Crossover
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Autore: Registe    01/04/2012    3 recensioni
Prima storia della serie "Il Ramingo e lo Stregone".
In una Galassia lontana lontana (ma neanche troppo) l'Impero cerca da anni di soffocare l'eroica Alleanza Ribelle, che ha il suo quartier generale nella bianca citta' di Minas Tirith, governata da Re Aragorn e dal suo primo ministro lo stregone Gandalf. I destini degli eroi e malvagi della Galassia si intrecceranno con quelli di abitanti di altri mondi, tra viaggi, magia, avventure, amore e comicita'.
In questa prima avventura sulla Galassia si affaccia l'ombra dei misteriosi membri dell'Organizzazione, un gruppo di studiosi dotati di straordinari poteri che rapisce delle persone allo scopo di portare a termine uno strano rito magico da loro chiamato "Invocazione Suprema"...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga, Film, Libri, Telefilm, Videogiochi
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Ramingo e lo Stregone'
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Capitolo 19 - Il piano in frantumi


Frozen Pride

Orgoglio Gelido, lo scudo di Vexen




“Come sarebbe a dire un cambio di programma?!”
A Mara il ragazzino dell'Organizzazione non piaceva. Le aveva fatto un'impressione sgradevole gia' al loro primo incontro, quando era apparso dal nulla per consegnare Mistobaan nelle mani di un molto stupefatto Mu. La facilita' con cui aveva letto i suoi pensieri era inquietante; una sensazione che Mara non aveva mai provato prima, nemmeno al cospetto dell'Imperatore. Era come camminare nudi per strada, esposti agli sguardi di tutti.
“Mu ha un altro compito da eseguire” fu tutta la spiegazione che offri' il ragazzino. “Vi accompagnero' io per l'ultimo tratto di percorso.”
La prima volta che Mu le aveva parlato dei membri dell'Organizzazione Mara si era immaginata un gruppo di anziani dalle lunghe barbe e gli sguardi severi sotto una fronte rugosa e accigliata, autoritari e carichi di potere. Il ragazzino che aveva di fronte era mingherlino, piu' basso di lei e pareva appena uscito dall'adolescenza, ma non per questo andava preso alla leggera.
Proprio come Mu. Ha lo stesso suo faccino angelico, ma col cavolo che ci casco stavolta.
“Io mi chiamo Zexion.” disse il membro dell'Organizzazione. “Ora, se volete...”
“Si', mi ricordo uno sciroppo con un nome simile” lo interruppe Tarkin, che esibiva il suo tipico sorrisetto alla “so tutto io”. Il governatore non sembrava per nulla intimorito, e pianto' in faccia al ragazzino il suo sguardo piu' glaciale. “Sbaglio o Mu diceva sempre che questa missione aveva la priorita' su tutto? A sentire lui pareva che fossimo in viaggio per prevenire l'Apocalisse. Com'e' che ora improvvisamente si e' trovato un compito piu' importante? O e' perche' qualcuno dei vostri piani e' andato storto, membri dell'Organizzazione? Dovete stare veramente a pezzi se addirittura uno di voi si e' scomodato per accompagnare noi poveri mortali nel nostro umile pellegrinaggio.”
“Questo non vi riguarda” fu la laconica risposta, ma Mara percepi' il nervosismo del ragazzo. Tarkin doveva aver colto nel segno.
Dovevano approfittarne.
“Adesso seguitemi. La prossima Stanza della Memoria e' l'ultima, dopodiche'...”
“Prima vogliamo sapere cosa e' successo a Mu.”
