure che questa persona fosse addirittura morta, con lui che la ricordava nelle piccole cose e nei gesti. Non lo so , sembrava tutto così malinconico.
Poi non sono ho scoperto che è un maschietto, è un suo amico e soprattutto, con mia grande gioia, sembra più che vivo che mai, alle prese con la madre di Homer.

ahahh a Eloise non la si fa, si è accorta che lui non la sta proprio ascoltando e no, nemmeno il sorriso delle grande occasioni lo salverà XD

MI incuriosisce che la città dove abitano sia rappresentata con B. puntato, boh, visto che è Italia la prima che mi viene in mente è Bologna (anche perché d’estate è una città caldissima), ma potrebbe essere una qualsiasi.
ah okay, io già stavo shippando Eloise e Homer e invece lui non si azzarderebbe a definire loro due nemmeno amici, nonostante si conoscano da quando erano bambini, perché lui sente di non far parte dell’ambiente di lei e dei suoi amici.
aaahhh ma sono una cretina, sono andata a leggere la fine introduzione e le note… è una slash .. e riguarda proprio Ole.
in effetti ci pensava proprio parecchio a questo Ole, ci dovevo arrivare!
oooooooooooooooh mi piace, la cosa mi piace un sacco, però pure Eloise è un personaggio frizzantino che non mi dispiace affatto, magari diverrà la loro prima shipper chissà.

Homer mi sa di ragazzo tanto introverso , riflessivo e forse un po’ problematico.

Mi piace come, seppur non avendo voglia di un gelato, Homer proponga a Eloise di andare a prenderne uno, nonostante il caldo cocente e che la usi solo come scappatoia.

E poi cominciamo a saperne un po’ di più di questo Ole, era suo compagno di stanza di collegio per tre anni, beh un’amicizia abbastanza consolidata.

aww questo Ole mi sa di ragazzo meraviglioso, tutto dolce e timidino e mi piace come Homer voglia ‘custodire’ queste cose, senza spifferarle a quella pettegola di Eloise.

ahah niente gelato, cambio di programma, Ole arrivato in tutta la sua bellezza e , meno male, pare che sua madre gli vada a genio.

Comunque sembra tanto ma tanto dolcino questo Ole, sono curiosa sui prossimi sviluppi.

Oohh grazie che nelle note hai spiegato un po’ di cose ^^

Tu andrai a leggere una cosa scritta al passato, ma sappi che la maggio parte delle volte io prediligo il presente, trovo tutto più dinamico e tu ti ci sei mossa con gran naturalezza 
sono contenta tu abbia deciso di intraprendere questa nuova avventura, se vorrai, ci rivedremo … male che vada ti punterò io alla catena ;)

besos

Lu

Recensore Master
21/04/21, ore 14:31
Cap. 2:

Ciao, cara!
Sono davvero felice di essere tornata qui, anche perché tra poco inizierò la lettura di CMBYN e sono davvero super curiosa di scoprire i dettagli che ti hanno ispirata, oltre che finalmente scoprire un legame che tantissimi mi hanno consigliato e decantato.
Comunque, tornando a noi, sai bene quanto io adori il personaggio di Homer e quindi sono particolarmente felice che tu abbia iniziato anche questo capitolo da lui, dai suoi pensieri più profondi e dalle sue introspezioni. Amo tantissimo l’idea di lui che lascia la propria camera agli ospiti, soprattutto perché la penso come lui riguardo al fatto che l’estate non sia da vivere in una stanza – soprattutto quando hai ancora la fortuna e la libertà di essere studente (anche se questo ultimo anno abbondante ci sta un po’ togliendo il sapore di queste sensazioni, ma Ole e Homer sono fortunati perché non hanno questo problema). Il dettaglio dei vestiti impilati per lasciare spazio nel proprio armadio a Ole mi ha emozionata in maniera quasi impossibile da spiegare: mostra tangibilmente la sua felicità nell’aver accolto l’amico tra quelle quattro mura e la sua ferrea volontà di fargli comprendere quanto davvero lui sia una figura importante nella sua vita e quanto bramerebbe che Ole si vedesse con i suoi occhi.❤ Così come trovo che si adatti benissimo l’idea che Ole si è accontentato di piazzare la propria valigia aperta nell’armadio di Homer, ignaro della sincope che causerebbe a sua madre. Sono questi dettagli a rendere una storia speciale, secondo me, ed è grazie a loro che un personaggio prende vita e diventa tridimensionale, i tuoi Homer e Ole sono vividi e assolutamente credibili e io m’innamoro di ogni piccola sfumatura.
Amo tantissimo l’immagine dei loro pensieri che si srotolano, aiutandosi l’un l’altro a metterli in ordine, così come l’idea semplicissima di godersele senza indugiare in pensieri o parole – senza fermarsi a riflettere e appicciarsi un’etichetta addosso. Adoro ancora di più l’idea di loro due che sgusciano fuori nella quiete prima dell’alba per raggiungere la spiaggia, tra sussurri e risate, da proprio un’idea di estate, confidenze e spensieratezza.
La spiaggia all’alba secondo me possiede un’aura di romanticismo che pochi altri posti hanno, ti sembra di essere l’unico al mondo e quella distesa di sabbia incontaminata pare essere costellata di possibilità e di promesse – inoltre la sensazione della sabbia sotto ai piedi nudi è una delle mie preferite al mondo.❤
Sono rimasta molto stupita anche io dalla capacità di nuotare di Ole – e non so nemmeno spiegarti il perché –, probabilmente la pensavo anche io come Homer, ahah. Comunque, lo scambio sul suo essere di Brighton mi ha fatta sorridere tantissimo, visto che io vivrei in acqua e quindi sono felice di aver trovato un punto in comune con Ole – dopo tutti i dettagli che mi fanno sentire vicina a Homer. La confessione a bruciapelo di Ole è meravigliosamente vera: Homer sembra sempre così perfetto, eppure ha le sue debolezze e con Ole non ha paura di mostrarle, né di rendersi ridicolo – e questa è una stupenda dimostrazione di fiducia nei confronti dell’amico. Certo che, effettivamente, non andrei da solo al mare all’alba al suo posto, le correnti sanno essere infide… meglio portarsi sempre Ole appresso. E quindi ben vengano le battaglie a suon di schizzi d’acqua gelata e le labbra diventate blu a causa del sole che ancora non scalda abbastanza, ma soprattutto ben vengano gli abbracci mascherati di Ole che riscaldano Homer molto più del sole dell’alba e che mi emozionano e mi fanno bramare in attesa del prossimo.
Non c’è che dire, questi due ragazzi mi sono davvero entrati nel cuore e sto adorando questa nuova versione di loro e del loro rapporto speciale. Che poi, sarà che ho voglia di caldo, di abbracci, di estate e di normalità, ma mi sto godendo davvero ogni singolo attimo in questa meravigliosa storia da cui spero di tornare prestissimo.
Un abbraccio,
Francy

Recensore Master
11/04/21, ore 18:08
Cap. 3:

Cara Blackjessamine,

che belle queste introspezioni, le leggerei per tutto il giorno (e sono giorni che cerco di ritagliarmi due minuti per leggerle e recensirle in santa pace). Trasformare un’amicizia in una relazione è qualcosa di estremamente difficile, davvero è come scolpire dal marmo informe due figure, specie se hanno due personalità così contrastanti come quelle di Ole e di Homer. Se Ole è riflessivo e non andrebbe mai nei pressi di un vulcano, Homer invece lo fa perché neanche ci pensa, al vulcano. In questo senso si completano completamente e mi è piaciuto molto che questa dichiarazione d’intenti avvenga durante una conversazione notturna.

