Recensioni per
La question de les racines
di S iberia
Ciao cara, ti scrivo un breve commento qui per lasciare una traccia della mia lettura, per farti sapere, insomma, che continuo a seguire la storia e ad esserne incuriosita: questo è un capitolo di passaggio e mi ha sorpreso come ti sei soffermata sullo scambio con l'infermiere che sembra rappresentare, agli occhi di Germain, quella vanagloria da Übermensch profondamente teutonica, legata all'eugenetica nazista; Germain si sofferma tantissimo sugli attributi fisici di quest'uomo e il confronto con i propri e tutto ciò mi ha ricordato altre atmosfere di altre tue storie di cui ancora conservo la suggestione. |
Mia cara, come stai? Risbuco come il coniglio bianco di Alice nel paese delle meraviglie, presa un po' dalla meraviglia, lo ammetto, dopo aver letto i capitoli che hai pubblicato. Sono finalmente riuscita a dedicarmi alla storia; ho approfittato delle vacanze di Natale per rileggere i vecchi capitoli e mettermi in pari e che dire? Difficile trovare le parole, ma ci proverò *si rimbocca le maniche*. |
Deve essere una coincidenza cosmica perché anche io sto riscrivendo una delle mie vecchie storie. Sarà l'effetto pandemia? |
Cosa vedono le mie fosche pupille #firstreactionshock |
Mi sono resa conto solo adesso di non mai averti lasciato una recensione per questa storia (anche se, a onor del vero, ultimamente non è che io stia recensendo moltissimo, né scrivendo in generale), ed ho dovuto subito provvedere. Cominciamo dal principio - partendo dal fatto che, nella mia imperdonabile e incorreggibile distrazione - tratto di famiglia, argh - non avevo realizzato che questa storia fosse collegata ad un'altra. Devo assolutamente scovarla e leggere anche quella. |
Ottima transizione! |
Solitamente i dialoghi sono considerati un punto cruciale da molti scrittori, ma al contrario, è proprio qui che forse dai il meglio di te: questo capitolo è basato principalmente sui dialoghi, attraverso essi capiamo i "retroscena" e le fondamenta della storia. |
Ciao! |
Mi sono inoltrata anche in questa storia... in questo periodo di vita sento di avere bisogno molto delle tue storie, anche perchè sono così particolari che mi trasportano in un altro modo. Prima, non avrei mai saputo definire il tuo modo di scrivere, ma credo si possa chiamare "flusso di pensiero", e che si possa di re che questo flusso è così fluido che scorre perfettamente. Sì, il tuo modo di scrivere ha qualcosa di onirico, di evocativo, e anche se non mi ricordo il nome del dottore che aveva i PoV nel primi capitolo, mi ha fatta una stranissima impressione Dante. Nell'altro Trauma è cambiato tantissimo, qui sembra veramente un essere che ha nella natura propria la seduzione, un angelo capriccioso, e Dio, non riuscivo a capacitarmene... Parlando del terzo capitolo: è quello che mi ha colpito e mi è piaciuto di più. Ammetto di non avere le capacità psicoanalitica per riuscire a dare un giudizio anche accennato alla personalità di questo...Traurig... ma già lo amo, già sento di amarlo. Questa metafora delle larve che si trasformano in farfalle la trovo bellissima e fisolosofica, mi ha fatta per un attimo immergere nella bellezza della tua storia scritta in prosa ma così poetica... gli stessi pensieri di Traurig sono magnifici bellissimi, mentre il prete consuma il suo atto di "purificazione"... ascendenti, passa da un argomento all'altro parlando della sua vita senza che quest risulti sforzato (la figura della madre mi incuriosisce... e le stesse dinamiche della sua nascita). E anche la sua maniera di vedere il prete è degna di considerezione, per la complessità che sembra avere questo personaggio... non lo vede come un essere meschino e mostrouso, anzi prosa una sorta di pena mischia ad indifferenza per quell'uomo.... e sulla parte della pelle che si sgretola c'è stato un attimo d'inquietudine, deve esserci davvero qualcosa di marcio che sente dentro sè per pensare queste cose. Come sempre i tuoi personaggi sono degni di nota. Dio, giuro che potrei diventare estremamente pericolosa, perchè visti i risultati rischio di eggere tutte le cose da te pubblicate e lasciarti queste recensioni tartassanti (che tra l'altro presto o tardi comincerai davvero ad odiare). Ma al costo d farmi detestare te lo ripeto, tu sei bravissima. Tu. Scrivi benissimo. |
Dun dun dun. Ho recensito ben DUE capitoli in una sera. Mi sciocco da sola. |
Io sono lenta non solo a scrivere, ma pure a leggere. 8D E raggiungo tempi biblici. |
Привет! ))) |
Eccomi qui, mia cara (hai cambiato nick? oddio ora che avevo imparato a scrivere quello prima senza andare a guardare xD Questo cosa significa? *me curiosa*) |
E dopo la recensione chilometrica che ho lasciato all’ultimo capitolo di Trauma: Herr Meister Hält Die Fäden, torno qui, a questa side story che mi ha colpito fin da subito. |
Ciao cara, pur scrivendo anche io di militari e di congiure neonazi, faccio sempre fatica a reggere i nazi veri, quelli del periodo 33- 45... anche perché essendo loro germanici- tutti- i discendenti degli JUTI di Scandinavia, sono in realtà i veri... giudei! E ora ti rivelerò un segreto sconvolgente, fatto su anni e anni di studi, i veri Indoari sono le popolazioni della fascia MEDIA, i Mediopersiani, dell' India, dell' Iran ( Aryan ), dell' Italia ( Itarya/ Athy Arya, Benedetta la Terra Aria ), della Romania, della Bulgaria, dell' Ungheria, della Spagna ( Ispania, da Isphahan, vecchia capitale persiana dell' Iran ), dell' Irlanda, del Portogallo e tutti i 'farsi' ( o principi, parola che vuole dire sia 'persiani' che 'primi nati' ) che hanno le bandiere con i tre colori di rosso, bianco, verde, o le varianti bianco- azzurre degli Elleni ( Alyanoi, come Italyanoi ) e rosso oro o verde- rosso degli ispanici. Facci caso, le bandiere di Iran, India ( i primissimi indoariani ) e dell' Italia, dell' Irlanda, della Romania, della Bulgaria, dell' Ungheria, sono UGUALI. |