Se pensi che ti seguiremo come pecore ti sbagli, ragazzino.
“Come vi ho gia' detto non vi riguarda.”
“Sai com'e', neanche a noi riguarda la vostra Invocazione Suprema” ribatte' Daala. “ E siamo stufi di tutti questi misteri.”
“Che sta succedendo in questo Castello?” incalzo' Tarkin. Avevano stretto il ragazzino a cerchio, come un branco di cani da caccia che circonda la preda. Solo Mistobaan si teneva in disparte, osservandoli da lontano con i suoi enigmatici occhi gialli.
Zexion serro' le labbra e strinse i pugni, chiuso in un silenzio impenetrabile. Non doveva essersi aspettato un assalto cosi' furioso.
“Chi era il ragazzo con i capelli azzurri? Un altro vostro servitore?”
Questa domanda sembro' attrarre l'attenzione del ragazzino. Mara colse il suo sguardo sotto la frangia di capelli argentati, vide i suoi occhi azzurri sgranati, percepi' il suo stupore. Duro' appena un istante, ma le fu piu' che sufficiente per capire.
Non ne sapeva niente!
“Cosa vi ha detto quel ragazzo?” Zexion si era dominato in fretta, e il suo tono di voce appariva tranquillo e casuale.
“Quello che voi gli avete ordinato di dirci” sogghigno' Mara, e incrocio' le braccia sul petto lanciandogli un'occhiata carica di sfida.
Non funziono'. I loro sguardi si incontrarono per un solo istante, e Mara seppe che lui aveva capito. Bluffare non serviva a nulla con una creatura dai suoi poteri.
Ma come diamine fa?! Nemmeno un Jedi o un Sith riesce a leggere nella mente cosi'!
“Ha parlato con Mu” disse lui. “E subito dopo se ne sono andati, piantandovi in asso. Capisco. Aspettatemi qui, tornero' subito.”
Tarkin stava per ribattere qualcosa, ma il ragazzo non gliene diede il tempo. L'oscurita' apparve dal nulla e lo avvolse nelle sue spire, e pochi secondi dopo solo uno sbuffo di tenebre rimaneva la' dove il membro dell'Organizzazione era stato.
“Non ho idea di cosa stia succedendo, ma sono nei guai. E' successo qualcosa che non si aspettavano.” disse Tarkin.
“Dobbiamo approfittarne per andarcene da qui.” suggeri' Daala, e per una volta da quando i loro ricordi erano cambiati lei e Tarkin furono d'accordo.
“Mistobaan” disse il governatore. “Prova a rompere le pareti con la magia. Ci sara' un modo per uscire di qui senza attraversare di nuovo le Stanze.”
Era una buona idea. Se i membri dell'Organizzazione erano impegnati a fronteggiare qualche minaccia sconosciuta nessuno poteva intervenire per fermarli. Non avrebbero avuto un'occasione migliore.
Il rifiuto di Mistobaan congelo' in un istante tutte le loro speranze.
“No” fu tutto cio' che disse, e quando il silenzio' si prolungo' fino a diventare insopportabile seppero che non avrebbe aggiunto altro.
“Perche'?” chiese Daala.
“Non vi riguarda.”
“Ci riguarda eccome!” Tarkin era furioso. “E riguarda anche te, che sei prigioniero qui dentro tanto quanto noi. Pensavo che avessi una voglia matta di correre tra le braccia del tuo adorato GSB!”
Sotto il cappuccio gli occhi di Mistobaan si ridussero a due sottili fessure gialle.
“Non pronunciare il nome del mio signore invano, sporco umano.” Il suo tono di voce era diverso da quello pomposo e altisonante che usava sempre quando parlava del Grande Satana; calmo e misurato, pacato, ma infinitamente piu' minaccioso. Mara senti' un brivido correrle lungo la schiena.
“Altrimenti sara' su di te che usero' la mia magia.”