L’altra cosa bella sono i non detti. Eloise, la terza incomoda con il mascara secco (ciccia, senti me: compratene uno nuovo e non sputarci sopra, non funziona. Buttalo e fai un favore a te stessa) in qualche modo dà il via a una serie di eventi che portano Ole e Homer ad andare fuori. Homer non vorrebbe e siccome è un ragazzo profondamente sicuro di sé e capace di attrarre il prossimo in tutti i sensi, può benissimo rifiutare. Chi è popolare non ha bisogno di seguire la popolarità, chi ha carisma sceglie e non segue. Ma Homer in ogni sua apparizione ha un difetto che tu gli attribuisci sempre (perché è un personaggio ottimamente costruito). Il compiacimento, il cedere alle lusinghe anche involontariamente, il dare un segnale ambiguo a Eloise e non smentirla perché gli fa piacere il piacere (in generale, non a lei). E Ole, attentissimo, punisce entrambi costringendo se stesso a trascorrere una serata osservando Homer che ciarla ed Eloise che tenta di flirtare e obbligando Homer a mostrare il suo lato più sociale. Alla fine, però, tornano e dividono il letto non per necessità, ma per quel bisogno di stare insieme che condividevano, senza dargli la giusta connotazione, già durante la scuola. C’è un riferimento molto bello al fatto che a scuola dormono in un incastro di arti che, però, non è un abbraccio. Ma cos’è un abbraccio se non un incastro di arti? Il letto al mare, però, li mette di fronte alla necessità di avvicinarsi, per replicare il contatto, spingono Homer a rischiare un bacio – un momento stupendo rischiarato da questa alba che si affaccia all’orizzonte.

C’è una parte incredibilmente bella, del capitolo, sulle riflessioni sull’infanzia, su quei ragionamenti proustiani di una profondità pazzesca. È l’idea di voler penetrare nella vita dell’altro, carpirne i segreti, godere di quegli istanti che sono appannaggio di chi, per esempio, ha conosciuto l’altro bambino. L’oggetto dell’amore vorrebbe essere compreso in tutte le sue sfaccettature, visto attraverso ogni fessura ed è l’occasione per mostrare le due famiglie contrapposte, ma anche per capire come Homer vede Ole. Ed è un punto di vista altamente privilegiato, leggere di come lui e suo padre parlino due lingue diverse, metaforicamente parlando. Tra dettagli struggenti, come le cartoline che non possono essere spedite, e i silenzi che governano un capitolo molto lirico, arriviamo dunque a un bacio che, rispetto alle altre storie con loro come protagonisti, avviene da ragazzi. Ero abituata al canone delle occasioni perdute, a vedere Ole e Homer riconoscere il proprio amore abbastanza tardi rispetto alla loro amicizia e ti confesso che sono curiosa di sapere se questo bacio intenso e forse anche più bello perché non viene dato sulle labbra possa cambiare la storia e concedere una visione alternativa di loro. Sperando di poter leggere presto altri aggiornamenti su di loro e memore che sto rimanendo un sacco indietro su molte, molte altre cose, ti mando un abbraccio e ti auguro buona serata.
A presto e sempre complimenti per due personaggi vivi, reali e scritti benissimo,
Shilyss

Recensore Junior
07/04/21, ore 11:04
Cap. 3:

Mi vergogno quasi a lasciare una recensione perché non sarà minimamente degna di nota come quella che un'altra ragazza ha lasciato a questo capitolo.  Quindi mi limito a dirti che amo in maniera folle il tuo modo di scrivere e raccontare. È estremamente intimo, profondo e ti fa sentire un attimo di troppo quando da spettatrice osservi ed ascolti i dialoghi di Homer e Ole. Il loro rapporto è stupendo, sottile ma estremamente resistente. In fondo in fondo vorrei che si sviluppasse in qualcosa di più concreto, ma mi sembra quasi un insulto in questo momento, è già estremamente perfetto così. Aspetto di leggere i prossimi capitoli!!

Recensore Master
30/03/21, ore 23:01
Cap. 2:

Sono in ritardassimo con il secondo capitolo e non sarà oggi che passerò dal terzo, lo so, più lenta di me non ne esistono al mondo, ma tu amami lo stesso e abbi fede che Homer e Ole sono due pischelli che mi rendono felice e di cui amo e amerò sempre leggere.
E tra l’altro, non osare cancellare la storia, marrana! Ormai l’hai postata, quindi ti tocca tenerla *le motivazioni, quelle intelligenti*
A parte gli scherzi, il fatto che sia un capitolo piccolino non significa niente e ti assicuro che non è poco significativo come pensi tu, ma che invece è pieno di chicche che non hai idea di quanto io aspettassi – praticamente fin dal primo capitolo di Surya Namaskara. Perché quello che tu dimentichi è che sì, i tuoi personaggi li conosciamo, ma praticamente sempre e solo attraverso il POV di Ole e con questa storia tu ci stai dando tantissime nuove informazioni, ci stai spalancando intere finestrate sui pensieri di Homer, su come lui vede Ole (e non su come Ole pensa che lo veda, o su gesti da cui noi lettori dobbiamo leggere i sottintesi). Tu conosci i tuoi personaggi, ma noi no e il solo particolare di Homer che mette le mani nella valigia di Ole per cercarne i vestiti e sorrida perché prima non conosceva anche questa cosa del ragazzo, ma ora è un tratto di lui che può letteralmente toccare con mano, ecco, solo questo particolare a me ha fatto volare sulla luna e ritorno. Che magari è perché ormai li amo così tanto che fangirlo per le peggio stronzate, MA VA BENE COSI’ NON SMETTERE MAI!

