«Queste rose rosse sono per te Tezuka, è il mio modo per dirti che dopo tutti questi anni continuo ad amarti, anzi credo che non riuscirò mai a dimenticarmi di te.»

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Roy si portò la mano sulla benda che gli ricopriva l'occhio non sapendo dire nemmeno il perché di questo gesto.

Passavano ore e ore su quella spiaggia, camminando lentamente perché ormai le forze del giapponese lo stavano abbandonando sempre di più e il giorno della sua morte era sempre più inesorabile.
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Ricordo perfettamente il giorno in cui ho scattato questa foto: era la prima volta che eravamo andati al mare assieme.

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Quando aveva conosciuto Ginoza, Kougami, come del resto probabilmente tutti i loro compagno di scuola, aveva visto nel ragazzo un qualcuno che volesse isolarsi dal resto del mondo quasi come se non gli interessasse avere dei legami, almeno aveva pensato questo fin a quando non erano diventati amici.

«Appena ho visto questa cartolina, ho pesato subito a te».
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Sembrerò sicuramente ridicolo se dicessi di star osservando questa luna piena semplicemente perché mi sembra di avvertire la tua presenza, Edward.
Lo so eppure mi piace immaginare che, dovunque tu sia, la stia osservando ricordandoti di me.

E ora Ed si ritrovava sul divano dell’uomo con indosso una coperta che, per quanto fosse ben avvolta al suo corpo, non riusciva a placare i brividi di freddo. La testa poi era così annebbiata per la febbre da aver praticamente messo fuori gioco la sua mente.
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Come avrebbe fatto Tezuka ad aspettarsi che quell’appuntamento di lavoro, potesse prendere pieghe di quel tipo?
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Ranma, dopo essere stato inseguito da Shampoo, si nasconde del dojo di kendo della scuola.
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Sentiva il bisogno di fermare quel ragazzo, doveva farlo ad ogni costo perché non voleva ammettere a sé stesso che desiderasse baciarlo sul serio, perché questo significava infrangere il fragile cuore delle sue due innamorate.
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Per Atobe ormai era diventata un’abitudine appuntare tutte le incombenze sul proprio iPhone di ultima generazione. Era una cosa talmente automatica che, al primo uovo impegno, lui non poteva fare a meno di salvare un promemoria.
Era una cosa semplice, vero? Eppure Keigo in quell’istante stava guardando lo schermo completamente sconvolto.
“Avevo un appuntamento al cinema con Tezuka mezz’ora fa?!”
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Tezuka è continuamente tormentato dal fantasma dei Atobe
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Che Atobe fosse ghiotto di champagne analcolico, questo Tezuka l’aveva capito ormai da tempo e, ogni situazione per l’altro era propensa per stapparne una nuova bottiglia, sopratutto se era il giorno del suo quindicesimo compleanno.
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Probabilmente anche Atobe stesso era stato del medesimo parere, almeno fino a quel momento ...
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Con l’arrivo dell’autunno c’erano pietanze che si potevano gustare solo in un determinato periodo dell’anno, uno fra questi piatti erano le caldarroste.
Era proprio il loro odore che Atobe in quell’istante aveva trovato irresistibile e per lui fu impossibile resistere alla tentazione di comprarle anche per Tezuka, perché era certo che nemmeno lui ne fosse così indifferente.
«Sono davvero invitanti, vero Tezuka? »
«Sì.»
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