La porta tremo' sotto l'impeto della spallata di Auron, i cardini stridettero e scricchiolarono, ma non cedette. Il guerriero vestito di rosso si passo' una mano sulla fronte per asciugare il sudore e provo' di nuovo, buttandosi contro la porta della prigione con tutto il suo peso. Tutto cio' che ottenne fu l'ennesimo livido sulla spalla.
Mu gli poggio' una mano sul braccio, con gentilezza. “E' inutile, Auron. Sara' protetta da chissa' quali incantesimi.”
“Preferisco rompermi un braccio a forza di provare piuttosto che starmene qui con le mani in mano!”
Mu scosse la testa. Auron era la persona piu' forte che conoscesse, ma nemmeno lui poteva rompere una porta incantata dalla magia dei saggi e potenti membri dell'Organizzazione...
No!!
Si porto' le mani alle tempie, serrando gli occhi con forza.
Non sono saggi e potenti, non sono saggi e potenti, non lo sono, e' tutta una bugia, solo una bugia...
Lo sapeva, lo sapeva perfettamente ormai, aveva visto con i suoi occhi cosa stavano tentando di fare ad Auron... eppure ogni tanto quelle parole subdole ancora gli sussurravano nella testa, e per un istante gli sembravano cosi' reali, cosi' giuste...
Le sue dita si strinsero attorno al rosario di Shaka, cercandovi conforto. Dalle sue labbra usci' silenziosa una preghiera, parole che per troppo tempo aveva dimenticato. L'aria diventava gelida ogni volta che osavano pregare in presenza di padron Vexen...
… ed e' per questo che devo pregare, e pregare, e pregare ancora. Io sono il Sacerdote dell'Ariete del Tempio delle Dodici Case, non uno strumento nelle mani di padron Vexen!
Improvvisamente si rese conto che c'era troppo silenzio. I colpi di Auron contro la porta erano cessati.
Apri' gli occhi: “Auron?”
Il guerriero si mise un dito davanti alle labbra per fargli segno di tacere. “Passi. Arriva qualcuno.” sussurro'.
Mu strinse convulsamente il rosario. Auron gli fece cenno di non muoversi e si posiziono' al lato della porta, lo sguardo concentrato, tutti i muscoli del corpo in tensione.
Vuole saltargli addosso appena entrano, comprese con terrore, e scosse la testa rivolgendogli con lo sguardo una muta preghiera.
La voce che udirono oltre la porta non apparteneva a un membro dell'Organizzazione.
“State indietro!”
D'istinto si allontanarono dalla porta, e pochi secondi dopo la videro cadere verso di loro con un tonfo assordante che fece sussultare Mu.
Nel quadrato di luce che dava sul corridoio si stagliava la sagoma di un ragazzo in armatura dai lunghi capelli azzurri.
“Camus!”
“State bene tutti e due?”
“Tu piuttosto!” Mu aveva un groppo alla gola che non voleva saperne di sciogliersi. Corse ad abbracciare l'amico, il confratello di una vita, mentre lacrime non invitate si facevano strada lungo le sue guance. “Non sapevamo cosa ti fosse successo... temevamo che...”
“Non sanno di me” lo rassicuro' Camus, ricambiando l'abbraccio. “Pensano che io sia ancora sotto l'effetto del condizionamento.”
Mu avrebbe voluto dirgli mille cose. Si erano reincontrati da un anno, ma le menti di entrambi erano piene di falsita' e menzogne... era come se ora si vedessero davvero per la prima volta dopo tutto quello che...
“Camus, hai un piano?” Auron, il piu' pragmatico di tutti, aveva gia' gettato uno sguardo da entrambi i lati del corridoio per controllare se la via era libera. “Che si fa?”
“Non vi preoccupate, non avrete bisogno di camminare.” Camus sorrise, sciogliendosi delicatamente dall'abbraccio. “Il mini-detonatore con cui ho buttato giu' la porta non e' l'unica cosa che ho rubato nel laboratorio di padron Vexen.”
“Padrona Larxen non aveva distrutto tutto?”
Camus frugo' in uno scomparto dell'armatura e ne trasse fuori una boccetta piena di liquido azzurrino. “Padron Vexen tiene molti scomparti segreti nel muro, ma non ha mai fatto caso al fatto che io potessi vederlo mentre li apriva.” Porse la boccetta a Mu. “Bevete. Annullera' l'effetto della pozione che vi hanno dato i membri dell'Organizzazione.”
Ce n'era appena un sorso a testa, ma appena la ebbe mandata giu' Mu senti' qualcosa cambiare dentro di lui. Era una sensazione familiare, come se i suoi sensi diventassero piu' acuti, il suo corpo piu' forte, la magia nel suo sangue piu' viva... era di nuovo padrone del Castello dell'Oblio. Poteva di nuovo usare i corridoi dell'oscurità a suo piacimento.
Camus indico' un sacco che aveva posato vicino all'entrata. “Li' c'e' la tua armatura Mu, e la spada di Auron.”
“Grande! Sei un mito Camus!” Auron estrasse la Masamune dall'involto e se la assicuro' dietro la schiena, sorridendo soddisfatto. Mu sapeva che il suo amico si sentiva nudo senza la sua arma, e in effetti anche lui era rassicurato dal pensiero che Auron avesse di nuovo la sua spada da frapporre tra loro e l'Organizzazione.
“Dovete andarvene di qui” disse Camus. “Cercate aiuto. Noi tre da soli non abbiamo speranze contro l'Organizzazione.”
Mu si blocco' nell'atto di agganciare uno schiniere. “E tu?”
“E' meglio se resto qui. Posso cercare di rallentare i due gruppi, di ostacolare l'Invocazione Suprema fino al vostro ritorno... finche' credono che sono condizionato non correro' rischi.”
A Mu non piaceva l'idea di separarsi, ma il piano di Camus era sensato.
“Si', pero' ragazzi...” Auron sembrava dubbioso. “Dove adiamo? Cioe', a chi possiamo chiedere aiuto?”
“Io pensavo a qualche amico delle Invocatrici.” disse Camus. “Insomma, nel loro mondo ci sara' qualcuno che le sta cercando...”
“Da quel che ho capito Zachar non ha molti amici la' fuori.” disse Auron scuotendo la testa. Non saprei proprio dove andare...”
“Forse lo so io.”
A Mu era tornato in mente il campo di battaglia davanti alla citta' di Dai. Le urla della gente consumata dal fuoco dei draghi, la spada magica del ragazzino che falciava nemici come una macchina da distruzione. E una cosa che Mara gli aveva detto nel bel mezzo di quel caos, mentre giaceva ferito ed esausto nelle retrovie dell'esercito demoniaco.
Qualcosa riguardo a una persona capace di trasformarsi in drago.
Apri' un portale oscuro.
“Andiamo Auron. E tieni pronta la tua spada para-incantesimi, temo che potremmo averne molto bisogno.”