E dopo tutte queste righe di stronzate, magari provo a fare la seria e a concentrarmi come si deve più sul capitolo che non sulle tue note (ma la colpa è tua, sallo è_é).
Ah no, scusa, prima la battuta: dillo che sei partita direttamente dalla notte pur di liberarti di Eloise senza doverci più pensare! E hai fatto bene!
E quindi…
Ho amato tantissimo questi nuovi dettagli che ci permettono di vedere il lato interiore di Homer e di come vive il suo rapporto con Ole, e di come sia consapevole del lato insicuro di Ole e che gli dispiaccia crederlo convinto di non valerne la pena. E lo so che ogni volta (tipo cinque righi sopra) mi ritrovo a fare i paragoni tra i due POV, ma è perché dopo un’intera long passata a vedere Ole auto convincersi di non essere abbastanza, trovare conferma in Homer che la pensa esattamente come noi lettori – che vede il valore dell’altro e lo apprezza e vorrebbe poter essere capace di raccontargli come appare ai suoi occhi – è qualcosa che non ha prezzo. E magari è stupido perché ormai dovrei saperlo pur’io di quant’è grande l’affetto che hanno l’uno per l’altro, ma saperlo è un conto, leggerlo dalla tua penna è tutt’altra storia – senza poi contare la bellezza del tuo stile fluido e… uhm… leggiadro. Non so, in questo capitolo mi è piaciuto molto il modo in cui ti sei districata nei vari momenti racchiusi nei paragrafi. È sempre legato al fatto che adoro come crei l’introspezione, senza interrompere la scena, ma riuscendo ad intrecciare le due cose, dove l’introspezione diventa supporto per quel che sta accadendo e quel che accade diventa più profondo grazie all’introspezione – non so se mi spiego ma, insomma, è qualcosa che mi lascia sempre colpita. E un po’ anche invidiosa, coff.
E proprio per riconfermare che questo capitolo ci ha dato tanto, c’è non solo la parte in cui Homer non ha tolto i vestiti dall’armadio ma li ha scansati per far spazio a quelli di Ole, perché sa che al ragazzo non darà fastidio, ma poi tutta la scena al mare. Il fatto che Homer non ami nuotare a largo perché sua madre gli ha messo da piccolo pulci nelle orecchie che son rimaste finora, mi ha davvero colpito – è di nuovo un altro di quei dettagli che arricchiscono il personaggio e che lo rendono più interessante e così umano. E mi piace, perché oltre alla perfezione solare, Homer ha anche altro – cosa che già sapevamo, certo, ma di cui ora abbiamo le prove *_*
E quant’è scemo tra l’altro che pensava che Ole non sapesse nuotare, pur vivendo ammare, solo perché “non t’ho mai visto nuotare”. Wow, metodi scientifici e dove trovarli! Gli voglio sempre più bene. XD
Oh, un’altra immagine bellissima: Ole che chiude gli occhi quando ride e getta la testa in avanti. Ancor prima di leggere quanto Homer lo trovasse particolare perché di solito la gente tira la testa indietro, ho fatto esattamente lo stesso pensiero e amo il fatto che ogni descrizione e ogni azione sia ben pensata e che sei sempre consapevole di quello che scrivi. E dubito di essermi spiegata come vorrei, ma fingi di capire e annuisci XD

Il mormorio pronunciato a capo chino da Ole non è passato in osservato. Mi ha fatto nascere un sorrisone tutto soddisfatto, ma il finale in cui Homer fa cadere l’altro e quella caduta sembra un abbraccio (“– e Ole i suoi abbracci deve sempre nasconderli dietro la maschera di qualche altra cosa, e allora, davvero, va bene anche così.” Ma awwww!) è stato quello che più di tutto mi ha lasciato con una sensazione di benessere… e mi ha riempito la bocca di pigolii imbarazzanti, ma questo non è importante.
Tutto questo per dire che sarà anche un capitolo piccolo, ma l’ho amato come il precedente e il tuo stile poi rende meraviglioso ogni cosa.

Alla prossima, sperando di non rimetterci un’eternità.

Recensore Master
30/03/21, ore 18:45
Cap. 3:

Non mi sono soffermata sul titolo sino ad ora, e dire che tu hai anche accennato al fatto che quella parentesi (grafica e a parole) si spiegherà man mano. Ecco, ti confesso che conoscendo un po' la parabola del rapporto tra Ole e Homer quasi mi spaventa cercare di interpretare il titolo, perché al momento sono portata a parafrasarlo come Una parentesi tra sempre e mai, che vedrebbe questa storia concludersi con la fine dell'estate – il mai –, che è però fondamenta per un futuro ancora lontano – il sempre –; e forse sono completamente fuori strada, forse no, fatto è che comunque andrà saranno sei settimane (!) bellissime, in cui potrò godermi i koala alla scoperta di loro stessi lontani dalle regole scolastiche, in un ambiente più libero, dove scoprono cose quotidiane come il saper nuotare e gli abiti di tutti i giorni (sono dettagli che ho amato molto, attraverso cui trapela la voglia matta che ha soprattutto Homer di conoscere Ole – Ole al contrario sembra sempre avere paura di scoprire troppo di Homer, come se questo potesse indurlo a soffrire ancora di più quando presto o tardi le loro strade si separeranno).
Ecco, a proposito di strade che si separano, è stato un colpo al cuore leggere di quelle cartoline, del sottinteso che urla lontananza tra i due. Ma è stato ancora più brutto, quasi crudele, scoprire il motivo che spingeva Ole bambino a voler diventare un postino. Avrei voluto abbracciarlo! Ancora una volta, ed è tipo un evento – perché lui è troppo perfetto anche nelle reazioni! – mi sono sentita molto vicina a Homer nell'interazione con Ole. È bello come Homer stia man mano facendo uscire fuori la sua fragilità e come tu sia brava nel creare un rapporto di piena parità tra Ole e Homer, abbattendo la prima impressione che vede Homer splendere di luce propria e Ole farlo di luce riflessa.
Di questo capitolo ho amato veramente tutto, persino Eloise che arriva col trucco fatto male (bellissimo dettaglio!), perché grazie a lei Ole scatta – rude, orgoglioso, col piglio di chi sembra dire vuoi andare? E andiamo – e nella sua reazione ho visto anche la necessità di capire come si rapporti Homer con quelle persone a lui sconosciute, capire se Eloise abbia speranze o meno, se Homer abbia capito che Eloise vuole di più (perché forse ho frainteso tutto, ma a me Ole è parso proprio consapevole di avere una rivale – o qualcosa di molto simile – in Eloise, insomma qualcuno che fa a gara per le attenzioni di Homer e che le vuole in esclusiva).
Proseguo su Eloise per recuperare un discorso che hai introdotto nel primo capitolo e che mi è piaciuto molto, perché ancora una volta getta una luce interessante su come Ole appaia agli altri, come percepisca se stesso e quanta forza inespressa serbi in sé. Mi riferisco alle riflessioni di Homer sulle parole e le risatine che una come Eloise potrebbe rifilare a uno come Ole, che fa di tutto per starsene in disparte e che si sente sempre fuori posto, un passo indietro – Ole mi ha fatto ancora una volta tenerezza, ma anche rabbia!, perché io e Homer (ormai mi sento di famiglia!) sappiamo quanto vale e fa male vederlo sottostimarsi continuamente.
Parentesi a parte, torniamo a questo capitolo!
Tu lo sai.
Sai quanto abbia amato tutto ciò che accade quando restano di nuovo soli, quando si allontanano dalle persone che non hanno alcun significato per loro due, quando i silenzi diventano ingombranti, l'ora tarda e allora Homer straparla come solo può fare, dicendo cose che sono enormi, che a volerle ascoltare sul serio ancora una volta urlano un bene che è ben più che amichevole, un interesse che non può essere solo amicizia.
E poi c'è quel letto, che dovrebbe essere di Ole ma che Homer occupa lo stesso (come ha già fatto con l'armadio), proprio perché è di Ole – e se è di Ole, se c'è Ole, allora è anche di Homer, c'è anche Homer.
Nei racconti che hai dedicato a loro, Homer è sempre stato quello del primo passo, quello più esplicito, quello che accoglie questo qualcosa che condividono ponendosi meno domande, però trovo che qui ti stia superando con la sua introspezione (direi che ormai sei in sintonia anche con lui!), perché lo vediamo sì più propenso a fare un passo senza porsi troppe domande, ma anche fragile nell'abbandonarsi a questo qualcosa che non capisce e che non ha ancora un nome.
Il momento in cui Ole confessa che Homer già soffi sui suoi pensieri, che sia già in grado di lenire tutto, è stato meraviglioso, ma ancora più bello e addirittura tenero è stato l'istante dopo, quando il letto diventa troppo grande e Homer smette di ragionare e si stringe a Ole – consapevolmente per la prima volta, ed è un passaggio importante, che sottolinei, perché qui lo ha proprio cercato.
Insomma, non vedo l'ora di leggere il seguito e, ancora una volta, per quel che può valere sappi che trovo questo racconto meraviglioso.
Un grande abbraccio!

