Ciao Kiku. E’ già da un po’ che sono su EFP e che leggo fanfiction nel fandom di Capitan Tsubasa, anche se per pigrizia non recensisco quasi mai, e infatti mi sono registrata solo in tempi relativamente recenti per avere accesso a tutte le storie.
Ho visto che sei una scrittrice molto seguita e così, incuriosita, ho iniziato a leggere le tue fanfiction, partendo dalle più vecchie.
Devo dire che all’inizio mi sono davvero appassionata alle vicende dei tuoi personaggi, sempre così tormentati e sfaccettati. Yukari che per esempio tradisce Ryo con Misaki, e poi Misaki con Genzo, beh, l’ho trovata una situazione davvero originale! Questo tuo rimescolare le carte mi ha catturata e ho trovato molto piacevole il tuo stile e la costruzione dei personaggi delle tue prime storie (diciamo da Prospettive di innocenza a La casa sull’albero):pur con i loro difetti, le loro incertezze e i loro errori, erano realistici, i loro comportamenti avevano una logica, per quanto a volte contorta, ed era facile immedesimarsi nelle situazioni che vivevano.
Come ti ho già scritto, ho adorato la Yukari di The swimming pool. La scena sull’isola è letteralmente da brividi.
Purtroppo, però, ho notato che le tue storie col passare del tempo hanno perso forza (diciamo che ho colto un decadimento graduale a partire soprattutto da Tornare grande, nonostante poi mi sia piaciuta moltissimo Un’altra possibilità), scadendo in situazioni surreali (Taro e Tsubasa che vanno a trascorrere il Natale insieme in Non andare, nonostante il capitano sia convinto che l’amico ci abbia provato con Sanae), inverosimili o squallide. Il modo in cui Kumi si fa trattare da Genzo in Libellula è agghiacciante, per esempio.
Non sto giudicando il comportamento dei personaggi da un punto di vista etico (anche Yukari in Senzacuore si fa sfruttare sessualmente in modo discutibile, ma nel corso della storia tutto acquista un senso. Se all’inizio la biasimiamo e il suo modo di fare ci provoca rabbia, in seguito ogni pezzo va al suo posto), ma purtroppo trovo che le storie scritte dopo La casa sull’albero abbiano un sacco di criticità a livello non solo di trama ma anche di struttura e di scrittura, con personaggi piatti, refusi (Un esempio per tutti: Kumi ingoia la “salita”),
espressioni dialettali in un contesto giapponese e non in un’ambientazione regionale italiana (vado a memoria: la valigia pesa che spiomba, l’ascia da stiro, Ryo si siede “a donna” sul water, “mi sta venendo il gatto sulla pancia”, il totem letterario…ma non era il topos letterario?…ma ce ne sono molte altre, per esempio “mi verrebbe da darti una tozza” in Senzacuore), errori grammaticali abbastanza gravi (in Cicatrici: la madre di Kumi si accarezza una “sopracciglia”? Semmai un sopracciglio.), frasi a volte incomprensibili (“Si mette una mano al tutore: no, mi sento…non mi sento io. Cammineremo fino a quando ne avrai…”)e ripetizioni in ogni capitolo…per non dire in ogni frase. Sempre in Cicatrici: Arrivano “anche” le ragazze e, “anche” “loro”, siedono ai “loro” posti. Oppure: “cammini” male. “Cammini” malissimo. Lo vedo da come “cammini”.
Hai fatto caso a tutte le volte in cui usi i verbi farfugliare e risolversi, e a tutti gli errori di punteggiatura che ci sono? Sembrano quelli di una persona che non rilegge quello che scrive (a volte nemmeno le risposte alle recensioni), ed è un peccato visto che in passato hai dimostrato di avere uno stile bello e corretto.
L’idea che mi sono fatta, vista anche la tua prolificità, è che tu scriva di getto, senza riguardare e correggere i tuoi capitoli. Un eccesso di sicurezza? Non ci sarebbe niente di male ad avere un beta reader che ti segnali gli errori. Anche gli scrittori più affermati hanno chi li aiuta nelle correzioni.
Inoltre i personaggi delle tue nuove storie non hanno un approfondimento psicologico. Non devi fare battaglie femministe, scrivere lunghissime sequenze riflessive o dilungarti in spiegazioni quando scrivi (nessuno si aspetta questo da una fanfiction, in cui si cerca soprattutto svago), ma il lettore ha il diritto di capire le motivazioni basilari, elementari, delle azioni dei personaggi. Tu invece da un certo momento in poi hai cominciato a tratteggiare dei protagonisti monodimensionali e monolitici, che non subiscono nessuna evoluzione né in positivo né in negativo (Genzo, sempre per fare un esempio tratto da Libellula, passa improvvisamente da squallido personaggio che tradisce la fidanzata e sfrutta Kumi sessualmente a ragazzo follemente innamorato, oppure in Cicatrici la tratta male senza nessun motivo, alla stregua di un bulletto da quattro soldi, con lei zerbino (anzi, innamoratissima!), che lo giustifica sempre. E perché poi? Perché ha la tendinite? Perché è sinceramente sgarbato?