Camus stava tornando al laboratorio, e dalla sua andatura tranquilla si deduceva che non avesse alcuna fretta. E perche' avrebbe dovuto? Si credeva al sicuro, al di sopra di ogni sospetto, e aveva persino l'ardire di canticchiare ogni tanto qualcosa tra se' e se'.
Non noto' l'ombra scura e silenziosa che emergeva da dietro una colonna lungo il suo percorso, non vide lo scudo blu che si sollevava sopra la sua testa.
Il colpo lo prese dritto sulla nuca, e Camus si accascio' al suolo senza un lamento. Per qualche istante il clang della sua armatura echeggio' per tutto il Castello dell'Oblio, rimbalzando tra le pareti bianche, amplificandosi tra i saloni vuoti, e infine divenne sempre piu' debole e venne nuovamente inghiottito dal silenzio che sempre regnava sovrano nel Castello.
Zexion poso' a terra lo scudo di Vexen e guardo' il corpo svenuto di Camus con disgusto. Colpirlo gli aveva dato un certo piacere, doveva ammetterlo. Erano secoli che volevo farlo.
Apri' un portale direttamente sotto Camus, e un secondo clang risuono' nel laboratorio distrutto mentre Vexen si vedeva precipitare il corpo letteralmente davanti al naso e si rovesciava addosso la tazza di the' che stava bevendo per lo spavento improvviso.
“Sei impazzito?!” Vexen trattenne la tazza tra le dita con un movimento goffo, ma il contenuto (infuso di ribes, vaniglia e ginseng, a giudicare dall'odore) gli aveva bagnato tutto il davanti della tunica e gocciolava pian piano dall'unico ciuffetto che gli era rimasto. “Che diamine...”
“Abbiamo un altro problema” lo interruppe Zexion. “Questo idiota ha fatto in tempo a far scappare Mu e Auron. Ho trovato la cella aperta e vuota, e i loro odori freschissimi. Se n'erano andati da un paio di minuti, non di piu'.”
“E com'e' che i tuoi favolosi poteri non lo avevano percepito?” Vexen scaglio' via la tazza con un gesto stizzito, mandandola a infrangersi contro il muro. Dopo l'incidente con Larxen era diventato ancora piu' scontroso e intrattabile del solito, se cio' era possibile.
“Non posso essere ovunque in ogni momento, e lo sai. Il Castello e' immenso e con tutti gli odori che ci sono...”
“Risparmiati le scuse. In una cosa Larxen ha ragione, sei inutile. Non sei nemmeno riuscito ad avvelenarla.”
“Provaci tu se pensi sia cosi' facile! Ma gia', tu ormai non riusciresti ad avvicinarti a lei senza fartela addosso.”
“Vorrei vedere te al mio posto! Se pensi che...”
“Senti, smettila di lamentarti per favore! E' anche colpa tua se e' successo questo casino. Avresti dovuto controllare meglio Camus. Dopotutto e' il tuo schiavetto.”
“Gia'. Probabilmente il migliore che io abbia mai avuto.”
Zexion non gli tiro' un oggetto contundente in faccia solo perche' non aveva uno a portata di mano. Dèi ladri quanto lo odiava!
Gli volto' le spalle, furente, ed evoco' un portale. Non vedeva l'ora di andarsene da li'.
“Avverti gli altri della fuga di Auron e Mu.” disse Vexen ignorando del tutto il suo stato d'animo. “Io penso a ricondizionare Camus.”
“E con quali strumenti, scusa?” gli chiese senza nemmeno voltarsi. “Qui e' tutto distrutto. Facciamo prima ad abbandonarlo in qualche mondo sperduto.”
“Oh, beh, vediamo un po'... un paio di mani, un bisturi e una buona dose di abilita' e fantasia. Non mi serve altro.”
Anche se non lo vedeva poteva sentire il sorriso strafottente dello scienziato deriderlo da dietro le spalle.
Spero che il tuo schiavetto si scondizioni di nuovo e ti avveleni il the'.
Ma non sarebbe successo, lo sapeva. Vexen era troppo bravo, e la sua non era una vanteria priva di fondamento. Un tempo lo aveva ammirato per quello.
Si lascio' abbracciare dall'oscurita' del portale, pensando ai compiti che lo aspettavano. Non solo parlare con Marluxia e gli altri, ma anche tornare dall'Invocatrice e guidare il suo stupido gruppo per l'ultima Stanza della Memoria.
Sospiro', augurandosi almeno che non si trattasse di un posto maleodorante.


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Fonte della fan art a inizio capitolo: http://yensid-kun.deviantart.com/art/Vexen-s-Shield-54949751
  
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