Recensore Master
30/03/21, ore 18:00
Cap. 1:

Ciao mia cara <3
Innanzitutto lasciami fare una piccola premessa: scusa, ma quella padme che citi alla fine dev’essere proprio un pessimo soggetto, una persona poco raccomandabile, perché dopo quasi due mesi dalla pubblicazione lei si fa vedere da queste parti solo adesso. Davvero, io fossi in te la manderei a quel paese, avresti tutte le buone ragioni di questo mondo per farlo!
Seconda premessa: la suddetta padme comunque si è molto commossa per le noti finali, mannaggia a te, sei troppo buona e lei tutte le tue bellissime parole non se le merita, ecco T.T
Ciò detto, procedo a (tentare di) commentare questa meraviglia, sapendo già in principio di non riuscirci – per cui, domando anticipatamente scusa se questa recensione sarà ancora più delirante del solito.
Comunque, sarà che sono due giorni che non accendo la stufa (che una cosa del genere qua da me a fine marzo è un vero e proprio miraggio), sarà che si sta avvicinando il mio terzo CMBYNniversario (?), sarà che ormai questi due ogni volta mi straziano l’anima, ma questa ulteriore rilettura del capitolo mi ha emozionata ancora tantissimo! A parte che nella mia testa l’ambientazione è così vivida, e tu l’hai saputa ricreare così bene che, sul serio, m’è sembrato di essere lì insieme a Homer e Marz… Eloise, a chiacchierare del più e del meno in un pigro pomeriggio d’inizio estate. La scena riprende quasi specularmente l’inizio del film, ma la prospettiva è già molto diversa, perché Homer non è Elio, e quello che sta per arrivare non è l’usurpateur, l’ennesimo sconosciuto ospite per l’estate, ma qualcuno che Homer conosce molto bene, e che non vede l’ora che arrivi. Hai saputo esprimere benissimo proprio il senso di quest’attesa, con Homer che in realtà non vorrebbe fare nient’altro se non starsene da qualche parte ad aspettare sua madre di ritorno dall’aeroporto insieme ad Ole, e invece è “costretto” a sorbirsi le chiacchiere di Eloise, che non dico gli dia proprio fastidio, ma comunque in questo momento appare come una nota stonata, quasi come un’intrusa, come hai spiegato benissimo nel momento in cui Homer si accorge che la ragazza si porta addosso il profumo che lui associa al concetto di casa, quella villa che in un’esistenza liquida come quella di Homer e dei suoi genitori, rimane un po’ come l’unico punto fermo, quasi un rifugio in cui poter sempre tornare. E ora in questa sorta di piccolo angolo di paradiso arrivo anche Ole, che per Homer rappresenta la stessa cosa (anche se magari al momento lui non ne è ancora completamente consapevole), anzi, forse lo è ancora di più, perché Ole è comunque l’unico essere umano, oltre i suoi genitori, cui Homer si sia affezionato tanto, e con il quale abbia passato così tanto tempo insieme. È dolcissimo e commovente il modo in cui Homer pensa al suo amico, dalle prime impressioni che ha avuto su di lui al modo in cui quel ragazzo timido e riservato si è fatto strada nella sua vita, tanto da renderlo impaziente di rivederlo, anche se in realtà i due sono rimasti separati per non più di due settimane. A Homer basta sentire la ghiaia del cortile scricchiolare sotto le ruote dell’auto della madre (dalla carrozzeria color salvia – ah, particolare che mi ha fatta sbrodolare non poco, te possino!) per illuminarsi di una luce nuova – lui, che il sole sembra se lo porti sempre dentro, si accende ancora di più quando accanto a sé ha Ole. Con buona pace di Eloise che in qualche modo temo dovrà imparare a rassegnarsi.
Devo sbrigarmi e mettermi in pari anche con gli altri capitoli, tu sai bene cosa CMBYN abbia rappresentato per me e boh, immergermi di nuovo, grazie a te, nella sua atmosfera mi ha fatto davvero bene, soprattutto in un periodo complicato come questo. Insomma, ancora una volta quell’estate del 1983 si rivela un’àncora di salvezza (ma non credere che non abbia notato i tag nell’introduzione: quell’introspettivo e malinconico e basta mi sta facendo non poco disperare T.T). E non aiuta il titolo – bellissimo, tra l’altro, con la poesia di Celan e tutto il richiamo a ciò che ci sta dietro (la dedica sul libro che Elio regala a Oliver, mannaggia due volte a te T.T) – che da un certo punto di vista dà un indirizzo ben preciso all’intera storia.
Spero di non essere stata troppo confusionaria questa volta, nel qual caso mi scuso. Del resto, credo che tu sapessi bene che su di me questa storia non poteva avere che quest’effetto travolgente!
Un bacione cara, ci rileggiamo prestissimo (spero)!
Con tanto affetto,

padme

Recensore Master
30/03/21, ore 17:16
Cap. 2:

Ciao di nuovo!
Come (quasi) ogni volta, sono in disaccordo con le tue note d'autrice (!), perché ho trovato questo capitolo molto significativo per la trama. Dopo un incipit in cui Ole si è fatto attendere tanto (anche se poi è arrivato ben prima di quanto credesse Homer!), è stato bellissimo vederli insieme.
Ti ho riempita di parole sul rapporto tra questi due personaggi nel corso di questi mesi (sin da quando ne leggevo in Love) e ora non ricordo bene cosa ti ho detto e cosa invece ho tenuto per me, però leggere questo capitolo mi ha portata a pensare che uno dei tratti che amo di più del legame tra Ole e Homer è la naturalezza che abbraccia tutta la loro quotidianità: non sono mai calati in situazioni troppo particolari né vivono momenti di eccesso – che sia fisico o emotivo –, eppure quando sono insieme tutto è particolare, tutto è eccesso, perché la loro intesa e i loro sentimenti strabordano in tutto, anche nelle azioni più semplici – come andare in spiaggia quando il sole ancora fatica a stare alto nel cielo e un po' nuotare e un po' starsene rilassati coi piedi che riposano sul fondale.
Mi è parso di sentire su di me l'adrenalina che si impossessa di Homer quando si accorge che Ole è sveglio. E lo so, tu non l'hai chiamata adrenalina, ma a me è parsa proprio tale: una sensazione di forte eccitazione che mette via tutto e riempie in ogni modo possibile. Di Homer mi piace sempre tantissimo come ogni cosa perda valore per lui se paragonata a Ole – Ole è proprio il suo tutto, l'amico che riesce a farlo stare bene, quello di cui vorrebbe curare ogni ferita, soprattutto quelle che lui si ostina a tenere ben nascoste.
E Ole, Ole qui si lascia scappare una delle sue tante verità senza filtri, che riescono sempre disarmare un po' tutti: la preoccupazione per Homer (così simile a quella della mamma, e già questo la dice lunga su quanto bene voglia all'amico) e soprattutto quel "E invece tu sei impossibile perché riesci a sembrare perfetto anche quando rischi di ammazzarti come uno scemo" che, sul serio, è proprio disarmante, perché esterna senza fronzoli con quale filtro Ole guardi Homer – un filtro fatto di luce e protezione, che mette Homer su un piedistallo dove nessuno, nessuno, riuscirà mai ad arrivare.
Ma poi insieme sono proprio belli, penso di aver avuto gli occhi a cuoricino mentre leggevo questo capitolo – mentre una parte di me dava a entrambi degli idioti perché si ostinano a ignorare quello che è praticamente palese: questa è più di un'amicizia, è qualcosa che ti tiene sveglio la notte e ti fa sorridere con ogni muscolo del viso e del corpo.
Ho amato tantissimo le battute sul saper nuotare! In effetti Ole ha tutte le ragioni per stranirsi dei dubbi di Homer, ma anch'io lo immaginavo meno sicuro di sé in acqua (scusami, Ole!), infatti credo di aver strabuzzato gli occhi come Homer – che dire, quando Ole si libera di ogni sovrastruttura, è libero di essere se stesso, senza insicurezze né disagi, e riesco a capire benissimo Homer che perde la testa per lui.
Come al solito divago! Ti saluto prima di sproloquiare ulteriormente, salvo contrattempi ci risentiamo tra pochissimo.
Un abbraccio!

Recensore Master
30/03/21, ore 13:00
Cap. 1:

Ciao, Greta!
Arrivo sempre troppo tardi da questi personaggi che amo tanto, ma insomma sai che prima o poi – e con i miei tempi da lumaca – arrivo sempre.
A differenza di altre storie che hai scritto su di loro, questa qui prima di stanotte non l'avevo proprio aperta, non ne ho avuto l'occasione, però stanotte l'ho letteralmente divorata tutta e ti anticipo che ho amato tantissimo i tre capitoli editi (la parte più egoista di me spera che anziché sette i capitoli totali siano almeno venti!).
Non dovrei commentare le note a fine storia, almeno non prima di essermi dedicata al racconto, però ci tengo tanto a dirti che, nonostante dubbi e difficoltà riscontrati in fase di stesura, queste pagine sono piene zeppe di emozioni impattanti e che questi personaggi, meravigliosamente tuoi, sono tra le creazioni più belle che io abbia incrociato su questo sito. Non so quanto possano valere queste mie parole, mi rendo conto che quando si è a tu per tu con la propria scrittura i pareri esterni abbiano ben poco peso e significato, ma sappi che hai creato e seguiti a creare qualcosa di molto bello, che riesce a inglobarmi totalmente nel suo mondo e a farmi perdere contatto con la realtà mentre ne leggo – e per questo non posso che ringraziarti.
Piccola parentesi anche sulla scelta stilistica di narrare al presente! Prima di leggere le tue note, avevo già notato questa novità e ne ero rimasta piacevolmente colpita: non perché preferisca la narrazione al presente rispetto a quella al passato (in realtà non credo di avere preferenze in tal senso, se non quella di scegliere – o tentare di farlo – il tempo giusto di volta in volta, a seconda delle esigenze di trama), ma perché mi è piaciuto molto il ritmo che ha dato al racconto, la sensazione che tutto stia accadendo nel momento in cui leggiamo dà dinamica agli eventi e ai personaggi, e in un certo senso acuisce l'impressione che tutto possa accadere, perché niente è già scritto. Ha senso? Non lo so, come spesso accade mi affido alla tua elasticità mentale nel capire i miei grovigli di parole (io e Ole abbiamo la testa troppo piena XD).
Ammetto di non conoscere Chiamami col tuo nome, so solo vagamente di cosa parla, e se da un lato mi spiace l'idea di perdere qualche sfumatura, dall'altro ti dico che malgrado la mia mancanza sino ad ora non ho avuto la sensazione di essere un pesce fuor d'acqua, anzi mi sono ritrovata proprio a casa con Homer e Ole (e anche Eloise, sì, di cui parlerò male tra poco).
Ho riflettutto anche un po' sull'idea di AU, da esterna questa storia mi è parsa più una riscrittura dei tuoi personaggi in un altro contesto, con qualche riferimento a un'opera letteraria che fa da ispirazione e prompt. Ma insomma non ha reale importanza capire questo, ciò che conta è che ho letteralmente amato ritrovare i miei dottori preferiti in un contesto babbano dove tutto è diverso, sì, ma solo in apparenza, perché in realtà è tutto uguale a quanto conosciamo, e questo è meraviglioso. È meraviglioso perché li conosci così bene, sono così tuoi-tuoi, le loro emozioni sono così forti e totalizzanti, da abbracciare qualsiasi contesto – Ole e Homer esistono al di là della cornice, e insieme sono sempre e solo loro: bussola e porto, casa e lontananze, spiagge e silenzi, letti troppo stretti e parole da non pronunciare.
Arrivo ora a questo primo capitolo (finalmente dirai tu!), per dirti che ne ho amato il contenuto, ebbene sì, nonostante Eloise proprio non capisca di essere una Eloise e di dover tenere lontane da Homer le sue unghie smaltate (nonostante già si intraveda l'eco di Aline, la regina delle Eloise), perché proprio questo contenuto, proprio questa presenza invadente di una persona sgradita a Homer e a noi, è in grado di rendere così forte e totalizzante il sentimento di attesa.
È il capitolo dell'attesa in tutti i sensi: lo è per Homer, che detesta la compagnia di Eloise perché gli impedisce di fantasticare sull'arrivo di Ole, lo è stato forse per te che non vedevi l'ora di scrivere l'incontro tra i due, lo è per me lettrice che come Homer non vedo l'ora che il tempo passi e Ole arrivi. Non era semplice, ma trovo sia stata bravissima nel rendere vivido lo stato d'animo del tuo personaggio.
E mi è piaciuto tanto anche come, grazie a questa attesa infinita!, tu ci abbia calati nel contesto del racconto, dando quelle notizie utili a inquadrare la famiglia di Homer, questa casa meravigliosa in cui trascorrono alcune vacanze, la personalità di questo personaggio fatto di sorrisi, il mistero che avvolge Ole – come Eloise, neanche noi che tocchiamo con mano i pensieri di Homer riusciamo a capire bene chi sia questo ragazzo e cosa rappresenti per lui, come se Homer stesso si imponesse un velo per non vedere, per non capire cosa c'è oltre l'amicizia.
E poi Ole arriva e tutto, ma proprio tutto, perde importanza per Homer. Perché a Ole basta esserci, pur con tutti i suoi silenzi e le sue insicurezze, che il sorriso più vero, quello che arriva ovunque, illumina Homer e gli fa dimenticare tutto ciò che esiste al di fuori di loro due.
Come sempre sono un fiume in piena senza capo né coda quando recensisco questi due koala, e povera te che devi sopportarmi e cercare di trovare un senso in quello che scrivo. Però spero sia chiaro quanto li ami e quanto sia felice di avere l'occasione di leggere ancora di loro.
Spero di riuscire a recensire gli altri due capitoli al più presto, nel mentre ti mando un grande abbraccio e ti ringrazio per aver dato vita a questa nuova avventura.
A presto!

Recensore Master
25/03/21, ore 13:05
Cap. 1:

Ciao, cara!
Era già da un po’ che avevo adocchiato questa storia e sono felice di averla finalmente iniziata.
Partirò scioccandoti, ma ancora non ho letto il libro – anche se conto di rimediare a breve – e quindi non ho visto il film, perché preferisco prima leggere e poi vedere, quindi l’impressione che mi sono fatta è totalmente slegata da CMBYN e purtroppo non avrò colto alcuni dei rimandi.
Iniziamo da Eloise, visto che la signorina è stata talmente insistente da farsi includere da te anche in questa storia, e ti dirò che mi sono quasi dispiaciuta per lei, leggendo i suoi maldestri tentativi di tenere viva l’attenzione di Homer con dei discorsi di cui al ragazzo non interessava affatto. Mi sono sentita combattuta, perché sappiamo che il tuo Homer – più che altro inconsciamente – tiene vive le speranze della ragazza, eppure al tempo stesso avrei voluto darle una scrollata e ribadirle che non è in questo modo che si possono costruire rapporti; non è forzando qualcuno ad ascoltarci che questo qualcuno ci apprezzerà.
E poi mi sono rivista tanto in Homer e nelle sue fantasticherie, credo di avertelo già detto che mi ritrovo in lui, e anche io mi sono spesso trovata a riflettere a briglia sciolta su ciò che stesse accadendo alle persone a cui voglio bene, quindi mi è piaciuto tantissimo il momento in cui il ragazzo immagina il povero Ole investito dal fiume in piena che è Cecilia Landmann. Non so spiegarti quanto abbia adorato il dettaglio del sorriso delle grandi occasioni che Homer sa di avere e che, suo malgrado, sfrutta per tentare di rabbonire Eloise, ma che in seguito non prova nemmeno a sfoggiare – consapevole che non servirebbe a nulla. Hai caratterizzato in una maniera davvero convincente il tuo protagonista, tramite poche pennellate, che si permettono di conoscerlo come il ragazzo che ci hai presentato nelle altre storie della serie: il fulcro di tanti gruppi, che però in realtà non si sente appartenere a nessuno di questi. E, più leggo di lui, più lo adoro con tutta me stessa, quindi grazie davvero di avergli dato vita. ❤❤
L’arrivo, anticipato e quindi leggermente inaspettato, di Ole ha salvato Homer dal pomeriggio con Eloise – anche se il finale leggermente in sospeso mi lascia presagire che la signorina non sparirà, ma incrocio comunque le dita. Sappi che ho davvero adorato vedere il loro abbraccio e lo scambio di battute, così come l’ammissione di Ole riguardo alla madre di Homer, che un po’ ricalca quella in Surya prima della mostra. Perché Ole e Homer possono, apparentemente, sembrare agli antipodi eppure si capiscono al volo – senza bisogno di tante parole – e, soprattutto, Ole è in grado di sconvolgere il punto di vista dell’amico con una semplice affermazione. Ho trovato particolarmente calzante questo dettaglio del carattere di Ole, che dimostra quanto importante sia dosare le proprie parole e i propri commenti – a differenza di quanto non faccia la povera Eloise.
Ho apprezzato tanto l’atmosfera che hai saputo creare: quest’idea che la casa di B. sia un luogo in cui la famiglia Landmann va per rilassarsi, per riordinare le idee e per passare del tempo insieme, ma al tempo stesso anche un posto senza porte chiuse in cui tutti sono i benvenuti. Mi sembra il luogo ideale in cui passare l’estate, soprattutto durante l’adolescenza, e non vedo l’ora di scoprire le avventure che vivranno i tuoi protagonisti – magari senza Eloise, ahah!
Lo stile è, come sempre, delicatissimo e molto coinvolgente, mi hai saputa davvero trasportare in questa villa immersa nel verde e vicina al mare negli anni ottanta in Italia, mi è sembrato di respirare il profumo di camomilla e di percepire la calura sulla pelle; tra l’altro ho particolarmente apprezzato la tua scelta di scrivere la storia al presente e la motivazione legata a Homer che ti ha portato a questa scelta. Anch’io non ero solitamente avvezza a questo tempo verbale, ma ultimamente lo sto rivalutando tanto e l’ho trovato perfetto per questa storia e per l’idea che volevi trasmetterci.
Il titolo mi è piaciuto particolarmente, soprattutto visto il legame con la poesia di Celan, e per la scelta di aggiungere quella specifica tra parentesi che lo ha arricchito ancora di più.
Spero di poter proseguire presto nella lettura.
Un abbraccio,
Francy