L’altra cosa che ho notato è che non sei molto aperta alle critiche, nemmeno quando sono costruttive, strutturate e formulate educatamente.
Tu dici che in questo momento ti interessa raccontare storie di questo genere. Cito testualmente una tua risposta in Libellula:«Sono in una fase “nuova”: mi interessano trame e pg un po’ diversi dal solito (dal mio solito) e di questo scrivo».
In Cicatrici invece scrivi: «Credo di essere approdata a una mia presa di consapevolezza rispetto alla gestione dei pg e a una scuola di pensiero ben precisa e sto cercando di attenermi a quella, in previsione del mio prossimo lavoro originale.»
Quindi ti chiedo: in che fase sei? Che genere di storie stai raccontando? A quale autore/corrente letteraria ti stai ispirando? Perché non lo spieghi alle lettrici che te lo chiedono, visto che hai consapevolezza di ciò che scrivi?
Aggiungi inoltre che, se ad una persona le tue fanfiction non piacciono, può anche smettere di leggerle, ma non è così. Nel momento in cui una storia viene resa pubblica, un lettore è libero di leggere quello che gli pare (e anche se non gli piace ha tutti i diritti di arrivare fino alla fine) e di commentarlo sinceramente, non solo per far piacere allo scrittore (così come tu giustamente dici che lo scrittore non scrive per compiacere il lettore). E un’autrice, specialmente se non è ancora un’affermata professionista della narrazione, dovrebbe sempre mettersi in discussione per crescere e migliorare.
Quindi adesso, molto umilmente e senza alcun intento polemico, ti chiedo di rispondermi: che tipo di storie stai scrivendo? Perché hai scelto di non approfondire i personaggi facendoli agire in maniera incomprensibile per il lettore al punto che devi spiegare le loro azioni nelle risposte ai commenti? Gli avvenimenti non si dovrebbero comprendere perché tu rispondi alle recensioni a fine capitolo, dovrebbero essere evidenti nella storia stessa.
Prendendo spunto da Non andare, quella è una storia in cui il comportamento di Taro e Tsubasa non ha alcun senso: il capitano pensa ci sia stato un tradimento ma se la prende solo con l’amico. Dichiara che a spalare la neve con Taro non ci andrebbe nemmeno morto e invece la mattina dopo ci si rotolano insieme, senza che il lettore sappia nulla, restando lì a chiedersi se si è perso qualche pezzo della storia.
L’altra domanda che ti ripeto è: perché tante parole uguali ripetute nello stesso capitolo (una tra tutte il già citato farfugliare) e tante espressioni dialettali/regionali italiane in un contesto giapponese? Cosa c’entrano? Perché tanti refusi ed errori? Sono tutte scelte stilistiche e tecniche (anche quella di non rileggere)? Visto che sei consapevole di quello che scrivi non dovresti avere problemi a rispondere a queste domande.
Aggiungo un’ultima cosa. In Cicatrici succede ben poco, ci sono scene che si ripetono più volte (Genzo che accompagna Kumi a casa, con lui che si rende conto che la ragazza non vuole stare in sua compagnia), un eccesso di capitoli riempitivi che non aggiungono nulla alla trama e l' ennesimo finale aperto. Non necessariamente deve esserci un happy ending, ma almeno per una volta potrebbe esserci una chiusura netta, perché il finale aperto è ormai una costante nelle tue storie ma dopo un po' stanca. In alcuni casi ci può anche stare, ma in altri, come in questa ff, si avverte un finale improvviso ed interrotto.
Aspetto una tua risposta perché sono curiosa di capire, e avendo letto anche parecchi altri commenti dello stesso tenore, penso di non essere l’unica. È evidente che molte delle tue lettrici hanno colto un grande divario tra le tue prime storie e queste ultime, e penso che tutte noi siamo interessate a capire cosa sta succedendo al tuo stile e ai tuoi contenuti, senza per questo mettere in discussione il tuo diritto a sperimentare (ci mancherebbe altro!). Come ti dicevo, non c’è alcun intento polemico o denigratorio in questa recensione, solo il desiderio di capire.
Alla prossima.
AvidaLettrice (Recensione modificata il 28/12/2023 - 04:56 pm) |