Ciao Cunegonda,
un altro passaggio, quello che ci hai appena regalato, che è particolarmente avvolgente in quanto ci fa percepire una marea di sensazioni che, a diverso titolo, stanno sperimentando i Nostri, con ognuno sempre nella mente, e magari anche nel cuore, il pensiero rivolto a colui che non è presente personalmente ma c’è ugualmente per la massa di ricordi che smuove.
Il viaggio di André è quanto mai emozionale, e questo lo avevamo ben compreso già in precedenza, ma in questo passaggio si sta facendo più profondo, perché davvero viene in contatto con tutto quello che per lui era solo un ricordo, talvolta sbiadito, a cui ha deciso di definire i contorni per riportarlo con sé e trattenerlo sia nel cuore quanto nella mente. Il desiderio di porre sulle tombe dei suoi qualcosa di tangibile che li ricordasse gli fa muovere i passi verso luoghi che non conosce ma che ha piacere visitare, anche se il suo punto di approdo è lo scalpellino al quale commissionare due lapidi per i suoi genitori. Ma dopo questa prima incombenza André non vede l’ora di vedere quella che è stata la sua casa, anche se il solo pensiero un po’ di angoscia gliela mette, pensando in quali condizioni possa ritrovarsi una casa disabitata da ben due decenni. Ha anche il desiderio di vedere il luogo di lavoro di suo padre, di cui andava fiero e che, se fosse sopravvissuto, avrebbe trasferito al figlio insieme a tutto il suo sapere e a tutto l’amore con cui negli anni aveva svolto la sua attività. Ma vedendo la casa André si è subito accorto che la mano amorevole e attenta di suo padre aveva fatto in modo che la casa durasse nel tempo, costruendola a regola d’arte con tutta la passione che aveva per il suo lavoro, e per fare in modo di avere per sé e la sua famiglia un ambiente confortevole nel quale fosse piacevole vivere. Infatti l’esterno sorprende André, qualche dubbio gli sorge solo per l’interno che potrebbe aver subito l’onta dell’incuria del tempo. Curioso, ma pieno di sentimento, l’incontro con il vecchio amico del padre, che lo rimbrotta subito per il suo aspetto da nobile, ma che poi torna ad essere la persona che André ricordava da bambino e che lo invita a casa sua, dopo avergli raccontato con dovizia di particolari gli eventi relativi alla vita sua e della famiglia.
André nonostante fosse affaccendato nelle incombenze che si era proposto di sistemare ha sempre avuto un pensiero rivolto ad Oscar, pensando a cosa avrebbe fatto in una certa ora del giorno, lì a Fecamp, rivedendola nei suoi atteggiamenti e pensando alla “donna” Oscar nascosta sotto la divisa, che era però stata capace di incendiargli il cuore, la mente e il corpo. Interessante la disamina che hai fatto con delicatezza circa i rapporti di André, giovane uomo, con l’altro sesso, che aveva conosciuto ma mai approfondito più di tanto, in quanto sarebbe stato uno svilire l’amore che provava per Oscar, e se mai fosse arrivato in fondo con una giovane solo per sfogare un suo istinto, avrebbe avuto maggiori difficoltà nel sapere che con Oscar mai avrebbe potuto aspirare a quel certo grado di intimità.
Sul versante di Oscar la ritroviamo in uno dei suoi momenti fisici particolari, e dato che non ha incombenze come a Versailles, può oziare e godersi un po’ di pace, cercando di non subire quel malessere che mensilmente le si presenta e che mette in evidenza il suo essere donna. Le torna in mente la premura che sempre nei suoi periodi André le riservava, cercando per tutti e due di calmare i ritmi delle cose da fare, il tutto come se fosse però una sua iniziativa o esigenza e non per rimarcare che dovessero atteggiarsi differentemente a causa di lei. Ma proprio in questo frangente, mentre sta lasciando libero spazio alla memoria e ai ricordi, strani pensieri sul suo essere femminile si affacciano sfacciatamente alla mente, pensando a come potrebbe essere stare in intimità con un uomo e, segnatamente, con un uomo come il conte di Fersen. A differenza di André, Oscar non è mai stata in grado di catalogare in quale categoria inserire il suo amico: egli era amico, confidente, attendente, semplicemente André. Ma la sua assenza in questa circostanza, che l’ha portata a considerare la sua delicatezza di comportamento e di riguardo verso di lei, comincia davvero a farsi sentire.
Oscar ha la possibilità, con il tempo dalla sua, di pensare e fare ragionamenti, anche guardando Rosalie nel suo bell’abito, con le sue forme aggraziate rese ancor più evidenti dai pizzi e dalle rouches, e di domandarsi come sarebbe apparsa lei abbigliata in tal modo, se mai sarebbe riuscita a suscitare l’attenzione di un uomo con quel suo corpo androgino che mal si accoppiava con gli abiti che invece vestivano le altre donne. Le è sorta la curiosità di sapere cosa si potesse provare ad essere una donna desiderata e conseguentemente se determinate attenzioni sarebbero mai state rivolte a lei.
Un capitolo in parte di azione e commozione per quanto concerne André, e in parte più cerebrale per Oscar con gli interrogativi che le si sono presentati alla mente libera di vagare.
Narrazione sempre molto coinvolgente che, tramite le descrizioni ambientali così ariose e vivide, i dialoghi molto ben strutturati e calibrati, gli intermezzi introspettivi che scavano nel profondo ma nel pieno rispetto dei caratteri dei protagonisti, dà l’impressione anche al lettore di essere parte della scena che racconti.
Ancora complimenti e nel mentre ti auguro di trascorrere un piacevole fine settimana.
A presto e un caro saluto! |