Recensore Master
12/03/21, ore 18:44
Cap. 2:

Mia cara Blackjessamine!

Che settimana folle, ma per fortuna ci sono Ole ed Homer che mi hanno risollevato un po’ il pomeriggio! I momenti fondamentali che tratti nel capitolo sono due. La divisione degli spazi tra i due ragazzi e la nuotata nell’acqua, all’alba. E secondo me hai fatto bene a postare il capitolo così: emerge il ritratto di due ragazzi rilassati, che approfittano della vacanza per scoprirsi in maniera che la scuola non permetteva loro. Già il vedersi al di fuori del contesto naturale scolastico è fonte di curiosità, così come il domandare se l’altro sa nuotare. A leggere di questo bagno estivo mi sono tornate in mente le poesie che hai postato tempo fa. Non erano loro, ma forse erano i loro archetipi – o, perlomeno, io ho rintracciato una matrice comune, un leitmotiv nelle due scene ed è una cosa che mi piace sempre moltissimo, individuare la poetica di un autore. L’altro elemento su cui vorrei spendere righe e righe è la divisione degli spazi: non è una scena casuale ed è pregna di significato. Homer è talmente ospitale nei confronti dell’amico (di questo amico, ché con gli altri non lo fa) da cedergli parte del suo armadio, in una divisione che è più da coppia che da amici. E lo fa in maniera molto naturale. La ritrosia atavica di Ole, d’altro canto, fa sì che lui abbandoni la valigia e quasi non osi appropriarsi dello spazio messo a disposizione e non colga il segnale. Non c’è Eloise, in questo capitolo, e la sua assenza crea un’atmosfera da paradiso terrestre che nemmeno la presenza sullo sfondo dei signori Landmann riesce a scalfire.

Sono solo loro due, sono soli contro tutti e si godono quest’estate in un luogo ricco di storia e di cose vecchie come questa grande casa padronale. Il riferimento al baule in cui Homer rifiuta di mettere i suoi abiti perché odora di vecchio e di chiuso non mi ha solo ricordato l’analogo oggetto in casa di mia nonna, appartenuto a una prozia e mai dato via per affetto, ma anche la storia che c’è dietro questo oggetto. La casa dei Landmann, famiglia estroversa, estrosa e giramondo, è il fulcro di questa famiglia che, quando appare, diventa subito il punto di riferimento del vicinato intero. E le cose contenute in questa casa hanno una storia che travalica Ole ed Homer – e trovo tutto questo molto poetico. A questo punto, prima di chiudere la recensione volevo porre l’accento su un altro leitmotiv che caratterizza i tuoi koal… Ole ed Homer. Il punto di riferimento, il concetto di bussola e di centro di gravità che l’uno è per l’altro – soprattutto Ole per Homer. Destinato a un futuro di viaggi, senza radici vere, Homer vede nell’introverso compagno di collegio il polo nord, il punto dove dirigere la prua della nave quando si perde la rotta, il porto sicuro e credo non sia un caso che, dei due, sia proprio Ole a nuotare meglio – quello che non crede in se stesso, che non ci prova perché ha paura di rovinare qualcosa di perfetto osando chiedere di più. E allora nel mare Ole nuota meglio di Homer e spicca e noi riusciamo a vederlo – questo è il grande pregio di questa storia che offre ai lettori molta gioia quanto a te suggerisce tormenti – attraverso gli occhi dell’affascinante affabulatore, del ragazzo baciato dalla fortuna che tutti vogliono come amico, ma che, tra questi tutti, ha scelto uno solo, che lo completa. Impaziente di leggere il prossimo capitolo, ti abbraccio forte,
Shilyss :)

Recensore Master
06/03/21, ore 19:50
Cap. 2:

Mamma mia, tu dici che non ti convince il capitolo, io invece l’ho adorato. Ma dive sei stata fino ad adesso? Non ti azzardare a cancellare nulla...
Che bellezza questo capitolo, quanta morbidezza e serenità qui, ma anche tensione e aspettativa...
Leggendo riuscivo a vedere ogni dettaglio, ma anche ogni sfumature di espressione che Homer nasconde dietro la maschera dell’amicizia stretta che prova per Ole. E poi beh la scena del bagno sulla spiaggia, meraviglia... Davvero. Homer che descrive se stesso e le preoccupazioni di sua madre, Ole che lo prende in giro dicendo di saper nuotare bene, insomma, si capisce che si stuzzicano che c’è dell’altro lì in attesa solo di prendersi il giusto tempo e spazio, d’altra parte Homer non vuole perdersi nulla di quelle loro sei settimane...
Che bella pure l’ultima immagine di loro due coi vestiti bagnati e labbra blu, che ritornano a casa.
Li sto amando tanto e pensa che non li conosco proprio, me li hai fatti adorare tu. Hai davvero talento nella scrittura sai evocare tante emozioni e sensazioni anche uditive e olfattive, il che è raro.
Complimenti davvero.
Questa storia è una meraviglia.

A presto!
E non fare scherzi!
Ladyhawke83

Recensore Master
26/02/21, ore 18:56
Cap. 1:

Ciao! Eccomi per lo scambio e devo ammettere che non mi è dispiaciuto affatto leggere di questa tua storia originale, anzi devo dire che mi ha conquistata. Purtroppo non conosco se non di nome sia HP che CMBYN, quindi magari certe sottigliezze mi sfuggono e me ne rammarico, perché per quanto riguarda il libro di Aciman è da un po’ che volevo recuperarlo e non l’ho ancora fatto, e, visto che pare averti ispirato così tanta bellezza, devo proprio farlo.
La storia scorre fluida, adoro il modo in cui gestisci l’azione, o dialoghi, l’introspezione e la cura dei dettagli.
Fin da subito si capisce che tipo sia Homer e quanto poco c’entri con lui Eloise che è percepita proprio come fastidiosa, addirittura come un’intrusa, bellissimo il pezzo su di lei che lo sfiora e lui la allontana perché la sua presenza e la fragranza di camomilla sulle sue mani stride con il ricordo d’infanzia tanto caro a Homer...
A livello descrittivo e olfattivo mi ha fatto ricordare la mia nonna e mi sono emozionata, quindi davvero complimenti, perché io sono una frana nelle descrizioni...
Ho adorato anche il fatto che seppur Homer continui a pensare che Ole sia solo un amico, un compagno di stanza, nel modo in cui l’altro sta costantemente nei pensieri di Homer fa intuire quanto sia forte il legame è quanto in loro ci sia già il germoglio dell’amore, seppur ancora non consapevole.
Forse sto blaterando, ma davvero mi ha piacevolmente stupito questa storia e il tuo modo di scrivere, così leggero eppure così incisivo, porti per mano il lettore dentro alla visione della tua storia e quando finisce e un peccato staccarsene...
Leggerò sicuramente il seguito... e ancora complimenti, hai una nuova fan!
Ladyhawke83

Recensore Master
24/02/21, ore 22:55
Cap. 1:

Mia cara Blackjessamine!
Eccomi, dopo aver letto il tuo capitolo nel pomeriggio: non solo aspettavo che tu postassi questa storia, ma ho tentato di leggerla con calma o di recensirla tipo dall’istante dopo in cui tu l’hai postata, ma l’universo era contro di me (e anche adesso temo, ahimè, che dovrò riprenderla tra un po’). Ma poco male, ora sono qui e devo dire che ho amato la fusione dei due mondi. Ole e Homer sono talmente ben inseriti e scritti che funzionano sia nel canone in cui sono nati, quello di HP, che nelle vesti di Modern!AU ispirato all’opera di Aciman. E hai fatto bene a inserirla tra gli originali, perché loro vivono ormai di vita propria. Sebbene la voce che normalmente siamo abituati a sentire sia quella di Ole, di cui conosciamo debolezze e palpiti, quella di Homer è un’uguale sorpresa. Solo alla fine del capitolo ho fatto mente locale riguardo al fatto che era la prima volta che leggevo un suo punto di vista. Homer ha ben chiaro chi è e cosa vuole. Restano alcuni atteggiamenti tipici, come il voler assecondare sempre tutti e la consapevolezza di essere un apolide dentro, ma è curioso come reagisce ai propri spazi e a certi dettagli. Uno dei pezzi più interessanti e d’impatto, a mio avviso, è quando vedendo Eloise nella propria stanza Homer la percepisce come un elemento di disturbo nella casa, come una stonatura, o quando l’odore delle mani di lei, che profumano del sapone alla camomilla che si usa in casa, indispettisce Homer perché gli impone un’associazione tra qualcosa di spiacevole e un ricordo d’infanzia.

Eloise cerca di corteggiare Homer senza troppa convinzione, del resto, informandolo con pettegolezzi e non accorgendosi della distrazione dell’altro. Però trovo curiosa una cosa: rispetto alle altre storie, dove la sua presenza era un elemento di disturbo e sofferenza perché impediva a Ole di stare con Homer, l’atteggiamento di Homer contribuisce a renderla un elemento di tappezzeria. Da subito sentiamo e capiamo la necessità di crogiolarsi nell’attesa e il piacere di vederlo sbucare da una macchina, tale che ogni cosa – ogni necessità come i bagagli o le persone presenti – svanisce. E molto bello è anche il coerente background di Homer, la storia di come e perché conosca Ole. L’ordinamento derivante da HP da cui nasce la storia (ovvero il fatto che un gruppo di adolescenti viva in un collegio) assume una coerenza ancora maggiore nell’esigenza della famiglia Landmann (cosmopolita, geniale e creativa) di dare una continuità scolastica al suo rampollo. Rampollo che pur vivendo privo di legami riesce ad affascinare i propri coetanei, diventando il centro di gravità permanente (concedimi la citazione musicale) degli altri ragazzi.

Ma qual è il suo centro? È il ragazzo che lo ascolta per una notte intera e poi se ne esce con una frase brillante e arguta, è quello che fa da bussola a scuola, è la persona a cui pensare mentre si è altrove, di cui è bello immaginare le giornate, cosa che Homer fa solo con la propria famiglia. Devo aggiungere altro? C’è già l’amore, qui. C’è l’attesa che preannuncia l’amore, c’è il comprendere noi stessi attraverso gli altri, proprio come vuole l’amore. E io non vedo l’ora di leggere ancora questi due e voglio dirti che capisco quando dici che questo capitolo è stato un parto eppure a leggersi è incredibilmente fluido e vero e preciso e coinvolgente, con immagini splendidamente rese, introspezioni curatissime. Sempre onoratissima di leggerti, ti auguro una piacevole serata/nottata.
A presto (perché devo recuperare sto mondo e quell’altro, me tapina),
Shilyss :)

Recensore Master
24/02/21, ore 10:18
Cap. 1:

Ciao, eccomi per lo scambio.

Come dici nelle note, è hai fatto bene a sottolinearlo, i sapori e le atmosfere della casa di campagna in cui si svolgerà la storia ricordano tantissimo l'abitazione e il panorama agreste del film. Ho ritrovato questo anche nei personaggi, a cui ti sei certamente ispirata, la madre e il padre di Homer, persino la fastidiosa ragazzina che per tutto il tempo punzecchia il giovane protagonista con le sue inutili domande, vuote come il tempo che intercorre fra la pesante assenza di Ole e il suo arrivo. Quindi sì, leggendo ho rivissuto un po' le stesse sensazioni che ho vissuto guardando l'inizio del film. (Non ho letto il romanzo) Chiarito questo, nulla di tutto ciò che ho detto ha la minima importanza quando ti immergi in questa splendida lettura. Ti assicuro che mi ha riempito così tanto il cuore, che in questo momento, non so cosa dire, tranne che ho percepito la costante presenza di Ole nei pensieri di Homer - così come nel suo cuore - come se il ragazzo fosse l'unica cosa a mancare nella pefezione del quadro generale. L'ultimo pezzo di un puzzle, il solo adatto a riempire l'unico spazio che resta, il solo che possa chiudere il cerchio e dare un senso reale a quella vita e a quella famiglia così piena di meraviglie. Ora rimane la curiosità, il voler sapere come trascorrerà quasta estate rovente e dove li condurrà...
Sono felicissima di essere passata, l'impegno che ci hai messo è visibile in ogni frase che hai scritto e non vedo l'ora di continuare la lettura.

Tea.
(Recensione modificata il 24/02/2021 - 10:24 am)